Christiana de Caldas Birito


E' nata a Rio de Janciro, Brasile. Suo nonno era un poeta e sua madre una scrittrice. Fin da piccola, stimolata dall'ambiente familiare, Christiana si dilettava a scrivere. Si è laureata in Filosofia a Rio de Janeiro e in Psicologia a Roma, dove lavora come psicologa. E' sposata con un italiano e ha due figli. A San Paolo del Brasile, ha ottenuto il diploma della Scuola d'Arte Drammatica. In Italia ha vinto alcuni importanti premi letterari e ha pubblicato il libro di racconti Amanda, Olinda, Azzurra e le altre (Lilith Edizioni, 1998 ) in cui focalizza la solitudine delle donne immigrate. Alcuni suoi racconti sono presenti sul volume antologico Parole di sabbia (Il Grappolo, 2002). Scrive anche storie per ragazzi (La storia di Adelaide e Marco) e atti unici teatrali.




MENINA DE RUA / MENINA BEM

 

NOME
Conceição da Silva
NOME
Isabel Luisa Gomes De Carvalho
NATA A
Nova Iguaçu
Rio de Janeiro
NATA A
Leblon 
Rio de Janeiro
DATA DI NASCITA
12/4/1986
DATA DI NASCITA
12/4/1986
PESO ALLA NASCITA
2 kg. 920 gr.
PESO ALLA NASCITA
3 kg. 410 gr.
ALTEZZA ALLA NASCITA
44 cm
ALTEZZA ALLA NASCITA
51 cm
PELLE
Scura
PELLE
Bianca
OCCHI
Scuri
OCCHI
Azzurri
FRATELLI E SORELLE
3 fratelli - 2 sorelle
FRATELLI E SORELLE
1 fratello
INFANZIA
Inesistente
INFANZIA
Protetta
MALATTIE DELLA PRIMA INFANZIA
Varicella, morbillo, rosalia, 3 polmoniti, asma
MALATTIE DELLA PRIMA INFANZIA
Varicella, morbillo, parotite
1998 
Conceição
1998
Isabel Luísa
ETÀ
12 anni
ETÀ
12 anni
PESO
29 kg. 
PESO
37 kg.
STATURA
1 m. 27cm
STATURA
1 m. 36 cm.
ABITAZIONE
Strada
ABITAZIONE
Ipanema (attico)
SEGNI PARTICOLARI
Sulle braccia (tagli), ginocchia (cadute), gambe (ustioni da sigarette)
SEGNI PARTICOLARI
Nessuno
SCOLARITÀ
Analfabeta
SCOLARITÀ
Elementare e Media dalle suore al Sacre Coeur de Marie
LINGUE
"Carioca"
LINGUE
Portoghese, inglese, francese, nozioni di spagnolo
RELIGIONE
Nessuna
RELIGIONE
Cattolica
OPERAZIONI
Non risulta
OPERAZIONI
Appendicectomia, tonsillectomia.
DECESSI IN FAMIGLIA
Un fratello (assassi-nato) Una sorella(per disidratazione)
DECESSI IN FAMIGLIA
Il padre (per infarto)
SPORT PRATICATI
Nessuno
SPORT PRATICATI
Nuoto (Copacabana Palace), aerobica (Country Club), equitazione (jockey Club), Sci (Saint- Moritz)
CUCINA GRADITA
Mangiare
CUCINA GRADITA
Francese
PIATTO PREFERITO
Mangiare
PIATTO PREFERITO
Canard a la Bìgarade
HOBBY
Mangiare
HOBBY
Pittura su vetro
DESIDERIO PIÙ GRANDE
Mangiare
DESIDERIO PIÙ GRANDE
Avere la piscina nel suo attico
PAURA PIÙ GRANDE
Lo squadrone della morte
PAURA PIÙ GRANDE
Ingrassare
FUMA
Hascisc
FUMA
No
ANIMALI POSSEDUTI
Gatti e cani randagi
ANIMALI POSSEDUTI
Un cavallo, un fox terrier, un persiano
ATTIVITÀ GRADITA
Sniffare colla
ATTIVITÀ GRADITA
Viaggiare con la famiglia
SOGNO SEGRETO
Una casa con un televisore solo per sé
SOGNO SEGRETO
Sposarsi
LIBRO PREFERITO
(Analfabeta)
LIBRO PREFERITO
David Copperfield
EMOZIONE PIÙ GRANDE
Aver partecipato al documentario girato dalla RAI a Rio
EMOZIONE PIÙ GRANDE
Disneyland
PROGRAMMI TV
Quelli che vede nei televisori dei negozi
PROGRAMMI TV 
Telenovele, documentari, disegni animati
MEZZO DI TRASPORTO PIÙ USATO
Autobus (senza pagare)
MEZZO DI TRASPORTO PIÙ USATO
Macchina privata con autista 
TRAUMA
E' stata seviziata da un poliziotto
TRAUMA
Le hanno scippato il portafoglio
FIRMA 
X
FIRMA
Tratti decisi inclinati verso destra

 MARLENE DA SILVA
(madre di Conceição)

DONA CARLOTA DE OLIVEIRA GOMES 
(madre di Isabel Luisa)

"Come farò? Con questa, sono sei". "Una bambina! Bellissima!"
"Il nome? Conceição. L'ho affidata alla Madonna". "Isabel Luísa, in omaggio alle nonne. Suona bene".
"Il nostro destino comincia nella pelle". "Quanto è carina la mia Biancaneve".
"Apri gli occhi e comincerai a soffrire". "Ha gli occhi azzurri come i miei".
"Smetti di giocare con quel cane rognoso. Vai a vendere le caramelle!" "Che carina sei con il grernbiulino del Jardin des Enfants, Belinha".
"Un'altra polmonite? Che fine farà questa bambina?" "Chiama il pediatra, Isabel Luísa ha la varicella!"
"La scuola è per bambini che hanno un padre, una madre e una macchina, non per te". "Avete visto come ha imparato bene il francese? Adesso, chérie, le corbeau et le renard! "
"Questa bambina è tutta storta!" "Sa nuotare da quando aveva tre anni.Cavalca molto bene"
"Datti da fare, se hai fame". "È pronto il beef-tea di Belinha?"
"Quel disgraziato di un poliziotto, guarda come ti ha ridotto le gambe!" "Ha già il suo primo amore, lo sapete?"
"Da chi hai preso questo portafoglio?" "Che mondo ingiusto! Belinha è stata scippata!"
"Per l'ultima volta, rispondi: dove hai preso il portafoglio?"  "Abbiamo fatto bene a denunciare la ragazza. Ci penserà la polizia a punirla".

(Da Christiana de Caldas Brito, Amanda, Olinda, Azzurra e le altre, Lilith Edizioni, 1998)


Incontro con Christiana de Caldas Brito




Maria Calabrese
(Liceo Classico "L.Ariosto" - Ferrara)



Alcuni dei racconti di Amanda, Olinda, Azzurra e le altre di Christiana de Caldas Brito erano parsi particolarmente adatti alla drammatizzazione, perché ricchi di personaggi abilmente tratteggiati e carichi di spunti che pure 'attori e attrici molto in erba' come gli studenti e le studentesse della II R avrebbero potuto interpretare in modo anche originale. La scelta è caduta su Meninha de rua, meninha bem, che sembrava molto interessante anche per le problematiche affrontate. Certo, qualche resistenza c'è stata, alla proposta dell'insegnante, quando si è scoperto che ci si sarebbe esibiti davanti a un pubblico, per di più formato da studenti di altre classi (si sa che i coetanei sono ipercritici) oltre che da insegnanti, scrittori ed esperti. Ma la sfida era allettante, anche perché piaceva molto che le ore di italiano si trasformassero in laboratorio teatrale: un vero laboratorio a poco a poco è diventata l'intera classe, giacché in questa attività tutti hanno trovato un ruolo e un posto e le attrici e l'attore protagonisti si sono sentiti appoggiati dal lavoro di équipe realizzato dagli altri, trasformati in scenografi, costumisti, coreografi, oltre alle immancabili segretaria di produzione e aiuto regista (la regia era, ovviamente, affidata all'insegnante!)
L'organigramma dei ruoli, la sceneggiatura e lo schema della scenografia allegati credo possano rendere l'idea del lavoro svolto.


Christiana de Caldas Brito
AMANDA OLINDA
e le altre



8 Marzo 2002: rappresentazione teatrale di MENINA DE RUA/MENINA BEM

Regista: Maria Calabrese
Aiuto regista: Ambra Rinaldi
Segretaria di produzione: Elisa Borghi

Costumi: Stella Rosini, Lisa Magri, Elena Freddi, Silvia Squartanti, Erika Albieri
Scenografia: Lucia Trida, Valentina Carrieri, Sara Sanguinetti, Erica Melandri, Lucia Govoni, Sonia Randi
Coreografia: Leonardo Ardondi, Nicola Bonora, Mauro Biasiolo, Elisa Borghi, Elisa Mingozzi, Eleonora Mazzoni, Valentina Cantoni, Sara Leoni, Monia Masperi

ATTORE

PERSONAGGIO INTERPRETATO

INDICAZIONI

Letizia Bencivelli Mamma di Menina bem

Deve indossare abiti sfarzosi,
l'atteggiamento deve essere quasi schifato nei confronti di Menina de rua

Martina Vancini Menina bem 

Deve indossare abiti sfarzosi, 
l'atteggiamento è quello di "fighettina", deve fare la preziosa

Martina Montagnana Mamma di Menina de rua

 Deve indossare abiti modesti e deve far capire che la figlia per lei è sempre stata solo un peso. Deve essere dura con Menina de rua

Paola Bocchi Menina de rua 

Deve indossare abiti modesti. 
L'atteggiamento è di maleducazione 
( siede "stravaccata", risponde male, con arroganza … )

Mauro Biasiolo Poliziotto

Deve indossare abiti scuri ( per sembrare un agente di polizia ) e portare oggetti indicativi ( la pistola, il cappello o lo stemma )

Menina de Rua / Menina Bem
Scene una luce illumina le scene
1 Interrogatorio
2 Dialogo tra le madri
3 Le menine entrano in sala d'attesa e parlano con le madri

1 testo del racconto di Christiana de Caldas Brito fino alle firme
2 In sala d'attesa parlano le madri che aspettano la fine dell'interrogatorio
Marlene da Silva (madre di Conceiçao) = M 
Dona Carlota de Oliveira Gomes (madre di Isabel luisa)= D
M_ Quella menina ha dato problemi fin dalla nascita! Quando è nata era la sesta!
D_ Io sono molto orgogliosa della mia bambina! E' una bimba bellissima! A proposito come si chiama sua figlia?
M_ Il nome? Conceiçao. L'ho affidata alla Madonna.
D_ La mia Isabel Luisa! In omaggio alle nonne.
M_ Ah, il nostro destino comincia nella pelle
D_ Quanto è carina la mia Biancaneve
M_ "Apri gli occhi e comincerai a soffrire" Questo è il suo destino.
D_ Ha gli occhi azzurri come i miei.
_ Sua figlia mi sembra malata! Io per mia figlia chiamo il pediatra, l'ultima volta Isabel 
aveva la varicella l'ho chiamato subito!
M_ Penso che abbia un'altra polmonite non so che fine farà!
D_ Ma sua figlia va a scuola?
M_ La scuola è per bambini che hanno un padre, una madre, una macchina, non per lei!
D_ Mia figlia ha imparato bene il francese. Almeno farà sport?!
M_ No, è tutta storta!
D_ Belinha sa nuotare da quando aveva tre anni. Cavalca molto bene! Inoltre ha il suo primo amore sa?
3 Escono le bambine, le madri si alzano in piedi, dialogo madri-figlie
M_ Quel disgraziato…guardi come le ha ridotto le gambe ( indicando la figlia)
Rua_ Mamma ho fame!
M_ Datti da fare se hai fame!Invece che giocare con quel cane rognoso vai a vendere le caramelle!
D_ Oh, tesoro! andiamo a casa, il maggiordomo ha detto che è pronto il tuo beef-tea!
Quanto sei carina con il grembiulino del Jardin des Enfants Belinha! 
M_ da chi hai preso questo portafoglio! (parla con Rua)
D_ La mia belinha è stata scippata!
M_ per l'ultima volta rispondi: dove hai preso il portafoglio? 
(Rua indica Bem )
D_ abbiamo fatto bene a denunciare la ragazza, ci penserà la polizia a punirla!
La bimba bem strappa il portafoglio di mano a menina de rua

Fine

Al termine dell'intera esperienza, la classe II R ha realizzato un piccolo dossier che raccoglie riflessioni e impressioni sulle diverse fasi del progetto. 
A titolo esemplificativo presentiamo alcuni dei testi prodotti dagli studenti.

LICEO CLASSICO "L. ARIOSTO"
Classe 2 R - Indirizzo di scienze sociali
a. s. 2001/2002

PROGETTO
"CULTURE DELLA MIGRAZIONE 
E SCRITTORI MIGRANTI"

GENNAIO - APRILE 2002


RIFLESSIONI DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE 
DELLA CLASSE 2R

 

A cura di
Maria calabrese

Abbiamo voluto dare a questo dossier il titolo di un libro di Vittorio Zucconi. Conosciamo, attraverso le cose che egli scrive, la sua sensibilità e apertura, perciò siamo certi che non gli dispiacerà, se mai un giorno 
verrà a saperlo.

Ci è piaciuto, inoltre, quello che scrive nell'ultima di copertina: "Qualcuno, leggendo il titolo, avrà pensato: ma che vuol dire? Io non sono mica straniero. Ne siete davvero sicuri? Voglio dire che più si conosce il mondo, più si va fuori dal paese e dal quartiere dove si è nati, più ci si accorge che i cinque miliardi e mezzo di esseri umani che popolano la Terra oggi sono tutti 'stranieri' agli occhi degli altri, noi compresi. Ma se siamo tutti stranieri, nessuno è straniero: vi pare?…"

Ci è piaciuto questo titolo perché incontrare le scritture e le culture della migrazione,incontrare gli scrittori e le scrittrici migranti ci ha fatto sentire più vicini a loro e tra di noi; incontrare stranieri che hanno imparato ad amare la nostra lingua al punto da volerla usare per i loro racconti e romanzi e poesie ha permesso a noi di amarla di più, di volerla usare con più consapevolezza e con maggiore rispetto e forse 
ci ha trasmesso la voglia di conoscere meglio,
a nostra volta,le lingue degli altri.

Il dossier riporta le riflessioni inserite all'interno di un 'compito in classe',quindi appartengono ad una forma di scrittura 'obbligata'; tuttavia abbiamo cercato di mettere noi stessi dentro le frasi e dentro ciascuna parola.

Le dedichiamo a Jarmila e Christiana, che abbiamo incontrato, dopo il lavoro nelle tre classi coinvolte (insieme a noi c'erano la 3 Y e la 4R), in un momento più 'nostro'. E le dedichiamo pure a tutti gli altri, scrittori giornalisti studiosi mediatori culturali 
che abbiamo conosciuto al convegno conclusivo.
La classe 2 R
La professoressa Maria Calabrese 



Alice Baglioni 

Sicuramente, prima di compiere questo lavoro, di unire i tasselli di tutto quello che abbiamo fatto, non ero pienamente consapevole delle emozioni che provano le persone 
cambiando paese, cambiando completamente paesaggio, odori, persone e soprattutto
lingua. Non posso certo dire di non averci mai pensato prima, poiché questo è un argomento che mi ha sempre interessata, avevo già letto qualcosa che parlava di come ci si sente a cambiare tutto della propria vita, a lasciare le persone care, gli amici e tutto il resto. Aver partecipato a questo progetto, penso che abbia spinto tutti noi ad essere più aperti con gli altri, a cercare di venirci incontro accettando le differenze, forse più che accettarle, valorizzarle: ritengo che sia bello confrontarsi e dare all'ALTRO "un po' di noi" e ricevere "un po' di lui". Solo così, solo imparando a conoscere gli altri, riusciamo a conoscere anche noi stessi. Durante questo percorso ci siamo anche divertiti: abbiamo realizzato uno spettacolo teatrale, sul racconto "Menina de rua e Menina bem" di Christiana De Caldas Brito. Gli attori erano pochi, ma l'intera classe ha partecipato alla realizzazione dell'"opera". Dopo tante prove e un tocco d'ironia, lo spettacolo è riuscito, ed è piaciuto molto anche alla scrittrice che si è complimentata con gli attori.

Mauro Biasiolo 

Come preambolo a questo testo, posso dire che tutto mi ha fatto maturare. I due incontri con le scrittrici mi sono piaciuti tantissimo e sono stato veramente felice di poter essere attore in un racconto di una di loro, Christiana de Caldas Brito, tratto da "Amanda Olinda Azzurra e le altre". Qui mi sono ritrovato nei panni di un poliziotto, ruolo che mi ha incuriosito tantissimo, perché nella mia "carriera" teatrale non mi era mai capitato di dover fare il "duro" e non mi vedevo anche dal punto di vista caratteriale. Con un pizzico di consigli e buona volontà penso di essere entrato nella mia parte, visto che gli altri mi dicono che sono stato molto convincente, infatti alla fine delle prove io sentivo mio quel personaggio. Anche la scrittrice mi è stata simpaticissima dal primo momento che l'ho vista. Non voglio soffermarmi troppo sulla rappresentazione se non per dire che sotto un certo aspetto mi ha fatto maturare. Oltre ai due momenti particolari con Jarmila Ockayovà e Christiana de Caldas Brito, mi sono piaciuti tantissimo i due incontri finali. Non ricordo i nomi dei partecipanti al convegno ma mi ricordo il pensiero che volevano trasmettere. Il messaggio più limpido che è passato è stato di integrazione. Lo scrittore migrante è una vera fonte di informazioni. All'inizio pensavo a quali problemi poteva andare incontro uno scrittore migrante, la lingua, i diversi modi di vedere e pensavo alle difficoltà che si avevano per imparare la nuova lingua ad esempio. Con questi incontri ho capito che lo scrittore che migra non fa un passaggio da una cultura ad un'altra, ma intreccia le due culture che si trova davanti, la sua da una parte e l'altra, che pur essendo magari molto diversa viene "catturata e immagazzinata" senza sovrastare sulla cultura d'origine. Quindi un secondo messaggio che si è trasmesso è stato di apertura mentale, perché a mio parere queste persone che si trovano di fronte alla multiculturalità, hanno più punti di vista disponibili per valutare le situazioni che si trovano nel cammino della vita. Alla fine quello che poteva sembrare uno svantaggio, ha molti punti di vista favorevoli. Infine ho percepito, sempre correlato ai precedenti, un messaggio di non razzismo verso chi non è come noi, proprio perché queste persone con più punti di vista sono da valorizzare e da prendere come esempio. Per concludere voglio dire che l'attività è stata bellissima e questo è quello che ne ho tratto. 

Lisa Magri

Il percorso di italiano svolto quest'anno è stato diverso, come dire, fuori dalle righe, ed è proprio per questo motivo che mi è piaciuto.
Ci siamo occupati della letteratura di immigrati, dell'incontro con l'altro, tema che abbiamo affrontato anche in antropologia culturale, con la lettura del testo di Giuseppe Mantovani L'elefante invisibile.
L'italiano ha contribuito con la lettura di testi di scrittrici immigrate: I tre silenzi, Amanda, Olinda, Azzurra e le altre, Al di là della parola…
La professoressa ci ha inoltre fornito informazioni sulla condizione degli scrittori immigrati in Italia, e ha fatto sì che potessimo raccogliere le testimonianze di Jarmila Ockayovà e Christiana de Caldas Brito, che abbiamo incontrato nel mese di gennaio e marzo, ma anche durante il convegno finale, e che, insieme ad altri scrittori, hanno esplicato la loro situazione, le sensazioni e le emozioni da loro provate; e hanno trasmesso anche a me, in prima persona, sentimenti importanti.
Il convegno è stata un'esperienza molto bella: tante culture insieme, per confrontarsi, o "semplicemente" per parlare e ascoltarsi.
Sinceramente non sapevo niente riguardo al tema trattato e quest'esperienza mi ha dato la possibilità di arricchirmi, soprattutto dal punto di vista interiore. In realtà avevo accumulato informazioni dal libro di Giuseppe Mantovani, citato precedentemente, ma non avevo mai avuto l'opportunità di sentire dal vivo le emozioni di una persona che si trova immersa in un'altra cultura; il convegno è stato la conferma a ciò che prima avevo solo letto.
La scrittrice Christiana de Caldas Brito è riuscita a coinvolgermi particolarmente, perché la sento una persona "vera", una donna che ha tanto da raccontare e tanta voglia di farlo, e che soprattutto, ha la capacità di farsi ascoltare.
Insieme a lei ci siamo chiesti chi sia uno scrittore migrante, e proprio lei ha dato una spiegazione, a mio parere, tanto bella quanto vera: lo ha definito un alchimista, che trasforma esperienze e emozioni dolorose, che rappresentano il piombo, in scrittura, che rappresenta l'oro.
La scrittura infatti è oro.
E' la maggior espressione di un immigrato perché è proprio scrivendo che riesce a trasmetterci le sensazioni che prova; proprio la letteratura può essere vista come il ponte che unisce due culture differenti, dando la possibilità a ciascuna di conoscere l'altra. 
Nel mondo di oggi l'idea che viviamo su una linea di frontiera si sta sempre più facendo avanti, proprio per questo motivo dobbiamo dare la possibilità ad ogni cultura di esprimersi al meglio, la letteratura è uno degli elementi principali che ci permette di farlo.
La rappresentazione teatrale che ci ha coinvolti mi ha permesso quasi di immedesimarmi in una ragazza brasiliana, in una meninha, anche se io non ero una delle attrici. Mi ha fatto capire quante siano le realtà che ci circondano, diverse dalla nostra, ma non dobbiamo sbagliare e pensarle lontane da noi, perché ci appartengono.
Dare uno spazio così rilevante a quest'attività è stato per me una scelta importante, mi ha dato la possibilità di conoscere, di confrontarmi, e di farmi pensare a quello che un giorno potrò decidere di fare, mi ha fatto pensare, per un attimo, alle scelte che potrei fare per il mio futuro.

Martina Vancini

"Io vengo per secondo verso di te e tu vieni per secondo verso di me".
Questa frase è stata citata durante il convegno conclusivo, venerdì 19 Aprile, relativo alla scrittura d'immigrazione. Credo che essa dia il significato dell'intero convegno e dia le dritte per mandare avanti il mondo, un mondo che non sempre apre la porta ai ""diversi", anzi il più delle volte le chiude in faccia davanti alla richiesta di aiuto di una persona più sfortunata di noi.
A partire dall'inizio di gennaio la prof.ssa di italiano ha consegnato vari materiali sul tema dell'immigrazione.
Tutti questi materiali (più che altro testi narrativi), avevano lo scopo di introdurre la letteratura d'immigrazione e di aprirci gli occhi su temi che di solito tralasciamo, come la diversità culturale, perché non ci sentiamo coinvolti.
Infatti prima di gennaio non ho mai riflettuto sugli scrittori immigranti che tentano di dire la loro o di scrivere un libro sulla loro storia e che ricevono proprio perché sono immigrati (anche bravi scrittori) delle "mazzate sulle mani"; non ho mai pensato a quante torture o a quanti compromessi hanno dovuto subire persone, solo perché hanno un colore diverso della pelle…
Tutti gli scrittori che sono venuti al convegno, sono una vera prova di coraggio perché nonostante tutte le difficoltà che hanno incontrato non si sono arresi e così hanno potuto raccontare la loro storia a tutto il mondo.
Sono persone da prendere d'esempio, perché per essere "qualcuno" e per essere rispettati bisogna lottare e "loro" l'hanno fatto in maniera eccellente.
Il lavoro che abbiamo svolto, che è durato quasi tre mesi, è stato molto interessante ma ovviamente quello che ho preferito di più è stato l'elaborazione teatrale.
Io sono stata una delle attrici principali, ma non credo sia solo per questo.
E' stato molto divertente farlo, prepararlo e vederlo, sono molto contenta di come è risultato. 




Incontro con Christiana de Caldas Brito



Cinzia Brancaleoni e Alessandra Mari
(Liceo Classico "L.Ariosto" - Ferrara)



La proposta da parte del CIES di una collaborazione con la scuola per realizzare un progetto che aveva come scopo la diffusione della letteratura della migrazione ha costituito l'input per un percorso letterario interculturale che ha visto impegnate due classi dell'indirizzo Sociale Autonomia ( II R e IV R ) e una classe dell'indirizzo Linguistico Autonomia ( III Y ) del Liceo Classico "L. Ariosto".
Approfondendo l'argomento attraverso la lettura di alcuni saggi, ma soprattutto di alcuni testi di autori "migranti", è apparso chiaro che tutto ciò poteva costituire una esperienza interessante per gli studenti che avevano l'opportunità preziosa di "allargare il loro sguardo" percorrendo insieme un cammino che andasse oltre la tolleranza razziale e che avesse come traguardo la condivisione e la coscienza di una possibile contaminazione culturale-letteraria.
Il progetto si è inserito nella programmazione delle attività curricolari ed extracurricolari del Piano dell'Offerta Formativa dell'istituto promosse dal dipartimento di materie letterarie alla voce 'Galeotto fu il libro…' ed ha pertanto potuto contare su un finanziamento che ha consentito di contribuire alle spese in occasione degli incontri con le due scrittrici prescelte.

Lettura e analisi
Le classi II R, III Y e IV R hanno partecipato al progetto attivamente, ponendosi fondamentalmente i seguenti obiettivi:
1) leggere criticamente pagine di letteratura non codificata come maggiore;
2) individuarne i contenuti fondamentali e gli aspetti formali peculiari;
3) fare una lettura drammatica di alcuni autori per entrare meglio in sintonia con il contesto culturale e situazionale.
La lettura e l'analisi di testi appartenenti in particolare a due scrittrici, Jarmila Ockayova e Christiana de Caldas Brito, hanno avvicinato gli alunni ad una letteratura di alta qualità, ignorata dai canali letterari importanti e ufficiali e li ha resi consapevoli che questi autori non devono essere letti solo per il contenuto delle loro opere, poiché in tal modo si correrebbe il rischio di restringere l'analisi ad un dibattito sul problema dell'immigrazione-emarginazione, e non era questo il nostro scopo, per lo meno quello fondamentale.
Si sono allora sottolineati gli aspetti formali comunicativo-letterari e per primo il fatto che le scrittrici abbiano scelto di scrivere in lingua italiana e che la sappiano usare e plasmare in modo totalmente naturale e originale, arricchendola cioè di uno spirito e di una vivacità nuova e diversa, derivati dalla loro cultura d'origine.

Approfondimenti
La classe III Y divisa in gruppi ha lavorato su alcuni racconti di Christiana de Caldas Brito (Chi;Azzurra; Sylvinha con la ypsilon.) tratti da Amanda, Olinda, Azzurra e le altre , di Dacia Maraini (Viollca, la bambina albanese tratto da Buio) e di Jamaica Kincaid (Girl tratto da Wayward Girls and Wicked Women).
I racconti delle tre scrittrici sono stati scelti in base ad alcune tematiche comuni: in tutte abbiamo un'autrice che parla di figure femminili, di donne che perdono la loro identità personale e/o culturale in un ambiente che vuole imporre la propria cultura; partono con speranze che vengono puntualmente disattese e sono condizionate negativamente dalla famiglia, da donne più adulte ed inserite in un sistema di prevaricazione codificato. 
La classe IV R divisa in gruppi, dopo una lettura attenta dello stesso libro di Christiana de Caldas Brito sopra citato ha isolato quelle tematiche che sembravano costituire il filo rosso che univa i vari racconti: la nostalgia e la solitudine. Sono stati poi scelti i racconti che in tal senso sembravano più emblematici (Ana de Jesus e Fausta) e, in antitesi con questi ritratti di donne brasiliane, si sono ricercati ritratti di donne europee: le tematiche avrebbero dovuto essere le stesse; la sfida consisteva nel trovare scrittori (quindi uomini) che fossero riusciti ad indagare con sufficiente sensibilità l'universo femminile.
La scelta è caduta su un racconto di Giuseppe Pontiggia (Claudia Bertelli) tratto dal libro Vite di uomini non illustri, sul romanzo di Ben Jelloun A occhi bassi e sull'opera di Federico Garcia Lorca La casa di Bernarda Alba. Tale percorso ha portato gli alunni a riflettere sulla contrapposizione fra la cultura europea dell'effimero e del superfluo, e la cultura brasiliana legata all'essenziale, alle "piccole cose", ai veri valori.

In seguito a queste letture critiche i ragazzi hanno scelto la via della drammatizzazione per rappresentare e sottolineare i passaggi dei testi, secondo la loro sensibilità, più efficaci.
Gli studenti avevano ben chiaro che i fruitori del lavoro sarebbero stati degli adulti, i partecipanti al convegno, ma anche dei coetanei che non necessariamente dovevano essere esperti dei testi stessi. Quindi hanno mirato ad evidenziare oggetti, movimenti, atteggiamenti descritti nei racconti, quasi per dare una forza diversa agli stessi sentimenti, opinioni, pensieri che le autrici, per loro dichiarazione, avevano faticato ad esprimere in italiano, una lingua, non la madrelingua, contribuendo così a creare una "macedonia di culture", a capire ed apprezzare la diversità.
Questa operazione culturale ha coinvolto una classe di indirizzo linguistico e una di indirizzo sociale perché se è vero che la scuola deve fornire in tali ambiti prevalentemente conoscenze di tipo morfo-sintattico o antropologico, se è vero che deve fornire codici linguistici o modelli socio-culturali, è altrettanto vero che essa deve stimolare una mentalità "senza frontiere", una dimensione cosmopolita, nella comprensione dei vari modi in cui soggetti diversi esprimono capacità umane e immagini del mondo diverse.


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