Cittadini del mondo
Sadegh Haidari  

Noi dell’Associazione Cittadini del mondo lavoriamo affinché la nostra associazione diventi un luogo d’incontro tra le culture diverse presenti sul territorio. Crediamo, infatti, che dall’incontro nascano sempre cose di valore positivo, perché in uno spazio democratico le culture, interagendo, si arricchiscono.
Al contrario, dove c’è pregiudizio e diffidenza, ancora peggio, dove si cerca di sottolineare negativamente le differenze culturali, nascono la chiusura e l’odio, aumenteranno invece i dogmi nello stile di vita e si rafforzeranno gli aspetti anacronistici delle tradizioni e delle culture in genere.
Gli aspetti reazionari, presenti in certe culture, che nuocciono ai cittadini e alla loro libertà, si possono neutralizzare in uno Stato di diritto, cioè in uno Stato che salvaguarda le libertà individuali dei suoi cittadini. Un individuo che lavora e vive onestamente in un territorio, immigrato o autoctono che sia, è un cittadino di quello Stato che gestisce quel territorio. Quindi i diritti civili, politici e sociali di questo cittadino devono essere salvaguardati da quello Stato. Qui nasce l’elevata responsabilità delle autorità di ogni Stato democratico. Purtroppo  in Italia la legge Fini - Bossi sull'immigrazione persegue tutt’altro obiettivo.
Questo convegno, come tante altre simili iniziative, fa parte di quell’impegno di tante donne e tanti uomini che vogliono un mondo migliore, in cui possano coesistere pacificamente culture diverse, senza guerre e violenza, dove l’unico metodo riconosciuto per risolvere i contrasti e i conflitti sia il dialogo e l’ascolto.
Dividere il mondo in modo manicheo, tra buoni e cattivi, causa enormi danni.
L’odio etnico e religioso, il razzismo e la xenofobia, sono sentimenti anacronistici e reazionari ed hanno prodotto e producono quotidianamente migliaia di morti nel mondo. Dove ci conduce tutto ciò? L’unico effetto di tale situazione è infliggere ulteriori sofferenze, soprattutto ai più deboli. Tale violenza e queste ingiustizie, qualsiasi bandiera abbiano e in qualsiasi modo vengano motivate o giustificate, non sono da condividere assolutamente, anzi devono essere condannate con fermezza e senza timore.
Prendiamo il caso palestinese: oggi, in Medio Oriente, il livello di violenza e le modalità attraverso le quali essa si manifesta o viene compiuta hanno raggiunto un punto fortemente critico. Il governo di Sharon ha occupato i territori palestinesi sottoponendo di fatto l’intera popolazione ed il Presidente dell’Autorità palestinese agli arresti domiciliari. Questo atto produce ulteriori violenze.
A causa delle guerre, come sempre, si rafforzano le tendenze più reazionarie nelle culture come le tendenze antislamiche, antiarabe e antisemite. La soluzione giusta per il conflitto israeliano - palestinese è il ritiro dell’esercito israeliano dai territori, l’abbandono della violenza da entrambe le parti, e la creazione di due stati dove viga la libertà, la democrazia ed il diritto di cittadinanza per tutti i residenti. Non c’è altra soluzione.
Nel mondo di oggi, che ogni giorno diventa più piccolo, non serve estendere le alleanze militari contro i "cattivi" o costruire nuove alleanze sulla base degli interessi economici e di potenza dei Paesi più ricchi;  tale politica non fa altro che suscitare il legittimo sospetto circa gli obiettivi delle alleanze e cioè perpetrare l'esclusione dei poveri del mondo. Occorre invece lavorare per la creazione di un movimento di pensiero a livello mondiale formato da liberi cittadini, forze politiche e sociali democratiche, per stabilire e rafforzare i diritti di cittadinanza, la libertà e la giustizia sociale in ogni parte di questo nostro mondo.
Dopo tante sofferenze patite da tutti i popoli, l'umanità dovrebbe essere giunta alla conclusione che ogni uomo e ogni donna, in quanto tali, possiedono alcuni diritti innati e inalienabili: il diritto alla vita, all'integrità fisica, alla libertà, alla partecipazione politica e cioè il diritto a una vita degna dell’essere umano a prescindere dal colore della pelle e dalla fede religiosa.


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