Noi
dell’Associazione Cittadini del mondo lavoriamo affinché la nostra
associazione diventi un luogo d’incontro tra le culture diverse presenti sul
territorio. Crediamo, infatti, che dall’incontro nascano sempre cose di valore
positivo, perché in uno spazio democratico le culture, interagendo, si
arricchiscono.
Al
contrario, dove c’è pregiudizio e diffidenza, ancora peggio, dove si cerca di
sottolineare negativamente le differenze culturali, nascono la chiusura e
l’odio, aumenteranno invece i dogmi nello stile di vita e si rafforzeranno gli
aspetti anacronistici delle tradizioni e delle culture in genere.
Gli aspetti
reazionari, presenti in certe culture, che nuocciono ai cittadini e alla loro
libertà, si possono neutralizzare in uno Stato di diritto, cioè in uno Stato
che salvaguarda le libertà individuali dei suoi cittadini. Un individuo che
lavora e vive onestamente in un territorio, immigrato o autoctono che sia, è un
cittadino di quello Stato che gestisce quel territorio. Quindi i diritti civili,
politici e sociali di questo cittadino devono essere salvaguardati da quello
Stato. Qui nasce l’elevata responsabilità delle autorità di ogni Stato
democratico. Purtroppo
in Italia la legge Fini - Bossi sull'immigrazione persegue tutt’altro
obiettivo.
Questo convegno, come tante altre simili iniziative, fa parte di quell’impegno
di tante donne e tanti uomini che vogliono un mondo migliore, in cui possano
coesistere pacificamente culture diverse, senza guerre e violenza, dove
l’unico metodo riconosciuto per risolvere i contrasti e i conflitti sia il
dialogo e l’ascolto.
Dividere il mondo in modo manicheo, tra buoni e cattivi, causa enormi danni.
L’odio etnico e religioso, il razzismo e la xenofobia, sono sentimenti
anacronistici e reazionari ed hanno prodotto e producono quotidianamente
migliaia di morti nel mondo. Dove ci conduce tutto ciò? L’unico effetto di
tale situazione è infliggere ulteriori sofferenze, soprattutto ai più deboli.
Tale violenza e queste ingiustizie, qualsiasi bandiera abbiano e in qualsiasi
modo vengano motivate o giustificate, non sono da condividere assolutamente,
anzi devono essere condannate con fermezza e senza timore.
Prendiamo il caso palestinese: oggi, in Medio Oriente, il livello di violenza e
le modalità attraverso le quali essa si manifesta o viene compiuta hanno
raggiunto un punto fortemente critico. Il governo di Sharon ha occupato i
territori palestinesi sottoponendo di fatto l’intera popolazione ed il
Presidente dell’Autorità palestinese agli arresti domiciliari. Questo atto
produce ulteriori violenze.
A causa delle guerre, come sempre, si rafforzano le tendenze più reazionarie
nelle culture come le tendenze antislamiche, antiarabe e antisemite. La
soluzione giusta per il conflitto israeliano - palestinese è il ritiro
dell’esercito israeliano dai territori, l’abbandono della violenza da
entrambe le parti, e la creazione di due stati dove viga la libertà, la
democrazia ed il diritto di cittadinanza per tutti i residenti. Non c’è altra
soluzione.
Nel mondo di oggi, che ogni giorno diventa più piccolo, non serve estendere le
alleanze militari contro i "cattivi" o costruire nuove alleanze sulla
base degli interessi economici e di potenza dei Paesi più ricchi;
tale politica non fa altro che suscitare il legittimo sospetto circa gli
obiettivi delle alleanze e cioè perpetrare l'esclusione dei poveri del mondo.
Occorre invece lavorare per la creazione di un movimento di pensiero a livello
mondiale formato da liberi cittadini, forze politiche e sociali democratiche,
per stabilire e rafforzare i diritti di cittadinanza, la libertà e la giustizia
sociale in ogni parte di questo nostro mondo.
Dopo tante sofferenze patite da tutti i popoli, l'umanità dovrebbe essere
giunta alla conclusione che ogni uomo e ogni donna, in quanto tali, possiedono
alcuni diritti innati e inalienabili: il diritto alla vita, all'integrità
fisica, alla libertà, alla partecipazione politica e cioè il diritto a una
vita degna dell’essere umano a prescindere dal colore della pelle e dalla fede
religiosa.
|