Introduzione
di
Francesco Argento e Alberto Melandri
" Non era molto quello che ci stava in
ogni valigia, ma in ogni valigia ci stava un mondo. Sbilenca, sconquassata,
legata con lo spago o chiusa male da serrature rugginose, ogni valigia era come
tutte le altre, ma nessuna era uguale a nessun'altra.
Gli uomini e le donne
giunti da lontano si lasciavano portare come le loro valige, da una fila
all'altra e si stipavano, come le loro valige, in attesa".
Potrebbe sembrare
il resoconto di un cronista che assiste allo sbarco sulle coste italiane di un
gruppo di kurdi o di albanesi; invece sono le parole che lo scrittore uruguayo
Eduardo Galeano, discendente da italiani, usa per descrivere l'arrivo di
emigranti europei in America all'inizio del Novecento.
Non bisogna, infatti,
dimenticare che più di 25 milioni di italiani negli ultimi 150 anni sono
emigrati all'estero, contribuendo a creare nuove aggregazioni culturali nelle
terre di arrivo.
Lo stesso processo si sta verificando in questi anni in
Italia, dove le nuove cittadine ed i nuovi cittadini, arrivati da diverse parti
del mondo, con le loro esperienze hanno contribuito ad arricchire la nostra
cultura, avviando quel processo di sprovincializzazione che in altri paesi
europei, in particolare in Francia e Gran Bretagna, si era già consolidato negli
scorsi decenni.
Alcuni, fra gli immigrati, hanno usato la scrittura per
raccontare il loro vissuto, denunciando spesso indifferenze o discriminazioni,
strettamente intrecciate, peraltro, a forme di accoglienza solidale. Queste
opere possono aiutare gli italiani a specchiarsi nelle parole dei nuovi
arrivati, comprendendo meglio i propri limiti e le proprie paure, troppo spesso
occultati dal mito degli 'Italiani Brava Gente'.
Questa letteratura ha
acquisito ormai una vera dignità letteraria: "gli scrittori dell'immigrazione
hanno incominciato ad emanciparsi dalla scrittura in collaborazione con adiutori
italiani e stanno mostrando di volersi costituire e presentare come scrittori in
senso pieno. Il che significa: non solo come testimoni di un fenomeno sociale e
culturale traumatico e di ancora improbabile e difficile composizione, ma anche
come narratori e poeti di situazioni ed esperienze del disagio, e soprattutto
delle differenze culturali" (Armando Gnisci). Ne sono testimonianza alcune delle
ultime opere uscite, scritte da Mbacke Gadji, Ron Hubati, Younis Tawfik e Smari
Abdel Malek, che, oltrepassando il livello del 'documento' , ci forniscono
un'immagine ' con altri occhi' della nostra realtà in una stimolante prospettiva
di antropologia reciproca .
Anche le autrici e gli autori compresi in questa
raccolta, seppure con modalità e risultati molto differenti fra loro, sembrano
avviarsi in questa direzione. I testi presentano forme diverse, dal diario alla
lettera, dalla narrazione breve alla prosa autobiografica, dal frammento a varie
tipologie di lirica, e si connotano per una mescolanza di nostalgia e di volontà
di inserimento nella realtà italiana; il loro atteggiamento rivela,
nell'approccio al paese straniero, quelle caratteristiche di calore e
disponibilità che dovrebbero far parte - ma non è sempre così - delle nostre
modalità di accoglienza verso di loro. Gli autori di questa antologia
rappresentano, però, solo una limitata minoranza: non siamo riusciti a
raggiungere immigrati che vivono una particolare situazione di disagio come i
venditori senegalesi davanti ai supermercati o le prostitute straniere dei viali
e insieme a loro tutte quelle voci che non sono ancora arrivate alla scrittura e
che potrebbero testimoniare forme di emarginazione sicuramente più complesse e
drammatiche.
Perché "Pagine Colorate"? Potrebbe sembrare una titolazione
scontata e un po' retorica, e forse anche lo è, ma abbiamo voluto operare una
scelta le cui finalità fossero chiare e riconoscibili già dall'inizio, volendo
far riferimento ad una metafora che nell'immaginario collettivo dovrebbe
richiamare la ricchezza e la varietà del métissage.
Le finalità di questo
lavoro si connettono alla opportunità di favorire il dialogo interculturale e,
certamente, la letteratura, come l'arte e la musica, favorisce questo processo
di scambio di esperienze, particolarmente importante in un momento come quello
attuale, in cui la continua sottolineatura di parole come 'sicurezza' e
'stabilità' nasconde spesso chiusure razziste diffuse in tutto il paese ed anche
in una piccola realtà come quella di Ferrara, in cui vivono le autrici e gli
autori di questi testi. Sappiamo bene che di fronte a queste chiusure non
esistono vaccini, perché le paure e le diffidenze albergano anche nelle persone
più disponibili ed aperte alle altre culture; l'obiettivo comune deve essere
quello di esplicitarle, di capirne le origini e quindi di controllarle, avviando
un processo di dialettica interculturale, a cui questa antologia vuole fornire
un contributo, pur limitato allo specifico letterario.
* I disegni,
inseriti nell'antologia, interpretano ed integrano le narrazioni e le poesie; le
schede-paese, invece, servono a contestualizzare le autrici e gli autori nelle
loro realtà di provenienza.