LA VOCE DELL'AVENTINO

 

Periodico della fraternità tra i residenti ed emigranti

delle Comunità dell'Alta Valle dell'Aventino

 

Cultura religiosa, storica, artistica e letteraria

 

Novembre – Dicembre 2008 – Palena (Chieti)

 

 

Cime della Porrara, anticamente “Palleno”. Alle sue pendici, le sorgenti del fiume Aventino.

 

 

Il sacro monte Porrara, anticamente chiamato Palleno, diede nome ai Palenesi che vi nacquero. La Porrara è il monte di Palena, in provincia di Chieti che, a fianco della Maiella orientale, domina la valle del fiume Aventino, aperta a levante fino all’Adriatico: è il sacro monte dove pregarono tre Santi: S. Celestino V Papa, eremita in una angusta grotta nei pressi del Santuario della Madonna dell’Altare (m. 1272 s.m.), costruito dai Celestini, suoi seguaci; S. Falco, eremita, in una grotta tra la Porrara e la Maiella, in territorio di Palena, noto con il nome di “Coste di S. Falco”, poi protettore di Palena; S. Nicolò da Forca Palena, antica frazione di Palena, su un costone della Porrara (m. 1276 s.m.), vicino all’attuale stazione ferroviaria di Palena, già Parroco di Palena, poi fondatore di tre conventi nelle città di Napoli, Firenze e Roma. In queste località sacre della Porrara, si arriva percorrendo molteplici itinerari di interesse storico-culturale, religioso e archeologico, meritevoli di essere conosciuti e visitati, evocatrici della vita dei tre Santi, seguendo percorsi di attrattive turistiche per la particolare e sublime bellezza del paesaggio incontaminato del territorio di Palena, premiato con il prestigioso riconoscimento della “Bandiera arancione” dal Touring Club Italiano.

 

 Riccardo Vittorio Gentile, fondatore de “La Voce dell’Aventino” (agosto 1998)

 

 

1. Palena tra le comunità turistiche del Parco Nazionale della Maiella

Palena ha ricevuto, da qualche anno, il premio del Touring Club Italiano: “La Bandiera arancione”. Marchio di qualità turistico-ambientale per l’entroterra. Qui di seguito testualmente trascritti, stralci dalla seguente pubblicazione di Franco Cercone: Palena. I 38 paesi del Parco Nazionale della Maiella, n. 18 della Collezione Multimedia, edita a cura del parco predetto, 1999 (cfr. l’INSERTO).

Questa pubblicazione (arricchita da belle fotografie a colori e in bianco e nero) è il libro dal quale sono stati tratti stralci significativi riportati nell’unito inserto. Lo sviluppo turistico di Palena è commisurato alle attrattive del suo paesaggio ed all’aumento di iniziative (da realizzare) turistico-culturali, storiche e archeologiche connaturate, tra cui gli itinerari storico-culturali ed archeologici, recentemente indicati su questo periodico (eremo di S. Celestino, grotta e chiesetta antica di S. Falco, Forca Palena, dove nacque S. Nicolò).

 

 

      

                                Chiesa di S. Falco                                   L'eremita Pietro da Morrone, il futuro papa Celestino V  

                                                                                                                    in un antico codice miniato del XIV secolo

 

 

INSERTO

LA VOCE DELL'AVENTINO

 

PALENA

I 38 Paesi del Parco Nazionale della Maiella

 

La Valle dell’Aventino

Lasciata la stazione ferroviaria di Palena, si perviene dopo un brevissimo tratto al valico di Forchetta (1276 m) da cui inizia a snodarsi in dire­zione est un tratto della SS 84 che si precipita tortuo­samente fiancheggiando le pendici meridionali della Maiella in direzione di Palena, vera e propria senti­nella messa a guardia della Valle dell'Aventino.

Da Forchetta lo sguardo abbraccia uno sce­nario fantastico, degno di figurare come sfondo ad una tela di Leonardo o Raffaello.

I centri della valle risultano di notevole inte­resse sia sotto il profilo paesaggistico che storico-culturale. Dopo alcuni chilometri da Forchetta un tratto di strada conduce alla Madonna dell'Altare, chiesa anticamente di giurisdizione dei Celestini ed edificata nei pressi dell'eremo dove, secondo G. Celidonio, fra' Pietro — divenuto in seguito papa Celestino V — condusse vita ascetica per circa tre anni a partire dal 1248.

Lungo la strada che con un percorso ardito si snoda da Palena verso Lama dei Peligni si incontra la Grotta del Cavallone, che si raggiunge in tenimento di Taranta Peligna con una suggestiva funi­via. La grotta, come è noto, ispirò G. D'Annunzio e F. P. Michetti per la tragedia e l'omonimo capolavo­ro pittorico dal titolo La figlia di Iorio.

Se si escludono le tristi vicende legate al secondo conflitto mondiale (Palena in particolare subì un violento bombardamento) nessun evento al di fuori dei rovinosi terremoti del 1456 e del 1706 ha disturbato la quiete della Valle, i cui abitanti si sono sempre contraddistinti per la loro laboriosità che è diventata attraverso i secoli quasi proverbiale.

 

Le ville di Palena

Tutta la valle si presenta organizzata nel periodo longobardo e franco in Ville, cioè – direm­mo oggi – in fattorie o comunque centri di produzio­ne che costituiscono un retaggio socio-economico della tarda latinità.

Questa forma di insediamento è tipica del secolo X ed è trasformata dalla colonizzazione monastica prima in casali e poi, a causa delle scor­rerie saracene, in castrum, gruppo di case cinto da mura di difesa.

Le ville suddette animano un territorio abba­stanza vasto e i documenti del secolo XI ci hanno tramandato i loro nomi. Erano 11 e precisamente:

Pizzi Superiore, Pizzi Inferiore, Castello Alberico, Castelcieco, Pietrabbondante,. Valle della Terra, Forca di Palena, Villa San Cristinziano, Villa SantEgidio,     Malvicino e Lettopalena.

Il territorio, domus, indica a partire dal seco­lo V il fundus, cioè l'ager o territorio appartenente alla domus, coltivato per lo più dai servi del monastero benedettino; che costituisce dunque l'espres­sione più appariscente dell'espansione volturnense lungo le Valli del Sangro e dell'Aventino.

Qui si dirige anche un folto stuolo di monaci asceti a seguito di Ilarione, fuggiti dalla Calabria a causa delle incursioni saracene verso la fine del secolo X e agli inizi dell'XI.

Ilarione si stabilisce "nella Valle del fiume Aventino, in un luogo detto Prata, tra Casoli e Civitella. Vennero con lui sette discepoli o compa­gni, fra cui Falco" (G. Celidonio, La diocesi di Valva e Sulmona, II, 67).

Parte di Prata è oggi coperta dalle acque del lago artificiale di Sant'Angelo.

San Falco, come scrive il suo biografo C. Falcocchio, si ritirò presso  la località denominata Sant'Egidio, in tenimento di Palena e dopo la sua morte gli si attribuì un particolare potere, quello di guarire gli ossessi.

 

Fra' Pietro dal Morrone sul monte Pallano.

Poco lungi dalla terra di Palena, nel suo versante Sud-Ovest, si leva al cielo una montagna folta, irta e dirupata tanto, che quasi da quel lato sembra inaccessibile. Quella fede però che sposta i monti, praticò sull'aspro luogo un sentieruolo che dalla Valle ascende sino alla cima. E qui, come perla in mezzo al folto della foresta, sorge il devoto tempio della Madonna dell'Altare...

Cosi scrive G. Celidonio nella sua monu­mentale opera dal titolo San Pietro del Morrone. Celestino V (1896), il quale sottolinea che la chiesa fu edificata dopo che fra' Pietro dimorò per tre anni in questo luogo, dal quale si schiude un panorama di incomparabile bellezza fino all'Adriatico.

Il periodo in cui fra' Pietro sostò qui come eremita abbraccia con ogni probabilità gli anni che vanno dal 1235 al 1237 e coincidono "con il suo noviziato eremitico". Infatti egli si trasferì in seguito sul Morrone nell'eremo di Sant'Onofrio, che abban­donò ben presto per rifugiarsi "in altri romitori della Maiella" e per farvi definitivamente ritorno nel 1293. L'anno dopo fra' Pietro fu eletto papa, ma gli manca ancora un riconoscimento, quello di vero e proprio protettore di tutta la stupenda Valle dell'Aventino, da lui scelta come luogo ideale di preghiera in simbiosi con uno degli angoli più belli della Majella e dove la natura evoca la preghiera.

 

Le acque termali

Anche a Palena si adatta il noto verso di Ovidio ispirato dal ricordo per la sua Sulmona: "sa­lubris uberrimus undis. Dalle cavità della Majella e degli altri monti circostanti , si riversano infatti nel-1' immediato territorio che circonda Palena flutti di acque salubri, i cui rivoli confluiscono per lo più nell'Aventino. Le fresche sorgenti, alcune delle quali opportunamente incanalate, accompagnano il viandante già lungo la strada che dalla stazione fer­roviaria si precipita a valle. Cristallina è l'acqua della piccola fontana esistente nei pressi dell'eremo celestiniano al pari delle acque che sgorgano nelle sorgenti di Capo Fiume, del Tocchito, di Castelcieco e dei Tre Valloni e per le quali non sarebbe assurdo parlare di imbottigliamento. Da sottolineare anche la presenza di una piccola sorgente di acqua sulfurea.

 

L'escursionismo

di Gianfranco Di Profio

 

Palena — Madonna dell'Altare

1) Da Sorgenti Capo di Fiume (867 m) ad eremo Madonna dell'Altare (1278 m).

Suggestivo itinerario che si svolge all'ombra di una splendida faggeta, in primavera caratterizzata da fioriture di delicata bellezza; non è impegnativo e per questo lo consigliamo a tutti. La passeggiata inizia appena fuori dall'abitato di Palena e raggiunge la medioevale costruzione dell'eremo dellaMadonna dell'Altare (secolo XIV) edificato poco al di sopra di una delle prime grotte dimorate da Pietro Angeleri (Papa Celestino V) sulla Maiella.

 

2) Monte Porrara dalla Madonna dell'Altare dalla Madonna dell'Altare (1278 m) al Monte Porrara (2137 m)

Nonostante la quota modesta il Monte Porrara è una delle cime più belle della Majella. Sarà per la lunga ed aerea cresta, sarà per i panorami molto ampi a 360°, sarà per la flora e la fauna degne di nota, "la Porrara", come la chiamano i locali, assume un fascino del tutto particolare.

 

3) Monte Coccia da Palena

Da Palena (800 m) a M. Coccia (1795 m)

E’ una lunga e piacevole passeggiata che per­mette di conoscere l'ampio vallone di Coccia, carat­terizzato da pascoli e macchie di bosco. Il percorso segue l'antica via che attraverso il Guado di Coccia metteva in comunicazione la Conca Peligna con la Valle dell'Aventino e con la costa adriatica e ovvia­mente Campo di Giove con Palena.

                                                       

“Spiritati” (in dialetto: sperdète) in Palena, dominati da S. Falco, eremita che morì il 13 gennaio del 1200 sul fianco della Maiella                                                                                                               

Venivano numerosi da paesi vicini e lontani, tra cui Pianella in Abruzzo, che dalla Parrocchia di Palena ricevette in dono l’antica statua di S. Falco, suo patrono festeggiato nella terza domenica di agosto.

Notizie storiche del Santo e degli spiritati, che giungevano a Palena alla vigilia delle feste patronali, si leggono in un libro ben noto (ristampato di recente dall’Associazione Culturale Palenese), scritto da Cesare Falcocchio e in un’opera del Novecento, scritta dal palenese Ettore Margadonna, autore del testo scenografico del film “Pane, amore e fantasia”.

Si raccontava in Palena, di generazione in generazione del suo popolo, uno spettacolare esordio, qui di seguito ricordato.

 Una giovane “spiritata” (posseduta dal demonio con forza sovraumana) giunse a Palena, accompagnata da un uomo robusto (per essere esorcizzata), che a fatica la tratteneva, come si rileva da un celebre dipinto di Oreste Secchione, riportato in figurine (tuttora distribuite ai fedeli durante le feste patronali di agosto).

La giovane spiritata entrò nella Chiesa di S. Falco, per essere liberata da un esorcista. Ivi, al suo cospetto, ebbe una reazione violenta, che si espresse in parole cattive uscite dalla sua bocca bavosa.

Dopo avere pronunciato gli scongiuri di rito, il sacerdote esorcista ricevette in risposta le seguenti parole, seguite a questo suo ordine: “Esci, brutta bestia!”.

“Se devo uscire (gli fu risposto per bocca della spiritata), devo spianare la Maiella”.  

A questa condizione, cui seguirono numerose altre condizioni, poste per uscire dalla spiritata, l’esorcista rispondeva sempre con queste parole: “Non tocca a te, bestia!”.

L’ultima condizione posta fu espressa con queste parole: “Se devo uscire, devo andare ngheure a mastro Gaetano”, il sacrestano presente, a fianco del sacerdote esorcista. Il sacrestano, udite queste parole, raggiunse di corsa la bacinella dell’acqua con cui cosparse il sedere dopo averlo in fretta scoperto.

“Se devi uscire”, replicò l’esorcista, “puoi fare soltanto un danno, che non supera il valore di una monetina di qualche soldo”.

La brutta bestia, alfine, si tacque e, al tempo stesso, si sentì chiaro un rumore di rottura (tic) sul vetro di una finestra della cupola della Chiesa, dove subito dopo fu trovato un foro circolare, pari per forma e grandezza, a quello di una monetina di un soldo.

                                                                                             Riccardo Vittorio Gentile

(Dal racconto verbale di Nazarena CAMPANA, vedova di Giovanni GENTILE, nativa di Palena, quivi deceduta, all’età di 83 anni).  

 

 

Palena, 10 Agosto 2008 Rejoicing day” (Il giorno del Giubilo)

«Nella mia personale interpretazione Rejoicing day significa essere in comunione con me stessa, in tutti e tutto. Essendo questa grande gioia universale, si vive la vita. Per la prima volta nella storia della città di Palena e nella nostra chiesa di S. Falco, nostro Patrono, si è celebrata una santa messa, con le intenzioni e le preghiere, per tutti i Palenesi residenti e non residenti che, per fortuna, o sfortuna, lasciarono il proprio paese nativo. In questo benedetto giorno, si ricordano tutti i nostri cari che ci hanno lasciati e tutti quelli che, per un motivo o l’altro, non hanno avuto la possibilità di essere presenti alla cerimonia. Si ringrazia il signor Pedro Sciarra  (Assessore della cultura) per la sua geniale idea, il Comune di Palena, l’Associazione Culturale Palenese, il nostro carissimo Don Sante e la sua santa Benedizione, che il Signore ci protegga».

                                      Viva Palena  

                                all over the world”                                        Lucia Paterra

 

 

LA VOCE DELL'AVENTINO

Periodico della fraternità tra i residenti ed emigranti

delle Comunità dell'Alta Valle dell'Aventino.

Cultura religiosa, storica, artistica e letteraria.

 

Presidenza onoraria: Don Antonio Pintori, Presidente Onorario.

Direzione: Don Sante Paoletti,  Rev. Parroco di Palena, Direttore;

Don Emiliano Straccini, Rev. Parroco di Fara S. M., Vice Direttore;

Maria Martinelli, Vice Direttore, Lettopalena.

Amministrazione: Parrocchia di Palena (Chieti): 66017

Conto Corrente Postale: 12552667

Fondatore: Riccardo Vittorio Gentile (agosto 1998)

Redazione: Andrea Gentile, Riccardo Vittorio Gentile 

e-mail: lavocedellaventino@libero.it

Pubbliche relazioni: Giacinto Delfini – Via S. Antonio Abate – Palena

Corrispondenti: Giovanni Scarpelli, Antonella Verna, Gerardo Vittoria.

Distribuzione: Rev. Suore Scuola Materna – Palena

Maria Caputo – Rione Frenano, 4 – Palena

Gerardo Ferrara – Piazza Municipio, 2 – Palena

 

 

                                                                                             

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO

con fraterni auguri di ogni bene

a tutti i nostri lettori