LA VOCE DELL'AVENTINO

Periodico della fraternità tra  residenti ed emigranti

delle Comunità dell'Alta Valle dell'Aventino.

 Cultura religiosa, storica, artistica e letteraria.

Marzo – Aprile 2010 – Palena (Chieti)

 

Cime della Porrara, anticamente "Palleno". Alle sue pendici, le sorgenti del fiume Aventino.

 Il sacro monte Porrara, anticamente chiamato "Palleno", diede nome ai Palenesi che vi nacquero. La Porrara è il monte di Palena, in provincia di Chieti che, a fianco della Maiella orientale, domina la valle del fiume Aventino, aperta a levante fino all’Adriatico: è il sacro monte dove pregarono tre Santi: S. Celestino V Papa, eremita in una angusta grotta nei pressi del Santuario della Madonna dell’Altare (m. 1272 s.m.), costruito dai Celestini, suoi seguaci; S. Falco, eremita, in una grotta tra la Porrara e la Maiella, in territorio di Palena, noto con il nome di "Coste di S. Falco", poi protettore di Palena; S. Nicolò da Forca Palena, antica frazione di Palena, su un costone della Porrara (m. 1276 s.m.), vicino all’attuale stazione ferroviaria di Palena, già Parroco di Palena, poi fondatore di tre conventi nelle città di Napoli, Firenze e Roma. In queste località sacre della Porrara, si arriva percorrendo molteplici itinerari di interesse storico-culturale, religioso e archeologico, meritevoli di essere conosciuti e visitati, evocatrici della vita dei tre Santi, seguendo percorsi di attrattive turistiche per la particolare e sublime bellezza del paesaggio incontaminato del territorio di Palena, premiato con il prestigioso riconoscimento della "Bandiera arancione" dal Touring Club Italiano.

 Riccardo Vittorio Gentile, fondatore de "La Voce dell’Aventino" (agosto 1998)

Nel decennale della fondazione inaugurato

il sito INTERNET de “La Voce dell’Aventino”:

http://digilander.libero.it/vocedellaventino

Terremoto: un anno fa il sisma che devastò l'Abruzzo e L'Aquila

- E' la notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009: alle 3.32 del mattino si scatena l'apocalisse con una scossa di 6.3 gradi della scala Richter che in pochi minuti distrugge gran parte del centro storico dell'Aquila e molti paesi vicini.

 

Il bilancio è pesantissimo: 308 le vittime, 1.800 i feriti, decine di migliaia gli sfollati. Tra i paesi distrutti c'è anche Onna, che, rasa completamente al suolo, diventerà il simbolo della tragedia.

La macchina dei soccorsi si attiva immediatamente e a L'Aquila arrivano moltissimi volontari che si mobilitano da tutta Italia. Molte persone sono estratte vive dai vigili del fuoco e dalla protezione civile dalle macerie: Marta Valente, 24 anni di Bisenti, studentessa di Medicina, viene salvata dopo 23 ore; Eleonora Calesini, 21 anni, di Mondaino, dopo 42 ore, Maria D'Antuono, 98 anni, di Tempera, viene trovata viva dopo 30 ore, che raccontera' di aver trascorso la lunga attesa lavorando all'uncinetto. I feriti vengono ricoverati negli ospedali di Avezzano, Pescara, Chieti, Ancona, Roma, Rieti, Foligno e Terni.Tra le vittime del sisma alcuni nomi noti: Lorenzo Sebastiani, giovane rugbysta dell'Aquila Rugby, Lorenzo Cini, pallavolista in serie B, Giuseppe Chiavaroli, calciatore di eccellenza, quasi l'intera famiglia del capo della redazione dell'Aquila del quotidiano 'il Centro', Guido Zingari, ricercatore presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Tor Vergata di Roma, Giustino Parisse, che, nel crollo della casa di famiglia, proprio a Onna, perde i due figli, Domenico e Maria Paola, e il padre.

In quell'arco di tempo si registrano oltre 35mila scosse, una media di una scossa ogni due minuti e mezzo. L'Aquila, già devastata, è costretta ad affrontare la paura costante di un nuovo sisma e ad allontanare il ricordo di quella tragica notte.

Mentre persone innocenti stanno morendo o stanno lottando tra la vita e la morte sotto le macerie, c’è chi ride in modo vergognoso e meschino, pensando alla vile “trama” di come arricchirsi sulla pelle dei terremotati abruzzesi.

Intercettata la telefonata tra gli imprenditori Francesco De Vito Piscicelli e suo cognato Gagliardi

 

In seguito alla tragedia del terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009 si sono susseguite indagini su diversi fronti dalla Procura dell’Aquila che hanno avuto poca diffusione dai mass media.

Mentre persone innocenti stavano morendo o stavano lottando tra la vita e la morte sotto le macerie, sono state intercettate alcune telefonate di imprenditori: Francesco De Vito Piscicelli e suo cognato Gagliardi.

 

Nelle intercettazioni allegate alle richieste di arresto si sentono degli imprenditori sfregarsi le mani pensando agli eventuali appalti e confessare: «... io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto. Visto che non c'è un terremoto al giorno... bisogna partire in quarta». Sono gli sciacalli che ridono senza onore e senza vergogna, pensando alla vile e meschina trama di come arricchirsi sulla pelle della povera gente. 

«Sono allibito - ha detto il Sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente - sono forme di sciacallaggio che gettano ombra su tutti i fornitori e le ditte che hanno lavorato e stanno lavorando alla ricostruzione».

Turbato dalle intercettazioni anche il Procuratore della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini. «Se è vero che è stata detta una cosa del genere - ha sottolineato - è un fatto gravissimo. Non si può scherzare su queste cose».

Della stessa idea è il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, che si dice «incredulo» che un uomo «possa arrivare a tali bassezze». «Se è vero - ha aggiunto - è un fatto disgustoso, un episodio riprovevole».

Per la Presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane «c'è da restare inorriditi». «Mentre noi eravamo lì a scavare tra le macerie - ha ricordato - loro sghignazzavano e si sfregavano le mani: a leggere le intercettazioni sono rimasta scioccata e ho provato un vero disgusto per quei cani e sciacalli». «Corvi e sciacalli - ha proseguito - erano lì a lucrare sui morti; però è anche vero che per fortuna in questi mesi abbiamo conosciuto persone serie e oneste tra gli imprenditori». E’ tutto l'Abruzzo a sentirsi ferito e offeso.

                                                                                                   Andrea Gentile

 

Il comandante dei vigili del fuoco: «ricordo ancora il silenzio e il dolore della popolazione abruzzese»

''Quello che ricordo di quei momenti è un'ordinata frenesia. Correvamo, ma con criterio, facendo fronte a tutte le esigenze del soccorso che si presentavano. Nei giorni immediatamente successivi quello che mi colpi' particolarmente fu il silenzio della città''. A un anno dal sisma, il comandante dei vigili del fuoco dell'Aquila, Roberto Lupica, ricorda  i momenti immediatamente successivi alla tragedia, tracciando un bilancio dell'attivita' svolta nel corso dell'anno sul territorio. ''E' stata un'attivita' intensa - spiega il comandante - Abbiamo fatto piu' di 220mila interventi, che all'inizio hanno riguardato il salvataggio delle persone e purtroppo il recupero dei corpi; successivamente ci siamo dedicati alla messa in sicurezza degli edifici, a garantire un minimo di percorribilita' nei centri piu' devastati dal sisma e nell'opera di assistenza alla popolazione, consentendo alla gente di recuperare le cose necessarie''.

''Da allora sono stati oltre 30mila i vigili del fuoco impegnati sul territorio colpito dal sisma - spiega Lupica - La nostra presenza all'Aquila ha superato i 6 milioni di ore lavorative. E' stato un impegno a 360 gradi che continua ancora oggi. Nel corso dell'anno la tipologia degli interventi e' cambiata - prosegue il comandante - La messa in sicurezza e' stata via via piu' importante, ci siamo dedicati anche agli edifici di culto e agli edifici pregevoli per arte e storia. Ma non abbiamo mai dimenticato l'assistenza alla popolazione''. Importante il contributo dei vigili anche per ''la classificazione degli immobili in termini di agibilita''', spiega Lupica, svolto insieme alla protezione civile, ''per evidenziare le opere da visionare piu' urgenti''. Ma sono state ''molte anche le opere d'arte che siamo riusciti a recuperare nell'arco dell'anno'', aggiunge Lupica. I vigili del fuoco sono impegnati ogni giorno in teatri di emergenza. Ma quello dell'Aquila e' stato diverso da altri scenari. ''La specificita' del terremoto dell'Aquila si ritrova non tanto nelle dimensioni geografiche dell'area colpita - sostiene Lupica - quanto nel fatto che il sisma ha colpito un'area geograficamente ristretta ma con elevatissima densita' abitativa. Questo ha determinato problematiche diverse''. Ma quanto tempo ci vorrà per tornare alla normalità? ''E' una domanda a cui e' difficile rispondere - sostiene Lupica - Quello che posso dire e' che stiamo lavorando tutti perchè la normalita' venga raggiunta al piu' presto. Rimarremo all'Aquila fino a quando ci saranno richieste di soccorso'', assicura il comandante dei Vigili del Fuoco.

 

 

'Comitato 3 e 32': «L'Aquila ha ripreso a vivere, ma continueremo a manifestare»

Non vuole ricordare quel 6 aprile di un anno fa. Sara Vegni, del 'Comitato 3 e 32', nato all'indomani del devastante terremoto che proprio alle 3,32 distrusse L'Aquila e diversi centri vicini, preferisce sottolineare le iniziative studiate per mantenere viva l'attenzione sul dopo-sisma.

"Ci siamo riuniti la prima volta il 15 aprile, a poco piu' di una settimana dalla terribile scossa - racconta Sara Vegni – “Abbiamo fatto la prima assemblea in un parco cittadino ed eravamo tantissimi, e ci meravigliammo perche' l'assemblea era stata convocata attraverso degli sms e con dei volantini, eravamo dispersi non sapevamo dove cercarci. Ci siamo abbracciati perche' era la prima volta che ci vedevamo dopo l'accaduto ed e' stato molto emozionante”.

 

"Rileggere il verbale di quell'assemblea oggi, che ancora conservo, - continua la Vegni - e' illuminante perche' dicevamo le stesse cose che diciamo ancora adesso. Avevamo capito come era stata improntata la gestione dell'emergenza e quanto sarebbe conseguito e la mancanza di considerazione da parte delle istituzioni. avevamo discusso anche della 'militarizzazione dei campi', con la rete intorno alle tendopoli: il clima era pesante. E poi, il piano casa di cui si sentiva parlare e si formulavano le possibilita' di una 'New Town' o addirittura di tante 'town'. Un piano casa al quale ci siamo opposti per non dover vedere ridisegnato in modo tanto rapido ed errato il nostro territorio. Poi nasce il Parco dell'Unicef, in via Strinella dove il 25 aprile si sono svolte e continuano tuttora a svolgersi iniziative di tutti i tipi: incontri per i bambini, letture, esibizioni musicali e quant'altro. Tutte iniziative - spiega la Vegni - rese possibili anche da coloro che da tutta l'Italia ci hanno aiutato: sono stati e sono ancora tantissimi". "Posso dire che e' da due mesi a questa parte che siamo tornati a sorridere per la prima volta dal quel giorno - afferma la Vegni - perche' abbiamo visto una citta' che ha ripreso a vivere, la testardaggine degli aquilani sta uscendo fuori, forse anche sull'onda dell'indignazione provocata dalle recenti inchieste e intercettazioni. E dal 14 febbraio, giorno in cui c'e' stato il passaggio di consegne tra Bertolaso e Chiodi per la prima volta siamo entrati nel centro storico della citta' ed e' stato emozionante e da allora ogni domenica scendiamo in piazza a manifestare: prima con le chiavi e poi con le carriole".

 

"Siamo stati 8 mesi nelle tende, un record assoluto dato che il massimo e' un mese - prosegue ancora la Vegni - e poi le costruzioni temporanee del piano case, ma i centri storici, le citta' colpite non sono state ancora toccate e i soldi per il processo di ricostruzione non ci sono. Abbiamo poi espresso la nostra opposizione al decreto Abruzzo con la manifestazione a Roma: eravamo 3 mila, tanti considerato in quale situazione si trovava la popolazione".

 

Per il futuro, ''continueremo a manifestare sempre con le carriole. Continueremo le nostre iniziative, le nostre manifestazioni ma in altri borghi colpiti dal sisma, per portare l'attenzione anche in altri luoghi: sono 82 i bellissimi borghi del comprensorio andati distrutti e quindi credo che sposteremo le carriole in alcuni di questi".

 

Più in generale, ''ci vorrebbe più prevenzione. E' vero che i terremoti non si possono prevedere, - conclude - ma si possono studiare sistemi di emergenza, si puo' preparare la popolazione ad affrontare un evento così grave, in particolare se il territorio e' ad alto rischio. E ancora adesso non si fa prevenzione".

 

 

 

Il Prefetto dell'Aquila: «moltissimo e' stato fatto, ma molto resta da fare». Franco Gabrielli traccia un bilancio a un anno dal sisma

"Molto è stato fatto e moltissimo resta da fare". Franco Gabrielli, prefetto dell'Aquila, uno degli uomini che, a partire dal 6 aprile di un anno fa, sono stati catapultati in pochi istanti sulla prima linea dell'emergenza terremoto e poi sul fronte della ricostruzione, traccia all'ADNKRONOS un bilancio di questi dodici mesi. "La mia preoccupazione -spiega- è quella di dire che da un lato questo anno non è trascorso invano, è stato denso di impegni e realizzazioni, ma tutti noi abbiamo la consapevolezza che per la dimensione e l'estensione del terremoto del 6 aprile, moltissimo resta da fare". Il prefetto, che fino al 31 gennaio è stato anche vice commissario dell'Emergenza Abruzzo, elenca le priorità: "quelle immediate di concludere il ritorno delle famiglie e dei nuclei che sono ancora delocalizzati e ovviamente la partenza delle realizzazioni per quanto riguarda la ricostruzione vera e propria". Ma, aggiunge, "credo che la priorità delle priorità sia la questione economica". "Vorrei dirlo una volta per tutte - prosegue Gabrielli - questo territorio non era l'Eldorado, non era un territorio fiorente dove i problemi non albergavano. Questo era un territorio già profondamente segnato e depresso e senza voler essere blasfemo, dico che il terremoto, un evento che tutti avremmo voluto non si verificasse mai, deve diventare un'opportunità".

- Il prefetto Gabrielli, poliziotto di rango, con incarichi che vanno dalla guida della Digos per la Questura di Roma, alla direzione del servizio centrale antiterrorismo, alla direzione del Sisde, non nasconde il pericolo che l'"opportunità" che si prospetta agli abruzzesi con la ricostruzione, possa fare gola anche ad altri. "Nessuno ha mai negato, io per primo, la possibilità che soggetti o organizzazioni potessero essere in qualche modo essere interessati". E se la prima fase, sul fronte delle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel business della ricostruzione, "si è conclusa tutto sommato abbastanza positivamente", c'è ora "la preoccupazione per quello che avverrà, rispetto al fatto che molti soldi dovranno arrivare, molte opere dovranno essere realizzate; dobbiamo tenere la guardia molto alta". Ma il prefetto, "l'ho detto in epoca non sospetta", più che dalle infiltrazioni criminali vere e proprie, appare preoccupato dai "comitati di affari, perchè anche quella dev'essere una preoccupazione e l'attenzione anche su questo fronte dev'essere molto alta". Le polemiche, spesso preventive, per Gabrielli non devono cancellare quanto è stato fatto nei giorni immediatamente successivi alla tragedia e poi, ancora, nel corso di questi dodici mesi. "In questo Paese c'è sempre la capacità di farsi del male e di andare a cercare sempre e comunque le negatività e mai le positività -dice il prefetto- che ci siano persone di malaffare, nessuno è cos ingenuo da non pensarlo, ma per fortuna, in questo Paese, c'è anche tanta gente che ha voglia di fare e di farlo onestamente. Io in massima parte ho visto questo film , se qualcuno ne ha visto un altro, me lo racconti e poi ci confronteremo".

 

 

PALENA. Nel museo «Geopaleontologico Alto Aventino» di Palena arriva il fossile di tartaruga cinese

Il fossile risale a circa 40 milioni di anni fa e dal 13 dicembre 2009 è ospitato nel Museo Geopaleontologico Alto Aventino di Palena. Si tratta di un bellissimo esemplare di tartaruga fossile di Anosteria maomingensis di età eocenica, proveniente dalla Provincia del Guangdong, in Cina, che è stata donata al Museo Geopaleontologico di Palena dalla Facoltà di Scienze dell’Università cinese di Fuzhou.

L’evento rientra nelle attività di scambio culturale del Museo di Palena e tra questi anche la conferenza “Geologia ambientale in Cina” tenuta dai professori Yu Liu e Shao Huai Wang, docenti appunto della Facoltà di Scienze dell’Università di Fuzhou. La Anosteria maomingensis era una specie molto diffusa in Asia e questo fossile andrà ad aggiungersi agli altri resti presenti nel Museo, in particolare quelli del Mammuthus meridionalis, ovvero i progenitori degli elefanti, di cui è possibile ammirare la zanna e la mandibola di un esemplare rinvenuto a Giuliano Teatino nel 1973 e risalente al Pleistocene, circa 1 milione di anni fa.

Sono circa 40 i resti di esemplari fossili rinvenuti in Abruzzo tra le province di Chieti e L’Aquila dove, nel Museo Nazionale (ora chiuso per il terremoto) è ospitato il più famoso e meglio conservato Mammuthus meridionalis vestinus.

 

 

Palena. Le pale eoliche non girano. Soldi pubblici buttati al vento?

 

 

 

 

 

 

 

PALENA. Cinque pale eoliche, costruite nel Parco della Maiella, non funzionano da 10 anni. Nate già vecchie, ora immobili sulla montagna rischiano di diventare i totem dello spreco di fondi pubblici.

 

La loro ombra si vede persino dal satellite di Google. Quello che rimane, infatti, è solo un’ombra ormai: «sono obsolete e non producono energia». Ma sono lì. Si tratta di tre pale Medit I da 320kW, una Vestas V27 da 225 kW ed una Vestas V20 da 100 kW. Insieme avrebbero una produzione di 1,8 MW. Sono state avviate nel febbraio 1994 dal Consorzio di Bonifica Sangro-Aventino con sede a Palena. Quanti soldi sono stati spesi? Perché non c’è l’interesse a rimetterle in moto per ripagare l’investimento, come farebbe un qualunque coscienzioso imprenditore?

Difficile rispondere perché poca e frammentaria è la documentazione a disposizione.
Oggi è impossibile anche parlare con i primi proprietari perché il consorzio è stato chiuso nel 2000.

 

I sindaci del Parco della Maiella nei giorni scorsi hanno criticato duramente il piano del Parco Maiella, firmando all’unanimità un documento

 

PALENA. In principio furono le pale eoliche di Palena, abbandonate da dieci anni senza un perché, poi le denunce del sindaco di Palena e la risposta stizzita del direttore del Parco della Maiella.

Infine, una lunga requisitoria dello stesso direttore Nicola Cimini. Il tutto per mezzo di un sito istituzionale, quello del Parco della Maiella. Sulla questione, che non è passata inosservata nei tanti territori coperti del parco, si sta alzando una sorta di protesta e stanno emergendo una serie di fatti che hanno tutti al centro la gestione decennale del Parco, forse lasciato troppo ai margini dell’informazione locale.

Una gestione che non sarebbe stata sempre impeccabile. Intanto, si registra il silenzio del Presidente del Parco Maiella, Gianfranco Giuliante, lo stesso che pure per altre vicende ha minacciato querele e che finora non si è espresso in modo chiaro sul caso.

Ma i sindaci del Parco della Maiella nei giorni scorsi hanno criticato duramente il piano del Parco Maiella, firmando all’unanimità un documento. Capofila della protesta è stato il sindaco di Palena, Domenico Parente, nettamente riconfermato nelle recenti elezioni comunali.

 

 

 

IL RITORNO ALLA MIA TERRA

Quando di nuovo torno alla mia terra,

in gola sento un nodo che mi serra;

nel cuore nuova commozione

ed una rinnovata emozione.

 

Al nuovo apparir degli amati luoghi,

dei boschi, del fiume e dei borghi,

il cuore forte mi batte in petto

e tutto rimirare mi diletto.

 

Ripenso ai giorni miei del tempo andato,

ad ogni mio affetto avuto e dato,

mi raccolgo poi in contemplazione

con amore, speranza e devozione.

 

I miei monti ammiro sotto le stelle

E dico loro: “Siete così  belle!” ;

di rimirarle ancora io mi sazio

e dico allor: “Signore, Ti ringrazio!”.

 

                                                  Riccardo Vittorio Gentile

 

____________________________________________________________________

 

AVVISO AI LETTORI

____________________________________________________________________

 

Oltre all’inaugurazione del suo sito internet (curato da Andrea Gentile), in occasione della ricorrenza decennale dalla sua fondazione (1998-2008), “La Voce dell’Aventino”, sarà pubblicato con frequenza quadrimestrale sul suo sito web http://digilander.libero.it/vocedellaventino/ e sarà costituito e articolato in alcune sezioni specifiche di approfondimento:

1.     Palena e i paesi della valle dell’Aventino. Fatti, cronaca e attualità.

2.     Religione. Itinerari religiosi, turistico-culturali, di particolare interesse storico e archeologico.

3.     S. Falco, S. Niccolò e S. Celestino V. Documentazioni religiose e storiche.

4.     Arte, musica, poesia e cultura a Palena.

5.     La storia di Palena in Abruzzo. Fonti, inediti e documentazioni storico-archeologiche di interesse regionale e nazionale.

Un ringraziamento sentito e sincero è rivolto a tutti i Palenesi e agli Abruzzesi in Italia e nel mondo che dal 1998 hanno collaborato e continueranno a collaborare. La natura e la finalità de “La Voce dell’Aventino” è di rimanere sempre al di fuori di qualsiasi interesse politico, in onore della giustizia, della verità e della libertà nell’informazione. La Redazione

_______________________________________________________________

LA VOCE DELL'AVENTINO

Periodico della fraternità tra i residenti ed emigranti

delle Comunità dell'Alta Valle dell'Aventino.

Cultura religiosa, storica, artistica e letteraria

Presidenza onoraria: Don Antonio Pintori, Presidente Onorario.

Direzione: Don Sante PaolettiRev. Parroco di Palena, Direttore;

Don Emiliano Straccini, Rev. Parroco di Fara S. M., Vice Direttore;

Maria Martinelli, Vice Direttore, Lettopalena.

Amministrazione: Parrocchia di Palena (Chieti): 66017

Conto Corrente Postale: 12552667

Fondatore: Riccardo Vittorio Gentile (agosto 1998)

Redazione: Andrea Gentile, Riccardo Vittorio Gentile 

e-mail: lavocedellaventino@libero.it

Pubbliche relazioni: Giacinto Delfini – Via S. Antonio Abate – Palena

Corrispondenti: Giovanni Scarpelli, Antonella Verna, Gerardo Vittoria.

Distribuzione: Rev. Suore Scuola Materna – Palena

Maria Caputo – Rione Frenano, 4 – Palena

Gerardo Ferrara – Piazza Municipio, 2 – Palena

Indirizzo sito web : http://digilander.libero.it/vocedellaventino/

Indirizzo e-mail: lavocedellaventino@libero.it