"VIDEOMUSIC, LA MUSICA E' FINITA"
LA REPUBBLICA
08 Marzo 1995
VIDEOMUSIC

VIDEOMUSIC, LA MUSICA E' FINITA

De Zulueta: 'E io sto nel limbo' Chiuso l' accordo proprietario, adesso l' emittente entra nel vivo dei problemi sindacali e delle novità editoriali. Resterà al suo posto la direttrice del tg?

FIRENZE - Videomusic addio. Il passaggio dell' unica emittente musicale italiana dalla famiglia Marcucci a Vittorio Cecchi Gori segna la fine di un' epoca. Per il turbolento mondo dell' etere, non si tratta solo di un semplice avvicendamento proprietario, ma della perdita di un pezzo unico e storico della nostra tv. Sparisce l' emittente più cara al pubblico dei giovani, quella che per anni è rimasta accesa a tutte le ore del giorno e della notte, un po' radio, un po' compagna di studi o chiacchiere, di scelte musicali e informazione, letture e curiosità. L' identità della Videomusic targata Cecchi Gori sarà inevitabilmente un' altra. Il produttore, al momento a Los Angeles per impegni di lavoro, ha già chiarito che videoclip e concerti lasceranno il loro trono per far posto alle centinaia di film del suo magazzino, a spettacoli di intrattenimento, allo sport, tutti settori cari sia per interessi imprenditoriali che per tradizione a Cecchi Gori. Più difficile al momento ipotizzare le percentuali che le diverse trasmissioni avranno nell' arco della giornata, anche se non è difficile immaginare che la musica finirà nell' angolino, lasciando un varco insperato al colosso americano Mtv - già operante in Italia via satellite - finita anch' essa, a torto, nel gran polverone della battaglia per l' acquisto di Videomusic, e costringendo discografici e musicisti a ridisegnare da capo le loro strategie. Aspettando la data del passaggio definitivo delle azioni (ormai una pura formalità) dai Marcucci a Cecchi Gori - prevista per il 26-27 marzo - i circa cento dipendenti di Videomusic, cinquanta della Beta Television con sede al Ciocco e quaranta della Artes con sede a Roma, si interrogano sul loro futuro, in particolare su occupazione e nuova sede. Che sarà Firenze, dove il senatore intende avviare la costruzione di un terzo polo televisivo, e dove si trovano buona parte dei suoi interessi: la Fiorentina, l' emittente regionale Canale 10, la Cecchi Gori Home Video, otto sale cinematografiche.

"Sulla salvaguardia dell' occupazione - spiega Pierfrancesco Pangallo, giornalista e membro del cdr del tg di Videomusic - Cecchi Gori ha già dato le sue assicurazioni. C' è già stata la firma di un protocollo d' intesa tra vecchio e nuovo editore e questa sorta di precontratto ci toglie qualsiasi spazio di manovra. A questo proposito abbiamo già chiesto anche un incontro sia con i Marcucci che con Cecchi Gori per discutere, davanti ai rappresentanti della Federazione della stampa, il nostro futuro: in settimana dovremmo vedere Paolo Marcucci mentre per Cecchi Gori aspetteremo il suo rientro dagli Stati Uniti. Quello che invece è ancora tutto da capire è la logistica dell' operazione. Il previsto trasferimento a Firenze non ci angoscia più di tanto, ma per quanto la nostra sia una redazione giovane ci sono anche persone che hanno famiglia e l' operazione potrebbe non esser così semplice. Inoltre per fare un tg all' altezza Roma resta una sede ideale". Più duro il comunicato diffuso ieri dai lavoratori del Ciocco, che oltre a porsi come "problema principe" quello dell' occupazione, afferma "in considerazione anche della pesante situazione occupazionale della Garfagnana (la zona a nord della Toscana dove si trova il Ciocco, ndr), riteniamo che il problema della sua permanenza o meno non possa essere solo un problema aziendale ma di carattere collettivo... I lavoratori e il sindacato rivendicano in tal senso l' ottenimento di garanzie occupazionali e in tal senso chiedono la rapida apertura di un confronto triangolare tra il Gruppo Marcucci, Cecchi Gori e il sindacato allo scopo di trovare risposte positive e definitive ai problemi aperti". Insomma la dura trattativa appena conclusa non è che l' inizio di una battaglia che per Cecchi Gori si annuncia lunga e difficile. Se non bastassero i venti di guerra che soffiano dalle redazioni c' è anche da affrontare il capitolo direzione del tg guidato da Tana De Zulueta, corrispondente (in aspettativa) dell' Economist dall' Italia e fautrice di un giornale prettamente liberal, poco compatibile con posizioni politiche e intenzioni aziendali di Cecchi Gori. Molti i nomi, come quelli di Minoli e Volcic, entrati in lizza e poi smentiti. "Per ora resto qui - dice De Zulueta - in una specie di limbo, sospesa tra due mondi, senza certezze sul mio futuro. L' unica volta che Cecchi Gori si è pronunciato su di me, lo ha fatto manifestando l' intenzione di tenermi. Vedremo le condizioni alle quali sarà possibile. Di certo non lo sarà se non ci saranno tutte le garanzie necessarie per l' autonomia che ha sempre caratterizzato il lavoro di questa redazione".

PAOLO RUSSO

>> Articolo segnalato da Carmela Zagarella (centro documentazione AME)