Prima del Concilio di Trento (1564) non era obbligatorio l'uso del Cognome e non c'era
molta differenza tra Cognome e Soprannome nella identificazione degli individui.
Il cognome, inoltre, non era ereditario se non nelle famiglie nobili.
In pratica, tra la gente comune, tutti i Cognomi equivalevano ai Soprannomi.
Il Concilio di Trento nel 1564 sancì l'obbligo per i parroci di registrare ogni individuo
col proprio Nome e Cognome: da questo momento ad ognuno di noi viene trasmesso ( e trasmette )
un connotato ereditario di appartenenza.
La diffusione dell'uso del Cognome non è tuttavia immediato in tutte le parrocchie.
Bisogna, inoltre, tener conto anche degli errori (molto frequenti) di
trascrizione dovuti all'alto tasso di analfabetismo dei secoli scorsi,
insieme ad una cultura clericale ancora non ottimale. Molte storpiature sono
poi diventati cognomi creando quindi non poche difficoltà nella
individuazione dell'originale.
Una cosa è certa: prima del Concilio di Trento gli individui venivano identificati
con un soprannome non sempre trasmesso ereditariamente. Questo soprannome identificava a volte
la persona, a volte il clan di appartenenza. Nasceva come identificativo della persona,
e successivamente, a volte, andava ad indicare un casato, altre volte si estingueva
senza alcun seguito e i figli erano identificati con un soprannome diverso.
Il soprannome subiva poi frequenti trasformazioni nella traduzione da una lingua all'altra:
dal friulano parlato, al latino, al tosco-veneto e viceversa.
Spesso i soprannomi, pur avendo le più varie origini, andavano ad indicare la località
nell'ambito
del territorio comunale, ove quella famiglia viveva. E la eventuale migrazione di parte
della famiglia da un luogo ad un altro del Comune, dava l'occasione per l'affermarsi di un
altro soprannome legato probabilmente, anche se non sempre, al personaggio più influente
del nuovo casato.
Troviamo dei soprannomi chiaramente indicanti:
il mestiere: Marangon, Capellari, Bottaro, Calderini, Calligaro, Serradurari,
Fornasari, Tessitori, Molinari, Molinaro, Pecoraro, Fabro, Battirame, Boccalaro, Cadinari,
Fornari;
la condizione sociale: Canonico, Baroni, Contini;
il luogo di provenienza: Alemani e Todesco(dalla Germania),
Schiavi(dalla Slovenia), Forgiarini (da Forgaria),
Reseani (da Resia), Lessani (da Alesso), Ongaro (dall'Ungheria), Cadorini (dal Cadore),
Gurisatti (da Gorizia), Buiatti( da Buia), Cargnelli, Cargnelutti, Carnelli, Carnelutti,
Cargnelli (dalla Carnia), Del Ferro (dalla valle di Pontebba, val del Ferro),
D'Artegna, Asìni(da Vito D'Asio), Farlatti(da Farla), Bergamo;
il patronimico o matronimico: Abrami (figlio di Abramo), Agostini (figlio di Agostino),
Bertossi (i figli di Berto), Aita (figli di Agata), Articutti (figlio di Artico, quello piccolo),
Franceschini, Jacuzzi, Marchetti, Toffolutti, Bertoni, Blasutti, De Carli, De Cecco, De Simon, Job,
Jacob, Melchior, Perini(figli di Pierino o Pierina), Raffaelli, Della Zuanutta, Venturini
(figlio di Venturino);
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l'aspetto fisico o il carattere: Brunetti, Bianchi, Magrini,
Scracaiutti, Bisi(=grigio), Chiavotti(cjavot=testone),
Madile (medil=tronco lungo e sottile), Moro, Moretti, Piccoli, Rosso, Rossi, Battaglia, Guerra;
nomi di animali: Merlo, Lepore, Mardero, Surisini, Colomba, Muschitti, Ricci;
toponimi: Ronco, D'Aronco, Dapit, Bearzi, Braida, Brollo, Pascolo;
nomi di fantasia: Calzutti (dal friulano: cjalzut=calzetto), Bleon (=lenzuolo),
Celotti (selot = secchia), Cucchiaro, Caconi.
Prima del 1500 è molto difficile riuscire a ricostruire una genealogia con un certo grado
di attendibilità, sia per la mancanza di documenti, sia per la difficoltà, anche quando ci sono
i documenti, a capire se una persona indicatata con un nome e il patronimico in un documento
sia la stessa indicata con quel nome e il soprannome in un altro documento.
Il problema, infatti si complica quando il soprannome, essendo tale, viene dato ad una
persona adulta, per cui i suoi figli vengono indicati con quel soprannome oppure
con il semplice patronimico, diventando così impossibile stabilire se si tratta di
fratelli oppure no, non essendo mai nei battesimi indicata la madre.
Fin dalle origini, non è chiaro se Venturino del Glieur o Venturino
Lieur sia
il soprannome di un individuo o il soprannome dato al casato dei figli di VENTURINO.
O se "Appolonia filia Iacutii quondam Guilelmi Vinturini" si debba intendere
"figlia di Gugliemo figlio di Venturino" o semplicemente "figlia di Guglielmo Venturini"
Se cioè "Venturini" debba essere inteso come patronimico o come soprannome del casato (o cognome).
Si può comunque sostenere che i Lepore e i Venturini hanno un comune ceppo d'origine.
Ad un certo punto, nella ricerca sul Cognome LEPORE, ci imbattiamo in altri due
SOPRANNOMI che in seguito daranno origine a nuovi COGNOMI: MADIL e JOB.
MADIL
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La prima testimonianza
del Soprannome MADIL attribuito ad un Lepore, risale ad anni successivi al 1603.
Infatti il 13
novembre 1603 viene registrata la nascita di
Petrus Daniel f.l.n. Pauli a
Lepore , et Domenicae (..)
Lo stesso personaggio muore il 2 marzo 1690:
Daniel Leporus dictus … Madil (..) ann. 85 circiter
Il Daniele
quindi fu soprannominato MADIL, e tutti i suoi discendenti vengono
indicati come "dictus Madil".
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L'ultima testimonianza
del Soprannome MADIL la troviamo il 11 ottobre 1726 quando viene
registrata la nascita di:
Jo:Baptista Antonius fil. leg. et nat. Pauli à Lepore vulgo Madil, Danielis
filius, et Joannine de Augustinis vulgo Bortoles de Artenia (..)
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La prima testimonianza del Cognome MADILE da me incontrata, la
troviamo il 18 aprile 1768 quando viene registrata la nascita di:
Anna Lucretia f. l. et n. Jacobi qm. Joannis Lepore, et Joanne qm. Jo:Baptista Madile (..)
Pare che Jo:Baptista Madile, padre di Joanna, madre di Anna
Lucrezia, sia lo stesso Jo:Baptista Antonius, nato il 11 ottobre 1726
e figlio Pauli à Lepore vulgo Madil. Con ogni probabilità quindi
l'origine ufficiale del cognome MADILE si colloca tra il 1726 e il
1768.
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Il Tomat così descrive il cognome Madile:
Madile (del Madil, de Madil, d'Madil, Madil). Cognome presente a Maniaglia dal 1500
circa. Nel 1547 è riportato il battesimo di "Lugretia filia de Pieri del Madil".
Alcuni battesimi riportano "del Madil de Maniaglia". Sono registrati circa venti
battesimi (dal 1590 al 1650 non è riportato). Cognome tuttora presente.
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Dopo il 1726, tutto il
ramo dell'albero genealogico risalente a DANIEL LEPORUS, scompare.
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Si possono fare le seguenti ipotesi:
- Il Daniel Lepore sposa una Madile e va ad abitare nella casa della moglie.
- L'intero casato dei Madile deriva dai "Lepore di Maniaglia".
JOB
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La prima testimonianza
del Soprannome JOB risale ad anni successivi al 1576. Infatti il 1
marzo 1576 viene registrato il matrimonio di
Job filius q. Petri à Lepore
de Manialia et Catarina filia q. Thoma
Copetti,
Alcuni discendenti di questo Job
vengono indicati con il soprannome Job.
Il 8 giugno 1613:
Sebastianus filius leg. et nat. Thoma de Job Leporino, et Dominice Ziccutta de
Montenario (..)
Il 11 aprile 1638:
Bernardinus Hieronymus filius l. et
n. Jacobi d' Job d' Lepori, et Joannina Badula (..)
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Il Tomat così descrive il cognome Job:
Job (Job, Job de Bilerio, Job de Montenario).
Cognome proveniente da Magnano e Montenars.
Nel 1581 è registrato il battesimo di "Johannes et Marcus filius Leonardi Job de Bilerio".
Qualche anno piu tardi è battezzato "Johannes Maria filius Johannis a Job de Montenario".
I battesimi registrati sono circa venti. Cognome tuttora presente nel Gemonese.
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Dopo il 1687, tutto il
ramo dell'albero genealogico risalente a "JOB à LEPORE", scompare.
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