Breve storia
della Chiesa di San Biagio
di Mons. Giuseppe Bini - 1745

  

originali nell'archivio parrocchiale di Gemona del Friuli



I benefici seguenti
sono fuori dalle mura

Chiesa di S. Biagio in Paludo

Ci fu un tempo, vicino a questa Chiesa, un Monastero di Monache dell'Ordine di S. Benedetto, che erano sottoposte al Parroco del di cui consenso dovevano tener conto nella elezione della Badessa, come risultava da una iscrizione dell'anno 1394.
Tuttavia questo Monastero fu soppresso nell'anno 1432, e la Chiesa fu retta da un Sacerdote nominato dal Parroco e presentato dalla Magnifica Comunità.
Nell'anno 1487, con l'autorità di un decreto Patriarcale, nel luogo dove materialmente si trovava il Monastero, fu istituito un Zoicomio, ovvero un Ospedale per i contagiati dalla peste, come confermò il Patriarca Nicolò Donato nel 1497. A questo Ospedale presiedeva un Cappellano, nominato nel modo sopra descritto.
Tuttavia nell'anno 1525, dopo che il Rettore era stato soppresso dal Papa Clemente VII, la Chiesa e il suo reddito furono uniti alla Fabbriceria della Chiesa Maggiore.


Ora la Chiesa è consacrata come appare dai segni delle Croci dipinte sulle pareti interne.
Ma non c'è alcun documento che comprovi questa consacrazione, nè viene ricordato un Anniversario della sua Dedicazione.
In questa Chiesa vi è un unico altare, abbastanza ampio, ed è consacrato.
Ha un Cimitero il cui uso è riservato ai defunti nei periodi di contagio.
Nel giorno di S. Biagio e nella terza Feria delle Rogazioni, uno dei Cappellani della Chiesa Maggiore vi canta una Messa, e interviene anche l'Arciprete e gli altri Cappellani.
E lì nella stessa Processione delle Rogazioni, viene fatta una sosta e data l'Assoluzione ai defunti di quel Cimitero.