Fondamento dell'impero romano era la potenza e l'efficienza dell'esercito. L'esercito romano compatto ed efficiente, infondeva nei romani uno spirito di corpo che permetteva di tenere testa con successo ai nemici e si deve immaginare il forte spirito che lo animava.I grandi condottieri diedero il meglio di sè proprio grazie a questa istituzione.
L'ESERCITO.
Al tempo della monarchia l'esercito romano era formato da tre coorti di 1000 uomini ciascuna, corrispondenti alle tribù etniche dei tizii, dei ramni e dei luceri. La tradizione attribuisce a Servio Tullio la riforma dell'esercito secondo lo schema della falange greca. I cavalieri avevano una posizione di grande prestigio: distinti da ricche decorazioni, erano radunati in 6 centurie chiamate a due a due, col nome delle primitive tribù romane tities, ramnes e luceres. Il più antico esercito romano era ancora una organizzazione debole, fondata soprattutto sulla capacita dei singoli e sull'aggregazione di uomini armati poco e male intorno ad alcuni capi aristocratici. Il re era coadiuvato da un generale, il magiser populi, che nominava a sua volta un suo sottoposto, il magister eqiutum.
DISCIPLINA E ARMI UGUALI PER TUTTI: NASCE L'ESERCITO MODERNO
Con la riforma serviana (Servio Tullio, re di Roma) l'esercito romano venne diviso in base alla ricchezza (censo) in cinque classi. Ogni classe era formata da un certo numero di centurie. La prima classe era costituita da 98 centurie, di cui 18 formate da cavalieri e 80 da fanti. A questa classe appartenevano i cittadini più ricchi, che erano in grado di armarsi con elmo, scudo,corazza, schinieri e lancia e spada di bronzo. La seconda, la terza e la quarta classe erano costituite da 20 centurie, avevano un armamento più sommario, invece i più poveri si dotavano solo di sassi e fionde. La tattica presa dalla falange greca si basava sulla compattezza e sul movimento sincronico (contemporaneo) dei fanti armati di scudo, di lancia, di spada corta. Il principio sul quale si fondava il nuovo ordinamento era semplice: poichè la città aveva bisogno di un esercito moderno che utilizzasse in modo organizzato tutto il suo potenziale umano, gli uomini abbastanza ricchi da potersi fornire di un armamento completo di metallo, gli opliti, erano chiamati a formare questo nuovo esercito a proprie spese. I proletari continuavano acombattere con armi rudimentali fuori dallo schieramento della falange.
LA TATTICA DEI MANIPOLI
Più avanti vennero creati tre scaglioni: gli hastati,i principes e i triarii, armatio con elmo e corazza di bronzo o a maglie di ferro, schinieri ed un grande scudo rettangolare. La legione venne poi divisa in dieci unità o manipoli,alternati su tre linee successive e con una disposizione a scacchiera. I tre scaglioni venivano adoperati in successione per consentire il ricambio. Gli hastati, armati di pilum, un giavellotto lungo più di due metri, attaccavano. Poi avanzavano i princeps, infine andavano avanti i triarii con lunghe lance e gli altri si ritiravano.
Durante l'impero fu introdotto l'arruolamento volontario. Nel primo secolo d. C. la legione era articolata in 10 coorti di 480 soldati ciascuna. La cavalleria era formata da 120 uomini divisi in tre turmae. Ogni legione possedeva macchine da guerra: baliste (grandi balestre) ed onagri (macchine per lanciare pietre).
ARRUOLAMENTO E ADDESTRAMENTO
Il cittadino romano doveva essere disponibile per il reclutamento dai 17 ai 46 anni . Chi non rispondeva alla chiamata alle armi era considerato disertore e poteva essere venduto come schiavo. Il numero degli arruolati non era fisso, ma variava a seconda delle necessità. Al termine della campagna militare, che durava circa un anno, il soldato veniva congedato; di solito chi aveva affrontato una ventina di campagne militari non veniva più richiamato. La forza dell'esercito romano era determinata anche dall'impiego di una ferrea disciplina. Le reclute dovevano superare un lungo e faticoso tirocinio prima di essere considerate veri soldati. Dopo essere stata istruita al regolamento, la recluta imparava a marciare con l'equipaggiamento completo, a costruire il campo, a lanciare pietre, a nuotare e a cavalcare. Successivamente la recluta veniva addestrata all'uso delle armi. Durante le esercitazioni si adoperavano spade in legno e scudi in vimini che pesavano il doppio della norma per consentire poi di passare con disinvoltura all'uso delle vere armi. Spesso venivano inflitte pene severe. Si andava dalla sospensione del soldo, alle frustate, fino alla condanna a morte. Se la legione si macchiava di gravi colpe veniva applicata la decimazione ovvero un soldato ogni dieci veniva passato per le armi. Le ricompense erano l'aumento della paga, l'avanzamento di carriera, l'assegnazione di terre e la spartizione del bottino.
I SISTEMI DIFENSIVI
L'allargamento sempre più ampio delle frontiere portò ad una totale trasformazione dell'assetto dei confini e all'edificazioni di installazioni militari che vennero a costituire il limes imperii romani. Per difendere il limes, si ricorreva ad opere militari: a volte lungo la linea difensiva venivano installati i castra, veri e propri accampamenti fortificati; oppure ci si poteva limitare a piccoli castella, sufficenti ad ospitare un presidio di soldati. In molti casi venivano edificati burges e turres, piccole torri destinate all'avvistamento e alle segnalazioni. In Britannia la difesa della frontiera era affidata a due grandi muraglie edificate per volere di Adriano e del suo successore Antonino Pio. Il vallum Hadrianii misurava 110 km e attraversava da mare a mare. Non dissimile era quello di Antonino, che correva ancora più a nord. Una strada militare collegava tra loro i numerosi fortini e le torri dislocate lungo la linea difensiva.
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