PARTITO
DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
Federazione di Benevento
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Benevento, 27 agosto 2002
COMUNICATO-STAMPA
Capannoni
industriali: Rifondazione Comunista sollecita l'intervento
della magistratura e della regione Campania
I ripetuti interventi del gruppo della Margherita al Comune di
Benevento e del Forum Ambientalista sulla costruzione di capannoni
industriali in Contrada Pezzapiana, una zona che la variante al PRG
conferma come area destinata a parco fluviale, denunciano una delle
più
inquietanti vicende di speculazioni edilizie che stanno
caratterizzando
questa città.
Molto insolito è l'atteggiamento dell'assessore Capezzone, che
l'anno scorso presiedette la commissione edilizia che autorizzò la
costruzione dei capannoni, cioè a dire un intervento industriale e
commerciale di 50.000 metri quadri, mentre quest'anno ha presentato
il
Piano regolatore dicendo che su quella stessa superficie sorgerà un
parco.
Nel primo atto di acquisto del terreno si legge che lo stesso,
decaduti i vincoli, torna alla sua destinazione agricola. Come
possono
immaginare facilmente anche i profani, questo significa che potevano
essere autorizzate soltanto opere funzionali all'agricoltura.
In ogni
caso, il Piano di razionalizzazione delle attività produttive
prevede
che per interventi su aree superiori ai 10.000 metri quadri è
necessario un piano di lottizzazione, presupposto che nel caso manca
del tutto, così come mancano le dovute previsioni delle opere di
urbanizzazione.
Quel terreno cambia più volte proprietà: quattro compravendite in
quattro giorni, fino a quando il 26 marzo 2002 entra sulla scena
Maurizio Zamparini, che acquista a sua volta l'intera area e si
impegna
a far volturare tutte le concessioni. Zamparini, presidente della
Emmezeta, deve costruire un ipermercato su un'ara confinante con
quella dei capannoni, i quali, a loro volta, servono per trasferirvi
tre attività che attualmente si svolgono sull'area destinata
all'ipermercato.
I parcheggi dei capannoni industriali serviranno in realtà
all'ipermercato, che ha a disposizione un'area insufficiente allo
scopo e quindi manca di un requisito essenziale. Non si tratta di
un'illazione, ma risulta tutto, nero su bianco, dall'atto notarile
con cui Zamparini ha acquistato l'area.
Si configurano, in tal modo gli estremi di lottizzazione abusiva.
Nel frattempo, l'Ufficio di vigilanza edilizia relaziona al nuovo
dirigente del Settore Urbanistica che la planimetria allegata al
progetto indica il Calore ad una distanza superiore dai capannoni
rispetto a quella reale.
Lo scopo
di quest'ulteriore trovata "creativa" è quello di arretrare le
sponda del fiume a oltre 150 metri dal sito interessato, fascia di
rispetto minima contemplata dalla legge Galasso, entro la quale si
può costruire solo rispettando particolari parametri e procedure,
molto restrittive.
Ma c'è di più. Nei suoi accertamenti, l'Ufficio di vigilanza
edilizia verifica che i capannoni industriali, difformemente dal
progetto, presentano non uno ma due piani, come del resto è scritto
nell'atto notarile del 26 marzo. Ciò significa che già in quella
data
si sapeva di costruire in maniera diversa da quanto progettato.
Il
dirigente del Settore Urbanistica, l'architetto Francesco Cassano,
prima sospende i lavori e poi, il giorno successivo, cioè il 9
agosto,
accoglie una richiesta di concessione in sanatoria mediante DIA
(dichiarazione di inizio attività), una richiesta avanzata
incredibilmente non da Zamparini (effettivo proprietario dell'area)
ma da Reti e Sviluppo spa. A quale titolo, non è dato di sapere.
Su tutte
queste incredibili "stranezze" la magistratura deve far luce.
Da circa un anno, il consorzio "I Sanniti" sta promuovendo la
nascita dell'ipermercato che, a detta di Zamparini, è prevista per
la Pasqua del prossimo anno. Sono già decine i negozianti che hanno
prenotato i locali per trasferirvi le loro attività, allettati anche
dalla pubblicità continua che campeggia dalle pagine di un noto
quindicinale beneventano.
Sono tutti
ben consapevoli dei rischi cui vanno incontro?
Questa vicenda dimostra quali sono le vere intenzioni
dell'amministrazione di centro destra. Essa si è vantata di avere a
cura le tematiche ambientali e per questo i parchi fluviali, urbani,
delle energie alternative - hanno detto - sono stati il punto di
partenza per la redazione del nuovo strumento urbanistico. Alla luce
dei fatti, invece, si dimostra l'assoluto disinteresse per
l'autentico significato dell'ambiente e della vivibilità nella
programmazione
territoriale. Non siamo al cospetto di incapacità, ma di un disegno
organico. Infatti, la previsione di tante aree formalmente verdi è
il
necessario strumento per mettere in atto il famigerato meccanismo
della
perequazione, con cui la giunta d'Alessandro vorrebbe avviare
un'ulteriore campagna speculativa, fatta di cemento e asfalto, a uso
e
consumo del gruppo di imprese e di tecnici che affiancano e
sostengono
quest'amministrazione.
Che ne è della riqualificazione urbana del Rione Libertà? Quali
sono
i risultati in termini di vivibilità? Fumo negli occhi che comincia
a
diradarsi e a rivelare la realtà dei fatti, oltre la propaganda e il
populismo.
Altrettanto indicativo è il silenzio assoluto di una parte
dell'opposizione comunale, che dagli scranni del consiglio avrebbe
tutti i mezzi per esercitare la sua funzione di controllo.
Evidentemente, l'ipermercato rappresenta una partita molto grossa,
tale
da esulare dai confini provinciali e disegnare equilibri inediti e
inquietanti. Questi intrecci devono venire allo scoperto. Non
bisogna consentire all'affarismo politico di produrre danni
irreversibili, soprattutto a scapito delle generazioni future.
Rifondazione Comunista chiederà al presidente della giunta
regionale e
al consiglio regionale della Campania, organi cui spettano le
decisioni
sulla grande distribuzione commerciale, di pronunciarsi su questa
vicenda, al tempo stesso grottesca e gravissima.
Gianluca Aceto
Segretario provinciale PRC
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