Copiapó, 27 settembre 2007

 

            Carissimi amici familiari e conoscenti, come state? Spero bene!

 

Si sta avvicinado la solennità di san Francesco e come non pensare a tutte le persone che porto nel cuore e a coloro che mi vogliono bene! Questi sono giorni in cui la vicinaza e l’aiuto del serafico Padre si sentono maggiormente. Credo che molti di voi si stanno preparando alla festa, o perchè appartengono a una comunità francescana o semplicemente perchè sentono la figura di Francesco importante nel cammino di fede, per questo, nonostante la lontanza, l’affetto e la vicinaza a san Francesco ci avvicinano.

Anche noi in Cile, come comunità e come parrocchia, ci stiamo preparando a vivere bene la festa del nostro fondatore. Dovete sapere che la nostra chiesa è dedicata a san Francesco e in questi giorni in parrocchia ci sono varie attività e inizative. Noi frati (siamo in tre fr. Maurizio, fr. Enrico ed io)lavoriamo in squadra, tutti siamo impegnati nelle varie attività: dalla benedizione dei bambini, alla serata per giovani, dalle attività con i vari gruppi parrocchiali all’incontro con gli anziani e ammalati, dalle serate di formazione francescana ai giochi e momenti ricreativi per tutti, parrocchiani e non. Se volete realtà semplici, ma vicine alla gente che frequenta la nostra parrocchia, non grandi attività, ma una pastorale inserita e alla portata del nostro contesto parrocchiale e copiapino. In una parola, desideriamo offrire una formazione umana, cristiana e francescana concreta e calata nelle varie tappe della vita della nostra gente.

Ma con questa lettera desidero raccontarvi quello che ho vissuto all’inizio del mese di settembre alla cappella di san Antonio in Borgoño. Dovete sapere che quest’anno abbiamo festeggiato l’anniversario della cappella, vent’anni di vita cristiana! Per questo abbiamo organizzato tutta una serie di attività e festeggiamenti. Non vi racconto ció che abbiamo fatto tutte le sere, ma in sistesi come la gente di questo quartiere povero e semplice è riuscita a stare insieme in maniera sana, serena e fraterna.

La prima realtà che mi ha colpito è il forte senso di comunità e di unità che si è respirato a organizzare e vivere concretaemnte la festa. Per dieci giorni, tanta gente si è riunita per stare insieme e per partecipare ai moemnti di preghiera, festa e di solidarietà. Posso dire che ho percepito un clima di fraternità molto intenso: tutti eravamo uniti per celebrare, feseggiare e ringraziare. Tante delle attività non sono state fatte alla cappella, non abbiamo le strutture, ma nel campo sportivo poco lontano. Molta della gente che ha partecipato alle varie serate, non la vedo alla messa domenicale o alle varie attività della cappella. Per questo credo sia importante che come comunità cristiana ci presentiamo anche all’esterno, fuori da un contesto puramente liturgico o di catechesi, per far vedere alla popolazione di Borgoño e Lauraro che siamo una famiglia, gente normale che si vuole bene e sa organizzare momenti anche di festa e allegria senza la necessità del vino, della droga, o della vioneza qui realtà spesso presenti.

L’anniversario è stao un momento di ricerca comunitaria del bene comune, posso dire che è stato bello presentrci anche fuori dai nostri confini di cappella con uno stile semplice e fratrno. Sento importante nel mio compito di missionario: stimolare, organizzare, appassionare la gente a vivere, e a cercare i modi piú appropriati per formare e costruire una cultura che cerca la verità, la libertà e giustizia.

Altra realtà che mi ha colpito è stata la partecipazione alle varie proposte liturgiche. La messa di apertura, la visita del vescovo e infine la messa di anniversario celebrata da fr. Rogelio, Ministro Provinciale dei frati Minori della Provincia di Cile. Con i frati Minori del Cile ci lega una forte amicizia, perchè loro ci hanno lasciato questa realtà. Tanti parrocchiani sono ancora molto legati e vogliono bene ai frati Minori che hanno servito la Chiesa d’Atacama per cent’anni e da pochi mesi hanno lasciato la nostra Diocesi. La gente ha partecipato con fervore, devozione e interesse alle varie celebrazioni e in un contesto di preghiera, abbiamo ringraziato il Signore per questo tempo di vita cristiana.

La terza cosa che mi ha fatto pensare è stata la solidarietà della gente. Durante i giorni di festa (circa 15) le verie squadre hanno ideato delle attività per la raccolta di fondi da devolvere alla cappella per i vari lavori di manutenzione ordinaria. Mi ha colapito la generosità di questa gente! Nonostante la loro povertà hanno contribuito, con attività semplici con grande inventiva e originalità, in maniera generosa; e al temine si sono raccolti un bel po’ di soldini. Anche questa attività di aiuto concreto alla cappella la ritengo importante, è un modo per far sentir loro la struttura, per coinvolgerli nella vita concreta e per farli sentire responsabili.

Come vi sarete accorti non si sono fatte grandi cose o organizzate realtà spettacolari. Sempre piú sento vera la presenza del missionario come presenza discreta, delicata e attenta che guida con umiltà e sapienza  la comunità verso il Signore e verso l’amore reciproco. Sono sempre piú convinto che non serve fare tante cose in missione e nemmeno servono le grandi strutture per testimoniare il Vangelo! A tal proposito sono vere le parole di San Francesco che scrive nella Regola non Bollata al cap. XVI “I frati poi che vanno fra gli infedeli, possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani. L’altro modo è che quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio perché gli infedeli credano in Dio Onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo.”    

         Credo sia importante, per quel poco che capisco, che il missioario si fermi con la gente, stia con loro e condivida il piú possibile la vita concreta fatta molto spesso di sofferenza, di dolore e di povertà. Ora capisco meglio anche come il missioanrio sia l’inviato del Signre che aiuta a intravvedere la luce dove le tenebre sembrano avere la meglio. Ora mi rendo conto anche che missionario è l’uomo della Parola che annunzia ció sente fondamentale, anzitutto per lui, e testimonia con la vita un tempo di giustizia, di speranza di liberazione e di pace. Certo tutto questo non è semplice da vivere, sia per le condizioni esterne da me, sia per il mio limite personale. Sento comunque che questo cammino è possibile, bello, appassionate e attraente. Per un missionario non c’è cosa piú bella che condividere le gioie, le speranze le fatiche e i problemi della gente. Fermarmi, stare con le persone sempre mi riempie il cuore di gioia!

            Il mio essere missionario in questo primo anno lo sento come un cammino: è necessario per prima cosa aver chiara la meta: Amare il Signore e i fratelli. Per questo è fondamentale una vita di preghiera e di intimità profonda con il Signore. Seconda cosa: non si cammina da soli, ma in fraternità. Il vivere insieme è importante e aiuta molto nel ministero, il presentarsi come fraternità è bello e la gente lo apprezza. Come ultima realtà di questo andare è il sentirmi inviato da una chiesa ad un altra chiesa. Questo mi permette di vivere il ministero come servizio e non sentire mia l’opera che sto facendo. Cari amici, familiari e benefattori come vedete siamo molto vicini e in comunione. Tutti sotto lo stesso cielo e amati dallo stesso Padre. Per questo vi chiedo un ricordo nelle vostre orazioni; ricordatevi di noi che noi ci ricordiamo di voi; uniti da questo ponte immaginario, abbracciamo il mondo con la nostra preghiera. Invochiamo e preghieamo il  Padre di tutti per un mondo piú giusto, rispettoso, pacifico e fraterno.

Desidero concludere, salutandovi e augurandi una buona festa di san Francesco con le parole del serafico padre e allo stesso tempo chiedere al buon Dio che ci aiuti sempre a fare la sua santa volontà!

Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio concedi a noi miseri di fare, per tua grazia, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che ti piace, affinché interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del Figlio tuo, il Signor nostro Gesù Cristo e a te, o Altissimo, giungere con l’aiuto della tua sola grazia. Tu che vivi e regni glorioso nella Trinità perfetta e nella semplice Unità , Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli.

 

Un saluto fraterno a ciscuno di voi familiari, amici e consocenti un grazie per il vostro aiuto sempre prezioso e grato.

A tutti buona festa di san Francesco e che il Signore vi benedica.

 

con affetto fr. Tullio