Copiapó, 1 gennaio 2008


Carissimi amici familiari e benefattori, come state? Spero bene!

Ho deciso di scrivervi due righe dopo Natale in vista della solennità dell’Epifania (anche noi quest’anno la celebriamo in maniera solenne perchè cade di domenica, altrimenti sarebbe un giorno come tanti altri). Non avendo ricevuto notizie per Natale qualcuno di voi forse avrà pensato: «Che cafone questo frate che non si fa nenche sentire per le feste!». In realtà ho atteso questa «data missionaria» volutamente. Mi piace vedere e pensare ai magi come a persone ricche, sapienti, sagge e dotte che nonostante la loro condizione sociale si sono messi in cammino seguendo una stella, come dei pellegrini, in cerca del Messia, in cerca della verità. Certamente nel loro viaggio non avevano molte certezze e molti punti di riferimento. Solamente la stella li guidava e il desiderio di verità che portavano nel cuore era la loro forza. In questo tempo, dopo un anno passato in Cile, che raccontarvi della mia vita? Desidero condividere, sottolineare alcune iniziative che come comunità francescana abbiamo pensato e proposto alla gente della nostra parrocchia, desidero raccontarvi non tanto che qui anora è estate e abbiamo vissuto il Natale con molto caldo, ma come ci siamo preparati alla venuta di Gesú come comunità religiosa e come abbiamo vissuto il Natale con la nostra gente.

La prima realtà che mi piace condividere con voi riguarda l’aiuto che diamo ai poveri nel campo sanitario. Come dicevo in un’altra lettera, qui la situazione medica è abbastanza complessa e costosa. Di conseguenza le familgie povere non possono usufruire a pieno delle prestazioni mediche perchè non hanno la possibilità economica. Per questo stiamo promovendo e sostenedo la prevenzione medica in alcuni settori disagiati della nostra parrocchia. Stiamo portando avanti degli incontri medici in vista di una prevenzione a livello dentistico e ginecologico. In questo lavoro di sensibilizzazione e prevenzione non siamo soli; con l’aiuto di alcuni medici volontari della parrocchia possiamo garantire delle serate di formazione nelle varie cappelle della nostra parrocchia. Agli incontri con il medico, che in genere si tengono nella cappella stessa, partecipa abbastanza gente e in modo particolare partecipano mamme, bambini e giovani. Stiamo pensando anche a un gabinetto dentistico; è quasi pronto, mancano solamente alcuni ritocchi e speriamo che con l’anno nuovo possa partire anche un’assistenza medica concreta per realtà di prima necessità.

Un altro settore in cui siamo stati impegnati è stato l’aiuto con i viveri dati a famiglie povere. Questa iniziativa è presente in parrocchia da alcuni anni e si chiama “una cena de amor”. Le donne del ayuda fraterna alcuni giorni prima di Natale preparano una cesta con un abbondante cena (riso, pasta, olio, fagioli, zucchero, farina,...) alimenti di prima necessità e a lunga conservazione. Cosí la mattina del 24 dicembre molte famiglie bisognose vengono al convento per ritirare il loro pacco regalo (una cena d’amore). Anche nei vari settori dove abbiamo le cappelle numerose famiglie hanno potuto vivre una cena di Natale degna e rispettosa. Anche nella zona di Borgoño si sono distribuite diversi pacchi regalo e in alcune famiglie (dalle persone anziane, sole o malete) sono andato di persona a consegnare la cena d’amore. Non vi dico la gioia che ho visto in tanti occhi nell’aprire la scatola e incontrare un po’ di riso, un pollo e el pan de pascua (dolce natalizio cileno) per poter celebrare il Natale con tutta la famiglia intorno ad una semplice cena. In alcune “case” era la prima volta che entravo. Come dicevo, alle persone sole, anziane e malate il pacco regalo lo abbiamo consegnato di persona. Molti anziani non hanno la forza di venirlo a ritirare alla cappella, altre persone inferme non possono uscire di casa (e non pensate che questa gente abbia la macchina). Per tutti questi motivi e per altri in molte famiglie sono passato con una volontaria de la ayuda fraterna do Borgoño. Non trovo parole per descrivere la loro situazione, come descrivere il pavimento, le sedie le finestre, i mobili, .... in molte case ho incontrato una grande povertà. Mi ha colpito in modo particolare la situazione della signora Elva. Passavo spesso nella via dove vive questa signora e a dir il vero credevo che quella casa fosse disabitata, viste le condizioni in cui si trova. Quando la signora Maria, la volontaria che mi accompagnava, mi ha detto: padrecito alli vive la señora Elva, non ci credevo! Abbiamo bussato e dopo un po’ di tempo arriva una vechietta, con il suo bastoncino per potersi sostenere, occhi profondi, un tenero sorriso, il volto e le mani segnati dalla vecchiaia e dalla povertà. Anche la sua semplice casetta rimanda a una vita di sofferenza e di privazioni. Tutto parlava di povertà, di sofferenza di solitudine. I muri della sua piccola “casa” sono fatti di fango, il pavimento di terra battuta, il tetto di lamiera e di cartoni. In alcune parti si poteva vedere l’azzurro del cielo; anche le finestre non sono certamente come le nostre: tutto uno spiffero con buchi e crepe da tutte le parti. Nonostante questo, con molta dignità e gioia ci ha ricevuto e con altrettanta gioia ci ha donato un forte abbraccio. Quello che mi ha colpito maggiormente è che ci ha detto che grazie alla cena d’amore puó festeggiare il Natale con la sua familgia e che nella cena di questa notte ci sarebbe stato anche un pollo!

Desidero condividere con voi anche le varie attività che abbiamo organizzato con i bambini. In parrocchia san Francesco ci sono state due iniziative esclusivamnte per loro. Una, la domenica prima di Natale, tutti i bimbi che frequentano la catechesi sono stati invitati i
n parrocchia per una serata di attività natalizie: giochi, canti e rappresentazioni. L’altra attività importante e significativa è stata realizzata con alcuni volontari che hanno organizzato nel pomeriggio del giorno di Natale un momento ricreativo per bambini che festeggiano il compelanno nei giorni vicini al Natale e non possono vivere nelle loro famiglie, ma sono ospitati in case affido o realtà similari. Tutti, grandi e piccoli, in questa serata solidaria hanno trascorso un pomeriggio sereno, ricco di giochi, d’animazione e di festa. Anche per questi bambini spesso tristi e soli il giorno di Natale non è trascorso come i tanti altri giorni dell’anno! Anche nel settore di
Borgoño si è vissuto un momento forte e bello a livello di comunità il sabato prima di Natale. Tutta la comunità si è radunata nella cappellina dedicata a sant’Antonio e ha vissuto una tarde navideña. Tutti i gruppi della comunità hanno dato il loro approto affinchè la festa riuscisse nel migliore dei modi. I bambini, le mamme di catechesi hanno realizzato un presepe vivente, il guppo di preghiera ha proposto una poesia sul Natale, il gruppo canto ha esibito per tutti alcune canzoni natalizie e infine le catechiste con una scenetta hanno comunicato a tutti i valori tipici del Natale come la solidarietà, la fraternità la pace e l’amicizia. Il momento fraterno si è concluso con un piccolo e semplice rinfresco.

Altra realtà che, come comunità francescana, abbiamo curato in modo particolare in queste feste Natalizie è stata la liturgia. In tutte le nostre cappelle abbiamo garantito le varie celebrazioni. Certamente aiutati dai nostri diaconi siamo riusciti a coprire le varie e numerose messe. Non è mancato un ricordo particolare a p. Berardo nel suo secondo anniversario della morte. Anche fr. Christian giunto in Cile da poco piú di un mese ha potuto celebrare la messa di Natale in una cappella e anche nei giorni seguenti ci ha aiutato nel servizio ministeriale.

Come vi sarete accorti per questo Natale abbiamo proposto e vissuto con la nostra gente iniziative semplici e realtà quotidiane, comunque importanti per crescere come famiglia e come fraternità parrocchiale. Il nostro ministero di frati francescani qui a Copiapó lo viviamo in comunione e in fraternità, ci presentiamo come fraternità francescana che desidera condividere la vita di tutti i giorni sentendo la presenza del Signore nelle cose semplici e quotidiane.

Vi racconto tutto questo non per esaltare quello che facciamo. Siamo consapevoli che davanti al Signore non sono le opere che valgono. Anche Annalena Tonelli diceva: Gesù Cristo non ha mai parlato di risultati. Lui ha detto solo di amarci, di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonare sempre. I poveri ci attendono. I modi del servizio sono infiniti e lasciati all’immaginazione di ciascuno di noi. Non aspettiamo di essere istruiti nel campo del servizio. Inventiamo.., e vivremo nuovi cieli e nuova terra ogni giorno della nostra vita. Anche san Francesco riguardo a questo tema ci ricorda nell’ammonizione XIX: Beato il servo, che non si ritiene migliore, quando viene lodato e esaltato dagli uomini, di quando è ritenuto vile, semplice e spregevole, poiché quanto l’uomo vale davanti a Dio, tanto vale e non di più. Guai a quel religioso, che è posto dagli altri in alto e per sua volontà non vuol discendere. E beato quel servo, che non viene posto in alto di sua volontà e sempre desidera mettersi sotto i piedi degli altri.

Pertanto vi racconto tutto questo non per esaltarci o gloriarci bel bene che noi facciamo, ma per dirvi grazie! Dovete sapere che quasi tutto l’aiuto materiale che noi frati possiamo dare alle famiglie bisognose del nostro territorio lo possiamo fare solamente grazie alla generosità concreta di molti nostri conventi, parrocchie italiane, grazie ai gruppi missionari che ci aiutano, ad amici familiari e tante persone, a volte sconosciute, ma con un cuore sensibile, attento e solidale che ci ricordano e sostengono.

Per questo, al termine di questo mio scritto, desidero ringraziare di cuore ciascuno di voi, anzitutto per la preghiera che sentiamo vicina e feconda, per l’aiuto generoso che ci arriva costantemente e per l’affetto che sentiamo vicino, vivo e vero. Per concludere, trascorso un anno in missione posso dirvi che nella mia semplice storia e in questo breve tratto di strada vissuto in questo deserto arido e caldo, anch’io come i magi, sono in cammino e sto cercando il volto del Signore; lo cerco e lo trovo in tanti poveri e dimenticati che incontro ogni giorno nelle strade polverose di Copiapó; anch’io guidato da una stella mi sento un pellegrino e ojalá (voglia il Signore) che un giorno possa incontrarlo e contemplarlo faccia a faccia non nel povero, ma nel suo Regno di pace, luce e benedizione.


A tutti buona festa dell’Epifania e un anno nuovo ricco di pace e serenità.

Il Signore vi benedica con affetto fr. Tullio e comunità

















Studio dentistico





Caritas