GUIDA AL TRAPIANTO DI FEGATO
EDIZIONE 2002

Associazione Trapiantati Organi Onlus

Bologna

La Dieta

Dopo il trapianto, il paziente si sentirà meglio e vorrà tornare all’abituale stile di vita. Fra le cose normali a cui il paziente era abituato, vi è la capacità di godere di una buona alimentazione. Tuttavia il cortisone (deltacortene, flantadin) influisce sul modo con cui il corpo metabolizza il cibo; il paziente noterà che avrà più appetito e che sarà incline ad aumentare di peso. L’aumentare troppo di peso può portare a spiacevoli complicazioni quali:

- Aumento della pressione sanguigna con necessità di aumentare le dosi o di aggiungere nuovi farmaci

- Maggiore facilità a malattie cardiovascolari quali infarti etc.

- Eccessivo stress da carico dei muscoli e delle ossa che può causare fratture, distorsioni, stiramenti o comunque complicazioni che implichino terapie fisiche lunghe e complesse.

Prima di essere dimesso dall’ospedale il paziente può avere un colloquio con un dietologo, che discuterà con lui l’importanza di una dieta povera di sale, e l’aiuterà ad impostare una dieta che sia nutriente ma a basso contenuto calorico e che eviti di aumentare troppo di peso. Alcuni dei problemi legati alla nutrizione sono:

- Ritenzione dei liquidi e ritenzione di sale. Questo può causare gonfiore alle mani e alle caviglie, innalzamento della pressione arteriosa ed aumento di peso. Per evitare tali complicazioni è necessario limitare l’assunzione di sale escludendo cibi a base di sale, misto ad aglio, dadi da brodo, würstel, salsicce, prosciutto affumicato, salse piccanti cibi preconfezionati etc.

- Indebolimento muscolare o depauperamento delle proteine nel corpo. Le proteine sono essenziali alla dieta e vitali per la crescita ed il mantenimento del tessuto corporeo.Il cortisone fa aumentare il fabbisogno di proteine.

Per evitare di ingrassare ma al contempo assumere alimenti a base di proteine, bisogna utilizzare alimenti a basso contenuto calorico quali: agnello magro, carne suina, pesce, pollo, prodotti caseari a basso contenuto calorico, legumi.

- Iperglicemia. Lo zucchero nel sangue è conosciuto come glucosio. Il glucosio è prodotto dalla scomposizione dello zucchero e degli amidi nella dieta e fornisce l’energia necessaria per le attività fisiche giornaliere. Il corpo produce una sostanza chiamate insulina che trasporta il glucosio nelle parti del corpo dove è necessario. Durante la somministrazione di cortisone l’attività dell’insulina nel corpo può divenire limitata e dare come risultato un alto contenuto di zucchero nel sangue che può portare ad un vero e proprio diabete. Per tale motivo bisognerà fare particolare attenzione all’assunzione di cibi quali: caramelle, gelatine, miele, sciroppi, biscotti farciti, torte, gelati, crostate pasticcini etc..

- Basso livello di calcio nel sangue. Questo è il risultato di una malattia cronica del fegato e dall’uso di cortisone che producono grave forme di osteoporosi e di fratture spontanee se non viene eseguita una dieta corretta. La quantità di calcio necessaria all’organismo può variare e certamente si potrà far uso di farmaci a base di calcio o assumendo cibi che lo contengono quali: latte, yogurt, formaggio, ostriche, salmone, mandorle, verdura.

- Alta concentrazione di potassio nel sangue. Questo è di solito il risultato della dieta o dell’assunzione di medicinali. Se non viene corretta può avere degli effetti collaterali seri. Qualora un paziente presenti una alta concentrazione di potassio dovrà evitare cibi quali: banane, succo di arancia, limoni, uva passa, patate, pomodori, meloni, fragole, peperoni.

Queste sono ovviamente delle linee guida molto generali che il paziente trapiantato deve conoscere e seguire. La dieta è importante per la riabilitazione del paziente trapiantato ma è necessario imparare a nutrirsi correttamente per il resto della vita. Altre domande inerenti la dieta potranno essere poste direttamente alla dietologa che segue i pazienti in reparto.


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