La Passione di Cristo
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Personaggi Tito
Dumaco Da
Tito, amico mio, mi sembri
sempre più una tremebonda donnetta. Dov’è il feroce briccone che
conobbi un tempo? Il mondo è crudele e la nostra vita stentata; non ci
rimane altra scelta che quella di saccheggiare, depredare, sgozzare. Ma
ora ascolta, non senti anche tu delle grida di osanna? Non senti una
folla che si avvicina? All’erta Tito, magari c’è da far dei buoni
affari.
I due si allontanano, ma rimangono sulla scena Si odono vovi sempre più vicine e grida di osanna.Entra Gesù, a cavalcioni a bardosso su di un asino sul quale è stato posto a mò di basto un sacco. L’asino è tirato per la cavezza da Pietro e Giuda. Tutto intorno una folla vociante con in mano ramoscelli di ulivo e di alloro. Si sentono spesso le grida “Osanna e alleluia.”
Scena 1^
( 2,42) Maddalena Maria, Maria, è lui, è Gesù, è Gesù! Scena
2^ (1,42)
Pietro Signore, tua madre ti viene incontro. Signore, guarda tua madre com’è felice. Scena
3^ (2,43) Maddalena Gesù, allora dovrò ancora separarmi da te? Scena
4^ (3,25) Lo storpio Signore, Signore, nacqui storpio e lo fui per tutta la vita. Ti prego, guarisci la mia infermità. So di peccare nel pretendere la guarigione, ma vorrei vivere felice quel poco che mi resta da vivere. Scena
5^ ( Il cieco (Esultando) Signore, io vedo, io ti vedo; vedo la tua luce e il mio cuore si è aperto, sia benedetto il nome del Signore! (Cade in ginocchi davanti a Cristo) Gesù, benedice la folla con cenni di saluto, mentre gli apostoli circondano l’asino sul quale sta seduto. Il corteo attraversa tutta la scena e scompare alla vista della gente. Parte
un’aria musicale (Tipo Messia di Haendel). Dalla destra entra il
corteo di Cristo con gli apostoli che, a passi lenti, attraversa tutta
la scena portandosi su di una collinetta di fronte gli spettatori.
Scena
6^ (3,39) Il
discorso della montagna Qui gli apostoli
si accovacciano e Cristo, in posizione centrale, inizia il discorso
delle beatitudini. Cristo:
Beati gli umili, i semplici, i derelitti,
i buoni perché essi sono i
miei fratelli;
ristoro speranza, pace,
amor e consolazione;
Beato sia chi opera per la
giustizia perché
giustizia avrà;
Beati coloro
i quali danno la vita per la giustizia perché vivranno
in eterno;
Beato colui che
nel bisogno si fa fratello del fratello e con lui
divide tutto:
Beato sia chi costruisce la pace perché é caro a Dio, anzi è il suo
figlio più caro;
Beati sarete voi se vi perseguiteranno e diranno ogni male per causa
mia. Gioite, gioite ed esultate perché un giorno ne
avrete grande ricompensa. Finito il discorso la folla continua ad acclamarlo. Folla Osanna, osanna, gloria a Gesù, osanna! Egli è davvero un re, è il re dei Giudei! Folla Osanna, gloria a te, Gesù osanna al figlio di Davide! Scena
8^ (6,43) Cristo
scende lentamente dalla montagna ed esce di scena seguito dagli
apostoli. Caifa e i suoi servi, da lontano, hanno assistito a tutta la
scena.
Caifa
(Rivolto a Nadab) Hai
visto anche tu, mio caro Nadab, ciò che
hanno visto i miei occhi? Hai udito ciò che hanno udito le mie
orecchie? Costui si vanta di essere venuto a salvare il mondo, è
acclamato re dei Giudei. Stando
a quello che dice dovrebbe essere il Messia. Si vanta di portare la
luce, non solo quella degli occhi, ma anche quella dell’intelletto,
parla di gioia, di felicità, di speranza. Ma un uomo felice avrà
ancora bisogno di Dio? E non è Dio padre a dare o a togliere la felicità?
Non è solo Dio padre che può guarire i malati, decidere della vita e
della morte, del destino degli uomini? Chi può essere così superbo da
sostituirsi al dio dei nostri Padri?
Mio caro Nadab, quest’uomo è un pericolo per la nostra Fede,
la nostra legge, il nostro
popolo, per noi stessi, sacerdoti di Dio. Nadab
Hai ragione, Caifa, costui sovverte le nostre leggi, la nostra
religione, la nostra autorità, sobilla il popolo, lui, umile figlio di
falegname, vuol sostituirsi alla nostra autorità. E’ davvero un
pericolo per l’ordine costituito! Manasse
Concordo con voi, saggi rabbini, e condivido i vostri timori. Le
folle lo acclamano ed egli, nella sua superba arroganza, si proclama il
dio vivente, dice di essere figlio di Dio e di voler cambiare la nostra
legge. Se il suo prestigio crescerà
ancora, il popolo non riconoscerà più la nostra autorità, non
ascolterà più la nostra parola, non rispetterà più le nostre leggi. Caifa
Mi conforta, saggi padri, il vostro giudizio. Non v’è dubbio
che la Legge e la nostra autorità, corrano un pericolo mortale. E tutto
ciò per causa del figlio di un falegname che vuol salvare il mondo
sovvertendo l’autorità di chi l’ebbe da Dio. Il popolo lo proclama
già re, gli umili, sedotti dalla sua magia, perderanno il timore di
Dio. Con le sue idee insane di giustizia, di uguaglianza, di carità
rafforza il consenso, accresce il potere e potrebbe usarlo contro di
noi. Costui va messo a morte, i suoi seguaci dispersi, le sue idee
combattute. Nadab
Si, sia messo a morte per la salvezza dell’autorità e della
Legge, del popolo tutto. Manasse
Suvvia, Caifa, lo si arresti, lo si processi e lo si condanni a
morte! Caifa
(Chiama il capo delle
guardie) Zerath, mio fido Zerath! Zerath
Eccomi sommo sacerdote, comandami pure. Caifa
Zerath, ti affido un compito assai delicato. (consegnandogli una
busta di monete d’oro) Vai, corrompi quanto più turba possibile,
istiga nella plebaglia l’odio nei confronti del Nazareno, catturalo e
portalo qui legato in catene. Ma abbi cura di corrompere per bene il
volgo per evitare sommosse da parte di chi potrebbe difendere questo
infame impostore. Zerath
Così sarà fatto, non dubitare, sommo sacerdote. Sarà premura
del tuo servo far si che nulla turbi i tuoi disegni. (Si
inchina e poi si allontana). Caifa
(rivolto ai due rabbini)
Ecco, padri rabbini, i nostri progetti si realizzeranno molto presto e
la nostra autorità non correrà più alcun pericolo. Non ci resta che
aspettare che il fido Zerath ci conduca in catene il nostro più
acerrimo nemico. Scena
9^ (3,39) Parte
la musica (aria lugubre) Da un angolo esce Zerath seguito da una decina
di persone armate di randelli e corde. Il gruppo attraversa la scena e
si dirige nel luogo dove si era diretto in precedenza Cristo, poi
scompare di
scena. Dalla parte opposta della scena compaiono La Madonna e Maria Maddalena. Maddalena
Maria, sono molto preoccupata, l’angoscia opprime il mio cuore.
Cosa sta per succedere? Cosa avrà voluto dire Gesù quando ha detto che
lo attendono giorni di pene e di dolore? Tremo al pensiero che egli
possa soffrire. Maria
Mia diletta, Gesù è venuto al mondo per salvare gli uomini,
tutti gli uomini, anche i poveri, gli umili, gli infelici, gli oppressi,
i derelitti e questo gli costerà lacrime e sangue, comunque sia fatta
la volontà del Padre nostro che sta nei cieli. Non angosciarti, abbi
fiducia in Dio. Attraversano
la scena ed escono. Ricompare il drappello di Zerath. La trascinandosi
dietro Gesù legato e lacero. 1°
Uomo
Ecco il Nazareno in catene, quello che voleva liberare il mondo
dal male, dalla schiavitù; prova a liberare te stesso! (Ride) 2°
Uomo
Già. Quello che voleva rendere felici gli altri, guardate com’è
felice lui ora! (Ride)
Proseguono risa e offese, mentre si dirigono alla sede del Sinedrio. Intanto anche Nicodemo giunge
al Sinedrio. Scena
10^ (5,18) Zerath
(Inchinandosi a Caifa) Ecco,
sommo sacerdote, il malfattore incatenato. Come vedi, Zerath ti è stato
fedele servitore. Caifa
Vai pure, amico mio, avrai largo compenso per questa tua impresa
e il mondo te ne sarà grato per sempre.
(Rivolto a Cristo) Benvenuto,
figlio di Davide, mi è stato riferito delle tue imprese, delle idee che
vai diffondendo tra il popolo d’Israele. …..Dici di essere venuto al
mondo per salvarlo, per dare la felicità agli uomini, per raddrizzare
gli storpi, dare la vista ai
ciechi, la sanità ai paralitici. Rimetti i peccati, anzi non consideri
peccati la superbia, la presunzione umana,
la ricerca del piacere, della felicità. ……Tutto ciò è
contro la Legge dei nostri padri. E’ molto grave ciò che tu fai.
Tuttavia …… sono disposto a perdonarti e lasciarti andare libero se
farai ammenda di queste tue colpe e mi prometti che non diffonderai più
tali insane idee. Se fosse vero quel che tu dici, dovresti essere il
Messia, il figlio di Dio; sei tu il Messia? Cristo
Tu lo hai detto! Io sono il figlio di Dio venuto al mondo a
liberare l’uomo dalla schiavitù del peccato e a renderlo felice. Non
sta a te stabilire e decidere cosa è e cosa non è contrario alla legge
del Padre mio. Io dico all’uomo: ama, ama il tuo fratello con tutto te
stesso, e da solo conoscerai e rispetterai la vera legge del Padre mio Caifa
(Urlando si traccia le
vesti) Avete udito, padri rabini, avete udito la tremenda bestemmia!
Egli si proclama figlio di Dio….. Sostiene che l’uomo non ha bisogno
di rispettare la nostra Legge, la nostra autorità! ……..Quale più
grave bestemmia potevamo noi udire da costui! …… Non v’è più
dubbio alcuno, egli merita la morte, solo così la Legge, l’Autorità,
a religione, il timore di Dio saranno salvi.
Che ne dite, saggi rabbini, possiamo noi mandare libero chi
sovverte così gravemente l’ordine delle cose? Nicodemo
Caifa, padre nostro, non adirarti contro quest’ uomo. Gesù è
un puro. Egli parla d’amore e di bontà, di perdono, di carità. E se
pure si proclama figlio di Dio, la sua non è superbia, ma innocente
mania. Non siam tutti figli di Dio? E bestemmia, forse, dirsi figli di
Dio? Nadab
No, Nicodemo, la sua è una orribile bestemmia; egli merita la
morte, una morte atroce, la più crudele che gli si possa dare così che
possa essere commisurata alle sue gravi colpe. Mai il mondo aveva visto
tanta superbia, tanta arroganza, tanta audacia, un tale sovvertitore!
Si, muoia, muoia in croce! Manasse
Si, che stiamo aspettando ancora? Lo si mandi a morte, lo si
inchiodi ad una croce, così il mondo il popolo tornerà tranquillo e
nulla verrà a turbare l’ordine e la legge! Nicodemo
Quanto paura c’è nelle vostre parole! Voi tremate al pensiero
che il popolo non ubbidisca più ai vostri ordini e questo folle terrore
vi spinge a dare la morte ad un uomo giusto, ad un nostro fratello che
ha il solo torto di parlare di pace, di amore, di carità e giustizia.
Vi illudete di liberarvene per sempre, vi illudete di uccidere con lui
le sue idee, ma le idee non morranno; le sue idee acquisteranno sempre
più vigore, la parola di Cristo diventerà un tuono che rimbomberà in
ogni angolo della Terra e allora cercherete disperatamente di tapparvi
le orecchie per difendervi dal frastuono, ma, folli di dolore,
impazzirete. La morte di Cristo sarà la vostra morte e la resurrezione
del Signore, della Verità. Caifa
Nicodemo, se tu non fossi quel saggio padre che
conobbi in passato ti farei pentire di quel che vai dicendo.
Evidentemente anche la tua mente è sconvolta dal seduttore.
Ma ora basta, per i padri del Sinedrio
merita la morte e morte avrà! Suvvia, conduciamolo a Pilato
affinché firmi la sua condanna. (Chiama Zerath) Zerath! Zerath
(Accorrendo) Son qui,
signore. Caifa
Conduciamo quest’uomo a Pilato affinché lo si condanni! Zerath
(Esegue) Obbedisco,
padre mio! Il
corteo, seguito dai membri del Sinedrio, si avvia verso il palazzo di Pilato.
Pilato è seduto su di uno scranno in attesa.
Caifa si inchina
Scena 11^ ( 1,59)
Caifa
Ave, Pilato e lunga
vita a Cesare! Ti abbiamo condotto un nostro prigioniero perché tu lo
condanni a morte. Egli sovverte la nostra legge, si dichiara figlio di
Dio e sobilla il popolo contro le Legge e la religione. Pilato
Ave, sommo pontefice. Tu sai che io ho grande rispetto per il tuo
popolo e per la sua Legge. Quest’uomo è un Galileo e i Galilei devono
essere giudicati da voi. Non è concesso ai romani giudicare un Galileo.
E comunque, per la legge romana non è reato proclamarsi figlio
di un dio perciò io non trovo in lui alcuna colpa. Caifa
Mio caro preside Pilato, non si può invocare il rispetto delle
leggi formali per difendere costui chi viola qualsiasi legge.
Egli non solo si proclama figlio di Dio, ma predica l’uguaglianza tra
gli uomini, la libertà, la
giustizia, la liberazione dalle catene, dall’oppressione. Sono parole
che infiammano il popolino e potrebbero provocare rivolte contro Roma.
Il popolo lo acclama re ed egli non lo smentisce.
E se domani vorrà farsi davvero re e attaccare Roma? Che
penserebbe Cesare se ciò dovesse accadere, sapendo che un
suo funzionario poteva stroncare la rivolta sul nascere e non lo
ha fatto? Pilato
Padre Giove, non vorrei davvero incorrere nell’ira di Cesare!
Ebrei, io non trovo in quest’uomo alcuna colpa, tuttavia, volete che
sia mandato a morte? Ebbene, io me ne lavo le mani! La colpa è vostra
e, se un giorno andrà espiata, toccherà a voi espiarla! (Fa
cenno a un paggio che gli porta un catino e un
asciugamani ed egli si lava e si asciuga le mani)
Scena 12^ (3,48)
Pilato
Ecco,
ed ora, assecondando le vostre richieste, dispongo che Gesù
Nazareno, detto il Cristo, sia messo in croce nel luogo detto Golgota
con l’accusa di essersi dichiarato re dei Giudei. Così ho deciso! Nicodemo
Che atroce condanna! Ponzio, perché te ne sei lavato le mani?
Perché non hai saputo trovare il coraggio di assumerti le tue
responsabilità e mandare libero quest’uomo che ritenevi innocente?
Non basterà il tuo gesto a lavarti la coscienza; questa decisione è un
macigno peserà per sempre sul tuo cuore. Povero Pilato!
Gesù, maestro di verità e di vita, quanto è crudele questo
mondo infame che tu volevi salvare, questo popolo irriconoscente che tu
volevi felice e libero dalla schiavitù del peccato! Gesù, perdonali se
puoi, perdona chi tanto ti odia, in fondo è gente accecata dal terrore! Pilato
Nicodemo, grande è la mia stima per te, ma la ragion di stato
spesso induce a calpestare la tua coscienza e la tua stessa dignità.
Oramai quel che è fatto è fatto! Manasse
Bene, non ci resta che eseguire la sentenza del governatore
romano. Lo si metta a morte
subito! Nadab
Si, venga la croce che egli stesso porterà fino al Golgota! Sia
lodato il cielo che finalmente ci libera da questo pericoloso impostore! Caifa
Padri rabbini, popolo di Israele, oggi è un giorno di gloria per
noi! Abbiamo corso un grave rischio; il rischio che
l’ordine e la legge di Mosè venissero sovvertiti per le idee
di un folle, ma, per fortuna non sarà così! Sua lodato l cielo!
Scena 13^ ( 7,05)
Parte
una musica drammatica, mentre il corteo si avvia alla crocifissione. Da
un lato sbuca il Cireneo con
la croce in spalle. Si avvicina e la consegna
a Gesù. Da un angolo sbuca Maria accompagnata da Maria Maddalena,
Veronica ed altre donne. Nicodemo le va incontro. Cambia musica. Nicodemo:
"Desolata Maria, quale e quanta
sarà la piena del
tuo dolore
allorquando vedrai
pendere dalla
croce il tuo
dilettissimo figlio?
A chi potrò
paragonarti, a chi
rassomigliarti? Non
posso se non
con le parole del
malinconico profeta:
Velut mare contritio
tua! Qual mare
sconfinato è la tua
amarezza!
Desolata Maria,
senti il suono
di tromba
ferale che chiama il polo
ad assistere alla
morte del amato
Gesù? Tu, a
quell'immane spettacolo, ti
sentirai lacerare
l'animo di dolore
e, afflitta e
gemente, la morte invocherai
a conforto. Quale
tributo potrei io renderti
fuor di quello della
compassione e del pianto?
Regina dei martiri,
tu contempli
sulla croce la maestà
di Dio eclissata,
la grandezza
annichilita, la bontà oltraggiata
e vilipesa: vedi il frutto del tuo seno immacolato,
il già promesso da
tanti secoli, il Santo per
eccellenza,
l'innocente carico delle umane
iniquità e il tuo
cuore si spezza per
eccessivo dolore. Si
ottenebri il cielo, eterna
notte lo ricopra,
ritorni la natura
nell'abisso antico
or che tu vedi morire
nella desolazione il
Santo tuo figlio.
Fuggi, addolorata
Maria, negli
antri più cupi;
solitari luoghi sieno
testimoni pietosi
dei tuoi lamenti!
Ma no, io ben lo
vedo! Amor ti conduce
al Calvario per
assistere al sacrifizio
cruento del tuo
diletto figlio che forma
la gloria dei Santi,
la bellezza degli angeli.
Va pure e il cielo
ti protegga. Va." Il corteo si
avvia alla crocifissione.
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