Nascita e infanzia di Gesù
di
Giuseppe Marino
(Liberamente
tratto dai Vangeli apocrifi dello pseudo Matteo,
del Protovangelo di Giacomo e
dell’Arabo Siriaco)
Narratore
Gioacchino
Anna
Angelo
Maria
Elisabetta
Rebecca
La levatrice
Erode
Zareth
Giuseppe
Abiathar (sacerdote del tempio)
Gesù bambino
Gaspare
Melchiorre
Baldasarre
La madre di Zenone
Il padre di Zenone
Zenone
Comparse (Pastori e popolane)
Tito
Dumaco
Atto 1°
Narratore:
Tanti
e tanti anni fa viveva in Gerusalemme un uomo
molto
buono di nome Gioacchino della tribù di Giuda.
Gioacchino
era un pastore molto ricco perché aveva molte greggi
ed era buono e timorato di Dio. Delle sue grandi ricchezze teneva per sé quanto
gli serviva. Una parte la offriva al Signore in sacrifici ed il
resto lo dava poveri. Per questo il Signore gli voleva bene e moltiplicava le
sue greggi.Gioacchino aveva sposato una donna di nome Anna,ma,
dopo vent’anni di matrimonio non avevano avuto figli.
Ciò era considerato dagli Ebrei un castigo di Dio
e, perciò, i sacerdoti, pensando che
Dio lo avesse maledetto,
un giorno lo cacciò via dal tempio.Gioacchino si addolorò e tornò
verso casa piangendo.
(Apertura sipario)
Scena 2^
Gioacchino
(Entrando
in scena)
O me infelice, allora è vero che
il Signore mi ha maledetto? Sono dunque un uomo
malvagio, Signore, io
che faccio sempre l’elemosina ai poveri e benedico il tuo nome? Perché mi hai
voluto
umiliare negandomi la
gioia di un figlio? Perché hai
permesso che il
sacerdote mi scacciasse dal tempio come
un uomo empio e malvagio? Signore, grande è la tua potenza e la tua bontà. Sia
fatta sempre la tua volontà.
Gioacchino
Anna carissima,
una grande sciagura si è abbattuta su di
me. Il grande sacerdote Abiathar mi ha scacciato dal tempio perché Dio non mi
ha benedetto dandomi un figlio.
Non mi è più permesso offrire sacrifici al Signore e tutto il popolo ride di
me. Non mi resta altro da fare che
sparire per sempre, andarmene sulle montagne tra l le mie pecore e le mie capre e non farmi più vedere tra
la gente. O me infelice,
o me sventurato!
Scena
2^
Narratore
E così Gioacchino si ritirò in montagna a
pascere le
greggi e vi rimase per cinque mesi. Ma il Signore
non si
era dimenticato del suo umile servo e, dopo qualche
tempo, un angelo mandato
da Lui si presentò alla
povera Anna.
Scena
3^
Anna
O Signore, Dio onnipotente,
tu che hai donato figli
a tutte le creature, alle bestie feroci, ai serpi,
agli uccelli, perché hai voluto
negare a me questa gioia? Tu lo
sai che io avevo fatto voto che se avessi avuto
un figlio l’avrei
offerto a te nel Tempio, perché non mi
hai concesso prole? Ti
prego, Signore.
(Scompare)
Anna
(In ginocchio)
O Signore, Dio dell’universo e padre
di tutte le creature, grande è la tua potenza e la tua misericordia!
(Chiusura
sipario)
Scena
4^
Narratore
Mentre Anna, turbata dalla visione
magnificava il
Signore, l’angelo apparve a Gioacchino sui monti
per
annunciargli il prossimo
evento.
(Apertura
sipario)
Scena
5^
Angelo
O
pio Gioacchino, perché te ne stai sui monti, perché
non torni da tua moglie che ti aspetta con ansia?
Angelo
Se
questo è il motivo, va, dunque, in pace. Io sono
un angelo mandato dal Signore per dirti che avete
concepito una bambina
che sarà beata tra tutte ledonne
e sarà glorificata dalle generazioni fino alla
fine del tempo. Vai
pure, Anna ti aspetta. (Esce di scena)
ha voluto esaudire le preghiere di quest’umile
vecchio! Il Signore è
potente! Egli è il padrone della
vita e della morte.
(Chiusura
sipario)
Scena
6^
Narratore
Dopo qualche tempo Anna partorì una bimba
e la
chiamò
Maria. Allorché compì tre
anni Anna
e Gioacchino,
come avevano promesso al Signore,
la portarono al tempio
per offrirla al Signore. Maria
crebbe nella casa di Dio
e vi rimase fino a quattordici
anni lodando e
glorificando Dio e conversando con
gli angeli del Signore.
Quando ebbe 14 anni i
sacerdoti tennero consiglio e
decisero di affidarla ad
un uomo che l’amasse
e la rispettasse. E così
fu emanato un bando per
chiamare a raccolta
tutti gli uomini della tribù di Giuda.Ognuno doveva portare il proprio bastone
e la fanciulla
sarebbe stata affidata a
colui che il Signore avrebbe
Abiathar
Giuseppe,
nella tua vecchiaia tu sei diventato beato
Perché il Signore ti ha prescelto dandoti in sposa
la
Vergine Maria. Tienila
Abiathar
Bada,
Giuseppe, non fare come Datan e
Abiran e Core
che perirono
per aver disprezzato la volontà del Signore
Prendi con te Maria come ti è comandato e abbine cura.
Scena
8^
Narratore
E
così Giuseppe prese con sé Maria ed andarono ad
abitare
nella casa del vecchio falegname. Con
lei stavano
cinque vergini , Rebecca, Sefora, Susanna, Abigea
e Zahel. Un giorno che Giuseppe era in Cafarnao,
Maria si recò alla fonte a riempire la brocca. Allora
le apparve un angelo mandato dal Signore che le
parlò. E il terzo giorno le apparve ancora in casa mentre lavorava la porpora.
Maria si impaurì e cominciò a
tremare, ma l’angelo le disse:
(Apertura
sipario)
Scena
9^
Angelo
Ave
Maria. Non temere, tu hai trovato favore presso Dio
Scena
10^
Narratore
Dopo qualche tempo Giuseppe tornò da Cafarnao
e,
Giuseppe e Maria nella casa di
Nazareth
Maria
(Entrando)
O dolce sposo, non credi, dunque, alle mie parole? Come è vero che esiste
Adonai, il Signore del mondo e dei cieli, io mantenni sempre fede al voto fatto
al mio Signore. Io sono pura e
ciò che avviene in me è opera dell’Altissimo.
(Chiusura sipario)
Narratore
Ma
Giuseppe era ancora disperato. Allora gli apparve in sogno l’angelo del
Signore per rassicurarlo. E così credette a Maria
e si sottomise alla volontà del Signore.
(Apertura sipario)
Angelo
Giuseppe,
Giuseppe, figlio di Davide, perché dubiti di Maria? Ella è pura e il frutto
del suo seno è opera di Dio.
Giuseppe
(si
sveglia e si stropiccia gli occhi) Sia gloria a te, Dio di Israele che hai
voluto servirti anche di quest’umile vecchio perché si compia la tua volontà.
Grande è la tua potenza nei secoli dei secoli!
(Chiusura sipario)
Narratore
Allora
Giuseppe credette a Maria e lodò il Signore. E Maria decise di andare a far
visita a Elisabetta sua cugina che era gravida da sei mesi. Quando Elisabetta la
vide, il suo cuore esultò per la gioia e la salutò con queste parole.
Elisabetta
Ave,
Maria, tu sei la prediletta del Signore. Dal tuo ventre nascerà il Redentore
del mondo. Tutto ciò non può essere inteso dagli uomini, ché troppo grande è
il prodigio. Ma il frutto del tuo
seno regnerà sulle generazioni.
Maria
Grande
è il mio turbamento, cugina cara, ma grande è la gioia per ciò che avviene in
me.
Elisabetta
Il
Signore è potenza e sapienza. Egli ha voluto che anch’io, vecchia e con i
capelli bianchi, abbia concepito un figlio per la sua gloria. Ma colui che
nascerà dal mio ventre non sarà degno di allacciare i calzari di colui che
tu partorirai.
Maria
Signore,
Dio dell’Universo, si
compia, dunque, la tua volontà.
Elisabetta
Oggi
per me è grande giorno di letizia perché la madre del mio Signore è venuta a
me. Ed ecco che il bambino che porto
in grembo ha sobbalzato ed ha esultato di gioia.
Maria
O,
Signore, chi sono io dunque, che tutte le generazioni mi benedicono. E tu,
Elisabetta, non vuoi dunque che io rimanga ancora fino a quando il tuo tempo si
compia e darai alla luce il bambino?
Elisabetta
Vai
pure in pace, Maria, e non temere. Quando
il tempo sarà compiuto, il Signore saprà illuminarti. E quando tuo figlio
nascerà, il mondo vedrà la gloria di Dio. Ma ora torna pure nella tua casa, il
tuo sposo è in pena.
(Chiusura sipario)
Narratore
E
Maria fece ritorno nella casa di Nazareth.
(Apertura sipario)
Maria
Giuseppe mio, laggiù, lontano, lontano vedo due
popoli.
Angelo
Perché,
Giuseppe, rimproveri Maria per la sua
saggezza? Ella vide la verità: il popolo dei Giudei
Narratore
Maria e
Giuseppe entrarono nella grotta e appena la
Erode
Che entrino pure e mi parlino di questo nuovo re.
Baldasarre
E
per questo siamo venuti a cercarlo, per adorarlo come si conviene alla sua
potenza ed alla sua gloria.
Erode
Andate,
grandi sapienti, cercate il bambino e ditemi ov’egli giace perché possa
anch’io adorarlo.
Escono dopo essersi inchinati.
Narratore
Intanto
nella grotta di Betlemme il prodigio si era compiuto;
era nato il Redentore del mondo. Giuseppe
tornava alla grotta con la levatrice.
(Apertura sipario)
Levatrice
E
quella che sta partorendo nella grotta è dunque tua moglie o la tua promessa
sposa?
Giuseppe
Maria l’ho
avuta in sorte come moglie, ma non è mia moglie; ella ha concepito per opera
dello Spirito Santo.
(Chiusura sipario)
Narratore
Allora
i due giunsero alla grotta. Giuseppe si prostrò ad adorare il bambino. Lo prese
in braccio e lo baciò due volte mentre quelli che erano accorsi se ne stavano
in ginocchio lodando il Redentore.
Levatrice
Grazie,
Signore. Oggi la mia anima è stata sommamente magnificata perché i miei occhi
erano chiusi ed ora sono aperti ed hanno visto la vera luce. Oggi è nato il re
d’Israele, il Redentore del mondo.
Nella
grotta Maria tiene fra le braccia un bambino che vagisce. Giunge Giuseppe che si
prostra in ginocchio. Poi prende dalle braccia di Maria
Giuseppe
Sia sempre gloria a te, o Signore che hai
permesso a
Melchiorre
Signore, io ti offro l’incenso come al dio
del santi. La tua gloria sarà celebrata in eterno sugli altari ed il tuo regno
non avrà fine.
Atto
III°
Erode
Zareth,
mio fido ministro, la mia maestà ha
subito una grave onta: i Magi mi hanno ingannato. Essi son tornati ai loro regni
senza adempire alla promessa di farmi conoscere il re che è nato. Il mio trono
vacilla. Che siano uccisi senza pietà alcuna i bimbi nati da due anni in qua.
Zareth
Il
tuo ordine sarà eseguito, mio grande sovrano.
Nessun pericolo minaccerà il tuo trono e Israele conoscerà la potenza e
la grandezza di Erode. Nessun
impostore potrà usurpare il regno di sì eccelso monarca.
Narratore
Quando
la notizia si diffuse per Israele vi fu grande terrore e le madri cercarono di
nascondere i bambini ai loro carnefici. Anche Elisabetta, sapendo che cercavano
Giovanni per ucciderlo, temette fortemente per lui e salì sulla montagna
accompagnata da Rebecca.
Elisabetta
Signore,
dio dell’universo, non lasciare perire il frutto del mio seno, colui che hai
voluto donarmi nella mia vecchiezza per maggiore tua gloria. Rebecca, vedi tu i
soldati di Erode? Essi ci inseguono?
Rebecca
No,
Elisabetta, mia signora, nessuno ci segue. Il nostro cammino è sicuro. Il dio
dei nostri padri protegge le nostre vite e non lascerà perire Giovanni, colui
cha ha mandato perché sia testimone della sua gloria.
Elisabetta
La mia anima è angosciata, ma grande è la fiducia nel Signore.
Rebecca
E
Dio guida i nostri passi perché tuo figlio precederà il Signore quando
aprirà le porte del paradiso. E Giovanni griderà nel deserto e spianerà la
strada e colmerà le buche affinché gli storpii si raddrizzino, i lebbrosi
siano mondati, i peccatori redenti e i ciechi vedano la grandezza del figlio di
Dio. ….. E Giovanni sarà chiamato il Battista perché battezzerà con
l’acqua colui che dovrà battezzare col fuoco e con lo Spirito Santo.
Elisabetta
Rebecca,, chi ti ha ispirato questa lieta profezia? Il mio cuore è in
tumulto per la gioia infinita. Son, questi,
dunque i disegni dell’Altissimo?
Rebecca
Si,
Elisabetta. Quando con Sfora, Susanna, Abigea e Zahel eravamo con Maria,
(Chiusura sipario)
Maria
Giuseppe,
vedi anche tu quello che vedo io? Guarda,
(Apertura
sipario)
La
madre O me infelice, o me sventurata! Come
farò senza il mio unico figlio? Zenone, perché il Signore ha voluto strapparti
a tua madre? Come vivrò senza te?
Il
padre O Signore, che sciagura! Povero Zenone, perché
morire così?
Gesù
Zenone, alzati e resuscita! Non far più stare in pena i tuoi
genitori….. E bada di stare attento…. Ora va in pace.
Zenone
(Alzandosi)
Grazie, Signore, che hai voluto restituirmi la vita. Si gloria a te!
Narratore
I genitori del fanciullo si prostrarono al Signore e
benedissero Maria che aveva generato un figlio così potente. Da quel giorno Gesù
compì tanti altri miracoli. Un giorno scomparve e Maria e Giuseppe lo cercarono
per tre giorni. Finalmente lo trovarono nel Tempio che discorreva con i dottori.
Maria lo rimproverò, ma egli le rispose: “Perché mi cercate? Non sapete,
dunque, che io devo stare nella casa del Padre mio?”. Poi
tenne nascosti i suoi miracoli fino a quando raggiunse l’età di 30
anni. Allora ricevette il battesimo da Giovanni e cominciò la predicazione.
Fine
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