La
condizione femminile nel tempo |
1^ Rappresentazione al teatro Apollo di Crotone il 10 maggio 1999 per la regia di Giovannina Miliè |
Presentazione “La
condizione femminile nel tempo” è un apologo in tre scene sul
rapporto uomo donna in epoche diverse: il passato, il presente, il futuro.
L’opera,
inedita scritta per l’occasione dall’insegnante Giuseppe Marino,
ironizza sugli “opposti
estremismi” dei rappresentanti dei due sessi che rendono, anche
oggi, problematici i loro rapporti con conseguenti, inevitabili “opposti squilibri.” Da
un’epoca del passato nella quale l’uomo infieriva e la donna subiva si
è passati ad una situazione sostanzialmente diversa con l’uomo spesso
chiamato ad assolvere ruoli insoliti e molto improbabili, un’epoca nella
quale un malinteso desiderio di riaffermare con forza diritti e dignità
della donna porta perfino a stravolgere la lingua italiana con l’uso di
neologismi ridicoli ed assurdi quali “ministra”,
“sindaca”, “assessora” ed altre amenità o a stabilire “quote” riservate di partecipazione alla vita politica o sociale
quasi si trattasse di latte da produrre. Ma,
come sempre, “la virtù sta nel
mezzo” per cui si ha motivo di sperare che, in un prossimo futuro,
si possa trovare il giusto punto di equilibrio nel rispetto e nella
collaborazione reciproci per far si che ogni persona occupi il posto che
le compete nella vita sociale non per il sesso al quale appartiene, ma per
“ciò che ha nella testa.” Personaggi
Del
presente
Maria: Concetta mia, non ne posso proprio più. Credimi, sono sfinita. Tutti i giorni la stessa vita! Mai un attimo di tregua. Pulire la casa, rifare i letti, dare da mangiare al maiale, le galline, il bucato, preparare il pranzo, la cena, rammendare, stirare, badare a cinque figli. E poi l’ultimo, lo senti, tutto il giorno a piangere ed io a fare la spola per calmarlo. E, come se non bastasse, l’orto. Quel farabutto di mio marito ha insistito tanto per prenderci in fitto l’orto del fattore e adesso lui se ne sta tutto il giorno all’osteria ed io devo zappare, irrigare, diserbare e fare mille lavori. Intento che fare, non possiamo mica pagare il fitto a vuoto, con la miseria che c’è in questa casa! (si sente piangere il bambino) Zitto, zitto, amore di mamma, che adesso mamma ti prende in braccio. (Si avvicina alla culla e canticchia)”Dormi bello, dormi tanto, che così diventi santo.”Maria:
Maria:
Ah,
povere noi che siamo nate femmine Entrano
Entrano
Giovanni e Nicola. Giovanni
Giovanni:
(Rivolto
a Nicola) Te
l’ho già detto un sacco di volte, compare Gaetano è una bestia! Ma io
dico, hai il venticinque e chiami l’asso col cavallo? Ma si può essere
più bestie di così? Quello s’è fatto l’asso ed ha ringraziato. E
poi ancora, vedi che scarto bastoni
e vieni proprio a bastoni? Ma questo significa voler perdere a tutti i
costi! Ah, caro Nicola, esci per divertirti un po’ e torni a casa col
fegato a pezzi per la rabbia! Meno male che stasera ci facciamo una bella
mangiata di capretto. (Rivolto
alla moglie). Marì, hai finito con ‘sti maccheroni che ci devi preparare una teglia
di capretto. Eravamo andati da Nicola, ma non abbiamo trovato Concetta. (Vedono
Concetta. Rivolto a Nicola)
Ah, eccola dov’era finita tua
moglie. Nicola:
Nicola:
E ti pareva che se ne
stava in casa! Ecco perché non la trovi mai a casa, perché se ne va
tutto il giorno in giro a spettegolare! Mai una volta che la trovassi
intenta a lavorare! Concetta
Concetta:
E,
si, che mo sei tu che lavori tutto il giorno. Sei tu che allatti i figli,
sei tu che dai da mangiare alle galline, sei tu che badi al maiale, sei tu
che fai il bucato, sei tu che prepari le provviste, che stiri, che
rammendi, che cucini, tutto tu! Nicola:
Nicola
:
Ah, ha ricominciato la
solita tiritera. Finiscila, finiscila che non fai niente tutto il giorno.
Vedi di dare una mano a comare Maria a preparare sta teglia, se non vuoi
che ti faccia saggiare questo mattarello. Maria:
Maria:
Compare
Nicò, ma voi la trattate troppo male la povera comare Concetta, non
vedete come è malata, voi la manderete all’altro mondo! Giovanni
Giovanni:
(Rivolto
alla moglie alzando la voce)
Beh, da quando in qua ti interessi
dei fatti degli altri?
Non lo sai che “tra moglie e marito non si deve mettere dito?” Lavora,
lavora e stai zitta, pettegola che non sei altro. (Il
bambino si mette a piangere)
Hai visto, sei contenta? Ti sei
messa ad urlare ed hai svegliato il bambino. Presto, prendilo in braccio e
vedi di calmarlo, povero figlio mio, con questa madre sciagurata. Maria:
Maria:
(Rivolta
al bambino) Vengo,
vengo, amore di mamma, vengo. (Lo
prende in braccio) Non piangere, amore mio, non piangere che la tua mammina ti vuole tanto
bene. (Sottovoce)
Maledetto
il giorno che ho sposato questo farabutto. (Esce insieme a
Concetta) Giovanni
Giovanni :
(Riprende
il discorso interrotto con Nicola) Eh,
compare mio, ma stai sicuro che io Pasquale come compagno non lo voglio più!
Il tresette non è cosa per lui! Nicola:
Nicola:
E non solo il tresette, anche a briscola e scopa è una frana. Per
non parlare delle bocce. Ieri giocava in coppia con Salvatore. Alla fine
gli è capitata la boccia decisiva. Bastava metterla a due metri dal
pallino e vinceva la partita. Non è andato a bocciare il pallino e a
regalare la partita agli avversari!
Maria
Maria:
Magari, sarebbe veramente bello.
Scena
2^
Interno
di una casa moderna. Due donne in atteggiamento snob sono sedute su un
divano a fumare e a chiacchierare. Milena:
Una cosa veramente chic, mia cara Katy, un collier
Rob
Robeerto:
Si cara, stai tranquilla, faro tutto come tu vuoi! Kat
Katy:
Speriamo, con la testa che ti ritrovi! Ah, se non ci fossi io in questa casa! Milena, cara, presto usciamo, è già tardi! Esc
Escono.
Entra Roberto con un grembiule e con un cesto pieno di biancheria.
Entra Franco che saluta. Interno
di una casa moderna. Anna è intenta a stirare la biancheria Giorgio
apparecchia la tavola.
Sipario Il testo è di proprietà dell'Autore e tutelato giuridicamente. Non è consentito nessun uso dello stesso, se non esplicitamente autorizzato.
|