Marta |
II
centro si estende sulle sponde meridionali del lago di Bolsena laddove il fiume
Marta si origina dal lago. Il centro storico, dalle strette viuzze che si
arrampicano verso la maestosa torre dell'orologio, a pianta quadrata e
struttura ottagonale munita di beccatelli, conserva edifici medioevali. La
torre, le porte e tracce di mura sono le vestigia della Rocca fatta edificare
nel XIII sec. da papa Urbano IV. Nella piazza antistante l'inizio del lungo-lago
si possono ammirare le semplici linee architettoniche del rinascimentale
Palazzo Farnese. Poco fuori dell'abitato, sopra il monte di Marta, si erge la
chiesa della Madonna del Monte, in stile romanico con portale rinascimentale,
meta della tradizionale manifestazione della Barabbata.
La
presenza di insediamenti umani in questo sito risalgono alla preistoria, poi
vennero gli Etruschi e, in epoca romana Marta è citata come stazione della via
Clodia. Dall'anno 726 fece parte, quasi ininterrottamente, del Patrimonio della
Chiesa, tranne il breve periodo, fra il 1261 e il 1263, in cui fu conquistata
Signori di Bisenzio. Nel 1537 fu inclusa nel ducato di Castro. Di
antica fama sono le anguille e l'ottimo vino tipico, la "Cannaiola",
che rappresentano i più noti e caratteristici prodotti del piccolo centro. Il
14 maggio di ogni anno si svolge a Marta una manifestazione di folclore
religioso che desta interesse di studiosi di antropologia e tradizioni popolari:
la Barabbata. Il rituale inizia con il corteo, che attraversa il paese
composto dalle quattro categorie: "Casenghi", "Bifolchi",
"Villani" e "Pescatori”. Ad aprire la sfilata sono i
"Casenghi" a cavallo capeggiati dal loro "Signore" e seguiti
dagli altri gruppi che portano, sui carri addobbati, gli strumenti e i prodotti
del proprio lavoro, compresi i frutti della terra di ogni stagione perfettamente
conservati con antiche e sapienti tecniche e i più belli esemplari di pesci del
lago. La meta del corteo è la chiesa della Madonna del Monte, posta su un
cocuzzolo fuori il paese dove, celebrata la messa, hanno luogo le
"passate" al ritmo del tamburino, caratterizzate dalla figura del
"mietitore che ripete, sul sagrato della chiesa, il gesto della battitura
del grano.
A
Marta la domenica successiva alla Barabbata, c'è un altro appuntamento da non
perdere, la sagra del lattarino, un'occasione per allietare il palato con
piccoli pesci fritti all'aperto nella enorme padella e degustare gli ottimi vini
locali, fra cui la Cannaiola.La piccola isola Martana distante circa 2 Km. dal
sponda di Marta, rappresenta la cresta emergente di un cratere vulcanico per
metà sprofondato nel lago. Attualmente disabitata, con scarsa vegetazione e
le pareti a picco sull'acqua, ospitò, come narra la leggenda, la giovane
martire S. Cristina, che fu imprigionata in una torre perché rinnegasse la fede
cristiana. In questa stessa isola fu tenuta prigioniera Amalasunta, figlia di
Teodorico re degli Ostrogoti dove fu fatta uccidere dal cugino Teodato nel 534.
Degli antichi insediamenti le attuali testimonianze più significative sono i resti del medioevale Castello e della chiesa di S. Stefano eretta nel IX, sec.
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