Capodimonte |
II centro si estende su un promontorio lavico della sponda meridionale del lago di Bolsena. Nel punto più alto del centro storico si erge palazzo Farnese, denominato più comunemente la Rocca, fatto costruire, sulle fondazioni a pianta quadrangolare del più antico castello, da Pier Luigi Farnese, nel XV sec., su disegno di Antonio da Sangallo il Giovane. È adorno di una artistica facciata e munito di ponte levatoio successivamente sostituito dall'attuale ponte in muratura a due arcate.
II
palazzo è ubicato su uno scoglio vulcanico; la facciata è rivolta su piazza
della Rocca dove, ai tempi della Signoria dei Farnese, si svolgeva la mostra del
toro.su
disegno del Vignola, che conserva sull'altare maggiore una pregevole
rappresentazione dell'Assunzione attribuita alla scuola del Tiepolo. La
penisola su cui sorge Capodimonte ospitò qualche piccolo insediamento, come
testimoniano i reperti archeologici, di famiglie etrusche già all'epoca del
maggiore sviluppo della vicina città di Bisenzio, ma è in epoca medioevale
che divenne una vera e propria comunità, il Castrum Capitismontis, che fu a
lungo feudo di Orvieto. Restituito al Patrimonio della ChiesaTieTl246, divenne
poi feudo dei Farnese che vi fissarono l'abituale residenza estiva. Oltre a
letterati, artisti, cavalieri numerosi Pontefici frequentarono
all'epoca Capodimonte. Fra questi, Papa Eugenio IV, ospite assiduo, vi
tenne nel 1440 un Concistoro di cardinali, ma anche Alessandro VI, Pio II,
Giulio II della Rovere, Leone X e Gregorio XIII gradirono molto l'ospitalità
dei Farnese e gli ameni luoghi. Ma l'epoca dei fasti si concluse con la fine del
ducato di Castro, nel 1649 quando Capodimonte fu reincamerato nel Patrimonio
della Chiesa.
Nel piccolo centro, le attività prevalenti sono collegate al turismo, all'agricoltura, alla pesca e all'allevamento del bestiame. Una suggestiva manifestazione si svolge il 15 agosto, la "Luminata" di S. Rocco, con una processione che parte dalla chiesa collegiata e percorre il lungo cammino fino alla chiesa di S. Rocco, seguita da un bellissimo spettacolo di fuochi d'artificio che si riflettono sulle acque del lago, accompagnato dalla sfilata delle barche addobbate e illuminate. La necropoli si estende per più di cinque chilometri lungo le rive sud-occidentali del lago di Bolsena, poco lontano dall'odierna Capodimonte, con tombe a pozzetto villanoviane, a camera e a fossa del periodo etrusco, grandi colombari romani che testimoniano l'esistenza di una grande e fiorente città etrusca, Vesentum, poi Bisenzio. Gli abbondanti reperti archeologici di notevole pregio, tra cui i famosi sandali snodabili, che si dice siano stati "inventati" proprio dagli esperti artigiani Bisentini, sono disseminati nei musei italiani e stranieri, mentre in loco appaiono poche vestigia della antica opulenza. A circa tre chilometri da Capodimonte, sorge l'isola Bisentina, con le pareti settentrionali e orientali a picco sul lago. In prossimità del grazioso porticciolo si erge Palazzo Farnese, opera di Antonio da Sangallo il Giovane a cui si attribuisce anche la chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo, poi ricostruita e completata con la cupola, ottagonale nel tamburo e a calotta emisferica, dal Vignola, nella metà del XVI sec..
All'interno
è conservato il sepolcro di Ranuccio III, fondatore delle fortune dei Farnese,
qui trasferito dalla più antica chiesa di S. Giovanni. Nell'isola è ancora
visibile la struttura dell'orrendo carcere riservato agli ecclesiastici eretici,
scavato nel tufo. In cima alla pittoresca punta a strapiombo sul lago si può
ammirare la Rocca, una graziosa costruzione ottagonale opera di Antonio da
Sangallo il Giovane.
Nel
1752 il pontefice Benedetto XIV concesse in enfiteusi l'isola al conte Stefano
Giraud, da allora la Bisentina diventò proprietà privata. Ancora oggi per
visitare l'isola è indispensabile l'autorizzazione degli attuali
proprie-tari, Principi del Drago.
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