Canino

II paese è situato ai margini della maremma, a cir­ca 40 km. ad ovest di Viterbo. Il territorio caninese è attraversato da numerosi fiumi, tra cui il Timone, affluente del Fiora. A circa tre chilometri dal paese sorge il Monte Canino (496 mt.) che, a differenza dei Monti Volsini e Cimini, ha origini geologiche sedimentarie. 

Le sue campagne sono famose per la ricchezza di cacciagione e la prelibatezza dei suoi prodot­ti, fra i quali spicca il celebre olio extra vergine di oliva, ricavato dalla varietà d'ulivo "Canino". L' origine del paese è legata alla "gens Canina", antica famiglia etrusco di Vulci, e, quindi, ad un antico insediamento etrusco, poi assorbito da Roma, di cui rimangono pochi resti.

Si trova traccia di Canino in alcuni documenti pontifici del IX sec.; nel XIII sec. fu ceduto prima a Viterbo, poi passò sotto il vassallaggio di Tuscania. Nel 1354 tornò sotto lo tutela pontificia con il Cardinale Albornoz che lo cedette in vicariato ai Farnese, sotto il potere dei quali Canino rag­giunse il suo massimo splendore. Dopo i periodo napoleonico, sotto Luciano Bonaparte, fu venduto ai principi Torlonia fino a quando le terre venne­ro espropriate dall'Ente maremma e distribuite ai caninesi. Risalendo lo stretto Corso, fiancheggiato da vecchi palazzi gentilizi, si arriva in Piazza De Andreis dove sorge una bella fontana, opera del Vignola, su cui si nota lo stemma con i sei gigli dei Farnese.

È fra le città che si contendono il privilegio di aver dato i natali a Paolo III. Presenta alcuni monumenti farnesiani e varie sorgenti termali in attesa di sfruttamento. Nei pressi (15 km.) si trovano le rovine e le necropoli della città etrusca di Vulci, mentre nel Castello dell'Abbadia ha sede un interessante Museo etrusco. Nel territorio circostante alcuni Centri agrituristici sono in grado di organizzare affascinanti passeggiate a cavallo nella Maremma laziale, fino alle spiagge tirreniche.

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