BOLSENA

 

 

Basilica di S. Cristina.

Si trova al centro del complesso religioso, costituito dalla cappella del Miracolo, a sinistra, e l'oratorio di S. Leonardo, a destra. Eretta nell'XI sec., ha facciata rinascimentale a cui si affianca un bei campanile del XIII sec. con tre ordini di bifore; nella lunetta che sovrasta il por­tale centrale troviamo una ceramica di scuola robbiesca, raffigurante la Madonna con Bambino tra i S.S. Cristina e Giorgio. L'interno E’ diviso in tre navate da colon­ne bombate, con tre absidi e tetto a capriate. A metà della navata di destra si apre la Cappella del Rosario con vol­ta a crociera e finestre in stile gotico, mirabili affreschi del XV sec., alcuni di scuola sene­se, e un polittico di Sano di Pietro raffigurante la Madonna con Bambino e santi. In fon­do alla na­vata destra, accanto all’altare maggiore , si trova la Cappella di Santa Lucia con af­freschi di scuola umbro-senese che vanno dal XIV al XVI sec..

In fondo alla navata sinistra si apre la Cappella di S. Andrea che conserva una grande tela set­tecentesca sul martirio di S. Cristina. Lungo la navata sinistra troviamo un portale ro­manico di marmo bianco, riccamente ornato e no­to come Porta Matildea, che attraverso la Cappella di S. Cristina, dove si conservano le re­liquie della Santa, immette nella Cappella del Miracolo. Eretta in pure forme barocche nel 1693, ha la fac­ciata del XIX sec., opera del Vespignani, conser­va al suo interno, riparati da una custodia dorata, i marmi insanguinati del miracolo; lo sfarzo ecces­sivo della Cappella è in netto contrasto con la suggestiva semplicità della Grotta di S. Cristina, chiesa paleocristiana, nella quale, intorno al IV sec., ebbe origine il culto della Santa.

Al suo in­terno si trova il piccolo altare del miracolo Euca­ristico, riparato da un baldacchino sorretto da quattro colonne in stile corinzio con sullo sfondo una ceramica di scuola robbiesca; nell'altare è incorporata la pietra su cui sono impresse le im­pronte dei piedi della Martire. Cristina, convertitasi al Cristianesimo, fu sottoposta, dal suo stesso padre Urbano, prefetto romano di Bolsena sotto Diocleziano, ad inaudite torture, tra le quali il ten­tativo di affogarla nel lago con al collo la pesan­te pietra, quella appunto inserita nel paliotto dell'altare, che doveva portarla a fondo ma che rimase miracolosamente a galla e sulla quale, la Santa, tornò a riva. Attraverso un arco, in fondo alla Grotta di S. Cristina, si accede al sepolcro della Santa, sormon­tato da un monumento funebre con statua robbiesca e, poi, alle catacombe non del tutto esplorate.

   

Chiesa di S. Francesco.

Romanica del XIII sec. con un gradevole portale gotico, ha l'interno co­stituito da un'unica navata con abside quadrata

e tetto a capriate e vi si conservano resti di affre­schi ed un dipinto del XVIII sec., attribuito al Trevisani.

  

Rocca Monaldeschi.

Domina il borgo medieva­le, fu edificata a scopo di difesa con architettura lineare ed armonica; ha pianta a quadrilatero ir­regolare con snelle torri d'angolo che rivelano l'o­riginaria struttura gotica.

  

Palazzo del Drago.

Edificio in stile rinascimen­tale con notevoli elementi architettonici di influen­za toscana, ha al suo interno una serie di affreschi interessanti perché documentano la presenza di una fase manieristica romana anteriore a quella degli Zuccari.

      

Ruderi dell'antica cinta muraria.

Sono co­stituiti da blocchi di tufo con elementi alfabetici etruschi e monumenti funebri del I sec. d.C..