Chi avrebbe scommesso su un risultato diverso del voto? La Spending Review rimane tutta nostra! Non di certo degli Onorevoli e delle loro "onorevoli" spettanze!
NO della Commissione Industria del Senato all'emendamento al Decreto Sviluppo che mirava alla riduzione degli stipendi dei Parlamentari (deputati e senatori).
Ci stupiamo? Come potremmo
pensare che i nostri Parlamentari decidano di ridursi lo
stipendio, abituati come siamo a vedere
politici di vario livello e colore arraffare tutto
l'arraffabile, oltre ai già lucrosi stipendi e annessi e
connessi benefit di cui sono
destinatari?
Come è possibile immaginare che la Casta, priva
nel suo complesso - haimè - di
senso civico, decida di fare un "sacrificio" e ridurre
la propria ricchezza in un momento di grave
crisi per il Paese?
L'emendamento in questione, avanzato dalla senatrice Pd Leana Pignedoli, che proponeva di ponderare gli stipendi dei parlamentari italiani su livelli europei (destinando il risparmio all'occupazione giovanile) non ha dunque passato il vaglio dell'ammissibilità del Senato.
Emendamento che recita:
"Al fine di reperire, attraverso la riduzione del costo
della rappresentanza politica nazionale, maggiori
risorse da destinare al sostegno delle politiche
per la crescita e l'occupazione giovanile, il
trattamento economico omnicomprensivo annualmente
corrisposto ai membri della Camera dei deputati e del
Senato della Repubblica non può superare la media
ponderata rispetto al Pil degli analoghi
trattamenti economici percepiti annualmente dai membri
dei Parlamenti nazionali dei sei principali Stati
dell'Area Euro".
La Commissione industria del Senato che sta valutando l'ammissibilità o meno dei circa 1.800 emendamenti presentati