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Negli
ultimi anni, il numero delle big band è sempre diminuito. Le
cause sono facilmente individuabili nei mutati gusti del
pubblico, negli alti costi di gestione e in una politica di promozione
culturale che si è indirizzata altrove. Coerentemente con
ciò, tanto per fare un esempio illustre, la RAI ha radicalmente
ridotto i propri organici orchestrali. Non mancano casi in
controtendenza, ma coinvolgono un numero limitato di musicisti
professionisti e per l’amatore sembra non esistere nessuno
spazio di partecipazione attiva.
L’esperienza che qui si propone cerca di trovare una possibile
soluzione al problema, ricorrendo agli aiuti dell’odierna
tecnologia ma soprattutto… all’intramontabile
entusiasmo personale. Tramite contatti personali e Forum dedicati
alla musica, si è individuato un buon numero di musicisti
disposti ad aderire all’idea di una big band virtuale. Si
è allestito un elenco in cui ogni musicista appare in base allo
strumento suonato; ognuno si è impegnato a registrare
autonomamente (con tecnologia home-recording che oggi garantisce
risultati di ottima qualità) la propria parte giuntagli per
posta elettronica in formato PDF e come midi file orchestrale. In
pratica si tratta di suonare la propria parte ascoltando il midi file
in cuffia e contemporaneamente registrare la performance che
verrà poi inviata come allegato di posta elettronica
all’autore del brano, che si incaricherà
dell’editing (sincronizzazione tra le tracce, inserimento di
effetti, scelta dei volumi,…). La cosa, sotto un profilo
tecnico, funziona, e ripropone in versione artigianale ciò che
spesso avviene negli studi di registrazione. Si tratta di una soluzione
eccezionalmente economica basata sull’”uno per tutti, tutti
per uno” che con un impegno modesto permette ad ogni musicista di
partecipare attivamente ad un organico altrimenti irraggiungibile.
L’esperienza è utilissima anche per gli aspiranti autori,
che così hanno la soddisfazione di ascoltare i propri brani
eseguiti da una big band. Ci piace però immaginare che
l’idea, nata dalla virtualità, possa generare cose
estremamente concrete come l’amicizia tra i membri e scambi di
opinioni ed esperienze (stanno gomito a gomito appartenenti ad almeno
tre generazioni diverse; principianti a fianco di apprezzati
professionisti): anche questo è il bello della musica, che non
ha confini.
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