"(...) A fare le spese del più grosso scandalo hollywoodiano degli anni
Venti fu Roscoe Arbuckle detto "Fatty" (il Grassoccio). Ex-garzone di un
idraulico, Arbuckle si buttò nel cinema nel 1913, sfruttando il suo gioviale
aspetto di grassottello: durante una riparazione idraulica in casa di Mark
Sennet, il giovane attirò l'attenzione del produttore proprio per la sua
mole (120 chili) cui faceva da paradossale contraltare una certa agilità.
Come spesso accadeva in quegli incredibili giorni pionieristici, "Fatty"
diventò in poco tempo un autentico divo, in farse e comiche piene di
inseguimenti e torte in faccia, accanto a miti del suo tempo come Charlie
Chaplin e Buster Keaton. L'America non ci mise molto ad amare quella figura
simpatica, da cicciottello rassicurante della porta accanto. Un simpatico
pasticcione, ecco come agli occhi del pubblico americano appariva il "buon"
"Fatty" Arbuckle, che i fans e la stampa amavano definire, con un gioco di
parole, The Prince Of Whales, la cui acca galeotta inserita nella parola
Wales (Galles), trasformava il significato da Principe di Galles a Principe
delle Balene. Grazie a questa immagine l'attore che nel 1913, lavorando sul
set, guadagnava tre dollari al giorno, cinque anni dopo pretendeva dalla
Paramount cinquemila dollari alla settimana.
Il personaggio da fumetto amato dalle famiglie americane, però, nascondeva
tutt'altre abitudini. Qualche voce girava, in effetti, sui festini
luculliani e orgiastici che "Fatty" amava organizzare invitando il Gotha
hollywoodiano: party girls disinibite (e strapagate) avevano il compito di
allietare gli ospiti, e Arbuckle stesso, sotto ogni aspetto.
Il pubblico era però disposto a chiudere un occhio, fingendo che non
esistessero prove sul fatto che il gioviale Arbuckle fosse in realtà un
depravato. La carriera di Arbuckle bruciò in un attimo quando l'attore
sorpassò ogni limite. Da tempo il divo teneva d'occhio una ex fotomodella di
Chicago di nome Virginia Rappe, approdata al cinema grazie ad una copertina
di un disco.
Lo stesso produttore di Arbuckle, Sennett, l'aveva ingaggiata per alcune
parti minori, che comunque non contribuirono a consolidare la sua fama tanto
quanto la sua predisposizione a concedersi ad attori e produttori. "La
ragazza meglio vestita del cinematografo" (a quei tempi la stampa dava dei
titoli da sfoggiare come onorificenze) fece il passo definitivo
nell'universo hollywoodiano quando la Fox le propose un contratto offrendole
la parte principale in Twilight Baby. Ora che era una diva, la giovane Rappe
non poteva negarsi al rito indispensabile dei party hollywoodiani. Come
quello - monumentale - organizzato da "Fatty" per festeggiare il suo
principesco contratto con la Paramount.
La grande festa era programmata a San Francisco, dove Arbuckle sarebbe
arrivato in pompa magna a bordo di una nuova Pierce Arrow da venticinquemila
dollari, costruita apposta per lui. L'attore affittò tre appartamenti
comunicanti al lussuosissimo Hotel St. Francis, sfruttò i contatti nella
malavita per rifornirsi di fiumi di alcol (si era nell'era del
proibizionismo, ma gli dei di Hollywood si vantavano di essere sopra le
leggi dei comuni mortali), e preparò lo scenario per il grande evento.
Evento che si trasformò in tragedia quando nel pieno della festa -
prevedibilmente a base di alcol e cocaina - "Fatty", completamente ubriaco,
portò in una stanza appartata proprio Virginia, che da tempo cercava di
adescare.
Nel processo che conseguì alla morte della Rappe, i testimoni dichiararono
che il silenzio piombò sulla festa quando urla disperate giunsero dalla
stanza di Arbuckle: quando l'attore si decise ad aprire la porta dopo le
continue insistenze della gente, non riuscì che a sfoggiare un sorriso
ebete, una camicia da notte a brandelli e il cappellino della Rappe sulla
testa. "Andate di là a vestirla e portatela via, fa' troppo chiasso", il
commento di Arbuckle, "Muoio, muoio, mi ha fatto male", quello della povera
Virginia, le cui ultime parole in ospedale furono "È stato Arbuckle a ridurmi così, vi prego, fate che non la passi liscia!". Dal coma in cui
cadde l'attrice non emerse più e il 10 settembre 1921 morì, a un anno esatto
dalla morte di Olive Thomas. Le cause della morte della Rappe non si
scoprirono mai, grazie anche ad "interventi" sulle prove materiali fatti
opportunamente sparire dai potenti amici di Arbuckle. Quel che i testimoni
assicurarono era la presenza in scena di una bottiglia, con la quale era
facile immaginare come Arbuckle avesse potuto arrecare alla ragazza lesioni
interne.
Nei mesi seguenti ulteriori indagini svelarono la verità: la Rappe era morte
di peritonite a causa del "trattamento" subito. Il gioviale "Fatty", idolo
dei bambini e delle famiglie americane, era finito. La stampa si gettò a
pesce sulla storia, e il senso di giustizia dell'America puritana non mancò
di isolare l'ormai ex divo. I film di Arbuckle vennero ritirati dal circuito
cinematografico, l'attore finì in carcere a San Francisco, gli interventi
del potente produttore Adolph Zukor, che aveva investito nell'attore milioni
di dollari, non poterono nulla. A questo si aggiunse l'atteggiamento di
Arbuckle, assolutamente privo di rimorso, e quello dei suoi avvocati, che
cercarono di sminuire la faccenda ricordando alla Corte che la Rappe era una
donna di facili costumi.
Dopo tre processi contrastanti, "Fatty" venne clamorosamente assolto (i
testimoni, così precisi nelle prime udienze, divennero sempre più confusi):
era il 12 aprile 1922. In ogni caso - scrive Kenneth Anger - "Arbuckle non
trovò più modo di recitare. Solo pochi amici, come Buster Keaton, gli
rimasero fedeli. Fu Keaton a consigliargli di cambiar nome, facendosi
chiamare Will B. Good (cioè will be good: farò il bravo). Anni dopo "Fatty"
adottò il nome di William Goodrich e trovò lavoro come gagman e regista di
comiche". Il buon cicciottello di Hollywood finì la sua vita nei gorghi
dell'alcol: nel 1931 fu arrestato per guida in stato di ubriachezza, e
irrise gli agenti che lo avevano fermato buttando la bottiglia che aveva in
mano e dicendo "Tanti saluti alle prove!". Non furono pochi quelli che
pensarono che lo stesso gesto Arbuckle lo avesse fatto dieci anni prima con
un'altra bottiglia. Il 28 giugno 1933 Arbuckle moriva a New York all'età di
46 anni".