IMPROVVISE AZIONI PRENDE POSIZIONE...

Dopo aver letto i numerosi comunicati che girano in rete, vogliamo esprimere il nostro punto di vista sulla situazione internazionale dopo gli attacchi terroristici agli Stati Uniti.

Nei rapporti umani interpersonali, la via da seguire quando pare di aver subito un torto é quella di indagare con l’osservazione nel proprio pensiero e modo di vivere, cercando la nostra responsabilità, o quantomeno corresponsabilità per quello che ci é successo. I semi della violenza e dell’avversione si possono curare solo dentro se stessi.
Cio’ su cui si puo’ agire subito durante una discussione o un litigio é solo quello che si agita nella nostra testa.
Questo modo di fare forse non risolve subito tutti i problemi, ma sappiamo bene che altri metodi FINGONO soluzioni radicali per finire invece col piantare semi di nuove e piu’ pericolose catastrofi.
La guerra é una di queste situazioni.
I governanti dei paesi minacciati dal terrorismo di ogni specie (e anche gli abitanti di questi paesi) farebbero bene a chiedersi quali possono essere tutte le cause e concause di quello che succede; probabilmente si puo’ trovare qualche ragione per fare un passo indietro nelle proprie convinzioni, rivedere la situazione in base a una prospettiva meno ego-centrata, individuare e curare anche le proprie responsabilità.
Questo non significa chinare la testa davanti alla mostruosa uccisione di 10 mila - 1000 - 10 - anche una sola persona: significa rendersi conto della realtà, vederla senza preconcetti, riflettere sulla concatenazione di causa e conseguenza, ripartire da questa consapevolezza per un’azione che realmente porti a un progresso sulla strada della comprensione reciproca.
Chi ha usato questo metodo anche una sola volta nel confronto con un altro singolo individuo conosce la sua efficacia. Puo’ essere sensato usare questo tipo di analisi e di azione conseguente anche nella politica internazionale?
Questa domanda poniamocela tutti.
Non c'é nulla da firmare, nessun appello da far circolare, nessuna catena da continuare.
Solo qualcosa da cambiare.
Il cambiamento ha sempre inizio nella propria coscienza.

(scritto il 22 settembre 2001, in un pomeriggio di sole e nuvole...)

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