TESINA PER L’ESAME FINALE
Storia di Adolf
Hitler
La persecuzione degli Ebrei
Il Mein Kampft
Esperimenti medici nei campi di concentramento
Approfondimento: Primo Levi

VIOLATO RICCARDO
Sommario
1.Storia di
Adolf Hitler

2.La persecuzione e lo sterminio degli Ebrei
2.1
Le fasi del processo
2.2
La Deportazione
2.2.1
La deportazione in Italia
2.2.1.1
16 ottobre 1943
2.3 I Divieti imposti agli ebrei
2.4
Il Progetto Madagascar
2.5 Le conseguenze psichiche sui
sopravvissuti
-alla fine della guerra
3.Il Mein Kampf Riassunto
3.1 Il concetto di razza superiore
3.2 Il ruolo dello stato per la conservazione
della razza
3.3 Le minoranze agguerrite
3.4 La riproduzione umana
3.5 L’educazione dei giovani
3.6 L’antiparlamentarismo
3.7 I progetti sugli ebrei
3.8 I rapporti con gli altri partiti
3.9 La propaganda
3.10 Marxismo ed Ebraismo
3.11 I comizi
3.12 Il vessillo nazista
3.13 I rapporti fra stato e chiesa
3.14 Il concetto di responsabilità
tot
3.15 La politica estera
3.16 Lo spazio vit
3.17 La conclusione del Mein Kampf
4.Esperimenti medici nei campi di concentramento
4.1
Esperimenti sul congelamento
M.C. Escher - Liberazione
4.2 Esperimenti
su ustioni e avvelenamento
con fosgene e iprite
4.3 Altri
esperimenti
5.Approfondimento: Primo Levi
5.1 Poesia: “Se questo è un uomo”
ho scelto questo argomento per la
mia tesi per vari motivi.
Il
primo e princip
Della
seconda guerra mondi
E’ stato un argomento molto discusso fino a qualche anno fa. I capi nazisti sono stati tutti processati sia per la persecuzione ebrea che per le cause della guerra in sé.
Una guerra che ha colpito anche i civili e ha causato milioni di morti in tutto il mondo.
Molti
di questi capi sono stati condannati al carcere, altri uccisi dalle comunità
ebree di altri stati o residenti nello stato di Israele.
Lo
stato di Israele venne creato il 29 novembre 1947 dall’ONU e fu ottenuto dalla
divisione della P
Questo
dramma deve avviare uno stile di vita mondi
Alla mia famiglia
1. BIOGRAFIA: ADOLF HITLER

Nacque a Branau, presso Linz, in Austria, il 20 aprile 1889, da dove, nel 1906, rimasto orfano, si trasferì a Vienna, non riuscendo, però, a farsi ammettere all’Accademia delle belle arti.
Proprio in questo periodo, trascorso, per poter sopravvivere, a fare il decoratore, subì le prime influenze anti-semite, che lasciarono in lui una traccia profonda.
Trasferitosi a Monaco nel 1912, lavorò come pittore edile e,
allo scoppio del primo conflitto mondi
Crollato il reich del kaiser Guglielmo II, fece, deluso, ritorno il Germania, individuando nei comunisti e negli ebrei la causa della sconfitta.
Nel luglio 1919, un suo superiore, Gottfried Feder, lo mise in contatto con un piccolo gruppo nazionalista di estrema destra, fondato da Anton Drexler, denominato "partito dei lavoratori tedeschi" e ribattezzato, di lì a poco, "partito nazional-socialista dei lavoratori tedeschi"; Hitler divenne, in poco tempo , leader indiscusso di quella piccola formazione, che predicava il ritorno della Germania ad un ruolo di grandezza, propugnando, fortemente, la lotta anti-semita.
Dopo il fallito colpo di stato del 1923, nel cosiddetto putsch della birreria, Hitler venne arrestato e condannato a 5 anni di carcere, nella fortezza di Landsberg; la prigionia durò, in realtà, solo nove mesi, trascorsi, dal futuro fuhrer, a dettare, al fido compagno Hess, il "Mein Kampf, il libro della teoria nazional-socialista, ove erano indicati quei principi cardini che, poco tempo dopo, avrebbero trovato drammatica attuazione.
Uscito dal carcere Hitler riorganizzò il partito che, nel giro di pochi anni, il 30 gennaio 1933, riuscì a conquistare il potere, con la nomina dello stesso Hitler, da parte del presidente Hindenburg, a cancelliere del reich.
Dopo aver conquistato, paradossalmente, in modo democratico, il potere, il nazional-socialismo eliminò, progressivamente, ogni forma di opposizione, fino a demolire quello che rimaneva della debole repubblica di Weimar, anche grazie al terrore scatenato dalle SS (Squadre Speciali) e dalle SA (Squadre d’Assalto).
Con la morte del presidente Hindenburg, Hitler, concentrò nelle sue mani le cariche di presidente e cancelliere, divenendo fuhrer del III reich e, di fatto, dittatore, avendo ottenuto, nel marzo 1933, i pieni poteri da un reichstag, ormai totalmente in mano alla volontà degli uomini con la svastica.
Dopo aver realizzato uno stato totalitario, i vertici del reich, diedero il via all’applicazione del programma nazista, procedendo ad un potente piano di riarmo e alla persecuzione sistematica degli ebrei, privati di ogni diritto.
Negli anni pre-bellici Hitler, mostrò i muscoli di una Germania ormai tornata ai fasti di un tempo, con l’occupazione della Renania, l’annessione dell’Austria e quella della Cecoslovacchia, che fece seguito alla conferenza di Monaco del 1938, quando le potenze europee, con la mediazione di un Mussolini giunto al culmine della sua parabola ascendente, per scongiurare la guerra, acconsentirono alla cessione, al reich, della regione dei Sudeti, fortemente reclamata dal fuhrer.
L’invasione della Polonia scatenò la seconda, tragica catastrofe che vide un Hitler, prima condottiero di una nazione apparentemente invincibile e poi, dopo Stalingrado, dopo El Alamein, dopo lo sbarco in Normandia, guida confusa e sbiadita di un nazismo ormai prossimo alla capitolazione.
Con le sterminate armate del reich, ridotte ad un manipolo di ragazzini della gioventù Hitleriana, con l’armata rossa alle porte di una Berlino irriconoscibile, il fuhrer della grande Germania, seppellito da mesi nel bunker della cancelleria, completamente distrutto e rassegnato ed ormai totalmente avulso dalla realtà, decideva di suicidarsi, con una capsula di cianuro, insieme ad Eva Braun, la donna che aveva deciso di morire con lui e che aveva sposato la sera prima.
Era il 30 aprile del 1945; solo due giorni prima, il 28, il
cadavere del suo grande alleato, Benito Mussolini, duce del fascismo, era stato
esposto, dalle forze partigiane, in Piazza Loreto a Milano.
2.1 Le fasi del processo
La persecuzione degli ebrei ebbe inizio nel 1933 e si suddivise in tre grandi fasi che riassumo nello schema sottostante:
|
Fasi del
processo |
Comportamento
dello stato nazista |
Risvolti
Economici |
|
Definizione (1933 – 1939) |
Discriminazione degli ebrei tedeschi ed austriaci |
Arianizzazione dell’economia del Reich |
|
Concentrazione (1939 – 1940) |
Reclusione degli ebrei polacchi in ghetti |
Sfruttamento della manodopera ebraica |
|
Annientamento (1941 – 1945) |
Eliminazione fisica di tutti gli ebrei nell’Europa occupata |
Riciclaggio degli effetti personali degli ebrei uccisi |
Non dobbiamo però lasciarci ingannare dall’ultima colonna “Risvolti Economici” e pensare che Hitler avesse fatto tutto questo solo per scopi economici, perché di fatto non fu così.
Se infatti in un primo momento, quindi nelle prime due fasi, questo fu un vantaggio per l’economia tedesca, la terza fase richiese uno sforzo economico alle casse statali non indifferente. Ma l’imperativo era “UCCIDERE TUTTI GLI ISRAELITI”, il tutto giustificato con motivazioni ideologiche. Infatti la manodopera qualificata dei ghetti fu mandata, senza esitazioni, alle camere a gas. Il lavoro dei prigionieri non era quindi a scopo produttivo, ma aveva solo il compito di sfinire i detenuti.
I prigionieri assumevano le caratteristiche di ipocrisia, falsità, immoralità e indifferenza che l’ideologia nazista assegnava loro.
Il lager era considerato un laboratorio dove i nazisti riuscivano a produrre il tipo ebreo che in natura non esiste ma da loro odiato.
Schema riassuntivo dell’idea nazista:

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Nel 1935 furono promulgate le Leggi di Norimberga che definiva chi fosse da ritenere ebreo. In definitiva era considerato ebreo:
- chi aveva almeno 3 nonni ebrei;
- se aveva solo 2 nonni ebrei, veniva considerata ebrea se era iscritta alla Comunità religiosa giudaica;
- chi, avendo due nonni ebrei, fosse sposato con un ebreo/a.
Inoltre:
- erano vietati i matrimoni e i rapporti sessuali tra ebrei ed ariani.
La
discriminazione trovò attuazione nella Notte dei cristalli: Joseph
Goebbels, ministro della propaganda, diede ordine che nella notte tra il 9 e il
10 novembre 1938 i militanti delle organizzazioni naziste attaccassero su tutti
il territorio nazion

Risultato: 36 persone uccise; 101 sinagoghe incendiate e 7500 negozi devastati.
Causa: il 7 novembre un ebreo polacco, Marinus Van der Lubbe, uccise un funzionario dell’ambasciata tedesca di Parigi per protestare contro le violenze che subirono in Germania i suoi genitori.
Conseguenze: gli ebrei furono esclusi dalle scuole e da tutte la manifestazioni di cultura tedesca. Successivamente si procedette all’arianizzazione dell’economia, cioè tutti gli ebrei che fossero titolari di industrie o di un’impresa, furono obbligati a venderle, a prezzi bassissimi, allo stato o ad un ariano.

Precedentemente, nel 1933, gli ebrei furono licenziati dagli impieghi pubblici.
I Ghetti: Successivamente, le autorità
trovandosi di fronte ad un numero elevatissimo di persone razzialmente
inferiori, decisero di istituire dei ghetti nelle città principali. Alcuni
quartieri vennero
recintati
e questi inferiori furono concentrati in queste zone. Essi non potevano uscire
per alcun motivo e il muro era sorvegliato dalla polizia.
All’interno di questi ghetti le condizioni di vita si fecero drammatiche. Sotto il profilo igienico - sanitario trovarono ampia diffusione malattie come il tifo; basti pensare che in un vano erano concentrate 14-15 persone.
Durante l’operazione Barbarossa, mentre l’esercito avanzava in campo russo, le squadre mobili di massacro procedevano a catturare ed uccidere ogni ebreo che fossero riusciti a trovare. Il lavoro che dovevano compiere era orribile. Infatti molti di loro, durante le operazioni, erano sotto l’effetto di alcool o droghe. Essi dovevano uccidere dall’alba al tramonto, letteralmente immersi nel sangue e rischiando il crollo psicologico.
Successivamente Himmler ordinò che venisse trovata una soluzione e si iniziarono a usare le camere a gas.
I
campi di sterminio e le camere a gas: non dobbiamo confondere i campi di
sterminio con quelli di concentramento. Nei primi gli ebrei che arrivavano
venivano subito uccisi,
nei campi di concentramento venivano fatti
lavorare.
Nelle camere a gas era possibile uccidere circa tremila persone in due ore. All’incirca venivano mandati alla morte duecento ebrei al colpo. I campi di sterminio erano considerati catene di morte.
Nei campi di sterminio arrivavano treni pieni di persone da
eliminare. Un treno mediamente era lungo dai 30 ai 50 vagoni. Gli ebrei quando
arrivavano venivano fatti spogliare e poi mandati nelle camere a gas. Tutta
questa operazione durava all’incirca 3 ore. 3 ore per eliminare un numero di
persone t
Il perfezionamento: I campi di sterminio rappresentarono un perfezionamento nella tecnica di eliminazione ebrea. Chi uccideva riusciva a prendere le distanze dalla vittima riducendo al minimo il proprio coinvolgimento nell’atto diretto dell’uccisione. Questo a favore della ragione e della psiche degli esecutori.
Conferenza di Wannsee: 20 gennaio 1942, era finalizzata a pianificare lo stermino degli ebrei presenti in tutti i territori sotto la dominazione tedesca.
2.2 La deportazione
Entrata
del campo di Auschwitz. La scritta “Arbeit macht frei” significa “Il lavoro
rende liberi”.

La deportazione rappresentò il più grande orrore nella storia del ‘900. Per i numeri furono deportati (…) ebrei nei vari campi di concentramenti presenti in Germania, Polonia e Austria.
Gli ebrei venivano preventivamente smistati nei vari campi di concentramento. Successivamente venivano caricati nel treno che portava al campo cui erano destinati. Durante il viaggio, sotto i sole cocente d’estate o nel gelido freddo d’inverno, che durava di solito qualche giorno, alcuni di loro, magari i più deboli o alcuni che si ammalavano, morivano.
Subito, all’arrivo, veniva fatta la prima selezione. Gli
affetti da qualsiasi handicap, vecchi, malati venivano subito mandati alle
camere a gas. Chi passava la prima selezione veniva spogliato di ogni suo
effetto person
Non tutti comunque i malati e gli handicappati venivano mandati alle camere a gas, alcuni di questi venivano usati come cavie umane per gli esperimenti dei loro “pazzi” scienziati (v.sotto).
La condizione dei lavoratori: i lavoratori erano
sottoposti ad una condizione di vita durissima: sottoposti alle violenze dei
guardiani e a un lavoro micidi
Nel gergo del campo i musulmani erano il prigioniero distrutto dalla fatica, dalle percosse e dalle privazioni, privo di emozioni, pensiero e coscienza. Vengono descritti così: “Sembravano maschere, con uno sguardo strano e le pupille innaturalmente dilatate. Soffrivano di apatia, sonnolenza, rallentamento e indebolimento dei processi vitali”.
I più deboli di spirito se non venivano uccisi dai tedeschi rilasciavano morire, smettendo di mangiare e di bere.
Per i numeri si suppone che siano stati uccisi all’incirca 6 milioni di ebrei. La loro provenienza all’incirca è questa:
Polonia fino a 3 milioni
URSS più di 700.000
Romania 270.000
Cecoslovacchia 260.000
Ungheria più di 180.000
Lituania fino a 130.000
Germania più di 120.000
Paesi Bassi più di 100.000
Francia 75.000
Lettonia 70.000
Jugoslavia 60.000
Grecia 60.000
Austria più di 50.000
Belgio 24.000
Italia (Rodi compresa) 9.000
Estonia 2.000
Norvegia meno di 1.000
Lussemburgo meno di 1.000
Danzica meno di 1.000
Di queste, più di 800.000 morirono durante la costituzione dei ghetti o per privazioni, oltre 1.300.000 furono uccise nelle “operazioni mobili di sterminio” (fucilazioni di massa o altro), circa 3.000.000 sono scomparse nei campi di sterminio nazisti (1.000.000 solo ad Auschwitz).
2.2.1 La deportazione in Italia
Non dobbiamo dimenticare però che la deportazione non fu un
fenomeno solamente nazista. Mussolini infatti, in quanto legato politicamente a
Hitler, dovette, penso a suo malgrado, seguire la sua politica razzi
Il 4 settembre del 1940 Mussolini firmò un decreto con cui vennero istituiti i primi 43 campi di internamento per cittadini di paesi nemici. In realtà in questi campi furono concentrate varie categorie di persone: gli ebrei italiani antifascisti, gli stranieri sudditi di "paesi nemici", gli ebrei stranieri, gli zingari, gli antifascisti italiani. I campi fascisti non erano dei lager ma unicamente dei campi di concentramento
2.2.1.1 Il 16 ottobre 1943
«La grande razzia nel vecchio Ghetto di Roma cominciò attorno alle 5,30 del 16 ottobre 1943. Oltre cento tedeschi armati di mitra circondarono il quartiere ebraico. Contemporaneamente altri duecento militari si distribuirono nelle 26 zone operative in cui il Comando tedesco aveva diviso la città alla ricerca di altre vittime. Quando il gigantesco rastrellamento si concluse erano stati catturati 1022 ebrei romani.
Due giorni dopo in
18 vagoni piombati furono tutti trasferiti ad Auschwitz. Solo 15 di loro sono
tornati alla fine del conflitto: 14 uomini e una donna.
Tutti gli altri 1066 sono morti in gran parte appena arrivati, nelle camere a
gas. Nessuno degli oltre duecento bambini è sopravvissuto.»
(F.
Cohen, 16 ottobre 1943. La grande razzia degli ebrei di Roma)
2.3 I divieti imposti agli ebrei
Non uscire di casa dopo le otto di sera.
Non prendere un alloggio indipendente.
Non cambiare casa al di fuori di determinati quartieri, e sempre in subaffitto.
Non frequentare fiaschetterie, caffè, osterie, cinema, teatri e concerti,
tranne quelli autorizzati.
Non andare nei parchi e nei giardini pubblici.
Non andare nei boschi della città.
Non allontanarsi dalla cerchia urbana.
Per chi abitava quindi fuori dei quartieri stabiliti non poteva andare a casa e
in nessun altro luogo, se non con un permesso speci
Non salire in tram sulla vettura motrice, soltanto nell'ultimo rimorchio, e, se
l'ingresso è al centro, solo nella parte posteriore della vettura.
Non fare acquisti nei negozi in altri orari che dalle 11 alle 13 e dalle 15
alle 17.
Non recitare in teatro, né svolgere qualsiasi altra attività in pubblico.
Non essere membro di alcuna associazione.
Non frequentare scuole di sorta.
Non avere rapporti con membri della Comunità Nazion
2.4 Il progetto “Madagascar”
Inizialmente la judenfrange ebbe come possibile
soluzione l’emigrazione tot
La successiva occupazione di Olanda, Belgio e Francia rese la questione ancora più difficile. Si decise cos’ una modifica nell’idea precedente: invece dell’emigrazione volontaria, trasformarla in involontaria e deportarli in Madagascar, che era una colonia francese.
Ma perché il Madagascar? L’origine dell’idea nasce
nel 1885 da Paul de Lagarde, un antisemita francese, il qu
Tra il 1938 e il 1939 il governo nazista riprese in mano la questione, ma occorreva un accordo con la Francia che nn si riusciva ad avere, così si posticipò il progetto a dopo la conquista della Francia.
Nel maggio del 1940 Himmler si dichiarò favorevole all’idea in quanto considerata la migliore soluzione e anche il Fuhrer la giudicò “molto valida e corretta”.
Non esisteva ancora però un piani di attuazione concreto in quanto esisteva un ulteriore intoppo. L’Inghilterra era la dominatrice incontrastata dei mari e non avrebbe permesso la deportazione, che doveva essere fatta via mare. Hitler pensò quindi di posticipare ancora, questa volta dopo la conquista dell’Inghilterra. Le cose però non andarono come previsto in quanto la battaglia d’Inghilterra fallì e conseguentemente il piano Madagascar cominciò ad essere considerato irrealizzabile.
Il fallimento dell’invasione dell’URSS nel giugno del 1941
porto i capi nazisti a considerare una diversa soluzione per
2.5 Le conseguenze psichiche sugli ebrei alla fine della guerra
Alla fine della guerra, coloro che sopravvissero ai campi di
concentramento e alla deportazione fin
Penso comunque nessuno sia riuscito a dimenticare le
condizioni in cui visse durante
Si dice che molti di loro abbiano avuto conseguenze
interiori a tutto ciò, quali momenti di depressione tot
I più forti d’animo sono riusciti a superare tutto ciò,
senza però dimenticare, in quanto penso sia impossibile, una t
I più deboli invece furono invasi da una serie di sensi di colpa. “Anche io ero lì, nel campo con mille altri, gli altri sono morti, perché io no? Perché io mi merito di vivere e gli altri no?”, questo è quanto pensavano gli ebrei sopravvissuti. In conseguenza a questa situazione interiore, molti di loro si sono persi d’animo, non riuscivano a portare sulle spalle un simile peso, un simile ricordo e decisero di farla finita.
Si suicidarono.
Sembra quasi un controsenso, essere scampati all’eliminazione nazista, aver imparato il valore della vita e aver provato lo stare in bilico fra la vita e la morte, e poi tornare a casa e…suicidarsi.

Hitler
scrisse il Mein Kampf (La mia battaglia) durante la sua prigionia a causa del
tentato colpo di stato, nel 1924. Lo scritto, pubblicato l'anno dopo, nel
luglio del '25, costituisce il manifesto del suo pensiero nazionalistico tedesco,
superiorità della razza ariana, odio contro gli ebrei, marxisti e liberali. Qui
di seguito sono riportati i punti toccati da Hitler nel libro. Per ogni punto
ho riportato solo un breve riassunto. Sono consapevole che ai fini
dell’interrogazione quanto scritto in questo capitolo sia solo una divulgazione
inutile, ma ritengo importante riportare, anche se solo il riassunto, ogni
argomento trattato in quanto non dobbiamo dimenticare che fu, per circa
vent’anni, la base su cui Hitler e tutto il nazismo si mosse e su cui operò.
3.1 Il concetto di razza superiore: Hitler spiega il concetto di razza superiore: una razza predeterminata ad essere dominante, superiore a tutte le altre. Così voluta dalla Natura e da Dio stesso. E’ l’occasione per riaffermare ancora una volta che il “macroscopico” errore di considerare gli uomini tutti uguali sia solo la conseguenza della propaganda dell’ebreo Carl Marx. Spesso nel Mein Kampf vengono sovrapposti ebrei e comunisti, quasi usati come sinonimi. Hitler sfrutta la paura dell’avanzata comunista ( la rivoluzione russa aveva seriamente preoccupato tutti i democratici d’Europa) per portare acqua al mulino dell’antisemitismo.
3.2 Il ruolo dello stato per la conservazione della razza: Lo Stato ha fra le sue funzioni la conservazione della razza germanica. Le germanizzazione è possibile per la terra, ma non per gli uomini. Si può cioè occupare un territorio, imporre la lingua tedesca e le sue leggi, ma non per questo si creerà un nuovo popolo tedesco. La razza si tramanda col sangue e non con la dominazione politica o con la lingua comune.
3.3 Le minoranze agguerrite: Il concetto di
minoranza agguerrita e dominante. E’ la natura stessa a fornire a questa
minoranza le armi per
3.4 La riproduzione umana: Hitler aveva idee anche per
indurre i giovani a procreare sotto condizione. Lo Stato Nazion
dalla
politica l’indicazione circa l’abbigliamento ed i comportamenti funzionali alla
seduzione delle giovani tedesche.

3.5 L’educazione dei giovani: si parla circa quella che dovrà essere l’educazione impartita ai piccoli tedeschi i quali dovranno essere allevati nella consapevolezza che lo Stato ha la priorità su qualsiasi altra cosa.
Chi ama
L’appartenenza alla pura razza ariana va inculcata nelle menti fin dalla più tenera età.
3.6 L’antiparlamentarismo:Secondo Hitler il comando deve essere concentrato
nelle mani di un solo individuo ed il parlamento ha solo funzione consultiva.
La democrazia parlamentare è per il futuro dittatore la causa della decadenza
di Stati e
popolazioni.
3.7 I progetti sugli ebrei:Non è sufficiente sapere
qu
costituzione nazion
3.8 I rapporti con gli altri partiti: Hitler esprime l’acredine nei confronti
dei partiti che avevano osteggiato e ridicolizzato il nascente partito nazional-socialista. E’ già chiaro l’intento che poi realizzerà appena salito al potere di annientarli tutti questi partiti che, ad eccezione di quello nazista, verranno dichiarati fuori legge e molti dei loro dirigenti saranno assassinati.
3.9 La propaganda: La
propaganda del partito nazional-socialista si innesta sul malcontento gener

3.10 Marxismo ed Ebraismo: Hitler non cesserà mai di
sovrapporre, fino a farli divenire un unico feroce nemico, marxismo ed
ebraismo. La paura del comunismo era assai forte in tutta Europa. L’eco degli
eccidi bolschevichi era giunta fino a noi e preoccupava sia la borghesia che le
masse democratiche. Qu
responsabilità agli ebrei nella sanguinosa guerra civile russa?
3.11 I comizi: I primi comizi del partito nazional-socialista si svolgono in un clima autoritario che rifiuta qualsiasi tipo di confronto e dibattito. Chiunque tenti di parlare ( a meno che non sia un compagno di partito autorizzato a farlo) viene espulso in malo modo dalla sala.
3.12 Il vessillo nazista: Hitler sapeva bene quanto la propaganda e le immagini di un partito fossero importanti per far presa sulla folla. La cura nella scelta del vessillo è la dimostrazione dell’abilità del futuro dittatore nel saper coinvolgere le masse anche attraverso l’iconografia.
3.13 I rapporti fra stato e chiesa: Hitler fin dal primo momento, butta l’amo alla Chiesa. Le frasi che seguono hanno il sapore di un’offerta di
coalizzazione (nazismo-cristianesimo) per far fronte comune contro l’ebraismo.
A tutt’oggi è ancora acceso il dibattito circa la posizione
che la Chiesa avrebbe assunto nei confronti del nazismo. A chi avanza critiche
circa il silenzio del Pontefice in molte occasioni viene risposto che la
Chiesa, attraverso numerosi prelati anche residenti in Vaticano, ha portato
aiuto a tante persone in pericolo di vita.
L’analisi dei fatti richiederebbe molto tempo ed un contesto
diverso da questo. Si dovrebbe soprattutto poter accedere ai documenti
originali dell’epoca che sono custoditi in Vaticano e attualmente non
accessibili a tutti gli studiosi.
3.14 Il concetto di
responsabilità tot
3.15 La politica estera:
Il commento alla recente politica estera della Germania è sintomatica delle
posizioni che il Fhurer prenderà in
seguito. La politica estera di Hitler ci riguardava da vicino. Il basso Tirolo
viene citato come un territorio strappato alla Germania, ma di certa
appartenenza a quest’ultima. Facile prevedere che avrebbe fatto di tutto per
riannetterlo al terzo Reich. Non meno angosciante è il concetto di spazio vit
3.16 Lo spazio vit
La Germania deve raggiungere il grado di potenza mondi
3.17
La conclusione del Mein Kampf:
“Ma la storia indicherà ai suoi giudici quelli che
attualmente, aventi il comando, schiacciano la legge e il diritto, che
portarono alla disgrazia ed alla distruzione il proprio paese e che, nella
miseria della patria, pensarono di più a loro stessi che all'esistenza del loro
popolo.
Non citerò ora i fatti che portarono all'8 novembre e lo
finirono. Non lo dirò perché non ci vedo
nessuno scopo redditizio, per il futuro, da quel fatti, e perché non è giusto
ricordare avvenimenti che ancora pesano.
Poi, è poco intelligente accusare delle persone che, forse, intimamente
volevano il miglioramento del proprio popolo, ma non percorsero la strada
giusta. Davanti al cordoglio della
nostra comune Nazione, non avrei voglia di colpire ancora queste persone:
poiché non è mia intenzione scindere fra loro uomini che forse domani
comporranno la vera barriera tedesca contro il fronte degli avversari della
Germania.
Io comprendo che giungerà il giorno in cui anche coloro i
quali un tempo ci avevano giudicati avversari, mediteranno con orgoglio su
quelle persone che per la Germania sfilarono incontro alla morte.
I 18 eroi morti il 9 novembre
Fra
tutti, sono orgoglioso di ricordare la persona che sacrificò la propria
esistenza per scuotere la propria e la nostra gente; l'immolò con lo scritto e
con la mente ed infine con il suo contributo: Dietrich Eckart!
Il
9 novembre 1923, dopo 4 anni di vita, il partito nazional-socialista degli
operai tedeschi fu smembrato e negato in tutta la Germania.
Attualmente, nel novembre 1926, è nuovamente sorto e
riconosciuto in tutta la Germania, più potente e più solido che prima. Tutti i delitti del movimento e dei suoi dirigenti,
tutti gli atti vandalici e le maldicenze non poterono sotterrarlo. La verità dei suoi ideali, la limpidezza
della sua fermezza, il coraggio dei suoi affiliati lo fecero uscire con più
grande slancio al di là di tutto ciò.
Se questo nell’ambiente della nostra attu
Una nazione che, nell’era della soppressione delle razze,
pensa ai migliori elementi della propria stirpe, deve essere un domani la
padrona del mondo.
Ciò è quello che i nostri affiliati non devono scordare,
se l’ampiezza del sacrificio li portasse a non sperare più nella Vittoria.”
Così si conclude il
Mein Kampf: un libro che ha costituito per quasi venti anni la guida ideologica
del nazionalsocialismo. In esso sono ben evidenti, perché dichiarate
esplicitamente, le intenzioni di Hitler nei confronti degli ebrei, dei malati,
dei deboli, degli altri stati, dell’organizzazione interna e totalitaria dello
stato tedesco.
Eppure, nonostante
questo, migliaia di tedeschi (e non solo tedeschi) hanno seguito e spesso
appoggiato la follia di un uomo che ha provocato tanti lutti e sofferenze come
pochi hanno fatto nella storia dell’umanità.
I nazisti durante la seconda guerra mondi
Gli esperimenti avevano lo scopo princip
Alcuni di questi furono intrapresi anche a
scopo militare, ad esempio l’esperimento sul congelamento fu fatto per la
Luftwaffe, la compagnia aerea tedesca occupata nella guerra. In pratica
venivano riprodotte alcune brutte situazioni in cui poteva trovarsi il pilota,
ad esempio ad un’altezza elevata e quindi con poca aria e ad una temperatura
inferiore, per poterle così risolvere da subito a favore della sicurezza dei
piloti e dell’integrità dell’aviazione; oppure per rendere i propri soldati più
sicuri di fronte alle armi del nemico, come capitò per l’esperimento
riguardante le ustioni e avvelenamenti provocati dal fosfogene e l’iprite.
Gli esperimenti che furono eseguiti sono quelli sotto
riportati. Io, per non divulgarmi troppo, ne ho spiegati solo due, degli altri
ho accennato nella parte “Altri esperimenti”, nella qu
Ricordiamo anche che alcuni esperimenti, come quello sulla fratturazione delle ossa, furono eseguiti senza alcun desiderio di scoprire qualcosa di nuovo, in quanto le teorie riguardanti quegli esperimenti erano già state provate e verificate anni prima da altri medici, loro vollero solo verificare l’esattezza delle teorie, ma ottenendo come risultato solo la morte di molte cavie.
Esperimenti sulle grandi
altezze
Esperimenti
sul congelamento
Esperimenti
sulla potabilità dell'acqua marina
Esperimenti
su ustioni e avvelenamenti con fosgene e iprite
Esperimenti
sul tifo petecchi
Esperimenti
sul tifo petecchi
Gli
e sperimenti a Struthof-Natzweiler
Esperimenti
su dissenteria, malaria, febbre gialla, tubercolosi
Esperimenti
sull'epatite vir
Esperimenti
su gemelli: Otmar von Verschuer, il padre degli orrori
Dall'apprendistato
aa Auschwitz: Josef Mengele
La
sorte dei gemelli di Auschwitz
Esperimenti
di sterilizzazione
Esperimenti
di infezioni per lo studio dei sulfamidici
Esperimenti
sulla fratturazione delle ossa
Altri
esperimenti
4.1 Esperimenti sul congelamento


Nell'agosto del 1942 due medici,
il dottor Hippe e il professor Holzlöner diedero il via ad una serie di
esperimenti mirati allo studio del congelamento sugli esseri umani.
Anche in questo caso l’interessato all’esperimento fu la Luftwaffe, la
compagnia erea tedesca. Insieme a Hippe e Holzlöner c’era anche Sigmund Rascher
. Gli esperimenti venivano condotti a Dachau.
Al Blocco 5 del campo venne creata un'area nella qu
I prigionieri-cavia venivano vestiti con tute d'aviazione e
immersi nell'acqua gelata per tempi variabili dall'ora all'ora e mezzo.
Invariabilmente, quando la temperatura corporea scendeva al di sotto dei
Una serie spaventosa di decessi servì a Rascher per stabilire che sarebbe stato
necessario "migliorare le tute degli aviatori", conclusione alla qu

Holzlöner e il suo assistente dottor Finke nel loro rapporto a Berlino del 16
ottobre 1942 arrivarono alla stessa conclusione notando che un bagno caldo
risultava particolarmente efficace dopo l'esposizione.
Naturalmente Himmler seguiva con grande interesse questi esperimenti dei
"suoi medici" ed era prodigo di consigli.
A proposito degli esperimenti sul congelamento scrisse ai medici sottolineando
che un metodo empirico da verificare era il "riscaldamento umano"
praticato da alcuni pescatori del Mare del Nord.
Di fatto il pescatore semiassiderato veniva messo a letto con la moglie che lo
riscaldava con il suo calore. Così Rascher, Finke con la collaborazione di
Wolfram-Sievers si dedicarono agli esperimenti con "calore anim
In questa spir
femminile di
Ravensbruck.
Nel corso di questi esperimenti venne a trovarsi in un
difficile
problema
"etico-razzi
con una lettera del 5 novembre 1942 qui sotto riportata:
"Per condurre gli esperimenti di rianimazione con
calore anim
Dopo un certo periodo lo stesso professor Holzlöner chiese
la sospensione degli esperimenti su materi
Finalmente verso il 1943 Rascher dichiarava conclusa la sua ricerca inviando
una lettera ad Himmler per renderlo edotto dei progressi ottenuti. Di fatto
Rascher sosteneva che tra il sistema del bagno caldo e quello del
"riscaldamento anim
Così un numero imprecisato di prigionieri venne sadicamente ucciso per
dimostrare ciò che era già stato scoperto più di cinquant'anni prima nel 1888
da medico russo: un bagno caldo a più di 40° centigradi può contribuire a
rianimare persone congelate.
4.2 Ustioni e avvelenamenti con il fosgene e
l'iprite


Quando gli americani nel 1942 sbarcarono in Africa Settentrion
Occorreva capire come curare soldati e civili colpiti da fosgene, un gas
asfissiante che provoca edema polmonare e che, in forma liquida, è in grado di
produrre gravissime ustioni cutanee. Contemporaneamente occorreva capire quali
potevano essere i metodi migliori per difendersi da attacchi con l'iprite, un
gas già sperimentato durante
In realtà Himmler
aveva fatto iniziare gli studi sull'iprite già nel 1939. Un nucleo di medici
aveva cominciato a lavorare a Dachau.
Quando si seppe che il professor August Hirt stava
conducendo analoghi esperimenti Himmler si
affretto a contattarlo. Una lettera di Wolfram Sievers
- collaboratore di Himmler -
proponeva ad Hirt
"aiuti eccezionali", cavie umane, per le sue ricerche nel campo di
concentramento di Dachau. Hirt si affrettò
ad inviare un resoconto delle sue ricerche e accettò con entusiasmo l'offerta
di Himmler e Sievers. L'unico campo abbastanza vicino alla Università di Strasburgo
dove Hirt lavorava era il campo di Struthof-Natzweiler.
Al comandante del campo, Joseph
Kramer, venne ordinato di
mettersi a disposizione degli esperimenti. Contemporaneamente il dottor
Wolter,
medico delle SS, iniziava a condurre i suoi esperimenti
a Dachau.
Hirt si mise al lavoro su un primo gruppo di 15 detenuti. L'esperimento inizi
Dopo di questi, come possiamo immaginare, sono stati eseguiti molti altri esperimenti, per citarne alcuni tra i più importanti ricordiamo gli “Esperimenti su dissenteria, malaria, febbre gialla e tubercolosi”, oppure “Esperimenti di sterilizzazione” (cercavano nuove tecniche per sterilizzare più persone possibili nel minimo tempo possibile e contenendo i costi. Inizialmente le sterilizzazioni erano fatte chirurgicamente, si cercarono altre strade, ad esempio iniezioni o facendo seccare le ovaie o i testicoli. Il risultato fu il decesso della cavia o comunque danni fisici permanenti. Penso non si necessario ripetere chi fossero le cavie) e ancora “Esperimenti sui gemelli” (ne venivano studiate le caratteristiche genetiche, del sangue, i capelli, ecc.. al fine di individuare un legame genetico tra i due gemelli).
Il motivo per cui venissero fatti questi esperimenti, come detto prima, era a volte a scopo militare, per migliorare le attrezzature dei soldati o per evitare spiacevoli conseguenze in determinate situazioni (ad esempio gli esperimenti sul congelamento furono eseguiti esclusivamente per studiare ciò che sarebbe successo ad un pilota che fosse caduto nel gelido mare del Nord con il suo
aereo e poterono così studiare il come evitare ciò con tute termiche e anche il come trattare una persona semi-assiderata per riscaldarla e quindi salvarla da morte certa).

Bisogna
però ricordare che molti esperimenti non venivano eseguiti allo scopo militare,
ma solo allo scopo…person
Molte volte, come nel caso del professor Otmar von Verschuer, detto anche “il Padre degli Orrori”, gli esperimenti venivano eseguiti su cavie umane vive o morte, in base al tipo di esperimento, ma, la cosa da sottolineare, è che questi esperimenti erano di un’atrocità incredibile, venivano eseguiti senza alcuna prevenzione verso possibili infezioni della cavia, non venivano usate anestesie di alcun genere. Le cavie venivano quindi sezionate vive, venivano asportati pezzi di organi o organi interi, occhi ed altre parti del corpo, il tutto con la cavia sveglia e cosciente, imbavagliata per smorzare le sue grida di dolore.
Da sottolineare che questi esperimenti non avevano nessuna base scientifica dietro, erano, come possiamo dire, completamente improvvisati, in base alle caratteristiche delle persone che venivano all’attenzione di von Verschuer o del suo assistente Josef Mengele, entrambi comunque laureati in medicina e specializzati in genetica, ad esempio il fenomeno genetico dei gemelli, oppure malattie degli zingari causate dalla malnutrizione.
Altri esperimenti che furono eseguiti furono sulla
ginecologia (studio delle mestruazioni legate a stress e paura), di
vivisezione, psichiatrici (venivano sottoposte le cavie, disabili psichici o
sani, ad altissimi elettroshock ripetuti, la cavia che rimaneva in vita veniva
mandata alle camere a gas, mentre quella a che moriva le veniva sezionato il
cervello) e in fine sulla denutrizione (la cavia veniva lasciata a digiuno e
veniva studiato l’affievolirsi delle sue funzioni vitali causato dalla denutrizione).
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Primo
Levi nasce il 31 luglio del
Nel 1937 si diploma al liceo classico «Massimo D’Azeglio» e
si iscrive al corso di laurea in chimica presso la facoltà di Scienze
dell’Università di Torino. Nel ’38, con le leggi razziali, si istituzionalizza
la discriminazione contro gli ebrei, cui è vietato l’accesso alla scuola
pubblica. Levi, in regola con gli esami, ha notevoli difficoltà nella ricerca
di un relatore per la sua tesi ma riesce a laurearsi nel
della Valle D'Aosta. Durante l’occupazione tedesca: il 13 dicembre del ’43
viene catturato a Brusson e successivamente trasferito al campo di raccolta di
Fossoli, dove comincia la sua odissea. Nel giro di poco tempo, infatti, il
campo viene preso in gestione dai tedeschi, che convogliano tutti i prigionieri
ad Auschwitz.
L’autore è deportato a Monowitz, vicino Auschwitz, in un campo di lavoro in cui i prigionieri sono al servizio di una fabbrica di gomma. Al Lager, persi nei loro pensieri, presi da mille domande, da ipotesi continue che per quanto catastrofiche, non si avvicinano neanche lontanamente alla verità, si ritrovano in pochissimo tempo rasati, tosati, disinfettati e vestiti con pantaloni e giacche a righe. Su ogni casacca c’è un numero cucito sul petto.
I prigionieri vengono marchiati come bestie. Il loro compito: lavorare, mangiare, dormire, OBBEDIRE. Il loro intento: sopravvivere. Dietro quel numero non c’è più un uomo, ma solo un oggetto: häftling, cioè “pezzo” . Se funziona, va avanti. Se si rompe, è gettato via.
Levi è l’ häftling 174517. Funzionante.
Primo Levi è tra i pochissimi a far ritorno dai campi di concentramento. Ci riesce fortunosamente, grazie ad una serie di circostanze e solo dopo un lungo girovagare nei paesi dell' Est.
Qu
Dopo “Se questo è un uomo”, pubblicherà altri libri, come “La Tregua”, “I Sommersi e Salvati”,
“Storie naturali”, “Vizio di forma”, “La chiave a stella” e altri ancora. Alcuni sono incentrati sulla condizione ebraica durante la guerra, da lui steso vissuta; altri sono di tipo scientifico, legati ai suoi studi di chimica..
L’11 aprile del 1987 Primo Levi muore cadendo per le sc
Dirà di lui Claudio Toscani: «L’ultimo appello di Primo
Levi non dice non dimenticatemi, bensì non dimenticate».
5.1 Poesia: "Se questo è un uomo"
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da
voi.
(Primo Levi)