TESINA PER L’ESAME FINALE

 

 

 

 

                        

 

 

 

LA CONDIZIONE EBREA PRIMA E DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

 

Storia di Adolf Hitler

La persecuzione degli Ebrei

Il Mein Kampft

Esperimenti medici nei campi di concentramento

Approfondimento: Primo Levi

 

 

 

 

 

 

 

 

VIOLATO RICCARDO

CL. 5 IA


Sommario

 

Premessa

 

1.Storia di Adolf Hitler

2.La persecuzione e lo sterminio degli Ebrei

 

            2.1 Le fasi del processo

            2.2 La Deportazione

                        2.2.1 La deportazione in Italia

                                   2.2.1.1 16 ottobre 1943

2.3 I Divieti imposti agli ebrei

            2.4 Il Progetto Madagascar

2.5 Le conseguenze psichiche sui

sopravvissuti -alla fine della guerra

 

3.Il Mein Kampf                  Riassunto

           

            3.1 Il concetto di razza superiore

3.2 Il ruolo dello stato per la conservazione

della razza

            3.3 Le minoranze agguerrite

            3.4 La riproduzione umana

            3.5 L’educazione dei giovani

            3.6 L’antiparlamentarismo

            3.7 I progetti sugli ebrei

            3.8 I rapporti con gli altri partiti

            3.9 La propaganda

            3.10 Marxismo ed Ebraismo

            3.11 I comizi

            3.12 Il vessillo nazista

            3.13 I rapporti fra stato e chiesa

            3.14 Il concetto di responsabilità totale

            3.15 La politica estera

            3.16 Lo spazio vitale

            3.17 La conclusione del Mein Kampf

 

4.Esperimenti medici nei campi di concentramento

M.C. Escher - Liberazione
 
4.1 Esperimenti sul congelamento
4.2
Esperimenti su ustioni e avvelenamento
             con fosgene e iprite

4.3
Altri esperimenti

 

5.Approfondimento: Primo Levi

            5.1 Poesia: “Se questo è un uomo”

 


Premessa:

            ho scelto questo argomento per la mia tesi per vari motivi.

Il primo e principale motivo è la curiosità e l’interesse che ha destato in me la seconda guerra mondiale. La trovo un’esperienza unica per l’intero pianeta. Dal mio punto di vista ha insegnato al mondo molte cose, a cominciare da dove può arrivare la pazzia di un uomo e la forza delle sue idee, ma anche quanto sia dispettoso il fato e come si può distruggere un popolo, come quello ebreo, nel giro di qualche anno attraverso l’omicidio di massa.

 

Della seconda guerra mondiale ho deciso di descrivere la cosa che più ha destato in me interesse in quanto è una opera senza precedenti, definito dagli storici come “Il Crimine più grande e orrendo di tutto il XX secolo”: L’Olocausto; che indica la persecuzione degli ebrei.

 

E’ stato un argomento molto discusso fino a qualche anno fa. I capi nazisti sono stati tutti processati sia per la persecuzione ebrea che per le cause della guerra in sé.

Una guerra che ha colpito anche i civili e ha causato milioni di morti in tutto il mondo.

Molti di questi capi sono stati condannati al carcere, altri uccisi dalle comunità ebree di altri stati o residenti nello stato di Israele.

Lo stato di Israele venne creato il 29 novembre 1947 dall’ONU e fu ottenuto dalla divisione della Palestina in Stato ebraico, Stato arabo e città di Gerusalemme, quest’ultima sotto la sovranità internazionale. Israele aveva la funzione di dare una patria agli esuli ebrei sopravvissuti all’olocausto o residenti in altri stati.

 

Questo dramma deve avviare uno stile di vita mondiale in cui non vengano meno  i valori dell’uguaglianza e del rispetto tra i popoli nonché la pacifica convivenza e l’aiuto reciproco, perché come è successo a loro ieri, potrebbe succedere a noi domani e visto come si stanno mettendo le cose in Medio Oriente, quel domani potrebbe non tardare ad arrivare.

 

 

Riccardo Violato

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alla mia famiglia

 

 


1. BIOGRAFIA: ADOLF HITLER

Nacque a Branau, presso Linz, in Austria, il 20 aprile 1889, da dove, nel 1906, rimasto orfano, si trasferì a Vienna, non riuscendo, però, a farsi ammettere all’Accademia delle belle arti.

Proprio in questo periodo, trascorso, per poter sopravvivere, a fare il decoratore, subì le prime influenze anti-semite, che lasciarono in lui una traccia profonda.

Trasferitosi a Monaco nel 1912, lavorò come pittore edile e, allo scoppio del primo conflitto mondiale, decise di arruolarsi in un reggimento bavarese; ferito, sul fronte della Somme, dopo aver conquistato il grado di caporale, fu decorato al merito con la croce di ferro.

Crollato il reich del kaiser Guglielmo II, fece, deluso, ritorno il Germania, individuando nei comunisti e negli ebrei la causa della sconfitta.

Nel luglio 1919, un suo superiore, Gottfried Feder, lo mise in contatto con un piccolo gruppo nazionalista di estrema destra, fondato da Anton Drexler, denominato "partito dei lavoratori tedeschi" e ribattezzato, di lì a poco, "partito nazional-socialista dei lavoratori tedeschi"; Hitler divenne, in poco tempo , leader indiscusso di quella piccola formazione, che predicava il ritorno della Germania ad un ruolo di grandezza, propugnando, fortemente, la lotta anti-semita.

Dopo il fallito colpo di stato del 1923, nel cosiddetto putsch della birreria, Hitler venne arrestato e condannato a 5 anni di carcere, nella fortezza di Landsberg; la prigionia durò, in realtà, solo nove mesi, trascorsi, dal futuro fuhrer, a dettare, al fido compagno Hess, il "Mein Kampf, il libro della teoria nazional-socialista, ove erano indicati quei principi cardini che, poco tempo dopo, avrebbero trovato drammatica attuazione.

Uscito dal carcere Hitler riorganizzò il partito che, nel giro di pochi anni, il 30 gennaio 1933, riuscì a conquistare il potere, con la nomina dello stesso Hitler, da parte del presidente Hindenburg, a cancelliere del reich.

Dopo aver conquistato, paradossalmente, in modo democratico, il potere, il nazional-socialismo eliminò, progressivamente, ogni forma di opposizione, fino a demolire quello che rimaneva della debole repubblica di Weimar, anche grazie al terrore scatenato dalle SS (Squadre Speciali) e dalle SA (Squadre d’Assalto).

Con la morte del presidente Hindenburg, Hitler, concentrò nelle sue mani le cariche di presidente e cancelliere, divenendo fuhrer del III reich e, di fatto, dittatore, avendo ottenuto, nel marzo 1933, i pieni poteri da un reichstag, ormai totalmente in mano alla volontà degli uomini con la svastica.

Dopo aver realizzato uno stato totalitario, i vertici del reich, diedero il via all’applicazione del programma nazista, procedendo ad un potente piano di riarmo e alla persecuzione sistematica degli ebrei, privati di ogni diritto.

Negli anni pre-bellici Hitler, mostrò i muscoli di una Germania ormai tornata ai fasti di un tempo, con l’occupazione della Renania, l’annessione dell’Austria e quella della Cecoslovacchia, che fece seguito alla conferenza di Monaco del 1938, quando le potenze europee, con la mediazione di un Mussolini giunto al culmine della sua parabola ascendente, per scongiurare la guerra, acconsentirono alla cessione, al reich, della regione dei Sudeti, fortemente reclamata dal fuhrer.

L’invasione della Polonia scatenò la seconda, tragica catastrofe che vide un Hitler, prima condottiero di una nazione apparentemente invincibile e poi, dopo Stalingrado, dopo El Alamein, dopo lo sbarco in Normandia, guida confusa e sbiadita di un nazismo ormai prossimo alla capitolazione.

Con le sterminate armate del reich, ridotte ad un manipolo di ragazzini della gioventù Hitleriana, con l’armata rossa alle porte di una Berlino irriconoscibile, il fuhrer della grande Germania, seppellito da mesi nel bunker della cancelleria, completamente distrutto e rassegnato ed ormai totalmente avulso dalla realtà, decideva di suicidarsi, con una capsula di cianuro, insieme ad Eva Braun, la donna che aveva deciso di morire con lui e che aveva sposato la sera prima.

Era il 30 aprile del 1945; solo due giorni prima, il 28, il cadavere del suo grande alleato, Benito Mussolini, duce del fascismo, era stato esposto, dalle forze partigiane, in Piazza Loreto a Milano.

 


2. LA PERSECUZIONE E LO STERMINIO DEGLI EBREI

 

2.1 Le fasi del processo

 

La persecuzione degli ebrei ebbe inizio nel 1933 e si suddivise in tre grandi fasi che riassumo nello schema sottostante:

 

Fasi del processo

Comportamento dello stato nazista

Risvolti Economici

Definizione (1933 – 1939)

Discriminazione degli ebrei tedeschi ed austriaci

Arianizzazione dell’economia del Reich

Concentrazione (1939 – 1940)

Reclusione degli ebrei polacchi in ghetti

Sfruttamento della manodopera ebraica

Annientamento (1941 – 1945)

Eliminazione fisica di tutti gli ebrei nell’Europa occupata

Riciclaggio degli effetti personali degli ebrei uccisi

 

Non dobbiamo però lasciarci ingannare dall’ultima colonna “Risvolti Economici” e pensare che Hitler avesse fatto tutto questo solo per scopi economici, perché di fatto non fu così.

Se infatti in un primo momento, quindi nelle prime due fasi, questo fu un vantaggio per l’economia tedesca, la terza fase richiese uno sforzo economico alle casse statali non indifferente. Ma l’imperativo era “UCCIDERE TUTTI GLI ISRAELITI”, il tutto giustificato con motivazioni ideologiche. Infatti la manodopera qualificata dei ghetti fu mandata, senza esitazioni, alle camere a gas. Il lavoro dei prigionieri non era quindi a scopo produttivo, ma aveva solo il compito di sfinire i detenuti.

I prigionieri assumevano le caratteristiche di ipocrisia, falsità, immoralità e indifferenza che l’ideologia nazista assegnava loro.

Il lager era considerato un laboratorio dove i nazisti riuscivano a produrre il tipo ebreo che in natura non esiste ma da loro odiato.

 

Schema riassuntivo dell’idea nazista:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Casella di testo: GIUSTIFICAZIONE NAZISTA DELLO STERMINIO                                                                                       


Nel 1935 furono promulgate le Leggi di Norimberga che definiva chi fosse da ritenere ebreo. In definitiva era considerato ebreo:

-         chi aveva almeno 3 nonni ebrei;

-         se aveva solo 2 nonni ebrei, veniva considerata ebrea se era iscritta alla Comunità religiosa giudaica;

-         chi, avendo due nonni ebrei, fosse sposato con un ebreo/a.

Inoltre:

-         erano vietati i matrimoni e i rapporti sessuali tra ebrei ed ariani.

 

La discriminazione trovò attuazione nella Notte dei cristalli: Joseph Goebbels, ministro della propaganda, diede ordine che nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 i militanti delle organizzazioni naziste attaccassero su tutti il territorio nazionale ogni sinagoga, negozio e abitazione ebrea.

Casella di testo: Conseguenze della notte dei cristalli: una vetrina  di un negozio ebreo sfasciata

Risultato: 36 persone uccise; 101 sinagoghe incendiate e 7500 negozi devastati.

 

Causa: il 7 novembre un ebreo polacco, Marinus Van der Lubbe, uccise un funzionario dell’ambasciata tedesca di Parigi per protestare contro le violenze che subirono in Germania i suoi genitori.

 

Conseguenze: gli ebrei furono esclusi dalle scuole e da tutte la manifestazioni di cultura tedesca. Successivamente si procedette all’arianizzazione dell’economia, cioè tutti gli ebrei che fossero titolari di industrie o di un’impresa, furono obbligati a venderle, a prezzi bassissimi, allo stato o ad un ariano.

Precedentemente, nel 1933, gli ebrei furono licenziati dagli impieghi pubblici.

 

I Ghetti: Successivamente, le autorità trovandosi di fronte ad un numero elevatissimo di persone razzialmente inferiori, decisero di istituire dei ghetti nelle città principali. Alcuni quartieri vennero Casella di testo: L’entrata di un ghetto
recintati e questi inferiori furono concentrati in queste zone. Essi non potevano uscire per alcun motivo e il muro era sorvegliato dalla polizia.

All’interno di questi ghetti le condizioni di vita si fecero drammatiche. Sotto il profilo igienico - sanitario trovarono ampia diffusione malattie come il tifo; basti pensare che in un vano erano concentrate 14-15 persone.

 

Durante l’operazione Barbarossa, mentre l’esercito avanzava in campo russo, le squadre mobili di massacro procedevano a catturare ed uccidere ogni ebreo che fossero riusciti a trovare. Il lavoro che dovevano compiere era orribile. Infatti molti di loro, durante le operazioni, erano sotto l’effetto di alcool o droghe. Essi dovevano uccidere dall’alba al tramonto, letteralmente immersi nel sangue e rischiando il crollo psicologico.

Successivamente Himmler ordinò che venisse trovata una soluzione e si iniziarono a usare le camere a gas.

 

Casella di testo: Un treno pieno di ebrei in partenza
I campi di sterminio e le camere a gas: non dobbiamo confondere i campi di sterminio con quelli di concentramento. Nei primi gli ebrei che arrivavano venivano subito uccisi,

 nei campi di concentramento venivano fatti lavorare.

Nelle camere a gas era possibile uccidere circa tremila persone in due ore. All’incirca venivano mandati alla morte duecento ebrei al colpo. I campi di sterminio erano considerati catene di morte.

Nei campi di sterminio arrivavano treni pieni di persone da eliminare. Un treno mediamente era lungo dai 30 ai 50 vagoni. Gli ebrei quando arrivavano venivano fatti spogliare e poi mandati nelle camere a gas. Tutta questa operazione durava all’incirca 3 ore. 3 ore per eliminare un numero di persone tale da riempire 50 vagoni di un treno.

 

Il perfezionamento: I campi di sterminio rappresentarono un perfezionamento nella tecnica di eliminazione ebrea. Chi uccideva riusciva a prendere le distanze dalla vittima riducendo al minimo il proprio coinvolgimento nell’atto diretto dell’uccisione. Questo a favore della ragione e della psiche degli esecutori.

 

Conferenza di Wannsee: 20 gennaio 1942, era finalizzata a pianificare lo stermino degli ebrei presenti in tutti i territori sotto la dominazione tedesca.

 


 

2.2 La deportazione

 

 

Entrata del campo di Auschwitz. La scritta “Arbeit macht frei” significa “Il lavoro rende liberi”.

 

 

 

La deportazione rappresentò il più grande orrore nella storia del ‘900. Per i numeri furono deportati (…) ebrei nei vari campi di concentramenti presenti in Germania, Polonia e Austria.

Gli ebrei venivano preventivamente smistati nei vari campi di concentramento. Successivamente venivano caricati nel treno che portava al campo cui erano destinati. Durante il viaggio, sotto i sole cocente d’estate o nel gelido freddo d’inverno, che durava di solito qualche giorno, alcuni di loro, magari i più deboli o alcuni che si ammalavano, morivano.

Subito, all’arrivo, veniva fatta la prima selezione. Gli affetti da qualsiasi handicap, vecchi, malati venivano subito mandati alle camere a gas. Chi passava la prima selezione veniva spogliato di ogni suo effetto personale, venivano lavati, sottoposti ad un’ulteriore selezione, stavolta fatta da un medico tedesco. I “fortunati” che passava anche questa venivano rasati, marchiati, vestiti con abiti di altri venuti prima di loro, scarpe vecchie e mandati a lavorare nel campo. I lavori potevano variare da costruzione di altri lager oppure per scopi militari.

Non tutti comunque i malati e gli handicappati venivano mandati alle camere a gas, alcuni di questi venivano usati come cavie umane per gli esperimenti dei loro “pazzi” scienziati (v.sotto).

 

La condizione dei lavoratori: i lavoratori erano sottoposti ad una condizione di vita durissima: sottoposti alle violenze dei guardiani e a un lavoro micidiale. Molti di loro, i più deboli nel fisico o nell’animo, morivano per sfinimento nel giro di qualche mese.

Nel gergo del campo i musulmani erano il prigioniero distrutto dalla fatica, dalle percosse e dalle privazioni, privo di emozioni, pensiero e coscienza. Vengono descritti così: “Sembravano maschere, con uno sguardo strano e le pupille innaturalmente dilatate. Soffrivano di apatia, sonnolenza, rallentamento e indebolimento dei processi vitali”.

I più deboli di spirito se non venivano uccisi dai tedeschi rilasciavano morire, smettendo di mangiare e di bere.

 

La Zona Grigia: era l’unico modo per sperare di sopravvivere all’interno del campo di concentramento. Era formata da prigionieri che accettavano di mettersi al servizio dei nazisti. Avevano posti d responsabilità ed erano ad un livello intermedio tra tedeschi e detenuti, nei confronti dei quali spesso erano violenti e brutali, più delle SS stesse.


Per i numeri si suppone che siano stati uccisi all’incirca 6 milioni di ebrei. La loro provenienza all’incirca è questa:

 

Polonia                         fino a 3 milioni

URSS                           più di 700.000

Romania                      270.000

Cecoslovacchia             260.000

Ungheria                      più di 180.000

Lituania                                   fino a 130.000

Germania                     più di 120.000

Paesi Bassi                    più di 100.000

Francia                         75.000

Lettonia                       70.000

Jugoslavia                     60.000

Grecia                         60.000

Austria                         più di 50.000

Belgio                          24.000

Italia (Rodi compresa)   9.000

Estonia                         2.000

Norvegia                      meno di 1.000

Lussemburgo                meno di 1.000

Danzica                                    meno di 1.000

 

Di queste, più di 800.000 morirono durante la costituzione dei ghetti o per privazioni, oltre 1.300.000 furono uccise nelle “operazioni mobili di sterminio” (fucilazioni di massa o altro), circa 3.000.000 sono scomparse nei campi di sterminio nazisti (1.000.000 solo ad Auschwitz).

 

2.2.1 La deportazione in Italia

Non dobbiamo dimenticare però che la deportazione non fu un fenomeno solamente nazista. Mussolini infatti, in quanto legato politicamente a Hitler, dovette, penso a suo malgrado, seguire la sua politica razziale e dare il via alla persecuzione ebrea anche in Italia. Molti ebrei italiani, circa novemila, furono catturati e smistati tra i vari campi di concentramento dislocati in territorio tedesco e successivamente italiano.

 

Il 4 settembre del 1940 Mussolini firmò un decreto con cui vennero istituiti i primi 43 campi di internamento per cittadini di paesi nemici. In realtà in questi campi furono concentrate varie categorie di persone: gli ebrei italiani antifascisti, gli stranieri sudditi di "paesi nemici", gli ebrei stranieri, gli zingari, gli antifascisti italiani. I campi fascisti non erano dei lager ma unicamente dei campi di concentramento

 

2.2.1.1 Il 16 ottobre 1943

«La grande razzia nel vecchio Ghetto di Roma cominciò attorno alle 5,30 del 16 ottobre 1943. Oltre cento tedeschi armati di mitra circondarono il quartiere ebraico. Contemporaneamente altri duecento militari si distribuirono nelle 26 zone operative in cui il Comando tedesco aveva diviso la città alla ricerca di altre vittime. Quando il gigantesco rastrellamento si concluse erano stati catturati 1022 ebrei romani. 

Due giorni dopo in 18 vagoni piombati furono tutti trasferiti ad Auschwitz. Solo 15 di loro sono tornati alla fine del conflitto: 14 uomini e una donna. 
Tutti gli altri 1066 sono morti in gran parte appena arrivati, nelle camere a gas. Nessuno degli oltre duecento bambini è sopravvissuto.»

(F. Cohen, 16 ottobre 1943. La grande razzia degli ebrei di Roma)


2.3 I divieti imposti agli ebrei

 

Non uscire di casa dopo le otto di sera.
Non prendere un alloggio indipendente.
Non cambiare casa al di fuori di determinati quartieri, e sempre in subaffitto.
Non frequentare fiaschetterie, caffè, osterie, cinema, teatri e concerti, tranne quelli autorizzati.
Non andare nei parchi e nei giardini pubblici.
Non andare nei boschi della città.
Non allontanarsi dalla cerchia urbana.
Per chi abitava quindi fuori dei quartieri stabiliti non poteva andare a casa e in nessun altro luogo, se non con un permesso speciale della Gestapo.
Non salire in tram sulla vettura motrice, soltanto nell'ultimo rimorchio, e, se l'ingresso è al centro, solo nella parte posteriore della vettura.
Non fare acquisti nei negozi in altri orari che dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 17.
Non recitare in teatro, né svolgere qualsiasi altra attività in pubblico.
Non essere membro di alcuna associazione.
Non frequentare scuole di sorta.
Non avere rapporti con membri della Comunità Nazionale, che a loro volta non dovranno avere rapporti con questi ebrei, non dovrà essere rivolto loro il saluto, né fermarsi con loro, e dir loro altre parole che quelle strettamente indispensabili.

 

2.4 Il progetto “Madagascar”

 

Inizialmente la judenfrange ebbe come possibile soluzione l’emigrazione totale e volontaria degli ebrei. I problemi nacquero quando il 1° settembre del 1939 fu invasa la Polonia; da un lato si apriva uno spazio vitale verso est, ma dall’altro si poneva un nuovo problema: sistemare circa due milioni di ebrei polacchi.

La successiva occupazione di Olanda, Belgio e Francia rese la questione ancora più difficile. Si decise cos’ una modifica nell’idea precedente: invece dell’emigrazione volontaria, trasformarla in involontaria e deportarli in Madagascar, che era una colonia francese.

 

Ma perché il Madagascar? L’origine dell’idea nasce nel 1885 da Paul de Lagarde, un antisemita francese, il quale aveva proposto di deportare gli ebrei europei in Madagascar. I polacchi trovarono interessante la cosa e mandarono una commissione per verificare la fattibilità dell’operazione.

 

Tra il 1938 e il 1939 il governo nazista riprese in mano la questione, ma occorreva un accordo con la Francia che nn si riusciva ad avere, così si posticipò il progetto a dopo la conquista della Francia.

Nel maggio del 1940 Himmler si dichiarò favorevole all’idea in quanto considerata la migliore soluzione e anche il Fuhrer la giudicò “molto valida e corretta”.

Non esisteva ancora però un piani di attuazione concreto in quanto esisteva un ulteriore intoppo. L’Inghilterra era la dominatrice incontrastata dei mari e non avrebbe permesso la deportazione, che doveva essere fatta via mare. Hitler pensò quindi di posticipare ancora, questa volta dopo la conquista dell’Inghilterra. Le cose però non andarono come previsto in quanto la battaglia d’Inghilterra fallì e conseguentemente il piano Madagascar cominciò ad essere considerato irrealizzabile.

Il fallimento dell’invasione dell’URSS nel giugno del 1941 porto i capi nazisti a considerare una diversa soluzione per la judenfrange. La soluzione finale, che consisteva nell’annientamento fisico degli ebrei, rimase l’unica opzione possibile.


2.5 Le conseguenze psichiche sugli ebrei alla fine della guerra

 

Alla fine della guerra, coloro che sopravvissero ai campi di concentramento e alla deportazione finale, attuata poco prima dell’arrivo degli Alleati in territorio tedesco, riuscirono in qualche modo chi a tornare a casa, chi comunque a rifarsi una vita.

Penso comunque nessuno sia riuscito a dimenticare le condizioni in cui visse durante la deportazione. Penso nessuno abbia dimenticato la paura di non farcela, la paura della morte, il sentimento che provavano nel vedere i loro compagni morire per mano dei nazisti.

Si dice che molti di loro abbiano avuto conseguenze interiori a tutto ciò, quali momenti di depressione totale, incubi, visioni, attacchi di paura e panico, stati ansiosi e sensi di colpa.

I più forti d’animo sono riusciti a superare tutto ciò, senza però dimenticare, in quanto penso sia impossibile, una tale esperienza.

I più deboli invece furono invasi da una serie di sensi di colpa. “Anche io ero lì, nel campo con mille altri, gli altri sono morti, perché io no? Perché io mi merito di vivere e gli altri no?”, questo è quanto pensavano gli ebrei sopravvissuti. In conseguenza a questa situazione interiore, molti di loro si sono persi d’animo, non riuscivano a portare sulle spalle un simile peso, un simile ricordo e decisero di farla finita.

Si suicidarono.

Sembra quasi un controsenso, essere scampati all’eliminazione nazista, aver imparato il valore della vita e aver provato lo stare in bilico fra la vita e la morte, e poi tornare a casa e…suicidarsi.


3. IL MEIN KAMPF

 

 

Hitler scrisse il Mein Kampf (La mia battaglia) durante la sua prigionia a causa del tentato colpo di stato, nel 1924. Lo scritto, pubblicato l'anno dopo, nel luglio del '25, costituisce il manifesto del suo pensiero nazionalistico tedesco, superiorità della razza ariana, odio contro gli ebrei, marxisti e liberali. Qui di seguito sono riportati i punti toccati da Hitler nel libro. Per ogni punto ho riportato solo un breve riassunto. Sono consapevole che ai fini dell’interrogazione quanto scritto in questo capitolo sia solo una divulgazione inutile, ma ritengo importante riportare, anche se solo il riassunto, ogni argomento trattato in quanto non dobbiamo dimenticare che fu, per circa vent’anni, la base su cui Hitler e tutto il nazismo si mosse e su cui operò.

3.1 Il concetto di razza superiore: Hitler spiega il concetto di razza superiore: una razza predeterminata ad essere dominante, superiore a tutte le altre. Così voluta dalla Natura e da Dio stesso. E’ l’occasione per riaffermare ancora una volta che il “macroscopico” errore di considerare gli uomini tutti uguali sia solo la conseguenza della propaganda dell’ebreo Carl Marx. Spesso nel Mein Kampf vengono sovrapposti ebrei e comunisti, quasi usati come sinonimi. Hitler sfrutta la paura dell’avanzata comunista ( la rivoluzione russa aveva seriamente preoccupato tutti i democratici d’Europa) per portare acqua al mulino dell’antisemitismo.

 

3.2 Il ruolo dello stato per la conservazione della razza: Lo Stato ha fra le sue funzioni la conservazione della razza germanica. Le germanizzazione è possibile per la terra, ma non per gli uomini. Si può cioè occupare un territorio, imporre la lingua tedesca e le sue leggi, ma non per questo si creerà un nuovo popolo tedesco. La razza si tramanda col sangue e non con la dominazione politica o con la lingua comune.

 

3.3 Le minoranze agguerrite: Il concetto di minoranza agguerrita e dominante. E’ la natura stessa a fornire a questa minoranza le armi per la vittoria. Solo gli individui di pura razza ariana possono avere le qualità necessarie alla lotta: i “bastardi” saranno sempre sconfitti perché il loro sangue annacquato li rende pavidi e vili. Lo Stato Nazionale ha il dovere di tutelare la razza pura e far sì che l’evoluzione della specie faccia si che il sangue germanico resti incontaminato. Va da sé che lo Stato deve prevedere la limitazione delle nascite come atto dovuto nei confronti di una “sana” umanità. Lo Stato Nazionale ha il dovere di vietare la procreazione agli individui deboli o malati. La razza e la sua purezza hanno la priorità rispetto qualsiasi altro diritto umano.

 

3.4 La riproduzione umana: Hitler aveva idee anche per indurre i giovani a procreare sotto condizione. Lo Stato Nazionale deve preoccuparsi anche della moda. Hitler, autentico esperto di comunicazione ed immagine, ben sa che la seduzione passa attraverso un primo momento di esteriorità e non ritiene né disdicevole né avulsa dalla politica l’indicazione circa l’abbigliamento ed i comportamenti funzionali alla seduzione delle giovani tedesche.

Casella di testo: Soldatini con cui i bambini tedeschi venivano fatti giocare.

3.5 L’educazione dei giovani: si parla circa quella che dovrà essere l’educazione impartita ai piccoli tedeschi i quali dovranno essere allevati nella consapevolezza che lo Stato ha la priorità su qualsiasi altra cosa.

Chi ama la sua Nazione potrà soltanto dimostrare il suo amore con la rinuncia.

L’appartenenza alla pura razza ariana va inculcata nelle menti fin dalla più tenera età.

 

3.6 L’antiparlamentarismo:Secondo Hitler il comando deve essere concentrato nelle mani di un solo individuo ed il parlamento ha solo funzione consultiva. La democrazia parlamentare è per il futuro dittatore la causa della decadenza di Stati e Casella di testo: Il Parlamento
popolazioni.  

 

3.7 I progetti sugli ebrei:Non è sufficiente sapere quale forma deve avere lo Stato nazionale. Ha molto più valore il problema della sua origine.Non dobbiamo attendere che i partiti attuali cambino volontariamente il loro atteggiamento politico perché questo è troppo difficile in quanto essi sono guidati da ebrei. Se si continuasse in questo modo gli ebrei col tempo distruggerebbero il mondo e ne diventerebbero padroni. L’ebreo è deciso e continua nella sua strada, diversamente dai tedeschi che vanno ignari verso la distruzione. Perciò un partito comandato da ebrei fa solo gli interessi degli ebrei, a scapito della popolazione ariana. Quindi, se si vuole tentare di attuare l'immagine ideale dello Stato nazionale, si deve, escludendo le odierne potenze della vita pubblica, cercare una nuova forza, determinata, e in grado di lottare per un ideale come questo. Il primo dovere quindi non è quello di formare una

costituzione nazionale dello Stato, ma quello di annientare gli ebrei.

 

3.8 I rapporti con gli altri partiti: Hitler esprime l’acredine nei confronti

dei partiti che avevano osteggiato e ridicolizzato il nascente  partito nazional-socialista. E’ già chiaro l’intento che poi realizzerà appena salito al potere di annientarli tutti questi partiti che, ad eccezione di quello nazista, verranno dichiarati fuori legge e molti dei loro dirigenti saranno assassinati.

 

3.9 La propaganda: La propaganda del partito nazional-socialista si innesta sul malcontento generale, sul senso di frustrazione ed umiliazione che la “pace punitiva” imposta alla Germania col trattato di Versailles ha scatenato negli animi tedeschi.

 

Casella di testo: La bandiera nazista, in ci Hitler tanto credeva.3.10 Marxismo ed Ebraismo: Hitler non cesserà mai di sovrapporre, fino a farli divenire un unico feroce nemico, marxismo ed ebraismo. La paura del comunismo era assai forte in tutta Europa. L’eco degli eccidi bolschevichi era giunta fino a noi e preoccupava sia la borghesia che le masse democratiche. Quale migliore occasione per attribuire pesanti

responsabilità agli ebrei nella sanguinosa guerra civile russa?

 

3.11 I comizi: I primi comizi del partito nazional-socialista  si svolgono in un clima autoritario che rifiuta qualsiasi tipo di confronto e dibattito. Chiunque tenti di parlare ( a meno che non sia un compagno di partito autorizzato a farlo) viene espulso in malo modo dalla sala.

 

3.12 Il vessillo nazista: Hitler sapeva bene quanto la propaganda e le immagini di un partito fossero importanti per far presa sulla folla. La cura nella scelta del vessillo è la dimostrazione dell’abilità del futuro dittatore nel saper coinvolgere le masse anche attraverso l’iconografia.

 

3.13 I rapporti fra stato e chiesa: Hitler fin dal primo momento,  butta l’amo alla Chiesa. Le frasi che seguono hanno il sapore di un’offerta di

coalizzazione (nazismo-cristianesimo) per far fronte comune contro l’ebraismo.

A tutt’oggi è ancora acceso il dibattito circa la posizione che la Chiesa avrebbe assunto nei confronti del nazismo. A chi avanza critiche circa il silenzio del Pontefice in molte occasioni viene risposto che la Chiesa, attraverso numerosi prelati anche residenti in Vaticano, ha portato aiuto a tante persone in pericolo di vita.

L’analisi dei fatti richiederebbe molto tempo ed un contesto diverso da questo. Si dovrebbe soprattutto poter accedere ai documenti originali dell’epoca che sono custoditi in Vaticano e attualmente non accessibili a tutti gli studiosi.

 

3.14 Il concetto di responsabilità totale: La prima prova di potere assoluto viene esercitata da Hitler nella gestione del partito. Non accetta nemmeno il dibattito interno: la consuetudine  di prendere decisioni a maggioranza gli pare una pratica aberrante. L’unico modo di guidare il partito  (ed in seguito il Paese) è attraverso quella che lui stesso chiama “responsabilità totale”.

 

3.15 La politica estera: Il commento alla recente politica estera della Germania è sintomatica delle posizioni che il Fhurer  prenderà in seguito. La politica estera di Hitler ci riguardava da vicino. Il basso Tirolo viene citato come un territorio strappato alla Germania, ma di certa appartenenza a quest’ultima. Facile prevedere che avrebbe fatto di tutto per riannetterlo al terzo Reich. Non meno angosciante è il concetto di spazio vitale, Hitler era dell’opinione che il territorio tedesco fosse troppo piccolo ed i fatti dimostreranno che le sue mire espansionistiche non avevano limiti. La Germania doveva dominare il mondo e gli altri stati dovevano venire ridotti in una specie di schiavitù e funzionare solo per il mantenimento del Reich.

 

3.16 Lo spazio vitale: Hitler ribadisce il diritto divino dei tedeschi (e solo dei tedeschi) di occupare un territorio più ampio di quello tramandato dai loro avi e penosamente ridotto dalla pace punitiva.

La Germania deve raggiungere il grado di potenza mondiale e per farlo deve iniziare ad espandersi verso Est. Già è ben delineato nella sua mante il progetto che coinvolgerà la Polonia ed i sudeti.

 

3.17 La conclusione del Mein Kampf:

 

“Ma la storia indicherà ai suoi giudici quelli che attualmente, aventi il comando, schiacciano la legge e il diritto, che portarono alla disgrazia ed alla distruzione il proprio paese e che, nella miseria della patria, pensarono di più a loro stessi che all'esistenza del loro popolo.

Non citerò ora i fatti che portarono all'8 novembre e lo finirono.  Non lo dirò perché non ci vedo nessuno scopo redditizio, per il futuro, da quel fatti, e perché non è giusto ricordare avvenimenti che ancora pesano.  Poi, è poco intelligente accusare delle persone che, forse, intimamente volevano il miglioramento del proprio popolo, ma non percorsero la strada giusta.  Davanti al cordoglio della nostra comune Nazione, non avrei voglia di colpire ancora queste persone: poiché non è mia intenzione scindere fra loro uomini che forse domani comporranno la vera barriera tedesca contro il fronte degli avversari della Germania.

Io comprendo che giungerà il giorno in cui anche coloro i quali un tempo ci avevano giudicati avversari, mediteranno con orgoglio su quelle persone che per la Germania sfilarono incontro alla morte.

I 18 eroi morti il 9 novembre 1923 a Monaco per la vittoria dell'ideale nazionale, io li pongo di fronte ai nostri affiliati e seguaci, come gloriosi che, conoscendo la loro sorte, si sacrificarono per il bene comune.  Essi devono spronare i codardi e i timorosi al compimento del proprio dovere, di un dovere che essi compirono fino in fondo.

Casella di testo: Adolf Hitler
Fra tutti, sono orgoglioso di ricordare la persona che sacrificò la propria esistenza per scuotere la propria e la nostra gente; l'immolò con lo scritto e con la mente ed infine con il suo contributo: Dietrich Eckart!

Il 9 novembre 1923, dopo 4 anni di vita, il partito nazional-socialista degli operai tedeschi fu smembrato e negato in tutta la Germania.

Attualmente, nel novembre 1926, è nuovamente sorto e riconosciuto in tutta la Germania, più potente e più solido che prima.  Tutti i delitti del movimento e dei suoi dirigenti, tutti gli atti vandalici e le maldicenze non poterono sotterrarlo.  La verità dei suoi ideali, la limpidezza della sua fermezza, il coraggio dei suoi affiliati lo fecero uscire con più grande slancio al di là di tutto ciò.

Se questo nell’ambiente della nostra attuale malfattrice parlamentare, capirà sempre più nell’interna regione della sua battaglia e comprenderà di essere il simbolo dei fini razziali e umani, acquisterà un domani, grazie ad una tesi quasi certa, il trionfo. Così la Germania si inserirà nel posto che le compete al mondo, se sarà guidata e preparata seguendo quegli ideali.

Una nazione che, nell’era della soppressione delle razze, pensa ai migliori elementi della propria stirpe, deve essere un domani la padrona del mondo.

Ciò è quello che i nostri affiliati non devono scordare, se l’ampiezza del sacrificio li portasse a non sperare più nella Vittoria.”

 

Così si conclude il Mein Kampf: un libro che ha costituito per quasi venti anni la guida ideologica del nazionalsocialismo. In esso sono ben evidenti, perché dichiarate esplicitamente, le intenzioni di Hitler nei confronti degli ebrei, dei malati, dei deboli, degli altri stati, dell’organizzazione interna e totalitaria dello stato tedesco.

Eppure, nonostante questo, migliaia di tedeschi (e non solo tedeschi) hanno seguito e spesso appoggiato la follia di un uomo che ha provocato tanti lutti e sofferenze come pochi hanno fatto nella storia dell’umanità.

 

 


 

4. ESPERIMENTI MEDICI
NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO

 

 

I nazisti durante la seconda guerra mondiale puntarono molto sulla ricerca scientifica. Tutto ciò fu reso possibile anche grazie all’enorme disponibilità di cavie umane derivanti dai campi di concentramento su cui fare questi, a volte terribili, esperimenti.

Gli esperimenti avevano lo scopo principale di osservare il comportamento del corpo umano e/o della persona in determinate situazioni, quali il congelamento, l’elevata altitudine dove l’aria scarseggia, ecc…; oppure furono fatti per cercare di capire fenomeni naturali legati all’uomo, come la nascita di due gemelli, la sterilizzazione e il comportamento del corpo affetto da malattie varie.

Alcuni di questi furono intrapresi anche a scopo militare, ad esempio l’esperimento sul congelamento fu fatto per la Luftwaffe, la compagnia aerea tedesca occupata nella guerra. In pratica venivano riprodotte alcune brutte situazioni in cui poteva trovarsi il pilota, ad esempio ad un’altezza elevata e quindi con poca aria e ad una temperatura inferiore, per poterle così risolvere da subito a favore della sicurezza dei piloti e dell’integrità dell’aviazione; oppure per rendere i propri soldati più sicuri di fronte alle armi del nemico, come capitò per l’esperimento riguardante le ustioni e avvelenamenti provocati dal fosfogene e l’iprite.

 

Gli esperimenti che furono eseguiti sono quelli sotto riportati. Io, per non divulgarmi troppo, ne ho spiegati solo due, degli altri ho accennato nella parte “Altri esperimenti”, nella quale ho anche comunque spiegato a grandi linee quali erano le tecniche e le ambizioni dei “medici” e il perché questi esperimenti venissero eseguiti. Non dobbiamo dimenticare però che la loro realizzazione fu possibile solo grazie all’ingente quantità di cavie umane disponibili, grazie alle quali i “medici” avevano la materia prima su cui lavorare.

Ricordiamo anche che alcuni esperimenti, come quello sulla fratturazione delle ossa, furono eseguiti senza alcun desiderio di scoprire qualcosa di nuovo, in quanto le teorie riguardanti quegli esperimenti erano già state provate e verificate anni prima da altri medici, loro vollero solo verificare l’esattezza delle teorie, ma ottenendo come risultato solo la morte di molte cavie.

 

Esperimenti sulle grandi altezze
Esperimenti sul congelamento
Esperimenti sulla potabilità dell'acqua marina
Esperimenti su ustioni e avvelenamenti con fosgene e iprite
Esperimenti sul tifo petecchiale: i preparativi
         Esperimenti sul tifo petecchiale: il diario di Ding-Schuler
         Gli e sperimenti a Struthof-Natzweiler
Esperimenti su dissenteria, malaria, febbre gialla, tubercolosi
Esperimenti sull'epatite virale
Esperimenti su gemelli: Otmar von Verschuer, il padre degli orrori
          Dall'apprendistato aa Auschwitz: Josef Mengele
          La sorte dei gemelli di Auschwitz
Esperimenti di sterilizzazione
Esperimenti di infezioni per lo studio dei sulfamidici
Esperimenti sulla fratturazione delle ossa
Altri esperimenti

 

4.1 Esperimenti sul congelamento

 

foto: espermento su cavia umanafoto: espermento su cavia umanafoto: espermento su cavia umanaNell'agosto del 1942 due medici, il dottor Hippe e il professor Holzlöner diedero il via ad una serie di esperimenti mirati allo studio del congelamento sugli esseri umani.
Anche in questo caso l’interessato all’esperimento fu la Luftwaffe, la compagnia erea tedesca. Insieme a Hippe e Holzlöner c’era anche Sigmund Rascher . Gli esperimenti venivano condotti a Dachau.
Al Blocco 5 del campo venne creata un'area nella quale fu attrezzata una vasca d'acqua profonda due metri.

I prigionieri-cavia venivano vestiti con tute d'aviazione e immersi nell'acqua gelata per tempi variabili dall'ora all'ora e mezzo.
Invariabilmente, quando la temperatura corporea scendeva al di sotto dei 28 gradi centigradi, il prigioniero moriva.
Una serie spaventosa di decessi servì a Rascher per stabilire che sarebbe stato necessario "migliorare le tute degli aviatori", conclusione alla quale si poteva giungere già con il buon senso.
Casella di testo: Nelle fotografie: 
alcune fasi di un esperimento a Dachau. La cavia umana viene immersa, vestita con una tuta da pilota aereo, in una vasca di acqua congelata.
Holzlöner e il suo assistente dottor Finke nel loro rapporto a Berlino del 16 ottobre 1942 arrivarono alla stessa conclusione notando che un bagno caldo risultava particolarmente efficace dopo l'esposizione.
Naturalmente Himmler seguiva con grande interesse questi esperimenti dei "suoi medici" ed era prodigo di consigli.
A proposito degli esperimenti sul congelamento scrisse ai medici sottolineando che un metodo empirico da verificare era il "riscaldamento umano" praticato da alcuni pescatori del Mare del Nord.
Di fatto il pescatore semiassiderato veniva messo a letto con la moglie che lo riscaldava con il suo calore. Così Rascher, Finke con la collaborazione di Wolfram-Sievers si dedicarono agli esperimenti con "calore animale".
In questa spirale di follia si tentava di riscaldare i detenuti sottoposti al congelamento non con una ma con due donne. Le donne destinate a questi esperimenti provenivano dal lager

 femminile di Ravensbruck.

Nel corso di questi esperimenti venne a trovarsi in un difficile

 problema "etico-razziale" sul quale informò i suoi superiori

con una lettera del 5 novembre 1942 qui sotto riportata:

"Per condurre gli esperimenti di rianimazione con calore animale ordinati dall'SS-Reichsführer mi sono state assegnate quattro donne dal KL di Ravensbriick. Una di queste donne presenta tuttavia indubbie caratteristiche di razza nordica: capelli biondi, occhi azzurri, forma e struttura fisica regolari. Ha 21 anni e 9 mesi. Ho chiesto a questa donna il perché mi sia stata inviata come « prostituta ». La risposta è stata: «Per uscire dal campo di concentramento, perché mi hanno promesso che tutte quelle che fanno sei mesi di prostituzione saranno rimesse in libertà». Le ho fatto notare che ci vuole un bel coraggio a fare la prostituta, se non lo si è. Mi ha risposto: «Meglio mezzo anno di bordello che mezzo anno di Lager». Tuttavia, la mia coscienza di medico si ribella al pensiero che una ragazza dotata di un purissimo aspetto nordico venga data tra le braccia di detenuti razzialmente inferiori. Per tale ragione mi rifiuto di impiegare la suddetta ragazza per questi esperimenti e di questo ho anche informato il Reichsführer delle SS Himmler".

Dopo un certo periodo lo stesso professor Holzlöner chiese la sospensione degli esperimenti su materiale umano poiché la ricerca era da considerarsi terminata. Rascher, da parte sua, volle continuare ed in questo venne assecondato da Himmler che gli affiancò il professor Pfannenstiel, di sicura fede nazista. D'altronde anche il generale delle SS, Grawitz, a capo della sezione medica delle SS voleva avere risultati più certi. Così il programma venne esteso con esperimenti su altri 100 soggetti.
Finalmente verso il 1943 Rascher dichiarava conclusa la sua ricerca inviando una lettera ad Himmler per renderlo edotto dei progressi ottenuti. Di fatto Rascher sosteneva che tra il sistema del bagno caldo e quello del "riscaldamento animale" era più raccomandabile il bagno caldo poiché in grado di fornire risultati più rapidi.
Così un numero imprecisato di prigionieri venne sadicamente ucciso per dimostrare ciò che era già stato scoperto più di cinquant'anni prima nel 1888 da medico russo: un bagno caldo a più di 40° centigradi può contribuire a rianimare persone congelate.

 

 

 

4.2 Ustioni e avvelenamenti con il fosgene e l'iprite

 

foto: gamba ustionata 2foto: gamba ustionata 1

Casella di testo: Effetti degli esperimenti condotti su cavie umaneQuando gli americani nel 1942 sbarcarono in Africa Settentrionale il servizio segreto militare tedesco - l'ABWHER, segnalò che erano state trasportate 50.000 tonnellate di fosgene. Più tardi i bombardamenti delle città tedesche con bombe al fosforo aumentarono le preoccupazioni naziste.
Occorreva capire come curare soldati e civili colpiti da fosgene, un gas asfissiante che provoca edema polmonare e che, in forma liquida, è in grado di produrre gravissime ustioni cutanee. Contemporaneamente occorreva capire quali potevano essere i metodi migliori per difendersi da attacchi con l'iprite, un gas già sperimentato durante la Prima Guerra Mondiale.
In realtà Himmler aveva fatto iniziare gli studi sull'iprite già nel 1939. Un nucleo di medici aveva cominciato a lavorare a Dachau.
Quando si seppe che il professor August Hirt stava conducendo analoghi esperimenti Himmler si affretto a contattarlo. Una lettera di Wolfram Sievers - collaboratore di Himmler - proponeva ad Hirt "aiuti eccezionali", cavie umane, per le sue ricerche nel campo di concentramento di Dachau. Hirt si affrettò ad inviare un resoconto delle sue ricerche e accettò con entusiasmo l'offerta di Himmler e Sievers. L'unico campo abbastanza vicino alla Università di Strasburgo dove Hirt lavorava era il campo di Struthof-Natzweiler.

Al comandante del campo, Joseph Kramer, venne ordinato di

mettersi a disposizione degli  esperimenti. Contemporaneamente il dottor Wolter,

 medico delle SS, iniziava a condurre i suoi esperimenti a Dachau.

Hirt si mise al lavoro su un primo gruppo di 15 detenuti. L'esperimento iniziale consisteva nello spalmare sul braccio alcune gocce di fosgene. Risultato: ustioni profondissime. Dopo alcuni giorni la metà delle cavie era divenuta cieca a causa dei vapori di fosgene. Poi alcuni iniziarono a morire permettendo a Hirt di eseguire "interessanti" autopsie. Gli esperimenti diventarono così interessanti che si decise di coinvolgere un altro medico di Strasburgo, il professor Otto Bickenbach. Il nuovo arrivato cercò di stabilire gli effetti della inalazione diretta di fosgene. Poco importa che il 50% dei soggetti morisse, Bickenbach affermava: "Non dobbiamo pensare a qualche criminale rinchiuso nei nostri campi, ma ai nostri soldati, ai milioni di donne e bambini tedeschi esposti ad un pericolo così spaventoso". Venivano scelti prigionieri zingari. Il metodo era semplice: gli zingari venivano fatti entrare a coppie in una camera stagna. La porta chiudendosi alle loro spalle apriva una fiala di fosgene. Una delle due vittime era stata immunizzata con una endovenosa di urotropina, l'altra no. Rimanevano 20 minuti nella camera. Poi seguiva la coppia successiva. I risultati furono "brillanti": gli immunizzati sopravvivevano. Ma a Himmler non bastava: occorreva ora stabilire in quanto tempo si potevano recuperare le forze dopo l'esposizione. Così i sopravvissuti vennero fatti correre a suon di frustate. Meno brillanti furono i risultati che ottenne il dottor Ding-Schuler. Le pomate che applicava alle ustioni provocate su detenuti politici non funzionavano a dovere e le cavie morivano spesso tra atroci sofferenze. Gli esperimenti di Hirt continuarono sino al 1944 inoltrato. Gli esperimenti si fecero sempre più duri e i risultati furono sempre più mortali. Ma ad Hirt importava poco, bisognava pensare ai soldati.

 

 

4.3 Altri esperimenti

 

Dopo di questi, come possiamo immaginare, sono stati eseguiti molti altri esperimenti, per citarne alcuni tra i più importanti ricordiamo gli “Esperimenti su dissenteria, malaria, febbre gialla e tubercolosi”, oppure “Esperimenti di sterilizzazione” (cercavano nuove tecniche per sterilizzare più persone possibili nel minimo tempo possibile e contenendo i costi. Inizialmente le sterilizzazioni erano fatte chirurgicamente, si cercarono altre strade, ad esempio iniezioni o facendo seccare le ovaie o i testicoli. Il risultato fu il decesso della cavia o comunque danni fisici permanenti. Penso non si necessario ripetere chi fossero le cavie) e ancora “Esperimenti sui gemelli” (ne venivano studiate le caratteristiche genetiche, del sangue, i capelli, ecc.. al fine di individuare un legame genetico tra i due gemelli).

 

Il motivo per cui venissero fatti questi esperimenti, come detto prima, era a volte a scopo militare, per migliorare le attrezzature dei soldati o per evitare spiacevoli conseguenze in determinate situazioni (ad esempio gli esperimenti sul congelamento furono eseguiti esclusivamente per studiare ciò che sarebbe successo ad un pilota che fosse caduto nel gelido mare del Nord con il suo

aereo e poterono così studiare il come evitare ciò con tute termiche e anche il come trattare una persona semi-assiderata per riscaldarla e quindi salvarla da morte certa).

Casella di testo: Otmar von Verschuer
Bisogna però ricordare che molti esperimenti non venivano eseguiti allo scopo militare, ma solo allo scopo…personale dello scienziato mascherato dalla volontà di eseguire ricerche ai fini della purezza della razza ariana.

 

Molte volte, come nel caso del professor Otmar von Verschuer, detto anche “il Padre degli Orrori”, gli esperimenti venivano eseguiti su cavie umane vive o morte, in base al tipo di esperimento, ma, la cosa da sottolineare, è che questi esperimenti erano di un’atrocità incredibile, venivano eseguiti senza alcuna prevenzione verso possibili infezioni della cavia, non venivano usate anestesie di alcun genere. Le cavie venivano quindi sezionate vive, venivano asportati pezzi di organi o organi interi, occhi ed altre parti del corpo, il tutto con la cavia sveglia e cosciente, imbavagliata per smorzare le sue grida di dolore.

 

Da sottolineare che questi esperimenti non avevano nessuna base scientifica dietro, erano, come possiamo dire, completamente improvvisati, in base alle caratteristiche delle persone che venivano all’attenzione di von Verschuer o del suo assistente Josef Mengele, entrambi comunque laureati in medicina e specializzati in genetica, ad esempio il fenomeno genetico dei gemelli, oppure malattie degli zingari causate dalla malnutrizione.

 

Altri esperimenti che furono eseguiti furono sulla ginecologia (studio delle mestruazioni legate a stress e paura), di vivisezione, psichiatrici (venivano sottoposte le cavie, disabili psichici o sani, ad altissimi elettroshock ripetuti, la cavia che rimaneva in vita veniva mandata alle camere a gas, mentre quella a che moriva le veniva sezionato il cervello) e in fine sulla denutrizione (la cavia veniva lasciata a digiuno e veniva studiato l’affievolirsi delle sue funzioni vitali causato dalla denutrizione).


5. Approfondimento:

 

PRIMO LEVI

 

Casella di testo: Primo Levi
Primo Levi nasce il 31 luglio del 1919 a Torino, da genitori di religione ebraica.

Nel 1937 si diploma al liceo classico «Massimo D’Azeglio» e si iscrive al corso di laurea in chimica presso la facoltà di Scienze dell’Università di Torino. Nel ’38, con le leggi razziali, si istituzionalizza la discriminazione contro gli ebrei, cui è vietato l’accesso alla scuola pubblica. Levi, in regola con gli esami, ha notevoli difficoltà nella ricerca di un relatore per la sua tesi ma riesce a laurearsi nel 1941, a pieni voti e con lode, ma con una tesi in fisica. Sul diploma di laurea viene riportate la precisazione: «di razza ebraica». Comincia così la sua carriera di chimico, che lo porta a vivere a Milano. Frequentò amici ed ambienti antifascisti, e durante la guerra si unì ai partigiani sulle montagne
della Valle D'Aosta. Durante l’occupazione tedesca: il 13 dicembre del ’43 viene catturato a Brusson e successivamente trasferito al campo di raccolta di Fossoli, dove comincia la sua odissea. Nel giro di poco tempo, infatti, il campo viene preso in gestione dai tedeschi, che convogliano tutti i prigionieri ad Auschwitz.

 

L’autore è deportato a Monowitz, vicino Auschwitz, in un campo di lavoro in cui i prigionieri sono al servizio di una fabbrica di gomma. Al Lager, persi nei loro pensieri, presi da mille domande, da ipotesi continue che per quanto catastrofiche, non si avvicinano neanche lontanamente alla verità, si ritrovano in pochissimo tempo rasati, tosati, disinfettati e vestiti con pantaloni e giacche a righe. Su ogni casacca c’è un numero cucito sul petto.

I prigionieri vengono marchiati come bestie. Il loro compito: lavorare, mangiare, dormire, OBBEDIRE. Il loro intento: sopravvivere. Dietro quel numero non c’è più un uomo, ma solo un oggetto: häftling, cioè “pezzo” . Se funziona, va avanti. Se si rompe, è gettato via.

Levi è l’ häftling 174517. Funzionante.

 

Primo Levi è tra i pochissimi a far ritorno dai campi di concentramento. Ci riesce fortunosamente, grazie ad una serie di circostanze e solo dopo un lungo girovagare nei paesi dell' Est.

Quale testimone di tante assurdità, sente il dovere di raccontare, descrivere l’indescrivibile, affinché tutti sappiano, tutti si domandino un perché, tutti interroghino la propria coscienza: comincia a scrivere, elaborando così il suo dolore, il suo annientamento, il suo avventuroso ritorno a casa. Nel ’47 pubblicherà il manoscritto “Se questo è un uomo”.

 

Dopo “Se questo è un uomo”, pubblicherà altri libri, come “La Tregua”, “I Sommersi e Salvati”,

“Storie naturali”, “Vizio di forma”, “La chiave a stella” e altri ancora. Alcuni sono incentrati sulla condizione ebraica durante la guerra, da lui steso vissuta; altri sono di tipo scientifico, legati ai suoi studi di chimica..

 

L’11 aprile del 1987 Primo Levi muore cadendo per le scale. Alcuni pensano sia scivolato, altri affermano che si sia gettato giù per le scale, per volersi suicidare.

 

Dirà di lui Claudio Toscani: «L’ultimo appello di Primo Levi non dice non dimenticatemi, bensì non dimenticate».


5.1 Poesia: "Se questo è un uomo"

 

Voi che vivete sicuri

 

Nelle vostre tiepide case,

 

Voi che trovate tornando a sera

 

Il cibo caldo e visi amici

 

Considerate se questo è un uomo

 

Che lavora nel fango

 

Che non conosce pace

 

Che lotta per mezzo pane

 

Che muore per un sì o per un no.

 

Considerate se questa è una donna,

 

Senza capelli e senza nome

 

Senza più forza di ricordare

 

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

 

Come una rana d’inverno.

 

Meditate che questo è stato:

 

Vi comando queste parole.

 

Scolpitele nel vostro cuore

 

Stando in casa andando per via,

 

Coricandovi alzandovi;

 

Ripetetele ai vostri figli.

 

O vi si sfaccia la casa,

 

La malattia vi impedisca,

 

I vostri nati torcano il viso da voi.

 

(Primo Levi)