Innanzi tutto esistono alcune accordature che, una volta impostate,
formano un accordo preciso, maggiore o minore che sia, suonando tutte le corde a
vuoto. Le più usate sono SOL aperto (DGDGBD) – ottenuta, partendo
dall’accordatura standard, abbassando la sesta, quinta e prima corda di un
tono; e RE aperto (DADF#AD), che potrà essere ottenuta abbassando la sesta e la
prima e la seconda corda di un tono, e la terza di mezzo tono.
L’uso di queste accordature trova radici in diverse espressioni della
musica popolare, anche se forse uno dei motivi più importanti è dato dal fatto
che le stesse si prestano particolarmente bene ad essere usate nel blues con la
tecnica del “bottleneck slide”, il famigerato tubo di vetro o metallo usato
per simulare il suono della chitarra “lap steel” o “hawayiana”. Un
maestro di questa tecnica è senz’altro il compianto Duane Allman, che
accordava la chitarra in Mi aperto
(EBEG#BE, in pratica un re aperto impostato un tono sopra), utilizzava lo slide
infilato nell’anulare (una bottiglietta vuota di Coricidin), pizzicando in
fingerpicking con pollice, indice e medio muniti di thumb-pick (speciali plettri
metallici).
Sono molto usate anche nel country e nel folk europeo, musica celtica ed
altro. Si ascoltino al riguardo la canadese Joni Mitchell (Circe Game) oppure
John Renbourne (English dance) o, perché no, i Led Zeppelin in “That’s the
way” o in “Going to California” (tutti questi brani sono in “open G”,
anche se talvolta trasposto con un capotasto mobile o abbassando di mezzo tono o
più). Un bell’esempio di open E
è l’acustica Little Martha, suonata da Duane Allman e Dicky Betts nel mitico
“Eat a Peach” della Allman Brothers Band.
Trovo molto interessante provare e sperimentare in queste accordature,
perché si trovano facilmente combinazioni diverse dalle tradizionali, in cui le
corde a vuoto, “sintonizzate” su ben determinati gradi della scala,
conferiscono colori molto musicali.
Passando alle accordature alternative, queste, pur non formando un
accordo completo quando suonate libere, consentono per contro di muoversi con
una certa agilità su posizioni standard sfruttando nello stesso tempo le note
basse a mo’ di bordone.
E’ il caso della
“Dropped D”, in pratica una standard con il mi basso portato a re,
accordatura usatissima e fortemente consigliata quando dobbiamo accompagnare
brani appunto nella tonalità di Re (interessante, con un po’ di attenzione,
anche in Sol); oppure la “Double Dropped D”, (DADGBD), meravigliosa per
suonare in Re in un contesto di accordi sospesi o indeterminati (Cfr. “Don’t
let me bring you down” di Neil Young o la mitica “Black Queen” di Steve
Stills).
Merita un discorso più approfondito l’accordatura DADGAD, che ho
scoperto essere molto diffusa presso i flat & fingerpickers. Per quanto ho
avuto modo di sperimentare, questa consente interessanti combinazioni tenuto
conto che consente di suonare “bordoni” su corde a vuoto in tutte le note
fondamentali del giro di blues (D,G,A); inoltre, la posizione “stretta “ tra
la terza e la seconda corda, che distano solo di un tono, aiutano la formazione
facile di accordi di nona, che come già detto, “aprono” l’accordo. Un
bell’esempio dell’uso di questa accordatura è “Black Mountain Side” dei
Led Zeppelin, dal loro primo album.
Il discorso sulle accordature alternative è praticamente appena
cominciato; le possibilità sono praticamente infinite, si pensi che circola una
leggenda secondo la quale Joni Mitchell, nella sua lunga ed onorata carriera, ha
usato una cinquantina di accordature diverse; per non parlare di David
Crosby, o di Nick Drake o, per
rimanere vicino a noi, a Roberto Dalla Vecchia, che nel suo ultimo “Sit
Back” ha dato un vero saggio dell’uso di accordature alternative, con
risultati eccellenti (visitate il suo sito internet www.robertodallavecchia.com
per saggiare qualche Mp3 o qualche sua trascrizione).