ARRANGIAMOCI…

Dopo un po’ di tempo che si suona, scopriremo che gli accordi studiati negli scorsi capitoli, sono , di per sè, piuttosto statici, o poveri musicalmente. Le cose migliorano se impariamo ad usare correttamente le tetradi, cioè aggiungendo ad ogni accordo la settima.  

Esistono alcuni altri tipi d’accordo che, se usati propriamente, aiutano ad arricchire notevolmente la resa armonica del nostro discorso musicale, conferendo qualità ed autorevolezza al nostro accompagnamento. 

Accordi di quarta “sospesi”:

 Sono formati da tonica, quarta e quinta (eventualmente settima). Si chiamano “sospesi” perché manca la terza, nota che, come già sappiamo, è fondamentale per definire il modo di un brano. E’ un accordo dal sapore “interlocutorio”, spesso usato intercalato all’accordo di tonica (classico Dsus4 - D). Vediamo la sua posizione nella tastiera, nelle tonalità più usate (poi al solito basta trasporre).

 

Accordi di nona:

Per ricavare gli accordi di nona, è sufficiente aggiungere alle tetradi che abbiamo imparato la nota che troviamo sull’intervallo di nona (attenzione, che secondo la posizione sulla scala naturale, possiamo avere una nona maggiore o minore). Vediamo lo schema sotto riportato:

L’aggiunta della nona su qualsiasi accordo della scala maggiore (escluso l’accordo sulla sensibile, che comunque può benissimo essere sostituito dall’accordo di dominante), ha la caratteristica di “aprire” l’accordo stesso, e risulta molto utile per introdurre, con gran dinamica, l’accordo successivo in qualsiasi progressione tonale.

In ambito blues, l’accordo di nona è molto usato sull’accordo di settima di dominante (es. A7 - D7/9 – A7 – E7 – D7/9 – A7 – E7/9#). Ma che cos’è quello strano accordo che chiude il giro sopra esposto? Un accordo di settima/nona aumentata?

E’ una figura molto usata nel blues sull’accordo di dominante, per il suo sapore dissonante (infatti, la nona aumentata, altro non è che una terza minore; per contro l’accordo aveva già “in corpo” una terza maggiore; la nona aumentata, in questo caso un G, trova giustificazione essendo il settimo grado dell’accordo di tonica). L’accordo è chiamato anche “alla Hendrix”, dal nome di chi l’ha introdotto…

Vediamo alcune posizioni:

 Divertiamoci ora con le prime battute di una canzone che prevede un uso estensivo di accordi di nona:

 Police – “Every breath you take”

 

 Accordi diminuiti

E’ una famiglia di accordi un po’ strana, in quanto ogni nota è distanziata dalla precedente di un tono e mezzo. E’ l’accordo instabile per eccellenza, ed è ottimo per introdurre/sostituire qualsiasi accordo formato sulla tonica un semitono sopra o un semitono sotto.

 Assume anche il nome di “accordo simmetrico”, in quanto ben quattro posizioni sulla scala hanno le stesse note sull’accordo. Vediamo com’è composto:

..Un tocco di raffinatezza in più.

Ora che abbiamo imparato un gran numero di posizioni sulla tastiera, e, mi auguro, appreso il metodo per ricavare le giuste note per qualsiasi accordo, cominceremo a trovare un po’ “pesante” il suonare linee di  accordi pieni in “strumming”, magari normalissime triadi. Ciò soprattutto se ci cimentiamo alla chitarra elettrica, in gruppo con basso/batteria, e, al caso, con un tastierista.

Se lo strumming, infatti, trova una sua ampia giustificazione in determinate situazioni, soprattutto in chiave ritmica, succede per contro che suonando in un ensemble con altri musicisti, le frequenze prodotte dalla nostra chitarra si possono scontrare con quelle prodotte da altri musicisti.

Ipotizziamo di suonare una qualsiasi canzone in Mi maggiore, in un normale tempo di 4/4.

 Il basso andrà sicuramente ad appoggiare le toniche degli accordi, magari sui tempi forti (1 e 3); coadiuvato dalla cassa della batteria (ulteriori frequenze basse). Se noi suoniamo il tradizionale Mi maggiore in prima posizione, aggiungeremo al mix le seguenti note: mi,si,mi,sol#,si,mi.

E

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Giacché le toniche saranno già ben tracciate, in modo perentorio, dal basso, non vi sembra un poco eccessivo aggiungerne ulteriori tre, in altrettante ottave diverse?

Con un po’ d’esperienza, scopriremo invece che per noi chitarristi diventa invece interessante, accompagnando, “coprire i buchi” lasciati da questi ingombranti strumenti

ritmici, suonando sui movimenti deboli (in levare) ed evitando così gli accordi pieni, che possono essere sostituiti da qualche movimento di note singole (non necessariamente riffs distorti ma anche semplici figure suonate con un timbro pulito), oppure accordi giocati sui tre cantini. Interessante a questo punto omettere la tonica dagli accordi, evidenziando invece la caratteristica, ossia la terza (visto che la tonica è suonata dal basso, qualcuno deve pur fare capire in che “modo” ci si sta movendo..) ed altre note di arricchimento, appunto quarte (se vogliamo conferire un senso di “sospensione”), oppure none (per aprire gli accordi ed introdurre i successivi).

 Provare per credere…

 

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