Pretendere di
parlare di chitarra e relative tecniche senza un accenno al BLUES, è come
invitare qualcuno ad un giro in motocicletta, senza mettere benzina nel
serbatoio (dove vogliamo andare?).
L’influenza della
“musica per neri”, con tutti i suoi derivati (boogie-woogie, rag-time,
rhythm & blues) nel rock’n’roll ed in tutte le derivazioni che sono
giunte sino ad oggi (hard, metal, punk,
grunge ….) è qualcosa di
ingombrante ed imprescindibile. Basti pensare, per rimanere in un ambito
chitarristico, al significato del lavoro dei vari Clapton, Green, Taylor, Beck,
Page etc e quanto abbiano attinto a questa fonte intere generazioni di
chitarristi.
Vediamo subito il famoso “Giro di
Blues”.
La progressione
armonica tipica del blues si sviluppa generalmente su dodici battute, così
ripartite:
A7 |
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A7
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A7
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A7
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D7 |
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D7 |
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A7 |
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A7 |
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E7 |
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D7 |
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A7 |
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(D7) |
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A7 |
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E7
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E’ frequente
imbattersi anche nella seguente variazione:
A7 |
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D7
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A7
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A7
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D7 |
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D7 |
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A7 |
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A7 |
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E7 |
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D7 |
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A7 |
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(D7) |
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A7 |
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E7
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Notiamo
che sono usati in pratica solamente tre accordi di settima di dominante:
Ø
PRIMO GRADO
Ø
QUARTO GRADO
Ø
QUINTO GRADO
(impariamo
subito questo concetto che tutto sarà più semplice).
L’uso
dell’accordo di settima di dominante (per intenderci con la settima bemolle),
conferisce da subito un carattere di tensione, d’instabilità. Questa
sensazione è confermata dalla “pronuncia ritmica”: se ascoltiamo qualsiasi
brano blues, noteremo che la scansione ritmica non è regolare, con i quattro
quarti ben delineati e tutti della stessa durata; in questo caso noteremo un
andamento saltellante, con i beat sul secondo e quarto movimento che perdono
decisamente la predetta simmetria. Vediamo in profondità quest’aspetto:
Prendiamo un
classico movimento in quattro quarti:
Uno |
Due |
Tre |
Quattro |
Scomponiamolo
ulteriormente in ottavi:
1 |
cià |
2 |
cià |
3 |
cià |
4 |
cià |
Esercitandoci
un po’ con le divisioni, potremmo affermare che in ogni quarto il pimo beat
dura 3/16 ed il secondo dura 1/16. Oppure, dividendo ogni quarto in tre note
(tempo di 12/8), il primo beat dura 2/8 (= una semiminima), il secondo 1/8.
Vediamo due esempi sul pentagramma:
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Nei
due esempi la prima misura è indicata “straight”, mentre le successive tre
tentano di rappresentare lo “swing”. Nel primo caso il secondo battito
ritarda un po’ di più rispetto al secondo. Nella pratica, salvo qualche brano
che presenta una metrica rigorosamente terminata (cioè in 6/8 o in 12/8), il
confine tra il primo approccio ed il secondo è assolutamente indeterminato e
difficile da trascrivere.
Per
questo motivo, spesso lo shuffle non viene proprio trascritto sulle partiture,
preferendo una semplice indicazione in testa alla parte da eseguire con questa
intenzione (appunto “shuffle”, oppure “swing”, oppure
Q
Q
= Q.
E
). Il compito di interpretare adeguatamente la ritmica del brano viene in questo
modo lasciato alla sensibilità dell’esecutore.