Ebbene
sì! Se vogliamo conferire al nostro playing un tocco di raffinata eleganza, non
possiamo prescindere dall’uso delle dita nell’accompagnamento. Pensiamo ai
sognanti brani acustici di Pat Metheny, oppure ascoltiamo qualche finger-picker
di razza (John Renbourne, Leo Kottke etc.) per capire che cosa intendo. L’uso
della chitarra pieno e polifonico, come se fosse un pianoforte, ha un fascino
sicuramente inimitabile.
Esistono,
a mio modo di vedere due approcci al finger-style, che partono da matrici
completamente diverse, una classica, o Europea, ed una mutuata dalla musica
popolare nord-americana.
Nel
primo caso gli accompagnamenti si snodano in arpeggi, vale a dire accordi
suonati una nota alla volta, dall’andamento melodico e lineare, ad ogni modo
sempre con funzioni d’accompagnamento ritmico.
Questa
tecnica, molto semplice e dai risultati affascinanti, prevede
sommariamente due tipi di pattern:
Il primo prevede la nota bassa sonata con il pollice, a
marcare il tempo forte, seguita dalle altre note dell’accordo suonate una per
volta da indice, medio e anulare in senso ascendente o discendente. In questo
caso il consiglio è di mantenere figure e
diteggiature le più possibili regolari, evitando di andare a seguire la melodia
della canzone, per il rischio di perdere efficacia ritmica.
Il secondo invece, molto usato nella musica sudamericana,
prevede che il pollice suoni la nota bassa, alternando sul levare accordi sulle
tre corde più acute suonate simultaneamente da indice, medio, anulare,
strappati verso l’alto.
Vediamo
un paio d’esempi.
Arpeggio in 4/4 (il movimento del pollice sul quarto beat
introduce la misura successiva) |
Arpeggio in 6/8 |
Arpeggio in ¾ (Fabrizio de’ Andrè – La città vecchia
– 1° verse) |
Trova invece lontane radici
nel folklore nord-americano e nel blues un ulteriore approccio
all’accompagnamento con le dita, il “Finger Picking”. Il verbo “to
finger pick” significa appunto “raccogliere con le dita” e esprime
compiutamente la tipica esposizione di questo stile, che prevede che il pollice
vada a cogliere i bassi su corde diverse, mentre le altre dita si occupano di
accordi e melodia sul registro acuto. Questo continuo pulsare del
basso alternato suonato con regolarità dal pollice, in origine andava ad
imitare il movimento di basso suonato con la mano sinistra nel pianoforte
“Rag-time”.
Un utile
accorgimento per suonare un convincente finger-picking è di appoggiare il
mignolo o l’anulare della mano destra sulla tavola armonica. In questo modo si
riesce a gestire meglio il movimento del pollice e a dosare con efficacia gli
accenti.
Vediamo
di seguito un esempio della tecnica in finger-picking. La trascrizione espone il
primo verse dello standard jazz “Autumn Leaves”, nel raffinato arrangiamento
di Chet Atkins.
Notiamo il movimento del pollice sui bassi (cfr. note con
il “gambo” verso il basso).
|
|
|
|
|
|
|
|