Mettiamo sul
lettore Cd una canzone qualsiasi, di quelle con una melodia che tende a
ripetersi.
Concentriamoci
su un punto preciso della canzone, che ne so, l’inizio della prima strofa (ma
consideriamo proprio solo la prima misura, in altre parole il primo “un-due-tre-quattro).
Proviamo
a capire il “sapore” di quel particolare punto: è arioso ed aperto, oppure
è triste e cupo? Perché nel primo caso è assai probabile che ci troviamo di
fronte ad un accordo maggiore; nel secondo caso avremo quasi sicuramente un
accordo minore. Mettiamo che sia un momento gioioso, quindi avremo un accordo
maggiore.
Prendiamo
ora in mano la chitarra e cerchiamo sulla prima corda una nota che possa
trovarsi a suo agio in quella situazione. Facciamo finta d’averla trovata nel
la suonato al quinto tasto.
Come
abbiamo accennato poco sopra, per quella nota passano di sicuro tre tipi di
accordo maggiore:
Sicuramente troveremo che uno di questi tre accordi ben si adatta al nostro contesto musicale.
Supponiamo,
sempre al fine del nostro gioco, che l’accordo corrisponda al La maggiore (A).
Prendiamo
ora la misura successiva (un altro un-due-tre-quattro) e ripetiamo il giochino:
com’è il “flavor” di questa misura? Supponiamo che sia un po’ cupo,
quindi minore.
Troviamo
anche qui una nota sulla prima corda che si adatti bene al contesto, ad esempio
un Fa# al secondo tasto. Per questa nota passano tre tipi di accordo minore:
Troviamo anche qui
l’accordo giusto, es. il F#min.
Riepiloghiamo:
Complimenti,
abbiamo gettato i primi semi per la trascrizione del nostro primo giro
armonico…….
Nell’iniziare a parlare dei giri armonici, la memoria non
può non ritornare, con un pizzico di rimpianto, ai tempi di scuola, quando, con
fare colpevole, ci passavamo tra i banchi non solo qualche dritta sui compiti in
classe, ma soprattutto fogliettini spiegazzati con sopra indicate le sigle degli
accordi delle canzoni più in voga del momento. …
Questo ricordo, che sicuramente avrà fatto sorridere
qualcuno di voi, ci porta ora ad azzardare una definizione di giro armonico:
“Il giro armonico è una sequenza di accordi che si ripete
nel corso della canzone o del brano”.
Da quest’affermazione emergono subito un paio di
osservazioni:
Ø
Quali accordi
compongono questi giri?
Ø
Per quanto tempo
devo suonare ogni accordo?
Ci occuperemo ora di dare risposte al primo interrogativo,
rimandando il secondo, che non è di minore importanza, ai prossimi capitoli,
quando tratteremo la ritmica e l’accompagnamento.
Riprendiamo ora un attimo la nostra amata scala maggiore
naturale che abbiamo visto in precedenza.
Ogni grado della scala, sul quale possiamo costruire i
relativi accordi, assume le seguenti definizioni:
Le sigle esposte nell’ultima colonna, che ci troveremo ad
usare spesso, vanno così interpretate:
Ø
Numero romano
maiuscolo: accordo maggiore
Ø
Numero romano
minuscolo: accordo minore
Ø
Numero romano
seguito dal simbolo “°”: accordo semidiminuito.
Da quanto abbiamo sopra esposto, possiamo intuire
immediatamente che “gli accordi che possono formare i nostri giri armonici
sono quelli formati sulle note della scala naturale”.
Ovviamente ciascun accordo ha un suo carattere ben preciso,
che è importante arrivare a conoscere: in pratica riusciamo a capire come suona
ogni accordo? Ci dà una sensazione di stabilità oppure ci fornisce un senso di
movimento, di tensione?
Proviamo a suonare una singola sequenza di tre accordi:
Il
campione d’esame è sicuramente completo, tenuto conto che questi tre accordi
contengono al loro interno tutte le note della scala (C,E,G – G,B,D - F,A,C).
Analizziamo:
Ø
Primo grado - Do
maggiore: notiamo subito che quest’accordo ci conferisce un senso di stabilità,
di arrivo (come essere in porto). Lo chiameremo “regione di tonica”.
Ø
Quinto grado –
Sol maggiore: la sensazione emanata è di forte instabilità; sembra quasi
reclamare con urgenza la risoluzione sulla tonica. Lo chiameremo “regione di dominante”.
Ø
Quarto grado –
Fa maggiore: accordo di movimento, o di transizione. Anche questo reclama una
risoluzione, anche se con meno enfasi del precedente, perlopiù verso la
dominante, ma non solo. Lo chiameremo “regione di sottodominante”.
E’ impressionante comprendere quante canzoni sono state
composte usando questi semplici giri armonici:
DO – SOL (filastrocche, ninne nanne, marcette etc)
DO – FA – SOL (La bamba, Twist and shout, Wild
Thing, Blowing in the wind.)
E gli
altri accordi della scala? Abbiamo almeno altri tre minori e un semidiminuito
che attendono di essere usati! Anche questi hanno un loro carattere e possono
essere pertanto inseriti in una delle predette “regioni”:
Alcuni giri d’uso comune:
I-vi-IV-V: (“Every Breath You Take”, “One”)
I-vi-ii-V:
(“Il cielo in una stanza”, “Sapore di sale”).