Amo
la chitarra perchè è uno strumento meraviglioso. Con una chitarra in
mano non si è mai da soli. Con una chitarra si hanno mille possibilità
espressive, dalle più semplici alle più raffinate ed impegnative. Si
può semplicemente intrattenere gli amici accompagnando cantate
interminabili, come ci si può chiudere in una stanza a sperimentare
nuove cose, a cercare nuovi orizzonti per la tua espressività. Suono
la chitarra da quando avevo i calzoncini corti, e da quel momento sono
passati circa trent’anni o poco più. Mi definisco un “dilettante
evoluto”. Dilettante
perché non sono mai riuscito a passare quel sottile confine, a compiere
il definitivo “salto di qualità” verso un coinvolgimento maggiore,
un po’ per pigrizia, un po’ perché sempre più coinvolto in mille
altre cose, altrettanto importanti e dignitose (casa, famiglia,
lavoro….). Evoluto
perché in tutti questi anni, ho sempre tentato di mantenere aggiornate
le mie conoscenze sullo strumento e sulla tecnica, cercando di ascoltare
e conoscere nuovi generi e artisti, e soprattutto leggendo, consumando,
quasi amando quintali di riviste specializzate, fedeli compagne di
questo percorso. All’inizio era “Fare Musica” (…quanto mi
manca!), poi arrivarono “Guitar Club”, “Axe-magazine” e
soprattutto “Chitarre”, che tuttora seguo con regolarità. Non vanno
dimenticati alcuni libri curati dal progenitore della stessa
“Chitarre”, il grande Andrea Carpi, quali “Manuale di chitarra
Rock”, “Manuale di chitarra Folk”, “Manuale del Blues”,
“Suonare e cantare di Rock inglese”, e così via… Capirete
che tutta questa carta stampata occupa spazio, ma ho sempre tentato,
nonostante un paio di traslochi, di conservare quante più riviste
possibili. Ciò per un motivo ben preciso: riuscire a salvare le
preziose sezioni di didattica. Così,
un bel giorno di qualche tempo fa, nel disperato tentativo di riordinare
il garage ed assillato dal dubbio se sacrificare un paio di scatoloni
pieni di riviste, mormorai tra me e me: “Un
libro? E perché non dovrei provare a scriverlo io un libro su questi
argomenti? Se ci rifletto, quasi credo che anch’io avrei qualcosa da
dire! Così,
cari amici, eccomi a presentarvi “Shut up ‘n’ play yer guitar!
(ovvero tasi!…e sona!)”, che, lungi dal pretendere di essere un
lavoro esaustivo sulla didattica della chitarra, vuole semplicemente
riassumere il mio personale percorso sullo strumento, oltre che offrire
un omaggio ad alcune esperienze musicali che mi hanno nel tempo
gradevolmente coinvolto. Sperando
di riuscire a far condividere almeno a qualcuno di Voi la mia passione,
porgo un augurio di buona musica a tutti.
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