BANKO NOTA IN CONCERTO AL “TORTUGA'S PUB” La formazione: |
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Savegnago Gianluigi: chitarra e voce Costantini Alfonso: basso e voce Ossato Gianni: tastiere e voce Peloso Diego: batteria. Genere praticato: Cover di musica leggera italiana.
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Non è semplice per me descrivere lo spettacolo dei “Banko
Nota”.
La mia personale conoscenza di Gigi ed Alfonso è così datata, e così
numerose sono state le esperienze comuni (il basket, le prime strimpellate etc…)
da farmi correre il rischio di perdere di vista uno dei
principali doveri del cronista, ovvero il distacco, l’imparzialità,
sopraffatto da ricordi e dall’affetto. Infatti, nel vedere questi signori prepararsi
all’esibizione, insieme con i due nuovi compagni di avventura, è stato
impossibile non ritornare con la memoria al ricordo di una band di giovanissimi,
capitanata appunto da Gigi alla chitarra (Alfonso si sarebbe aggiunto nel
“mark II” della formazione) chiamata “ZONA 3” e che oggi sarebbe
definita una “Tribute band”, in quanto proponeva, non senza una certa
efficacia, le pagine più famose del repertorio di Carlos Santana, all’epoca
uno dei nostri eroi ed ispiratori. Se
poi penso che da allora è passato più di un quarto di secolo…. Meglio concentrarsi nella musica ed accingersi a godersi
una bella serata. Il repertorio della band è incentrato nella musica
italiana, spaziando tra numerosi autori, storici o di recente affermazione. Si
va quindi da Vasco a Ligabue, passando da Antonacci ai Nomadi e a Battisti, in
un viaggio trasversale le ultime tre decadi. La resa musicale è molto valida. Gigi ci propone un
pregevole lavoro alla chitarra, passando da efficaci accompagnamenti (il nostro
è uno “strummer” sopraffino, forte di un innato senso del ritmo – in
altre parole un percussionista mancato), a power chords ed assoli sobri e
puliti. In merito alla scelta del repertorio, è doveroso spendere
a questo punto una riflessione: non
vi nascondo che nell’approccio all’ascolto della band nutrivo alcune
riserve, in quanto le mie preferenze vanno a generi più impegnati e/o grintosi.
Ma, cari amici, al di là del fatto che i gusti di ognuno vanno rispettati,
quante volte ci siamo trovati ad ascoltare in qualche locale validissimi gruppi
jazz/ blues/ etnico/funk… in compagnia di un pubblico che a malapena raggiunge
le dieci unità? E quante volte simile aspetto “ambientale” si è tradotto
in depressione, noia, a scapito dei pur bravi cristi che si sbattono sul palco?
Troppe! Pollice alto quindi ai Banko Nota, con una calorosa
raccomandazione a tutti di non lasciarseli scappare le prossime volte che
suonano in zona; il divertimento è assicurato. Alla band rivolgo invece un
amichevole invito ad osare di più, sia in termini di repertorio che a livello
esecutivo; la capacità tecnica non manca e, in fondo, tutti noi abbiamo bisogno
dei nostri “guitar hero”…
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