JACQUES
UN DURO PER UN LAVORO DURO
di Matt Bishop
Questo
potrebbe essere l'ultimo anno di JV alla BAR. Ma non è ancora pronto
ad appendere il casco al chiodo - tutt'altro - il che significa che il 2003
sarà la sua ultima chance per rilanciare la sua carriera. Ma lui è
molto fiducioso
E così Jacques Villeneuve
- il vitale, anticonformista, coraggioso, testardo Jacques Villeneuve - adesso
è un veterano della F1.
La prossima sarà la
sua ottava stagione nella premier league delle corse e, a 31 anni - otto in
più del suo compagno 2003 - non lo si può più considerare
una giovane promessa.
La sua carriera in F1 ricorda quella di Emerson Fittipaldi. Emerson vinse i
Titoli con i maggiori team del tempo (Lotus e poi McLaren) e in seguito sorprese
il mondo scegliendo di guidare per il nuovo team Copersucar del fratello Wilson.
Di conseguenza c'è una forte asimmetria nel CV di Emmo. Ha preso il via
in 144 GP - 70 per McLaren e Lotus insieme, 74 per il team di famiglia. La prima
parte gli portò due Campionati, 14 vittorie, sei pole, sei giri più
veloci e 244 punti Mondiali; la seconda zero in tutti i campi e solo 37 punti.
Il top team di Jacques è stato la
Williams, naturalmente, con cui ha trascorso te stagioni molto produttive (con
il Titolo nel '97) prima di stupire il mondo decidendo di correre per il nuovissimo
team British American Racing del suo migliore amico Craig Pollock. E, anche
se oramai Jacques ha fatto più gare per la BAR di quante ne abbia dispitate
con la Williams, l'asimmetria è evidente: la prima parte ha portato a
Jacques un Mondiale, 11 vittorie, 13 pole position, nove giri più veloci
e 180 punti; la seconda zero, zero, zero e 33 punti.
Fittipaldi ha definito il passaggio alla Copersucar "il più grande errore della mia vita"; Villeneuve è più prolisso. Ma, ora che Pollock è stato allontanato, la Bar ha poco senso per Jacques e lui lo sa: "Craig ha costruito questo team. Un grande team. Il modo in cui è stato rimosso è stato, direi, poco cortese. E, pochi mesi dopo che se ne era andato, quando sono sceso dalla macchina a Montreal [2002], un giornalista [Gerry Donaldson] è venuto da me e mi ha detto: 'David Richard [sostituto di Pollock] ha appena detto che sei troppo pagato e che è per questo che il team non fa progressi'.
"Io ho pensato: 'Che
razza di storia è questa?' Perchè, quando firmai il mio primo
contratto con la BAR quasi quattro anni prima, mi fu detto che se non l'avessi
fatto non ci sarebbe stato un team. Quindi il motivo per cui mi pagavano tanto
era che gli sponsor volevano me. E, se non mi avessero voluto e non avessero
voluto pagare quello che mi pagavano, sarei andato altrove e avrei vinto delle
gare.
Ma naturalmente non ho vinto, perchè ho rischiato con una squadra nuova
di zecca, quindi non mi sento in colpa se guadagno quello che guadagno. E, inoltre
quell'accordo era stato fatto molto prima che Richiards arrivasse. Penso che
ciò che ha detto - le frasi che Gerry mi ha riportato in Canada - abbia
causato molta tensione, fatto perdere molte energie e danneggiato l'immagine
del team e degli sponsor. Il comportamento di Richards non era corretto e naturalmente
ero fuori di me.
"Certo, lui stava cercando di spingermi verso gli USA [per correre nella CART con il team di Jerry Forsythe]. Lo sapevo. Così ho detto: 'Fammi un'offerta e la prenderò in considerazione'. Ma l'offerta non è mai arrivata. Niente per iscritto. E, quando niente è successo e nessun accordo per la CART è stato fatto, qualcuno ha messo in giro la storia secondo cui io avrei detto che non mi erano stati offerti abbastanza soldi. E' stata un'altra azione molto scorretta, perchè mi ha fatto passare per idiota. E, logicamente, mi sono arrabbiato a morte".
Nonostante la palpabile sfiducia in Richards (che, come avrete notato, ben si guarda dal definire suo boss), Jacques resta sorprendentemente fedele all'idea di guidare per la BAR - anche se solo per un altro anno: "La cosa importante è che il team non voleva che me ne andassi. Penso siano soddisfatti di me, a livello di capacità di marketing, di engineering e di guida. Ed è questo che conta. Non mi interessa affatto chi dirige il team. E' del tutto secondario. Non potrebbe contare di meno L'unica differenza è che adesso, se una squadra più grande dovesse farmi un'offerta, sarebbe molto più difficile rifiutare".
Potrà mai accadere... o Jacques ha già superato la data di scadenza? "Non vincere per così tanto tempo ha influito sul mio valore di mercato, certo, ma sto guidando meglio che mai. E' una questone di punti di vista. Tutti sembrano convinti che Olivier [Panis] mi abbia battuto in qualifica più di quanto abbia fatto io nei due anni trascorsi insieme - ma non è vero. Olivier ha fatto un grande lavoro alla BAR, non fraintendetemi, ma io l'ho sempre battuto in qualifica [ 11-6 nel 2001; 10-7 nel 2002]".
Garantito che, su una monoposto
veloce, Villeneuve è ancora in grado di vincere. Ma, ciò che più
conta, la sua tecnica è cambiata dai tempi delle slick, dai suoi giorni
di gloria.
"La Williams era una gran macchina. Aveva molto carico e non fletteva,
quindi potevo adottare un addetto rigido [anche troppo, secondo il direttore
tecnico Patrick Head]. E i pneumatici [Goodyear] erano progettati per noi, perchè
avevamo la macchina più veloce. Adesso, naturalmente, le gomme [Bridgestone]
sono progettate per la Ferrari e Michael predilige un set-up morbido, per cui
sono realizzate con quell'intento. E io devo adattarmi. Oltretutto, oggi i pneumatici
hanno queste assurde scanalature. Di norma, un assetto rigido rende la macchina
più precisa, come piace a me, ma non funziona con i pneumatici scanalati
perchè il loro comportamento è indipendente dalla rigidità
della monoposto. Quindi devo adattarmi ancora di più".
Un altro marchio di fabbrica Villeneuve, come la predilezione per l'assetto
rigido, è quella per il pedale dell'acceleratore molto corto (ovvero,
con un'escursione molto breve). "Naturale! Probabilmente un pedale più
lungo è più morbido, ma è molto meno preciso. Voglio che
il pedale dell'acceleratore sia come il mouse di un PC: puoi mettere il cursore
esattamente dove vuoi perchè il movimento che devi fare è minimo.
Immaginate se doveste muovere il mouse di un metro per spostare il cursore:
sareste molto meno precisi. E' esattamente lo stesso con il pedale dell'acceleratore".
In termini di stile di guida,
Jacques è l'antitesi di Jenson Button, il suo nuovo compagno di squadra.
Jenson preferisce un pedale dell'acceleratore lungo e un assetto morbido. Mentre
Jacques è un sostenitore inveterato della frenata (decisa) e dell'ingresso
in curva ritardati e del sovrasterzo, Jenson frena presto e in modo gentile
e arriva a velocità elevata anticipando il punto di corda. Chissà
quale approccio prevarrà... e chissà, inoltre, se la battaglia
sarà vinta o persa in pista. Se avverrà al di fuori, le differenze
tra i due saranno più evidenti... e pronunciate.
Chiaramente ciascuno di loro deve battere l'altro nel 2003. Villeneuve
ha solo un anno di contratto con la BAR e non c'è motivo di supporre
che cercherà di rinnovarlo. Jacques ha già dichiarato pubblicamente
che gli screzi tra lui e il boss rendono ancora più probabile che cercherà
impiego altrove per il 2004 ma, se vuole trovare qualcosa di suo gradimento,
dovrà fare buone prestazioni per tutto il 2003.
Lui lo sa. Sa anche che per Button - che è stato surclassato da Giancarlo
Fisichella alla Benetton nel 2001 e messo in ombra da Jarno Trulli alla Renault
nel 2002 - il 2003 è altrettanto cruciale. Ma questo non è un
suo problema. Compagni di squadra o no, Jacques è assolutamente consapevole
che il suo compito principale nel 2003 sarà battere Jenson, distruggerlo
a livello psicologico, annientarlo. E, come Heinz-Harald Frentzen (al quale
Jacques fece tutto questo e di più alla Williams nel '97 e '98) può
confermare, un JV determinato è un nemico da cui guardarsi. E di cui
avere paura.
Jacques non lo dice testualmente,
ma il significato è chiaro: "Sì, Jenson deve ancora provare
ciò di cui è capace. Al momento è molto difficile giudicare
la sua velocità. Penso che questa sia la differenza principale tra noi.
Io non devo dimostrare di poter vincere dei GP, perchè ne ho già
conquistati 11. Il mio rapporto con Olivier era ottimo. Lo rispettavo. Rispettavo
anche Damon [Hill, suo compagno di squadra alla Williams nel '96] - ma allora
ero in fase di apprendimento. Adesso è differente. Jenson è una
persona gioviale, quindi prevedo sarà molto cordiale con tutti. Con Damon
e Olivier, per me non era un problema quando mi battevano in qualifica. Non
mi disturbava come accadeva, e accade, con altri piloti".
Crediamo che voglia farci capire che Jenson avrà il suo bel da fare per
restare "una persona gioviale" fino a fine stagione, non credete?
Jacques, naturalmente, solo di rado è stato definito cordiale - o persino
civile, specie all'interno del team- Negli ultimi due anni Panis è diventato
il favorito dei meccanici BAR, checchè pensi o dica Villeneuve, per via
dei suoi modi affabili. Perchè mai - quando Michael Schumacher più
di ogni altro ha provato quanto sia produttivo essere gentile con i ragazzi
dei box, accettare il marketing e fare PR - Jacques si ostina a rifiutare di
essere cordiale con gli eroi silenziosi del team?
"Non mi metto a scherzare solo per avere tutti dalla mia parte e fare gruppo.
Non ho tempo per farlo. Prendetemi come sono, altrimenti ignoratemi. Se non
conosco bene qualcuno, perchè dovrei trattarlo come mio migliore amico?
Sarebbe falso. Non mi costringerò mai a fingere di essere cordiale. Quando
conosco una persona, allora forse possiamo diventare amici. Ma non si può
pretendere che succeda. Almeno io non ci riesco. Ecco perchè mi piace
lavorare con persone con cui collaboro da tempo. In questo caso il rapporto
è sincero".
Nel 2003 Jacques sarà attorniato da tutti i suoi vecchi amici - Craig
Pollock (che resta il suo manager e quindi una presenza fissa nel motorhome
della BAR, con ovvio disappunto di Richards); il suo ingegnere di pista, Jock
Clear, che ha portato con sè dalla Williams; la sua assistente personale,
Jules Kulpinski; il suo meccanico numero uno, Barry Gough. La gente di Jacques.
E, per la prima volta, nonostante la politica, nonostante la guerra silenziosa
con Richards, nonostante tutto... JV è ottimista per il 2003. "Geoff
[Willis] è un grande. Ha creato uno staff tecnico molto più forte
rispetto al passato. Adesso siamo - come posso dire? - un vero team di
F1. Prima sembrava di essere nella CART - tutto grossolano e pesante, soprattutto
la monoposto. La progettazione era affidata a presone che non avevano il know-how
tecnico necessario."
"Anche la Honda finalmente ha trovato la giusta direzione. il motore 2001
era, diciamo, buono, mentre quello del 2002 è stato una delusione totale.
Ma adesso hanno finalmente iniziato a lavorare in modo differente e decisamente
migliore."
"Non sono mai stato uno di quei piloti che ogni inverno, dice: 'Il prossimo
anno cambierà tutto'. Non l'ho mai detto. L'hanno scorso ho dichiarato:
'Non ho aspettative: aspettiamo e vediamo cosa succede'. E ho fatto bene, perchè
la stagione 2002 si è rivelata molto difficile. Ma adesso dico: 'Sono
davvero convinto che il prossimo anno saremo migliori'. Ed è vero: lo
credo fermamente".
Se ha torto, probabilmente
il 2003 sarà il suo ultimo anno come pilota di F1, perchè non
è tipo da prendere in considerazione un sedile alla Sauber o alla Jordan
solo per prolungare l'agonia.
Ma, se ha ragione, e se sarà lui e non Button a conquistare punti e podii
(e - chissà - magari una vittoria, con l'aiuto della fortuna e del vento
alle spalle), allora spedirà Pollock in missione speciale in Ferrari,
in Williams o in Renault... o persino - anche se è difficile immaginare
Jacques e Ron Dennis discutere di cose tipo motore, velocità, coraggio
o test - in McLaren. E chissà cosa potrebbe accadere in quel caso...
FOTO 1 | FOTO
2
Tratto da "F1 Racing" n°
48 2003