PAROLA DI RE
di Paolo Bombara
L'URTO
Nel momento dell'incidente che cosa ho pensato? Che con ogni probabilità la
mia gara era finita. Anche dopo non ero affatto tranquillo. L'urto era stato
forte: credevo che si fosse rotta una sospensione o altro ancora. Temevo che
la mia Williams non arrivasse in fondo. Per qualche giro sono andato piano
per accertarmi che le sospensioni fossero ancora integre. Poi ho ripreso a
tirare, anche se facevo due o tre giri veloci, uno piano e così via. In ogni
caso, la macchina aveva un comportamento anormale e a partire da quel momento
le gomme hanno iniziato a surriscaldarsi.
IL SORPASSO
Io dovevo tentare il sorpasso in quel momento. Ero partito con gomme usate
perché avevo solo due set di pneumatici nuovi. Era veramente difficile all'inizio
tenere il passo di Schumacher. Poi, con le gomme nuove e soprattutto col secondo
treno ho potuto riagguantarlo. A quel punto, dovevo assolutamente cercare
di superarlo nei primi tre giri. Su una pista come Jerez, il sorpasso lo puoi
tentare una volta, non di più. A partire dal momento in cui lui era andato
in testa e c'era rimasto dopo i rifornimenti, dovevo assolutamente provarci
nei primi giri dopo l'ultimo cambio gomme. Dovevo approfittare al massimo
della velocità della mia macchina con le gomme fresche. l'ho imparato nell'Indycar.
E' col pieno e le gomme nuove che devi tentare la stoccata per importi sull'avversario.
Dopo, quando si é tutti con gomme vecchie é difficile riuscire quel tipo di
manovre.
Dovevo rischiare. Alla peggio uscivamo tutti e due e perdevo il titolo, ma
meglio provarci che finire secondo dietro di lui senza aver tentato tutto
quel che era possibile. non me lo sarei mai perdonato.
IL REGALO ALLA McLAREN
Quando mi sono arrivate sotto le McLaren, ho deciso di farle passare, perché
Hakkinen e Coulthard erano stati molto corretti con me, durante tutto il campionato
e anche a Jerez. Hanno sempre fatto attenzione a non interferire nella lotta
per il titolo, a non rischiare di danneggiarci, intendo dire io e Schumacher.
A inizio gara, quando avevo qualche problema con le gomme vecchie, non hanno
mai cercato di attaccarmi. Non valeva la pena di rischiare nulla per lottare
con loro. Quando Hakkinen mi é arrivato alle spalle, potevo stringere, potevo
chiudergli la porta e tenerlo dietro, ma potevamo anche agganciarci. Meglio
un terzo posto e il titolo. E poi sono molto contento che abbia finalmente
vinto Mika Hakkinen, se lo meritava. Era andato molte volte a un soffio dal
successo e gli era sempre andata male.
LE EMOZIONI
Mio padre Gilles? Credo che se mi vedesse oggi sarebbe orgoglioso di me.
E' una gioia immensa. Ho avuto altri momenti di intensa felicità come la vittoria
nella 500 Miglia di Indianapolis o il titolo della Formula Indycar. Ma questo
successo mi dà una soddisfazione più intensa. In Indycar mi ero ritrovato
in testa abbastanza presto e ho dovuto rimanerci sino alla fine. Questa volta
ho lottato sino all'ultimo. E' un'emozione completamente diversa. Più intensa.
Questo risultato premia il lavoro mio e di tutta la squadra. Un lavoro enorme,
lungo tutto la stagione e il titolo lo dedico alla gente che ha lavorato con
me. Adesso che ho vinto anche qui non perdo certo la mia solita motivazione,
come non l'ho persa nelle fasi difficili. Io sono uno che non molla mai. Adesso
la mia ambizione é quella di vincere il campionato una seconda volta, magari
anche una terza.
LE DIFFICOLTA'
Il momento più difficile, oggi, è stato nella prima fase, subito dopo la partenza.
Con le gomme vecchie non potevo andare di più e pensavo che sarebbe stata
molto dura rimontare il terreno perso nei confronti di Michael. Poi, diciamolo
chiaramente, non è stata mai una gara facile, abbiamo tirato allo spasimo.
In tutti i giri eravamo impiccati come in qualifica. per il resto, il momento
più difficile è stato a Suzuka, non qua a Jerez.
E' stata la stagione più dura. Nonostante la macchina migliore, ci sono state
molte pressioni, molti errori, molti momenti no. Ma non ci siamo mai arresi
e siamo riusciti a spuntarla sulle avversità.
GLI ALTRI PILOTI
Fontana? Mi ha bloccato facendomi perdere secondi preziosi. strano no? Forse
è stato il motore Ferrari a lanciargli sul cruscotto qualche messaggio su
come doveva comportarsi.La maggior parte dei piloti è molto corretta. Anche
se c'é qualche pecora nera che ha un comportamento stupido e antisportivo
e che rovina tutto.
Per tutta la gara, soprattutto nel finale, la mia sola preoccupazione era
sapere dove si trovava Irvine. Più che Schumacher, più che chiunque altro
sapevo che non dovevo mai trovarmi vicino a Irvine nel corso della gara. Non
sarebbe stato prudente.
I FESTEGGIAMENTI
Campione del mondo. Già l'ho tanto desiderato. Adesso lo sono. Ma non l'ho
ancora realizzato completamente. Credo che per farlo ci vorrà una bella festa,
magari anche una bella sbornia.
Credo che il biondo mi stia bene. Penso di rimanere con questa colorazione
di capelli ancora un po' di tempo, soprattutto dopo aver visto a fine gara
tutti i meccanici con le parrucche bionde. E' stato il primo momento di rilassamento.
Tratto da "Autosprint" N.44 1997