Il patto con la McLaren? Schumacher? L'addio della Goodyear? Il campione del mondo risponde senza peli sulla lingua, anche alle domande più imbarazzanti..
PARIGI - Dica trentatrè. Sono trascorsi esattamente trentatrè giorni dalla conquista del suo primo titolo mondiale di f.1 a Jerez. Dopo essersi eclissato da tutti dopo un mese di vacanza, Jacques Villeneuve ha rivestito i panni a lui più abituali: quelli del pilota. Ma a Parigi si è cimentato in una disciplina per lui quasi inedita: il karting, nell'ambito della quinta edizione del Master di Bercy. Molto meno a suo agio degli "specialisti", Jacques se l'è comunque cavata egregiamente e, oprattutto, si è divertito un mondo. Ed in fondo era questo lo scopo per cui ha partecipato alla manifestazione. Del tutto gratuitamente, al contrario di quanto avevano fatto in passato altre star.
Il titolo ha cambiato qualcosa?
"Mi sono reso conto di essere campione del mondo in Canada nella serata
di festa Montreal, davanti a migliaia di tifosi che mi acclamavano. Sono rimasto
molto sorpreso e lì ho pienamente realizzato quello che mi era accaduto.
Ora, so di essere il campione del mondo, sono ovviamente contento, ma in fondo
a me non è variato nulla.
Sono sempre la stessa persona e la mia vita non è cambiata sostanzialmente.
Se prima ero già popolare in Canada, ora la mia notorietà è
salita alle stelle anche laggiù come in Europa, a giudicare da quanto
vengo riconosciuto per strada o nei luoghi pubblici. E' anche per questo che
sono andato in vacanza a Los Angeles con Jimmy Vasser, perché negli Stati
Uniti nessuno si interessa alla F.1 e mi hanno lasciato tranquillo".
Ma non era andato a correre in motoslitta con Salo...
"Mai detto nulla di simile. Con Salo in motoslitta ci sono andato lo scorso
inverno, non quest'anno. Ma ci sono abituato, i giornali scrivono ogni tanto
invenzioni pure. Qualcuno ha anche pensato di scrivere l'indirizzo dove abito
a Montecarlo, per fortuna era completamente sbagliato, io risiedo da tutt'altra
parte".
Accertato che il mondiale non ha fatto montare la testa
a Villeneuve, il titolo avrà invece un'influenza nel modo in cui affronterà
la prossima stagione?
"Credo che sarà meno stressante. Per me sarà più facile
perché il mio scopo l'ho già ottenuto una prima volta. Però,
però...questa è la teoria, mentre in fondo so che non appena il
campionato inizierà, lavoreremo allo stesso modo, con altrettanta pressione
da parte mia. Perché voglio vincere di nuovo. Pero, soprattutto, ci sia
meno pressione da parte della stampa. In realtà sarà solo differente
perché anche loro me ne metteranno affinché io riesca a ottenere
il bis".
Quest'anno la Williams
ha commesso molti errori nelle scelte strategiche e nella scelta dei pneumatici.
Chiederà precise garanzie di cambiamenti in tal senso? Ne discuterete?
"Bisognerà farlo. In ogni caso non possiamo commettere più
errori di quanti ne abbiamo fatti quest'anno. Nonostante tutto, però,
abbiamo vinto lo stesso e la cosa mi dà abbastanza fiducia per il 1998.
Ma non è un motivo per non impegnarsi a migliorare le strategie. Dobbiamo
obbligatoriamente essere più forti da quel punto di vista".
Nessuno ha ancora presentato
le nuove monoposto. A carte coperte quali sono gli avversari più temibili
nel '98?
"Sempre gli stessi, ma temo soprattutto la McLaren: secondo me la squadra
di Ron Dennis farà un grande balzo in avanti. Per quanto concerne la
Ferrari, invece, non saprei. Loro sono sempre un'incognita. Stano all'esperienza
passata, ho constatato che ogni volta che hanno disputato una buona stagione,
sono poi stati disastrosi in quella seguente. Spero che sia così anche
questa volta. Inoltre, per via dei nuovi regolamenti tecnici, le carte saranno
un po' rimescolate e potrebbero anche inserirsi altre squadre nella lotta in
testa".
Contrariamente ad alcune
squadre, tra cui Williams e McLaren, la Ferrari non ha provato nel corso del
'97 soluzioni ibride con monoposto a carreggiate strette. Sarà un handicap
per loro?
"La Ferrari nel 1997 si è concentrata a fondo sulla stagione in
corso, a scapito della prossima. E hanno perso. Credo che questa sia per loro
la cosa più difficile da accettare".
Tra gli avversari potenziali
non cita Frentzen...
"Ah già, è vero...Ma è normale che Heinz-Harald sia
un potenziale concorrente per il titolo. Per me è un fatto scontato ed
è solo per questo che non l'ho citato. Come dire? Lui è un pezzo
originale, montato di serie, non un optional".
Come mai la Williams, che
nelle ultime edizioni aveva sempre vietato ai suoi piloti di prendere certi
"rischi", ha accettato che Villeneuve corresse a Bercy a pochi giorni
dalle prove di Barcellona, le prime dopo il mese di riposo forzato?
"Il mio contratto non prevede nulla. Ho il diritto di fare quel che voglio,
per cui non c'è stato nessun problema. A dire il vero, in passato la
squadra non poneva dei veri divieti, ma s'ingegnava per organizzare prove private
o giornate con gli sponsor nella stessa data. Ma quest'anno, grazie anche al
fatto che in novembre non si poteva provare, non ci sono stati intoppi. I rischi,
comunque, fanno parte non solo del nostro mestiere di piloti, ma della nostra
natura. Siamo fatti così, non si può forzare un pilota a non fare
quello che ha sempre fatto. Di rischi ne prendo anche quando vado a sciare.
Rischio come un matto perché mi piace così".
Un mese di vacanza è stato ampiamente sufficiente?
"No. Se avessi potuto me ne sarei preso un altro. Questo mese mi è
servito per scaricare i nervi e per distendermi dopo una stagione molto tesa.
Ma ci vorrebbe ora un mesetto per riposarmi da tutto quel che ho fatto in queste
vacanze".
Mentre si distraeva, Michael
Schumacher è stato giudicato per l'incidente di Jerez. E' stata una sanzione
giusta?
"Non sta a me giudicare. Ma dopo tutto quello che ci era stato detto prima
del Gp mi aspettavo un provvedimento più severo. Gli hanno tolto i punti
ma conserva le sue vittorie. Secondo me non ha subito nessuna vera sanzione,
ma hanno detto che se grazie a quella manovra avesse vinto lui il titolo, glielo
avrebbero tolto. Non restache crederci".
E Villeneuve ci crede?
...(Jacques non risponde ma lancia un sorriso che non lascia dubbi: non ci crede.
ndr)
C'è stata anche
la vicenda del risultato concordato tra Williams e McLaren...
"Una polemica inutile che è stata sollevata, guarda caso, dalla
Ferrari. Ed è stato un peccato che lo abbiano fatto. Era un modo per
distogliere l'attenzione dal "caso Schumacher", hanno cercato un alibi.
Sono storie che non fanno certo bene alla F.1 in generale ed in ogni caso non
c'era nulla di concordato. Al momento opportuno, io ho giudicato che era meglio
non correre rischi e che era giusto restituire il favore ad Hakkinen e Coulthard
che in molte occasioni erano stati molto corretti con me, non immischiandosi
nella lotta per il titolo".
A Bercy doveva esserci
anche Schumacher, poi - dopo Jerez - ha dato forfait. Saresti venuto se ci fosse
stato Michael?
"No. Perché sono venuto per divertirmi e con Michael presente è
impossibile divertirsi. Sarebbe stato subito stressante, sarebbe stato il diciottesimo
Gp della stagione".
Il minimo che si possa
dire è che Villeneuve non sembra provare una grande stima per l'uomo
Michael Schumacher, eppure la domenica sera a Jerez avete anche brindato assieme...
"Mettiamo le cose in chiaro. Non ho sicuramente per l'uomo Michael la stessa
stima che ho di Schumacher come pilota. Per quanto concerne la serata di Jerez
che è stata così tanto pubblicizzata, io stavo festeggiando già
da un po' con un gruppo di amici, eravamo in venticinque. All'improvviso, è
spuntato Michael accompagnato da un gruppetto di suoi amici. Io ero contento
e me ne fregavo di
lui, del fatto che fosse lì e di quello che faceva, ma proprio non ho
capito perché era così sorridente e perché continuava a
mettermi la mano attorno al collo a tutti i costi, come se fossimo i migliori
amici del mondo".
Era falso?
"Con lui è sempre tutto falso".
Proprio a Bercy Jacques ha "esordito"
alla guida di un mezzo gommato Bridgestone. Ogni allusione all'annuncio della
Goodyear di ritirarsi alla fine della prossima stagione non è casuale.
Cosa ne pensa?
"Sono molto deluso. Perché tutte le squadre di punta sono rimaste
fedeli alla Goodyear, mentre esistevano molte possibilità ed anche delle
trattative per cambiare il fornitore di pneumatici. Siamo rimasti con la Goodyear
e loro ci pianteranno tutti in asso. E' un po' meschino, ma avranno le loro
buone ragioni. Sicuramente a causa del nuovo regolamento con cui, come sapete,
non sono mai stato d'accordo, ci sono meno interessi anche per chi fabbrica
le gomme, perché tecnologicamente non sarà più la stessa
cosa. Non si tratterà più di spingere sempre più in là
il limite, d'ora in poi. Continuo a pensare che questi regolamenti non cambieranno
nulla a livello della competizione o dei sorpassi, anzi s'incrementerà
il distacco tra le prestazioni delle varie squadre. La cosa più fastidiosa
è che il pilotaggio sarà meno preciso e meno interessante".
E non c'è il rischio
che, in quest'ultima stagione, la Goodyear soffra di un calo di motivazione?
"Non vogliono sicuramente partire da sconfitti. Anzi. La Renault era nella
stessa situazione quest'anno e devo dire che si è impegnata a fondo sino
all'ultimo secondo. I loro tecnici non hanno risparmiato le notti in bianco
per farmi vincere. Non c'è motivo quindi, perché quelli della
Goodyear non facciano altrettanto nella loro lotta con la Bridgestone...".
Quali sono i piani
nell'immediato?
"Vi do l'appuntamento alla Festa dei Caschi...".
Tratto da "Autosprint" n°
49 1997
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