LA GARA DI CASA
L'iridato ritrova fiducia alla vigilia dell'appuntamento di Montreal Villeneuve prepara una festa. "Il Canada è la mia anima. Con la nuova Williams il podio non è più un sogno"
La trasferta della F.1 sulle rive del fiume
San Lorenzo quest'anno assume un valore particolare. L'appuntamento con il GP
ha tutta l'aria di trasformarsi in un caloroso abbraccio nei confronti del primo
canadese campione del mondo. E Jacques Villeneuve, reduce da una breve vacanza
a New York ("E' stata l'occasione per andare a trovare mia sorella Melanie.
Manhattan non mi dispiace, a patto di starci soltanto qualche giorno, dopo diventa
stressante") non si presenterà alla festa a mani vuote. Il regalo
per i suoi tifosi del Quebec ha la forma e le dimensioni della sua Williams
recentemente allungata.
E proprio questa, profonda modifica, saggiata per la prima volta la scorsa settimana
a Monza, gli ha fatto tornare il sorriso sulle labbra dopo una prima parte di
stagione tutt'altro che brillante: niente vittorie, niente podio e solo otto
miseri punti nella classifica generale.
Questa FW20 profondamente rivista nel posteriore (sospensioni, scarichi e diffusore nuovi) quasi certamente non permetterà a Jacques di lottare domenica per la vittoria sul circuito di Notre Dame, ma almeno di disputare un fine settimana davanti alla sua gente da protagonista. Come una vera festa impone.
Villeneuve, le modifiche sono arrivate al momento giusto, alla vigilia della
sua gara di casa?
"E meno male! Ma era meglio che fossero state disponibili già a
Barcellona. Comunque quelle nella zona posteriore provate a Monza costituiscono
soltanto una parte delle novità in programma. Avremo altri pezzi a Magny
Cours e qualcosa d'altro a Silverstone. Io credo che per il GP di Gran Bretagna
saremo a un ottimo livello ma già prima potremo competere con la Ferrari."
Durante le prove di Monza non eravate molto distanti neppure
dalla McLaren.
"Vero, però nelle prove è difficile stabilire quale sia il
reale divario tra le scuderie perché non si sa con quanta benzina girano
i rivali. Realisticamente credo che ci sia da recuperare ancora un secondo."
Di vincere in Canada dunque non se ne parla.
"Certo. Inoltre credo
che a Montreal la Ferrari possa adattarsi al tracciato meglio della Williams
soprattutto per via degli pneumatici. E poi non bisogna fidarsi troppo delle
prove di Monza. E' una pista ultraveloce, mentre il Canada ha curve da prima
e seconda. Insomma reputo che il podio possa essere alla nostra portata però
non voglio sbilanciarmi troppo perché la macchina ora è profondamente
differente e non sappiamo ancora quale sia il suo livello di competitività.
Poi in futuro chissà, magari
con un po' di sfortuna per la McLaren e Hakkinen potremo avvicinarci".
Per lei che ha sempre vissuto in Europa, il Canada oggi
cosa rappresenta?
"Le mie radici. Non ci vado quasi mai anche perché adesso non posso
più camminare per la strada tanta è l'attenzione nei miei confronti.
E' l'aspetto meno piacevole, ma questo resta pur sempre il Paese dove sono nato,
la mia anima".
Il GP di casa sua però
non è riuscito ancora a vincerlo.
"Due anni fa sono arrivato secondo, l'anno scorso invece ho sbattuto dopo
due giri. Credo che fare peggio del '97 sarà difficile, però non
si sa mai".
Come ci si sente da Campione
del Mondo quando non si ha la possibilità di vincere?
"E' davvero dura. Però dopo la corsa io sono comunque contento.
In particolare credo di aver fatto delle belle corse a Imola, Barcellona e Montecarlo.
Credo, con i mezzi a disposizione di aver fatto il massimo".
Pensa che Hakkinen sarà
il suo successore o crede che ci sia spazio per qualche sorpresa?
"Mi auguro che non sia tutto già deciso".
Non dica che fa ancora
un pensierino al campionato.
"Certo che lo faccio. La macchina
va meglio e poi bisogna sempre crederci anche se le possibilità sono
proprio poche".
Tratto da "La Gazzetta dello Sport" Giugno 1998