LONDRA - Obiettivo: vittoria. Jacques Villeneuve
apre ufficialmente la stagione della Bar003 (presentata nellEast End di
Londra, con il nuovo sponsor Tiscali sui riflettori) con un programma preciso:
portare la scuderia del manager-amico Craig Pollock almeno alla prima vittoria
stagionale con laiuto di un pilota (appena arrivato) di tutto rispetto,
Olivier Panis.
Il danno però il canadese lo ha già fatto il 18 gennaio, durante
i test di Jerez, quando ha mandato in mille pezzi la prima monoposto 2001.
Così la presentazione della nuova Bar003 (più che una macchina,
una scatola vuota confezionata come un puzzle) diventato un vero e proprio atto
teatrale.
E stata inscenata una comicissima finta preparazione della presentazione,
evidenziati i ritardi e poi, come dincanto, tutto è tornato nella
normalità con la nuova monoposto (che questanno si chiamerà
Bar Honda Lucky Strike), che entrava in scena da un lato e i piloti, con Pollock
al comando, tra gli applausi apparivano dallaltra.
Come a dire: la Bar, incidente a parte è qui per vincere
. Jacques
Villenueve poi ha parlato a ruota libera, del campionato, della Ferrari, degli
obiettivi della Bar, delle nuove regole
di Schumacher.
Al canadese manca la vittoria dal lontano 97 (quando si laureò
campione del mondo): il tempo è scaduto per Villeneuve
questo è
lanno del riscatto.
Villeneuve partiamo subito con gli obiettivi
"Sono in gran forma. Ho sentito parlare di
secondo, terzo posto in campionato. Per me limportante sarà vincere
e presto. Poi per il piazzamento ci penseremo".
A 30 anni, con un mondiale alle spalle, ha scelto ancora
la Bar: perché?
"Credo nella scuderia di Pollock, credo nel
motore Honda. Mi dà garanzie. Certo è tutto da verificare in pista,
importante sarà essere veloci, ma fino a quando non ti rapporti con gli
avversari è difficile capire quella che è la realtà".
Sarà
affidabile la nuova monoposto?
"Credo di sì… altrimenti non sarei
rimasto. Dobbiamo solo lavorare con impegno per migliorare. La Bar 2001 ha un
grande potenziale…. grazie anche al motore Honda. Tra un paio di settimane comunque
ne saprò di più".
Un campionato nuovo e nuovi regolamenti: che ne pensa?
"La Formula 1 attuale è noiosa, forse
scontata. Questa revisione delle regole non porta da nessuna parte, non cambierà
rispetto all’anno scorso. Ci vorrebbero, anzi, vere regole nuove. Se fosse per
me abolirei elettronica, telemetria. Bisogna lasciare spazio ai piloti e alle
loro potenzialità. Comunque, visto che senza elettronica molti potrebbero barare…
allora che arrivi di nuovo in F1 per tutti".
Cosa significa per Villeneuve la vittoria?
"Mi sono quasi dimenticato. L’ultima
mia performance che ricordo è quest’anno sciando in Svizzera nella 24 ore di
Villars: sono arrivato secondo. A parti gli scherzi, quello che ho fatto nel
2000 però mi fa ben sperare. Con la Bar ho ricominciato da zero, sapevo che
non sarebbe stata facile. E' chiaro che la mia pazienza avrebbe avuto un limite,
poi i risultati sono arrivati ed ho deciso di rimanere. L’obiettivo è vincere
gare… poi se arrivo terzo o secondo in campionato non ha importanza".
Ci pensa mai alla Ferrari?
"Ho rinnovato il contratto con la
Bar per tre anni ed ora penso solo alla mia scuderia. Certo, mi piacerebbe...
(sghignazza, ndr) dovrò aspettare però che Michael se ne vada. Non farei mai
il suo secondo. Devo avere campo libero quando lavoro".
E Schumacher?
"Se ho la stessa macchina lo posso
battere… altrimenti, se non fossi convinto di questo, non correrei più in F1".
Mentre Hakkinen?
"L’avversario ideale, è corretto
non è come Schumi…."
Chi vince il campionato?
"Vedo ancora in lotta Ferrari e McLaren.
Schumacher e Hakkinen si contenderanno il titolo… poi chissà, forse noi. La
Jordan (che corre con lo stesso motore Honda, ndr) andrà più piano di noi".
E che ne pensa dei giovani?
"Bisogna stare attenti ai nuovi piloti,
nel senso che quando sono arrivato io ho dovuto rivedere molti comportamenti,
dallo stile di guida alla concentrazione. Consiglio, dunque, Montoya e agli
altri di migliorare il livello di guida… altrimenti non si regge il ritmo e
si fa la fine di Zanardi nell’anno della Williams".