IL CANADESINO BIONDO SI TOGLIE LA SODDISFAZIONE DI FESTEGGIARE SBEFFEGGIANDO IL GRANDE RIVALE

Jacques il fatalista: sapevo che ci avrebbe provato
Villeneuve: "Me l'aspettavo da Michael, voleva farmi del male e invece ha fatto del male a se stesso. Gli sta bene, non lo farà più"


JEREZ - Il canadesino dai capelli biondi ce l'ha fatta. Ha vinto il suo primo titolo iridato di F.1, togliendosi forse la più grande soddisfazione della sua breve carriera, umiliando il re Michael Schumacher, costretto a colpire sotto la cintura dopo essere stato messo all'angolo.
Jacques Villeneuve sembra il ragazzo dei primi tempi, il suo volto ha ripreso sembianze umane.
Villeneuve sorride, ma non ha dimenticato cosa è successo, non cerca di nascondersi nel fair play dicendo frasi d'occasione destinate al nulla. E' il ribelle di sempre, il pilota vero che dice pane al pane.
E allora sentiamo il suo racconto di questa corsa incredibile: "Mi sento finalmente grande. Con la squadra abbiamo fatto una cosa veramente importante. Dopo quello che mi è capitato a Suzuka, posso dire che questo titolo è stato vinto contro tutti. Comunque, avrei voluto che finisse in un'altra maniera.. uno che ha due titoli mondiali non si deve comportare così". E dopo questa prima frecciata a Schumacher, il neo campione del mondo parla della sua brutta partenza: "Avevo scelto delle gomme rodate che avrebbero dovuto darmi maggiore aderenza, invece al via hanno pattinato in maniera incredibile. Sono rimasto molto sorpreso, ma quando ho pensato questo, Schumacher era già volato via seguito da Frentzen. E' stata dura recuperare, poi ho trovato qualcuno cha ha cercato di rallentarmi, ma i più, per la verità, mi hanno dato strada. Schumacher non lo ha fatto. Anzi ha cercato di buttarmi fuori, ha cercato di farmi del male e invece ha fatto del male a se stesso. Gli sta bene. Credo che deve essere rimasto sorpreso quando mi ha visto accanto, proprio come io sono rimasto sorpreso al via. Credo comunque che non lo farà più. Non capisco cosa gli è successo. Forse ha chiuso gli occhi, forse gli sono scivolate le mani sullo sterzo. Io ho temuto molto per il colpo preso. Pensavo che si fosse piegata la sospensione anteriore e che non avrei potuto finire la gara. Me lo aspettavo, sapevo che ci avrebbe provato prima o poi. Ho cercato di rallentare per capire se esisteva realmente un danno, ma per fortuna non ho sentito reazioni strane. Allora ho ripreso a tirare e sono arrivato in fondo.

Ho preferito lasciar passere le McLaren, è stato un gesto bello nei confronti di chi si è sempre comportato bene con noi. Credetemi, è una vittoria fantastica. Se penso alla fatica fisica e psicologica, ai sacrifici, all'altalena di situazioni che ho dovuto affrontare: prima avanti lui, poi avanti io, poi ancora lui dopo Suzuka. Ero tranquillo con me stesso, ma una gara così ti massacra a livello di stress. Questo è un titolo enormemente più bello di quello della F. Indy. C'è un'altra pressione, è tutto più difficile e di conseguenza più bello. La F.1 io l'ho criticata spesso, ma oggi sono felice di aver vinto il campionato più bello del mondo".

Quando sei salito sul podio, hai pensato a tuo padre?
"Queste sono cose private e non ho voglia di rispondere".

Come festeggerai?

"Questa sera stessa con la squadra faremo una grande festa. Devo ringraziare tutti i tecnici, i meccanici che mi hanno seguito dall'inizio dell'avventura. Ho già ringraziato Frank Williams e gli ho detto che sono felice di avergli dato anche questa gioia, dopo quella del titolo costruttori".

Poi farai vacanza?
"Tornerò a casa e poi andrò in vacanza da qualche parte con la mia fidanzata che non era qui con me. Un po' mi dispiace ma non era possibile fare altrimenti".

Ti ha telefonato?
"Sì, ha già chiamato e più tardi la chiamerò io per spiegarle cosa ho fatto".

A conferenza stampa finita, Villeneuve viene convocato dai commissari sportivi. Non nasconde una certa preoccupazione: "Cosa c'è?". Nulla, gli dice uno dei suoi tecnici, vogliono conoscere il tuo punto di vista sull'incidente. Villeneuve sorride e accelera il passo. Meglio chiudere presto questi discorsi

Tratto da "Il giorno" del 27 Ottobre 1997

 

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