Il parco

Il parco romantico, di cui ancora oggi possiamo gustarne la bellezza, fu interamente progettato da Antonio Caregaro Negrin, architetto vicentino, su commissione dei fratelli veneziani Palazzi, nel 1850. Negrin curò al dettaglio l'allestimento del parco, mettendo a dimora le più belle piante esotiche provenienti da tutto il mondo: i cedri dell'Himalaia, i cedri del Libano, la Cryptomery del Giappone, il Cephalotexus Fortunei, la Jucca Aleofoila, gli abeti del Canada e le Arum Colocasia sono solo una parte dei magnifici alberi presenti nel parco che descrive il Caccianiga nel 1874. Negrin creò anche un laghetto con un canale sovrastato da due ponti, uno di tipo rustico e uno con pagoda nel mezzo, di gusto cinese. Nei pressi del laghetto l'Architetto si ingegnò di edificare la grotta di Circe, la quale grazie all'uso di tecniche specifiche come le colate di gesso e argilla, appare ancor oggi come una vera e propria grotta con stalattiti, stalagmiti e finte formazioni calcaree, il tutto, al di fuori, simulante un castello diroccato: finestre ogivali e gotiche, piccole torrette e decorazioni a mattoni in faccia-vista e pietre di Marogna.

E ancora si potevano trovare, dispersi per il parco, chioschi, pagode, tettoie, uccelliere e recinti per gli animali, infatti il parco venne popolato di animali quali: pecore di Barberia, merinos di Spagna, cervi, caprioli, e di svariati tipi di uccelli, contenuti nelle più curiose costruzioni: l'uccelliera dei fagiani, la loggia dei pappagalli ed il covo dei falchi e dei gufi. Nel parco c'erano anche i frutteti, l'orto, l'apiario e varie coltivazioni. Vennero realizzati anche: un padiglione, adibito a scuderia, con finestre gotiche e decorazioni pittoriche a scacchiera, e un maneggio per i cavalli.

Tra le più belle e ampie dei parchi del Terraglio la serra del parco fu progettata in prima versione nel 1850 quando Negrin curò la risistemazione del parco. La serra era stata disegnata con due blocchi edilizi pressochè cubici all'estremità, con stucchi esterni, ampie porte e finestre a occhio. Questi due edifici erano adibiti a casa del giardiniere, con lo studio, la biblioteca e la camera, serra per esposizione e serra fredda. Al centro sorgevano a sud le serre calde con struttura vetrata in legno di larice, a nord il magazzino ed il calorifero. All'esterno c'era la vaseria per l'estate. Nel 1862 fu interamente cambiata la serra calda, in origine con una semplice copertura a falda di trenta gradi, fu ricostruita in ghisa con una semivolta contro l'edificio. Fu inoltre riprogettato l'impianto di riscaldamento, in origine costituito da letti caldi, venne sostituito con un sistema più innovativo, ad aria calda. Dal 1859 per più di trent'anni abitò il famoso giardiniere Francesco Van den Borre, che coltivava le più interessanti piante esotiche, che gli procurarono svariate onoreficenze del settore vivaistico. Nel 1874 A. Caccianiga descrive la serra così: "Nell'inverno la serra offre l'aspetto della natura tropicale. Nel centro il gigantesco "Philodendrum Pertusium"si arrampica sulle rocce, e protende le sue immense foglie bizzarramente frastagliate fra le araucarie e le d racene, i datteri, la canna da zucchero, la vaniglia, e il lauro canfora. Il pandano delle Indie come trofeo di lunghe spade fa risaltare le grandi foglie della Musa Ensete; l'ananas, le aralie, la drammara dell'Australia , la juncea bonapartia, i dacrydium intrecciandole loro varie vegetazioni trasportano il pensiero ai più lontani paesi."

Oggi la planimetria del complesso, rispetto al progetto del Caregaro Negrin, risulta essere modificata solo nelle aree del giardino anteriore e posteriore la villa, dovuto alle demolizioni operate negli anni Venti del Novecento. E' invece ancora ben conservato il parco. Ciò che nel corso degli anni ha notevolmente modificato la morfologia dell'impianto è stata la scomparsa di numerosi alberi, addrittura di specie intere, in tutto il novecento. Infatti, soprattutto a partire dagli anni '50, cominciarono a deperire quelle piante esotiche, che necessitavano di particolare manutenzione. Numerose sono state le scomparse della Picea Canadensis (abete del Canada).

 

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Alcune statue poste ai lati del vialetto principale.

 

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ATTENZIONE: LA VILLA ED IL PARCO NON SONO VISITABILI !