Il Terraglio

Il Terraglio, la strada che collega Mestre a Treviso, è una delle strade più famose e più belle del Veneto. Questa antichissima strada fu meta, in concorrenza con la Riviera del Brenta, di quella che il Goldoni definiva smania per la villeggiatura, infatti, fin dal Cinquecento, fu residenza autunnale e primaverile per i patrizi veneziani, che si muovevano da Venezia a Mestre in gondola, per poi montare su pesanti carrozzoni trainati da buoi, come ci ricorda il Gozzi, percorrendo così, il Terraglio. La strada attraversa l'area dell'agro centuriato di Altino, e sembra che il tracciato del Terraglio fosse addirittura precedente alla centuriazione romana. Il termine "Terraleum", nel significato di terrapieno o terra battuta fa la sua comparsa in numerosi statudi del Comune di Treviso del 1200 circa, dalla cui lettura la strada risulta connessa con un progetto di apertura di un lungo canale navigabile tra Treviso e Mestre, la cui terra di scavo, battuta e posta ad est del canale, formò la sede stradale che col tempo sostituì il canale stesso, del quale oggi non ne vediamo più traccia. I miglioramenti della viabilità stradale attuati da Venezia nel XVI secolo in un'ottica di rivalutazione e riappropriazione della terraferma interessano anche tale asse, intorno a cui si localizza la costruzione delle dimore di villeggiatura veneziana. L'intervento decisivo per l'assetto del Terraglio è però quello attuato in epoca napoleonica, quando la strada fu ampliata, rafforzata e contornata da filari di platani orientali.

Le ville che fiancheggiano il Terraglio sono in tutto venti: a Mestre, dopo la località dei "Quattro cantoni", Villa Tivan, Villa Algarotti e villa Salus. In prossimità di Marocco l'ottocentesca villa Fürstenberg e la settecentesca Villa Franchin. Seguono dopo aver attraversato il fiume Dese la seicentesca villa Morosini-Gatterburg, ora Volpi, sorta su disegno del Palladio, la cinquecentesca villa Contarini - Tiepolo, e villa Gris. Nel comune di Mogliano Veneto, si incontrano una dopo l'altra la cinquecentesca Villa Machesi e la settecentescha villa Veronese. Poco dopo queste due ville, facendo una piccola deviazione a destra, si incontra villa Duodo-Melicki, ora Zoppolato, del XVII-XVIII secolo, con vasto parco, progettato dal Caregaro Negrin (1855), e saloni affrescati. Nel centro di Mogliano si segnala Villa Palma. Subito dopo il centro urbano si incontrano la settecentesca Villa Buratti, poi Coin e Villa Bianchi-de Kunkler costruita tra il 1715-'17. Proseguendo in direzione di Preganziol, si incontra Villa Marcello, già Lin, del XVIII- XIX secolo, il cui parco fu anch'esso progettato in parte da Antonio Caregaro Negrin tra il 1855 - '65. Delle ville presenti a Preganziol si citano Villa Machesi e Villa Goffré, detta la Colombina entrambe del XVIII secolo, site all'interno di bei parchi. Seguono Villa Comello ora albergo Magnolia, Villa Palazzi-Taverna, di cui abbiamo dato abbondante descrizione ed, infine, in prossimità di Treviso, in località S. Trovaso, la settecentesca villa Albrizzi, ora Franchetti, le cui barchesse furono progettate dall'achitetto trevigiano Pagnossin.

Vanno ricordate anche le osterie che un tempo fungevano da punto di sosta e stazione di cambio per la diligenza . A Marocco L'Osteria del Gallo, oggi chiamata al Postiglione (purtroppo in stato di abbandono). Ne esisteva una presso campocroce ma fu abbattuta. Nel centro di Preganziol, all'incrocio con via Schiavonia, l'osteria di "Preganzuol di sopra". Cento metri dopo villa Palazzi-Taverna, sorge la Locanda all'Albera, così chiamata per la preseza di un enorme rovere che un tempo esisteva accanto l'edificio. Procedendo verso Treviso si incontra la Locanda alla Frescada, denominata nel Settecento "Osteria alla Frascà".

Fig. 1-2 La locanda l'Albera e l'osteria della Frescada in una foto del primo Novecento

Nonostante il vincolo paesaggistico (Ex L. 1497/39) del 1967, il Terraglio subisce costantemente umiliazioni e trasformazioni irreparabili, (triste conferma della devastazione delle campagne venete dell'ultimo ventennio) gestito da enti preoccupati solo dell'abbattimento dei secolari platani ( in circa 10 anni ne sono stati abbattuti, solo nel tratto Treviso-Preganziol, 57), della cementificazione delle sponde, della posa di guard-rail e della proliferazione di nuovi centri commerciali-artigianali. Neppure gran parte dei residenti intuisce l'importanza, la maestosità e la fragilità di questa, che a breve, potrebbe diventare una strada qualunque.

 

 

torna all'indice