DIBATTITO-TAVOLA
ROTONDA DEL 05/05/06 DOMANDE DEI CORSISTI
1)
Mi chiamo C.
E. e sono una corsista del CTP. Rivolgo la mia domanda alle Istituzioni locali ( ai rappresentanti di Circoscrizione,
Comune, Provincia, Regione). Chiedo se le Istituzioni locali, ognuno per
la sua competenza, ha predisposto una mappa dei
bisogni dei suoi cittadini in rapporto ai diritti umani sanciti dalla
normativa nazionale, internazionale e dalle varie dichiarazioni, trattati
e convenzioni stilati dall’ONU. Se così è, chiedo se si sono
riscontrati casi e situazioni di diritti calpestati o disattesi
e quali sono e sono state le strategie di intervento messe a punto.
2)
Mi chiamo L. B. e sono un
corsista del CTP. Vorrei chiedere ai politici nazionali, europei, ai rappresentanti della giustizia,
ai sindacati se nel nostro paese sono sempre garantiti e in ogni
ambito i diritti delle persone, visto che spesso
i mass-media, la stampa, internet e altre fonti informative ci dicono
di moltissime situazioni di deprivazione socio-economica e culturale,
deprivazione che spesso è la spia evidente di diritti violati o non garantiti.
Per fare degli esempi possiamo citare: famiglie che vivono sotto o sulla
soglia della povertà, prostituzione, pedofilia, facili licenziamenti senza
giusta causa, violenza sulle donne e sui più deboli
e indifesi, mancanza di adeguata difesa per imputazioni civili
o penali, carcerati che subiscono violenze gratuite ed angherie… 3) Mi chiamo E. V. e sono di nazionalità bulgara. Vorrei chiedere ai politici qui presenti 4) Mi chiamo E. N. e vengo dal Camerun. Vorrei chiedere ai parlamentari qui presenti come mai a un lavoratore regolare straniero non viene
concessa in tempi meno lunghi la cittadinanza italiana; oggi la normativa
prevede 10 anni e con clausole molto rigide. Eppure noi stranieri regolari
assolviamo a tutti gli obblighi di legge, primo fra tutti a
quello di pagare le tasse; come mai lo Stato italiano, parallelamente,
non riconosce i nostri diritti come lavoratori e cittadini? In Francia,
ad esempio, un lavoratore straniero ottiene la possibilità di votare e
quindi di godere di tutti i diritti civili di quel paese dopo alcuni
anni di soggiorno regolare.
5)
Mi chiamo F. S.. Vorrei porre la mia domanda allo storico, professor Sa Vorrei chiederle professore se la storia può venirci
incontro in questa occasione. C’è un percorso storico anche nella vicenda
dei Diritti Umani che si perde nella notte dei
tempi. Il momento più cruciale, a mio avviso
e più recente, (mi corregga se sbaglio) è rappresentato dall’Illuminismo
in cui si enunciarono i primi principi e valori moderni sui diritti della
persona; mi riferisco ai concetti di libertà, uguaglianza e fraternità,
ancor oggi attuali e sbandierati. Oggi quei valori, quei concetti si sono
attuati ovunque? E a vantaggio di chi? Dalla loro enunciazione si è venuto a
creare, nel corso dei decenni successivi fino ad oggi, un processo virtuoso,
di ulteriore sviluppo ed ampliamento di quei concetti? Insomma
la storia è stata maestra? Fino a che punto possiamo dire che il progresso
tecnologico è andato di pari passo con quello della qualità della vita,
del rispetto reciproco, dei diritti di ogni essere
vivente? 6) Mi chiamo L. V. e vorrei porre la mia domanda ai rappresentanti delle Forze dell’ordine qui presenti. Chiedo se, oltre ai compiti e funzioni istituzionali,
ci sono e ci potrebbero essere altri spazi di
manovra mirati alla prevenzione e al recupero e non solo volti alla punizione.
Sappiamo che tra le finalità del carcere c’è anche quello della rieducazione,
del recupero e del reinserimento sociale; ma fino a che punto questi sono
applicati e funzionano? Spesso chi delinque, dopo aver scontato la pena,
è recidivo e di solito la seconda volta viene condannato per reati più gravi. Insomma si sente dire
spesso dall’uomo comune che il carcere è una scuola di perfezionamento
per il crimine. E’ utopico pensare ad una polizia che si occupi anche
di disagio sociale e possa attuare le strategie più idonee per intervenire
prima che il reato si compia? 7) Mi chiamo S. M. e sono argentina. Chiedo ai
politici e ai sindacati come mai non c’è una legge che tuteli
e garantisca le persone in cerca di occupazione
che non siano più giovanissimi. Spesso ci sentiamo rispondere dai datori
di lavoro che gli alti contributi che devono allo Stato impedisce loro
tali assunzioni. Personalmente ho avuto 4 esperienze lavorative e da due
anni mi trovo in mobilità non retribuita. Mi sono presentata a diverse
ditte ed aziende e nonostante fossi qualificata e ritenuta idonea per
il tipo di assunzione richiesta, la mia domanda
è stata respinta con la motivazione che l’assunzione di un apprendista
era per loro molto più vantaggiosa. Eppure siamo in tanti in questa situazione e soprattutto donne
e non solo straniere. Per me questo problema della disoccupazione di ritorno
sta diventando un’emergenza e andrebbe risolto
presto con una seria normativa sul lavoro, prima che io possa rivivere
in Italia una realtà simile a quella verificatasi circa 20 anni fa in
Argentina. Chiedo: hanno ragione i datori di lavoro nel pretendere sgravi
fiscali? Quali strategie proponete voi? 8) Mi chiamo J. J. e vorrei rivolgere la mia domanda ai rappresentanti della carta stampata e dell’informazione. Fino a che punto i mass-media, i giornali, la televisione
e altre fonti d’informazione sono responsabili o corresponsabili nel merito
di una scarsa o scorretta o omissiva informazione
sui diritti umani violati o disattesi sia a livello locale che mondiale?
Ad esempio mi riferisco all’olocausto che anni fa si è consumato in Ruanda,
nella completa indifferenza della politica che conta e in una informazione scarna e minimizzante. Altro esempio sono
i conflitti che ogni giorno subiscono almeno 40 paesi del pianeta, ma
si parla solo di Iraq; come si parla poco di
altre atrocità nei confronti di bambini, vecchi, deboli, indifesi, dell’ambiente
in tante altre parti del mondo. Sappiamo che i mass-media non sono autonomi
e sono controllati da potentati e che non sempre i giornalisti possono
svolgere decorosamente e con etica professionale il loro difficile mestiere.
Allora che fare? 9) Mi chiamo F. S.. Vorrei chiedere al Magnifico Rettore dell’Università di Udine: qual è la situazione degli studenti e ricercatori
stranieri della sua Università. In particolare mi piacerebbe sapere se
vi sono delle iniziative informative e non solo a tutela degli studenti
in difficoltà economiche e stranieri e più in generale
quali gli strumenti per garantire il diritto allo studio, vista
la bassa percentuale di laureati italiani sia perché molti non proseguono
gli studi, sia perché c’è molto abbandono. Inoltre
vorrei chiedere cosa può fare la scuola, (e che oggi non fa) sul problema
dei diritti negati o violati. In altre parole, fra le mille funzioni che
si danno all’Istituzione scolastica, Le sembra doveroso ed utile anche
quella di informare e formare le nuove generazioni sui diritti/doveri
anche in vista di un futuro sbocco professionale che vedrà i giovani laureati
ad operare, a vari titoli, in questo sgangherato villaggio globale? 10) Mi chiamo A. e vorrei domandare agli Amministratori locali se fosse possibile creare più spazi verdi in città,
visto che in molte piazze e piazzole ristrutturate
in diversi quartieri e paesetti viciniori sono stati tolti tutti gli alberi
e sostituiti con cemento e pietre. 11) Mi chiamo D. Y.. Vorrei chiedere ai politici fino a quando le truppe italiane rimarranno in
12)
Mi chiamo S. S. e vorrei porre
una domanda alle autorità competentiqui
presen Perché i criminali che compiono reati
di elevata gravità non subiscono pene severe o perlomeno commisurate
alla gravità del reato stesso? Alcuni, ad esempio, possono permettersi
avvocati di grido e quindi godono di un privilegio
che i meno abbienti non hanno. Non vi è certezza della pena. Perché se
il reato è grave chi lo commette viene rilasciato
dopo poche ore? (Ad es. recentemente 2 persone ubriache hanno ucciso con in un incidente d’auto due ragazzi e non sono stati arrestati;
ovvero, sono stati trattenuti in questura per 1 giorno e quindi rilasciati,
con il rischio che possano ripetere lo stesso reato). Inoltre, Dal mio
punto di vista non c’è proporzione di pena tra reati lievi, gravi e gravissimi.
La cronaca degli ultimi tempi ci ha fatto notare che anche i criminali
più pericolosi possono essere rilasciati per buona condotta e immediatamente
dopo la scarcerazione ripetono gli stessi crimini.
In altre parole perché i più deboli e indifesi scontano sempre tutto e
i criminali più incalliti girano liberi? 13) Mi chiamo J. B. e sono di nazionalità e cittadinanza brasiliana. Vorrei chiedere ai
politici presenti come mai uno straniero deve aspettare mesi e affrontare
difficoltà burocratiche per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno
e quindi incontrare problemi per muoversi liberamente nel mondo.Secondo voi l’attuale legge Bossi-Fini e le sue applicazioni
garantiscono pieni e adeguati diritti agli stranieri regolari?
14)
Mi chiamo L. V., sono una
corsista del CTP. La mia domanda
è rivolta agli insegnanti, ai dirigenti scolastici, agli uomini di cultura
e ai politici. La scuola ricopre un ruolo decisivo nell’educazione
e nella formazione dei ragazzi: il sistema educativo corre però il rischio
di non cogliere i cambiamenti che avvengono nella società. Una scuola
sorda alle novità è una scuola che non serve a nessuno. Materie quali
il cinema, il teatro la musica non potrebbero essere un ausilio per i giovani,
al fine di potenziare la conoscenza e il dialogo tra i popoli e le culture?
15)
Mi chiamo C.
M. La mia domanda è rivolta
ai politici e ai rappresentanti della carta stampata. La natura della guerra è cambiata profondamente:
oggi è il genere umano intero che rischia l’estinzione. Se è interesse
di tutti noi, e tutti lo affermano, continuare a vivere, perché la produzione
di armi è tuttora così imponente anche nei paesi democratici?
E per quale motivo le organizzazioni internazionali non denunciano con
la stessa forza tutte le situazioni ‘a rischio’ che ci sono nel mondo? Cioè
per quale motivo alcuni contesti suscitano nell’opinione pubblica mondiale
una indignazione minore rispetto ad altri, quali Afghanistan e Iraq per
citare solo gli ultimi due episodi.
16)
Mi chiamo D.
V./A. F. Vorrei sapere dagli
amministratori locali e dai politici in generale se esiste un
progetto per aiutare i pensionati che non ce la fanno ad arrivare a
fine mese. E’ chiaro a tutti che con l’euro le
difficoltà sono aumentate notevolmente. Se il diritto a vivere degnamente
vale per tutti, come mai c’è questa
situazione paradossale (pensioni da nababbi per alcuni, nemmeno l’essenziale
per la maggioranza) per cui pare che un’intera
fascia della popolazione, gli anziani non benestanti, sia condannata a
una vita poco dignitosa? |