arte e cultura egiza

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arte Egizia

 

L'architettura più imponente la troviamo nell'antico Egitto faraonico, a partire del cosiddetto periodo dell'Antico Regno (3200-2200 a.C.), in cui fu eretta, dall'architetto Imhotep, la Màstaba del faraone Gioser. Questa immensa tomba regale, che si innalzava nel cielo di Saqqarah attraverso sei gradoni in granito disposti in ordine decrescente, si trovava al centro di recinto rettangolare, delimitato da mura e pilastri superbi, nel quale furono costruite cappelle ed are per le offerte e i riti sacri. La camera funeraria, vivacemente decorata, era sotto il monumento centrale.

Alla pieramide di Gioser si ispirarono i grandi costruttori delle piramidi che vanno sotto i nomi di Cheope, Chefren e Micerino, rispettivamente alte 146, 143 e 66 metri. Anche queste colossali costruzioni, rigorosamente geometriche e che danno tuttora il senso dell'assoluto e dell'eternità, sorgevano sull'altipiano di El Gizeh, in mezzo a vasti complessi di altri edifici minori.


Basso Egitto: La sfinge
Come a guardia del tempio funebre di Chefren fu collocata la sfinge, una scultura lunga 57 metri ed alta 20, rappresentante un mostro immenso e misterioso dal corpo di leone e e dalla testa d'uomo, forse a simboleggiare la forza e la saggezza. La statua, scolpita in un monolito di calcare, fu vivacemente dipinta dal suo ignoto autore, ma poi i colori vennero corrosi dal tempo, dagli agenti atmosferici e dalle avversità meteorologiche.

Intorno al 2500 a.C. risale la creazione di stupende sculture, delle quali ricordiamo "Scriba Accovacciato" in calcare dipinto, scoperta nella cappella di una tomba di Saqqarah. Alta 50 centimetri, questa celebre statua, ora al museo del Louvre, pur nel suo solidi impianto di natura geometrica è animata da una vitalità portentosa, che si esprime nella tensione plastica delle forme essenziali, e nel ritmo possente che scandisce i piani.

Però, il vero inizio della rinascita artistica nell'Egitto del Nuovo Regno lo dobbiamo a Thutmosis III e ad Amenophisis III, i quali chiamarono a raccolta tutti i maggiori architetti, scultori e pittori del tempo, affinché creassero o ampliassero sempre più i templi colossali di Karnak e Luxor, i cui colonnati e le cui statue gigantesche sono delle autentiche meraviglie.

Con Ramses II (1301-1234 a.C.), l'architettura assume una dimensione di scenografia spettacolare, come dimostra il colossale "Tempio di Ammone", da lui fatto costruire a Karnak.

Per quanto riguarda la pittura, occorre subito precisare che essa, pur ignorando le leggi della prospettiva, non ha una funzione meramente decorativa, ma assume il segno come forza espressiva, particolarmente nei ritratti resi di profilo e affida ai colori, sempre preziosi e accordati in delicate sinfonie, dei valori simbolici che colpiscono gli spettatori non solo sul piano della percezione visiva. Dei numerosi dipinti, presenti in tutta la storia dell'Egitto faraonica, ci limitiamo a ricordare il "Ritratto di Meritamon", "IL Giovane bovaro con la sua mandria", attualmente al British Museum, e il dipinto murale in cui sono raffigurate le due giovani figlie di Amenophis IV e della regina Nefertiti.



L'Egitto conobbe uno sviluppo culturale molto più lineare e continuo rispetto alle altre civiltà mediterranee, svoltosi senza rotture nette o bruschi mutamenti dalla fine del IV millennio a.C. al I secolo a.C. Quando, a partire dall'XI secolo a.C., diverse potenze straniere si avvicendarono nel controllo della regione, gli apporti delle culture esterne vennero assorbiti in misura ridotta e rielaborati senza tradire i caratteri fondamentali della civiltà egizia.

L'arte in ogni sua espressione era principalmente al servizio del faraone, considerato un dio in terra, o destinata alla decorazione di edifici pubblici e religiosi. Fin dalle epoche più remote, la fede in una vita dopo la morte portಠa seppellire i defunti con un corredo di beni materiali che assicurasse loro ogni agio anche nell'aldilà . I cicli naturali - le piene annuali del Nilo, il susseguirsi delle stagioni, l'alternarsi del giorno e della notte - venivano considerati espressione del volere degli dei (vedi Mitologia egizia); nel pensiero, nella morale e nella cultura era profondamente radicato un profondo rispetto per l'ordine e l'equilibrio. I cambiamenti e le innovazioni non erano incoraggiati; perciಠanche lo stile e le convenzioni figurative dell'arte egizia, stabiliti agli albori di questa civiltà , rimasero pressochà(c) inalterati per oltre tre millenni.

La preistoria e il periodo dinastico antico

I primi abitanti dell'area del Nilo si insediarono sui terrazzamenti creati dal fiume. Gli strumenti e i manufatti rinvenuti documentano l'evoluzione dallo stadio di cacciatori-raccoglitori a quello di agricoltori stanziali. Intorno al 4000 a.C., la civiltà egizia entra nella sua prima fase di sviluppo, che viene fatta convenzionalmente terminare nel 3100 ca. a.C. Intorno a quella data, il paese, diviso in Alto Egitto a sud e Basso Egitto a nord, fu riunificato sotto la guida di potenti condottieri meridionali, che diedero inizio al periodo dinastico antico, conclusosi nel 2778 ca. a.C. La nascita del potere centrale è commemorata nella Stele del re Narmer (3100 ca. a.C., Museo egizio, Il Cairo), una pietra scolpita che raffigura il re, con il capo cinto dalla corona tipica del Regno del Sud, nell'atto di soggiogare i popoli settentrionali.

Risalgono a questa lunga epoca, durata circa un millennio e duecento anni, alcuni resti di insediamenti organizzati e numerosi manufatti rinvenuti nelle necropoli, oggetti deposti nelle tombe insieme al corpo imbalsamato - la mummia - affinché lo spirito potesse usarli nella sua nuova vita. Ci sono giunte così importanti testimonianze della vita del tempo, soprattutto attraverso il vasellame, le armi e gli utensili ritrovati. Le ceramiche venivano decorate con scene ispirate alla quotidianità ; tra i motivi ricorrenti vi sono figure di uccelli e animali che abitavano le sponde del Nilo e, nelle opere del tardo periodo predinastico, compaiono anche le imbarcazioni a più remi caratteristiche del fiume. Il rame era impiegato in quantità limitata per realizzare grani per collane e semplici utensili, mentre quasi tutti gli attrezzi erano scolpiti nella pietra (notevoli tra i reperti sono ad esempio i mortai per macinare i pigmenti usati per truccare gli occhi). Molto comuni erano le piccole sculture in avorio e in osso intagliati o in creta.

L'Antico Regno

L'Antico Regno, databile dalla III alla VI dinastia, occupò i cinque secoli compresi tra il 2778 ca. e il 2220 a.C. Nonostante la riunificazione politica fosse già compiuta nel 3100 ca. a.C., la divisione dell'Egitto in due parti distinte, a sud e a nord, rimase forte per tutto l'Antico Regno.

Architettura

Le tombe dei regnanti delle prime dinastie, costruite ad Abido e Saqqara, imitavano la struttura dei palazzi o dei templi; il gran numero di ceramiche e oggetti in pietra, in avorio e in osso intagliato che vi sono stati rinvenuti attestano l'elevato livello di sviluppo artistico e artigianale dell'Egitto dell'Antico Regno. La scrittura a geroglifici, con cui si esprimeva la lingua egizia, si trovava allora nello stadio iniziale della sua evoluzione.

Durante la III dinastia, l'architetto Imhotep costruì per il faraone Zoser (2737 ca. - 2717 ca. a.C.) a Saqqara, nei pressi della capitale Menfi, un intero complesso funerario composto da un gruppo di templi ed edifici annessi, e dalla grande piramide a gradoni nella quale fu deposto il corpo del re: quest'ultima è forse il più antico esempio conservatosi di architettura monumentale e una delle prime versioni della tipica piramide egizia.

Le piramidi di Giza, in cui furono sepolti i faraoni della IV dinastia, testimoniano la perizia ingegneristica degli architetti egizi, capaci di edificare monumenti che sono ancora oggi considerati fra le meraviglie del mondo. La grande piramide di Cheope raggiungeva originariamente l'altezza di 147 m ed era formata da circa 2.300.000 blocchi di pietra del peso medio di 2,5 tonnellate ognuno. Oltre che dalla piramide, ogni impianto funerario era costituito da un tempio a valle, una strada d'accesso e un tempietto o una cappella in cui venivano celebrati i riti religiosi in onore dello spirito del faraone.

Intorno a Giza - dove si trova, oltre alle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, anche la nota Sfinge - si sviluppà una necropoli formata da numerose mastabe (termine antico che significa "panche in mattoni d'argilla"), cioè tombe a tronco di piramide, con tetto piatto e pareti a scarpata, chiamate così per la loro somiglianza con le panche allora poste di fronte alle case. Le mastabe erano riservate ai membri della famiglia reale, agli alti ufficiali, ai cortigiani e ai funzionari: per la maggior parte avevano un pozzo perpendicolare che conduceva alla camera funeraria, contenente la mummia e il corredo funerario. In epoche successive, alla tomba costruita in conci di pietra subentrಠun'altra tipologia, quella della sepoltura scavata direttamente nella roccia.

Dalla disposizione delle tombe di Giza e Saqqara si deduce il modello urbanistico al quale i costruttori si erano ispirati. Poco si conosce invece dell'architettura domestica dell'Antico Regno, poiché le abitazioni comuni e i palazzi erano costruiti in adobe e non si sono conservati. Le testimonianze più interessanti sui costumi e le condizioni di vita degli antichi egizi derivano quindi dai templi e dalle tombe, realizzati in pietra e destinati a durare.

Scultura egizia

Rispetto al periodo dinastico antico, la scultura egizia conobbe nell'Antico Regno una rapida evoluzione: fin dal tempo di Zoser, tipiche furono le grandi statue dei faraoni, che si credeva ne ospitassero lo spirito. La tecnica ricorrente prevedeva che il blocco di pietra venisse dapprima squadrato fino ad assumere la forma di un parallelepipedo, quindi sbozzato sul lato frontale e sui due laterali secondo la figura umana da rappresentare: la scultura che ne risultava era pensata per essere osservata frontalmente.

Dovendo creare un'immagine atemporale ed eterna della persona ritratta, l'artista non era interessato a una descrizione naturalistica della sua fisionomia: inoltre rappresentava la figura perlopiù in piedi, bloccata in una posizione statica, anche quando la situazione evocata doveva essere di movimento. L'anatomia umana era nota, ma veniva tradotta in forma astratta; le immagini dei regnanti, in particolare, venivano idealizzate e caricate di una grande dignità .

Una statua in diorite di Chefren (2530 ca. a.C., Museo egizio, Il Cairo), il faraone per il quale fu costruita la seconda grande piramide di Giza, riassume tutte le caratteristiche tipiche del modo di rappresentare i sovrani nell'Antico Egitto: il re è assiso su un trono decorato da un emblema delle terre riunificate, con le mani sulle ginocchia, il capo eretto e lo sguardo rivolto lontano. Il falcone del dio Horus posto alle sue spalle simboleggia che egli è "Horus vivente". I volumi sono compatti, quasi geometrici, e tutte le parti della figura sono bilanciate, dando vita a una potente immagine di regalità divina.

I personaggi della famiglia del faraone e gli alti dignitari potevano venire raffigurati anche in gruppi scultorei, insieme a congiunti e consanguinei ancora viventi. Le statue erano in pietra, in legno e raramente in metallo, e venivano dipinte; gli occhi erano fatti con altri materiali, come il cristallo di rocca, e incastonati nella statua per aumentarne l'effetto di verosimiglianza. Le sculture ritraevano quasi esclusivamente persone altolocate; talvolta venivano rappresentati anche personaggi umili intenti a preparare il cibo o a svolgere attività artigianali, in statue da deporre nella tomba degli aristocratici, quale immagine imperitura della loro servitù.

Se i rilievi sui muri dei templi dovevano perlopiù glorificare il re, quelli nelle camere interne delle tombe rappresentavano gesti e cose gradite allo spirito del defunto, che lo accompagnassero nella vita dell'aldilà . Spesso si tratta di scene in cui il defunto prende parte o sovrintende a varie attività , come quando era in vita. Il tipico metodo di raffigurazione bidimensionale della figura umana, sia scolpita sia dipinta, fu dettato dall'intento di cogliere l'essenza della persona; combinava la rappresentazione di profilo del capo e della parte inferiore del corpo a un'immagine frontale del torso, offrendo così la descrizione più chiara di ogni parte. Questa regola era sempre adottata nei ritratti dei re e dei membri della nobiltà ; mentre per i servitori e i lavoratori dei campi erano concesse variazioni e interpretazioni più libere. Per completare l'effetto di verosimiglianza i bassorilievi venivano colorati e alcuni dettagli aggiunti solo a pennello; abbiamo anche testimonianze, risalenti all'Antico Regno, di rare decorazioni non scolpite, ma interamente affrescate.

Dai bassorilievi funerari si possono trarre molte indicazioni relative alla vita e ai costumi egizi; vi sono illustrati i metodi per allevare il bestiame, le varietà dei cibi e i modi per prepararli, la cattura degli animali selvatici, la costruzione delle navi e diverse attività artigianali. Le immagini erano disposte sulle pareti in bande orizzontali, o registri, e dovevano essere lette come narrazioni di eventi ricorrenti, ciclici.

Arti decorative

Le ceramiche riccamente decorate del periodo dinastico antico lasciarono il posto nell'Antico Regno a manufatti di fine fattura privi di ornamentazione, spesso con la superficie brunita, elaborati in una grande varietà di forme. La ceramica era materiale utilizzato per tutti i tipi di recipienti, sia per quelli impiegati per mangiare e bere, sia per quelli di grandi dimensioni destinati a conservare cibi o bevande, come ad esempio la birra.

I gioielli erano in oro e pietre dure, ornati di quei motivi zoomorfi e vegetali ai quali si ispirarono sempre, in tutta la loro storia, le arti decorative egizie. Ci sono giunti ben pochi esempi di mobili del tempo, ma dalle pitture tombali si desume che sedie, letti, sgabelli e tavoli fossero di forma piuttosto essenziale, decorati a motivi vegetali e con gambe terminanti con una parte scolpita a foggia di zampa animale.

Al termine della VI dinastia il potere centrale si era indebolito; i governatori locali presero a farsi seppellire nelle rispettive province invece che nei pressi dei complessi funerari del loro re. Risale a quest'epoca la più antica statua in metallo conservatasi, una figura in rame (Museo egizio, Il Cairo) di Pepi I, che regnಠdal 2395 ca. al 2360 a.C.

Il Medio Regno

Il cosiddetto "primo periodo intermedio" (dalla VII alla X dinastia) rappresentಠun'epoca di generale confusione e anarchia; si tentಠdi tenere in vita le tradizioni artistiche dell'Antico Regno, ma, fino al momento in cui i potenti signori di Tebe riunirono nuovamente il paese, le manifestazioni del gusto estetico e decorativo non eguagliarono il vigore del periodo precedente.

Mentuhotep II, faraone dell'XI dinastia che regnò dal 2061 al 2010 a.C., fu il primo sovrano del Medio Regno unito; promosse un nuovo stile nei monumenti funerari, in parte ispirato ai complessi piramidali dell'Antico Regno. Nella valle sulla riva sinistra del Nilo, a Tebe, fece costruire una serie di templi disposti lungo la strada lastricata che conduceva a un santuario; quest'ultimo era posto su una piattaforma scavata nel fianco della montagna e recava scolpita sui suoi muri l'immagine del faraone in compagnia degli dei.

Architettura

L'architettura del Medio Regno non è degnamente rappresentata dagli esempi conservati. Notevole è solo un piccolo edificio, risalente al periodo di Sesostri I (che regnಠdal 1962 al 1928 a.C.) della XII dinastia, venuto alla luce fra i templi di Karnak. Si tratta di una sorta di cappella, corrispondente a una stazione della processione del battello sacro: la sua struttura cubica, realizzata con un sistema complesso di pilastri e architravi, è caratterizzata da purezza di linee e proporzioni armoniose. Alcune parti sono decorate da fini rilievi con immagini del re e delle divinità .

Scultura

Nella scultura del Medio Regno viene spesso riconosciuta un'inedita tendenza realistica. Se le prime opere di questo periodo imitavano ancora da vicino lo stile dell'Antico Regno, nell'intento di ripristinare le antiche tradizioni, la scultura della XII dinastia rivela un certo interesse nei confronti della realtà . Le statue ben caratterizzate dei faraoni Amenemhet III e Sesostri III sono molto differenti da quelle dei loro predecessori, idealizzate e in tutto assimilabili alle astratte rappresentazioni delle divinità . Ora, il viso dei personaggi ritratti esprime la loro indole e la loro determinazione, e al di sotto delle superfici levigate si intuisce una struttura anatomica particolare, che produce un effetto di verosimiglianza del tutto nuovo nell'arte egizia.

Pittura

L'abitudine, diffusa tra i funzionari del faraone, di costruire monumenti funerari nei centri delle regioni da essi controllate, piuttosto che nella capitale del regno, perdurಠa lungo. Alcune di queste tombe furono ornate da rilievi simili a quelli di Assuan, mentre nel Medio Egitto molte furono semplicemente affrescate, a opera di artigiani locali che tentavano di uniformarsi agli stili ufficiali. Vi compaiono talora nuovi motivi pittorici, ma in genere la scelta dei soggetti e lo stile sono ispirati ai modelli più antichi. Dipinte erano anche le decorazioni dei sarcofagi rettangolari in legno caratteristici di quest'epoca.

Arti decorative

Risalgono al Medio Regno oggetti preziosi e raffinati, tra i quali spiccano i gioielli realizzati con metalli preziosi e intarsiati con pietre policrome. La terracotta invetriata conobbe largo impiego nella produzione di amuleti e figurine.

Il Nuovo Regno

L'epoca della XIII dinastia fu caratterizzata dall'avvicendarsi di governanti deboli, che regnarono ciascuno per pochissimo tempo (se ne contano circa 50 nell'arco di centoventi anni). Durante il cosiddetto "secondo periodo intermedio" (dalla XIV alla XVII dinastia) il paese fu nuovamente diviso. Gli hyksos, invasori stranieri originari dell'Asia occidentale, penetrarono in Egitto e ne divennero i signori. A loro si deve l'introduzione nella regione di nuove conoscenze tecnologiche, grazie alle quali la civiltà egizia potà(c) di lì a poco tornare a svolgere un ruolo dominante nel Mediterraneo orientale. Nel XVI secolo a.C. da Tebe ripartì la lotta per la riunificazione, che portಠalla cacciata degli occupanti hyksos e al ripristino di un unico potere regale. Il Nuovo Regno (1580-1085 a.C.), iniziato con la XVIII dinastia, rappresentಠun periodo di grande ricchezza e potenza per l'Egitto; il commercio con l'estero si intensificಠe si moltiplicarono le conquiste.

Architettura

I re della XVIII, XIX e XX dinastia promossero grandemente l'architettura religiosa. Riportata la capitale a Tebe, il dio locale Ammone divenne la principale divinità egizia. Quasi tutti i faraoni del Nuovo Regno commissionarono nuovi templi e costruzioni a Karnak, centro del culto di Ammone, contribuendo così a creare uno dei più imponenti complessi religiosi della storia. Grandiosi portali, cortili colonnati e sale sorrette da colonne polimorfe, decorate con obelischi e statue, erano sfarzosa testimonianza del potere del re e dello Stato.

Sulla riva sinistra del Nilo, nei pressi della necropoli di Tebe, sorsero numerosi templi per il culto dei defunti. Durante il Nuovo Regno le spoglie dei faraoni vennero deposte nelle tombe scavate nella roccia dell'arida Valle dei Re; all'ingresso della valle sorgevano vari edifici religiosi, tra cui si distingue il tempio funerario (1478 ca. a.C.) della regina Hatshepsut a Dayr el-Bahri. Costruito dall'architetto reale Senemut e collocato sulle alte sponde del Nilo nei pressi del tempio di Mentuhotep II, faraone dell'XI dinastia, era una struttura terrazzata dotata di numerosi altari e ornata di rilievi che illustravano le imprese di Hatshepsut. Altri faraoni vollero costruire i propri templi più in basso, sui terreni coltivati.

Diverse tombe furono scavate nelle pendici rocciose della Valle dei Re, nel tentativo - non sempre riuscito - di celare le sepolture reali. I lunghi e ripidi corridoi, le scale e le camere funerarie erano decorati con bassorilievi e affrescati con scene ispirate a testi religiosi (vedi Letteratura egizia): tali immagini dovevano proteggere e aiutare lo spirito nella nuova vita.

Il faraone della XIX dinastia Ramesse II fece edificare il gigantesco tempio rupestre di Abu Simbel in Nubia, nel sud del paese, addossato alla montagna e presidiato da quattro colossali statue del re. Tra il 1963 e il 1972, per impedire che tali superbi resti dell'antica civiltà egizia venissero sommersi dalle acque raccolte dalla nuova diga di Assuan, si smontಠl'intero complesso e lo si ricostruì a una quota superiore.

Come nelle epoche precedenti, anche nel Nuovo Regno le dimore comuni e i palazzi dei nobili erano in adobe. I reperti conservati rivelano che le case aristocratiche si articolavano in più stanze, con pavimenti, mura e soffitti dipinti. Gli esponenti dei ceti benestanti abitavano sovente in piccole tenute, con edifici residenziali e altri di servizio, circondate da un recinto. Si sono scoperti anche resti di modeste abitazioni comuni, raggruppate in villaggi del tutto simili a quelli dell'Egitto moderno.

Scultura

Durante il Nuovo Regno la scultura raggiunse altissimi livelli di precisione tecnica e qualità artistica. La severa stilizzazione dell'Antico Regno e il realismo del Medio Regno furono abbandonati a favore di uno stile raffinato, di tono nobile e sostenuto, e al contempo attento alla delicatezza dei dettagli e alla grazia della linea. Inaugurato durante i regni di Hatshepsut e Tutmosi III, questo stile raggiunse la piena maturità all'epoca di Amenofi III, che diede inizio ai lavori per il tempio di Luxor.

L'arte del periodo di Akhenaton, figlio di Amenofi III, riflette i cambiamenti nella religione ufficiale voluti dal faraone: unico dio degno di venerazione, e di conseguenza di rappresentazione artistica, era adesso Aton, il sole. Akhenaton favorì un'arte realistica e dapprincipio in certe manifestazioni perfino caricaturale, che si sviluppà tuttavia nel tempo in forme più eleganti, conservando una forte carica espressiva. Ne è esempio il famoso busto in calcare dipinto (1365 ca. a.C., Staatliche Museen, Berlino), ritratto di Nefertiti, la regina sposa di Akhenaton.

Pittura

Se gli edifici religiosi erano ornati soprattutto con elaborati ed estesi bassorilievi, durante il Nuovo Regno la decorazione delle tombe private fu affidata principalmente alla pittura. I resti di affreschi rinvenuti nella necropoli di Tebe, riproducenti scene della vita del tempo, costituiscono una ricca fonte di informazioni sul graduale mutamento della tradizione pittorica. Rispetto alla scultura, si nota una maggiore libertà rappresentativa e un più consapevole realismo, sia nella resa delle espressioni e delle fisionomie dei soggetti, sia nella raffigurazione delle molteplici attività economiche, commerciali e artigianali (notevole la descrizione dei vivaci empori fluviali e delle botteghe dei villaggi).

Anche i riti funebri erano illustrati nei minimi dettagli, dalla processione alla cerimonia della deposizione della tomba. Uno dei motivi caratteristici delle pitture tombali tebane, i cui primi esempi risalgono ancora all'Antico Regno, è la rappresentazione del defunto nell'atto di cacciare e pescare tra i papiri, passatempi ai quali lo spirito avrebbe potuto dedicarsi nell'eternità .

Arti decorative

Le arti decorative del Nuovo Regno conobbero uno sviluppo qualitativo analogo a quello della scultura e della pittura. Gli oggetti di uso comune destinati alla corte del faraone e alla nobiltà erano di raffinata fattura, come testimonia il corredo funerario ritrovato nella tomba di Tutankhamon nel 1922: notevoli i pezzi realizzati con materiali preziosi magistralmente combinati, alabastro, ebano, oro, avorio e pietre dure. Anche la ceramica del Nuovo Regno rivela grande perizia tecnica e cura nella decorazione, segnando l'affermarsi di uno stile basato sull'uso di colori brillanti e sulla predilezione per i motivi floreali.

La bassa epoca

Agli energici re della XVIII e XIX dinastia e ai primi faraoni della XX succedettero sovrani più deboli, ai quali sfuggì il controllo del paese. Ramesse III (che regnò dal 1197 al 1165 a.C.), l'ultimo potente faraone della XX dinastia, costruì sulla sponda occidentale del Nilo l'immenso tempio funerario di Medinet Habu, uno dei meglio conservati del periodo; vi era annesso un palazzo, che fu utilizzato dal faraone in vari momenti del suo regno. Sulle mura del tempio sono scolpite scene di battaglia ispirate alle campagne di guerra di Ramesse III, condotte contro invasori stranieri.

Durante le dinastie che vanno dalla XXI alla XXIV l'Egitto visse un periodo di decadenza e frammentazione politica, durato oltre 350 anni; i centri più importanti furono in quest'epoca Sais, Tanis e Bubasti, nell'area del delta del Nilo. I sovrani della XXV dinastia erano originari di Kush, in Sudan; abbracciarono tuttavia la religione e i costumi egizi e adottarono i nomi di famosi faraoni del passato, ritenendo che fosse loro compito riportare il paese agli antichi splendori. I re cusciti restaurarono i templi caduti in rovina e ne costruirono di nuovi: la loro arte si rifaceva sia nello stile sia nei motivi figurativi e decorativi ai grandi monumenti egizi del passato, anche nelle tipologie funerarie, tra le quali conobbe nuova fortuna la piramide. Nel VII secolo a.C. gli assiri invasero l'Egitto e posero termine alla dinastia cuscita.

Psammetico I, fondatore della XXVI dinastia, era vassallo del re assiro; trasferì la capitale a Sais e riunificಠil regno. Il faraone promosse le arti, dando impulso soprattutto alla scultura, nella quale si affermಠla tecnica di fusione del bronzo. Molto importanti in questo periodo furono i contatti con la civiltà greca, mentre gli scambi con i regni di Israele e Giuda sono provati dalla presenza di una colonia ebraica nella città di Assuan. Oltre alla ripresa e alla rielaborazione di forme e motivi dell'arte antica egizia, si sviluppಠla ritrattistica dal vero, già diffusa in misura minore durante la XXV dinastia, alla quale si devono splendide opere.

La XXVI dinastia ebbe termine nel 525 a.C., quando Psammetico III venne sconfitto dal re persiano Cambise II; dal quel momento in poi, salvo brevi periodi, l'Egitto non fu mai più completamente libero dal controllo straniero. La conquista del paese da parte di Alessandro Magno nel 332 a.C. e l'annessione nell'impero romano nel 30 a.C. fecero entrare la civiltà egizia nella costellazione culturale del mondo classico; tuttavia, le antiche tradizioni stilistiche rimasero vive ancora a lungo in terra d'Egitto, come mostra ad esempio l'iconografia locale di Alessandro e dei suoi successori. Sia durante la dinastia dei Tolomei, sia nel periodo romano furono costruiti in Egitto templi che non si allontanavano nella struttura e nelle forme dalle tipologie architettoniche consolidate nel corso dei millenni precedenti.