La gita di Pasqua di C.R.

C.R. si svegliò, come sempre prima dell’alba, di buon umore e con una affettuosa intenzione verso la famiglia.

Ma sì -pensò- quest’anno, il giorno di Pasqua, porto tutti a fare il pic-nic sui prati; tutti, eccetto il cane, per natura obbligato alla vigilanza, il cui straordinario appetito sarebbe stato regolato con una doppia razione di crocchette scadute, alla sera, per non appesantirlo durante il turno supplementare di guardia.

Prima riflessione: la meta; seconda riflessione: il mezzo di trasporto.

Sul primo punto vennero presi in rassegna e valutati, in ordine decrescente di distanza da casa: un imprecisato angolo nel verde Canavese: escluso per una congenita e collaudata idiosincrasia di C.R. per la viabilità nei dintorni di Ivrea, salvo, forse, ripiegare su un’area autostradale di parcheggio ; seconda alternativa: lo spazio verde a lato del "Campo della Piscina" dello stadio comunale di Volpiano: bella erba; panchine, il Matera’s Bar a portata…e tanti ricordi: escluso per la eccessiva personalizzazione della scelta.

Infine, la decisione si focalizzò sul celebre Parco della Pellerina che, oltre tutto, data la vicinanza, metteva al riparo dal rischio di scompensi climatici.

Centrata la meta, si concentrò sul mezzo di trasporto: tutti in bici oppure a bordo della fiammante Fiat Marea?

L’idea di mettersi al volante, però, preoccupò C.R.: dall’ultima volta che si era mosso in auto, il Codice della strada era radicalmente cambiato, e la segnaletica, poi, chissà?

Ben ricordava quei primordiali cartelli che recitavano: "procedere a passo d’uomo"; prescrizione che, non essendo mai stata revocata espressamente da un successivo avviso contrario, veniva ancor ora ossequiosamente e ostinatamente osservata da C.R.

Tuttavia, nonostante la scontata previsione di disagio, non esitò: la sua famiglia meritava una trionfale uscita dal cancello di casa in Marea e, poi, bisognava pur finire il rodaggio, prima della sua rottamazione.

Si diresse quindi verso la vettura per verificarne la funzionalità: un intrico di rami e fogliame da foresta tropicale l’aveva quasi inglobata, lasciando trasparire, in uno spicchio, il glorioso e ossidato logo Fiat.

Passò un paio d’ore a liberare lo sportello lato guida che, aprendosi cigolando, liberò una famiglia di ghiri che aveva fatto tana sui sedili, in autunno.

Percorrendo il perimetro dell’arborato veicolo, C.R. si fermò perplesso, colpito dal fatto che il portabagagli, contrariamente al resto della vettura, risultava inspiegabilmente libero e pulito.

Infatti si aprì agevolmente, scattando come al momento dell’acquisto, ma C.R. rimase folgorato dalla vista: il vano era completamente ricolmo di pacchetti candidi come neve.

In una frazione di secondo C.R. si sentì già addosso lo sguardo delle Forze dell’Ordine e bersaglio di un’accusa infamante.

Poi, recuperato il sangue freddo e fissando meglio lo sguardo, si rese conto che quella massa bianca era costituita da centinaia di confezioni di fazzoletti di carta, accompagnate anche da alcune scatole di spugne da cucina e di accendini.

Cosa poteva significare quello strano carico nel portabagagli della sua Marea?

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Ci rimuginò tutto il giorno, poi, la sera, durante la libera uscita fisiologica del fido cane da guardia, recuperò un indizio.

Rassettando la cuccia, C.R. scoprì un raccapricciante residuo alimentare, attaccato ad un pezzo del suo involucro, rivelatore della provenienza: Doner Kebab era impresso sul frammento di carta.

Da dove proveniva?

Come al solito, C.R. non fece parola in famiglia del ritrovamento, ma avviò una discreta indagine domestica, introducendo a tavola, come argomento di conversazione, la cucina islamica e, prendendola alla larga, se potesse essere gradita ai cani da pastore, in specie tedeschi.

Non ne cavò nulla.

Decise allora di mettere in atto una stretta e ininterrotta vigilanza notturna (di giorno era già sempre in cortile ad allenarsi con le tartarughe): nella stanza del televisore, che consentiva un ampio campo visivo del cancello carraio e della Marea, installò la sua postazione, dicendo in casa che per alcune notti doveva assistere in diretta alle appassionanti finali del campionato di calcio caucasico.

Per due notti non successe nulla, ma, alla terza, verso le 2 del mattino, vide un’ombra furtiva avvicinarsi al cancello e lanciare al di qua il contenuto di un cartoccio bisunto.

Subito il fido cane da guardia si materializzò vicino al cancello, reggendo in bocca la chiave che il misterioso personaggio afferrò, mentre l’animale si avventava sull’odorante grumo di carni, lanciatogli oltre le sbarre.

C.R. rimase impietrito, patendo contemporaneamente per la minaccia portata dall’intruso, e, forse più, per il tradimento del fido amico.

Attenuatesi la paura e l’indignazione, C.R. si concentrò sull’esile figura che, a passi rapidi e felpati, si diresse verso il portabagagli della Marea, lo aprì e trasferì parte del contenuto in una borsa di plastica, riavviandosi verso il cancello.

A quel punto C.R. comprese che non ci sarebbe stato tempo per chiamare la Polizia, stante anche la sua scarsa agilità nel maneggio del telefono cellulare, e, comunque, non mancandogli il coraggio, con sorprendente velocità, si precipitò in cortile, giusto in tempo per trovarsi a contatto con il volto scuro e impaurito di un giovane magrebino che, anziché reagire, si gettò in ginocchio implorando:" io no cattivo, no fare male, tu aiuta".

C.R., sotto una pelle di tamburo, tiene un cuore di marzapane e ascoltò, prima attento e poi commosso, la storia sussurrata nel silenzio della notte dal giovane nordafricano.

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In sostanza, egli era un clandestino che lavorava onestamente in un Pizza Kebab del quartiere e che, nel poco tempo libero, cercava di arrotondare, vendendo "da indipendente" fazzoletti di carta, spugnette e accendini per la strada.

Il problema era costituito dallo stoccaggio della merce, in un luogo sicuro, per non farsela soffiare dagli altri venditori "organizzati".

Insomma, dopo aver girato il quartiere e tenuto d’occhio la casa di C.R., si accorse di quella vecchia auto in stato di totale abbandono e così pensò di poterla utilizzare come deposito.

Il cane da guardia non era un ostacolo giacchè al suo paese d’origine il giovane era, come lui stesso disse, "maestro di cani", ossia un addestratore dei medesimi, e, con l’esperienza e gli abbondanti avanzi del Pizza Kebab, non gli fu difficile condizionare totalmente l’animale.

Quella fu però la cosa che più irritò C.R., che meditò subito, per vendetta, di tappezzare la cuccia con fotografie di succulenti arrosti, continuando a somministrare al fido amico le solite crocchette scadute.

Chiarito il mistero, e recuperata la calma, il cervello di C.R. fece alcune rapide connessioni e allo sbigottito magrebino propose generosamente: puoi continuare a usare il bagagliaio della mia auto, ovviamente senza più entrare furtivamente, ma a una certa ora verrò io ad aprire la porta, però…il deposito costa 20 Euro mensili!

La pur notoria abilità mercantile dei magrebini nulla potè a fronte della collaudatissima capacità di C.R. di ottenere il pagamento di "quella" somma anche dai più riottosi.

Con i 20 Euro venne anche pattuito l’onere di mettere in moto l’auto ogni 15 giorni e curare la potatura circostante.

Con la famiglia avrebbe giustificato la presenza del giovane facendolo passare per un "assistito".

Restava ancora aperto il problema della gita di Pasqua, ma qui lo soccorse la fortuna.

L’assistito aveva la patente e la gita fu così organizzata: Alì avrebbe guidato fino alla Pellerina e, dovendo tenere d’occhio il carico del bagagliaio, sarebbe rimasto sull’auto durante il pic-nic, così la Marea sarebbe anche rimasta protetta dall’elevato rischio di furti che caratterizza simili veicoli, per la loro specifica attitudine ad essere utilizzati come deposito, eludendo l’ICI.

Ma il cuore tenero e pasquale di C.R. ebbe ancora un sussulto.

Con i 20 Euro del primo versamento, anticipato, fece confezionare un uovo di cioccolato da donare alla famiglia in cui, all’interno, fece porre, come sorpresa, qualche pacchetto di fazzoletti di carta, alcune spugnette e accendini, tutta roba che poi, si sa , in casa torna anche utile!

P.S. La storiella è di pura fantasia e qualsiasi eventuale riferimento a persone note, peraltro coperte dall’anonimato delle sole iniziali adottate nel testo, è volutamente casuale.

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BUONA PASQUA (E BUONA GITA) A TUTTI I VETERANI e LORO FAMIGLIE.

 

L'AVUCAT

 

NOTA DEL WEBMASTER per chi non conoscesse da vicino il mondo dei veterani:

La figura immaginaria di C.R. fa forse riferimento a un personaggio che esiste in molti soldalizi come il nostro che si reggono con l’autofinanziamento. Questa figura, circondata ormai dall’aura del mito, da alcuni chiamato pomposamente "Segretario", da altri "Tesoriere", da noi è piu’ conosciuta per la sua vorace avidità, per la spietata puntualità nell’esigere i pagamenti, in una parola per la sua tendenza allo strozzinaggio selvaggio.