E’ AUTUNNO!

Ora è certo.

Oltre ogni scientifica conoscenza (l’equinozio d’autunno); oltre ogni richiamo alla tradizione (la caduta delle foglie), per i "veterani" la certezza giunge da un "fattore interno": Carlo Riva!

Ancora lui, non solo personaggio-storia del Gruppo, e spietato gabelliere mensile, ma uomo del tempo.

Quando il nostro dismette i pantaloni corti e i calzari francescani, non ci sono più dubbi: è autunno!

Dopo qualche incertezza, legata alla difficoltà di percezione delle variazioni climatiche, che hanno influenzato l’abbigliamento contraddittorio del Carlo nell’ultimo periodo (sandali e coppola; pantaloni corti e giacca a vento) ora, con il clima, anche la "mise" si è stabilizzata.

L’uomo simbolo dei veterani è tutto coperto; è inequivocabilmente autunno!

Ma perché questa stagione viene particolarmente sentita dai veterani?

Al di là del facile e impietoso parallelismo: come in autunno le giornate si accorciano, così anche …il fiato dei veterani), no, l’autunno è la stagione dei grandiosi contrasti, attenti!, non quelli di gioco, ma di luci.

Avete presente quei bagliori, tipicamente autunnali, intensi, ma brevissimi, subito coperti da un veloce passaggio di nuvole, quelle lame scintillanti di sole che illuminano una landa già spoglia e sterile?

Questa è la metafora autunnale del veterano, specie per chi viene "sorpreso dai suoi 50 (e più) anni con ancora le scarpe bullonate e con la palla avrebbe ancora giocato" (chi ricorda il suonatore Jones di Masters-De André?).

Dunque il guizzo di un attaccante (…però non mi viene in mente nessuno di noi), oppure il lancio trigonometrico di un centrocampista (…però nella squadra il centro-campo non è mai esistito), o, allora, l’intervento chirurgico di un difensore, eseguito "eccezionalmente sulla palla", prima che il piede avversario la tocchi (e qui ho in mente uno solo, ma non intendo essere autobiografico), ebbene, questi effimeri e irripetibili gesti non sono forse dei simboli, tipicamente autunnali, i lampi gialli (non al parabreeze di Paolo Conte), ma sul rettangolo semibuio di gioco?

Un flash, un pallone che, come un astro cadente, si incendia per un istante e poi tutto ripiomba nell’inesorabile buio.

Autunno, parabola del veterano e della vita, dolce tristezza.

Per fortuna ci soccorre ancora lui, Carletto, che sorgendo, con passo malfermo, dal confino oscuro della panchina, ci ricorda che l’autunno è anche la stagione dei funghi e che,ormai, è ora di andare a piangere da Giuanun!

L'Avucat.