CR iminal ChRistmas Story
“Buon Natale, signora Marisa.”
“Eh, Buon Natale a lei, signor CR”.
“Il mio non sarà buono. Sarò sola”.
“Dopo trent’anni di matrimonio, di colpo, senza un preavviso, alla vigilia di Natale, mio marito mi ha lasciato.”
Altro che Buon Natale…”
Diavolo, pensò CR, che gaffe! Ed entrò nel panificio-panetteria.
Era sempre il primo cliente della giornata.
A quell’ora Giacomo sfornava le prime pagnotte messe a lievitare all’alba e a CR piaceva quel profumo intenso, un po’ acido, di pane cotto, da mordere ancora caldo e il tepore del locale di vendita collegato al forno, con la vetrina appannata, così contrastante con l’aria gelida del primo mattino.
Controllò, ad ogni buon conto, che Giacomo fosse al suo posto, in canottiera e col berretto bianco sul capo ormai spelato, lo vide sollevare la pala con le braccia muscolose e allora osò dire:
“Buon Natale, signora Olga…e anche a suo marito”.
“Eh, Buon Natale”
“Buon Natale a lei, signor CR”
“ Il nostro Boby non c’è più”
“A l’an piamlu suta.”
“’N bastard cun na Punto e l’è gnanca fermase!”
Mi scusi, ma ‘n ven da piuré”
“Non ho proprio voglia di fare il Natale e neanche di preparare il pranzo!”
Al che Giacomo, dal vicino forno, sollevò il capo e, guardando CR, picchiò leggermente un paio di volte l’indice della mano sulla tempia.
CR uscì e pensò:
“altra gaffe della mattinata”, domandandosi se avrebbe dovuto fare le condoglianze alla signora Olga.
Passando all’edicola, si trattenne dal fare gli auguri che, invece, gli vennero formulati da Piero e Giovanna, gli edicolanti.
“Anche a voi Buon Natale”, disse pronto e allegro CR.
“Lo passerete come sempre con la vostra bella famiglia?”
Piero e Giovanna avevano due figli e sei nipotini che erano felici di ospitare per il pranzo della festa, disponendo tutti i regali sotto l’albero, rigorosamente vero e nel vaso, che la coppia preparava da anni la notte della vigilia, prima di andare a messa.
“Eh, no, quest’anno no, signor CR.”
“Giorgio e Patrizia, i nostri figli, hanno avuto da dire per le spese della casa di campagna che gli abbiamo già lasciato e non si parlano più.”
“Noi non sappiamo come fare.”
“Non possiamo certo invitare solo uno dei due e poi i cuginetti erano abituati a scartare insieme i doni. E’ triste.”
Insomma terza uscita infelice per CR.
Piccole storie famigliari, niente di davvero grave, ma sufficiente a mettere CR di cattivo umore, proprio in quella santa giornata.
Va detto che per CR il Natale rimane la festa più importante e sentita, anzitutto per il significato religioso, in cui crede, e poi per quell’atmosfera di attesa che lo riporta all’infanzia, quando vegliava nell’attesa dell’alba per poter aprire i pacchi dei doni, tra i quali c’era sempre un paio di scarpe da pallone che non durava mai fino al Natale successivo.
Quindi, con un senso di tristezza nell’animo, CR si avviò verso casa, da cui mancava già da un’ora, rallegrandosi, che, almeno, quest’anno era sopraggiunta la neve proprio al mattino della vigilia, osservando rapito i larghi fiocchi asciutti che subito si attaccavano al suolo.
Provò la sensazione di trovarsi in una di quelle bocce di vetro, rigorosamente made in China, dove si vede la basilica di S. Pietro o una gondola e che, capovolgendole, si riempiono di pallini bianchi.
E fu proprio in quel momento che, sollevando il capo al cielo per catturare sulla lingua alcuni snow-flakes, prima di ritirarsi in casa, ebbe quella fugace e sconvolgente visione.
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Nell’attimo in cui CR puntava gli occhi verso il cielo, all’altezza del secondo piano del condominio di fronte, dal vano di una finestra spalancata, vide chiaramente un uomo dalla testa grossa e con folti baffi, che ruotava, con eccessivo vigore, la testa di una donna, le braccia di lei agitarsi disarticolate nell’aria e, una frazione di secondo dopo, entrambi i corpi sparire all’interno del davanzale.
Pochi istanti dopo, ecco riapparire solo il volto dell’uomo, che, gettata una rapida occhiata all’esterno, richiuse rapidamente la finestra.
CR rimase impietrito. La scena era durata solo pochi secondi, il tempo appena sufficiente perchè le immagini, veloci, fossero registrate dagli occhi e trasmesse al cervello, al punto da far dubitare di averle davvero viste, attraverso il suggestivo sipario nevoso.
Ma certo, se il fatto era vero, la torsione di quel capo, che era apparso completamente rigirato nelle mani dell’uomo, non poteva aver lasciato scampo alla donna.
Le conoscenze mediche di CR non lasciavano spazio a dubbi.
Ripercorrendo, come la scansione dei fotogrammi alla moviola, il drammatico filmato appena visto, si impresse nella memoria, dapprima il volto luminoso della donna dai capelli color cenere e poi la nuca, mentre il busto rimaneva completamente fisso. E poi il subitaneo apparire e sparire, dietro il vetro della finestra, della faccia dell’uomo dai grossi e folti mustacchi.
Insomma la scena era stata reale e un delitto era stato commesso sotto i suoi occhi, alla vigilia di Natale!
CR rientrò in casa, gettò il pane e il giornale sul tavolo e si infilò, senza neppure svestirsi, nella stanza da cui poteva osservare la facciata del condominio antistante, gli occhi fissi sul secondo piano, al riparo delle tendine trasparenti.
Un tempo, di quel fabbricato conosceva tutti gli occupanti, quelli originari e di più vecchia data di occupazione, come gli anziani Pautasso e, poi, quegl’altri che si erano succeduti, di cui aveva seguito i traslochi dalla sua postazione domestica.
Ma ora gli occupanti, quasi tutti inquilini, andavano e venivano e gli alloggi erano spesso affittati ammobiliati, per cui la gente arrivava e partiva senza dare segni del proprio passaggio e CR non era più in grado di conservare i risultati del suo personale censimento.
Chi era dunque quell’inquietante figuro?
CR divenne sempre più agitato, incerto se avvertire subito la polizia.
Non osava confidarsi con i famigliari, temendo di essere considerato un visionario.
In preda ai più tormentati pensieri, mentre fuori la nevicata si stava infittendo, dopo circa mezz’ora di indecisione e supplizio, dovette ancora assistere a un’altro sconvolgente accadimento.
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L’uomo intravisto poco prima alla finestra era apparso sul portone, dimostrando di possedere una corporatura possente, reggendo un voluminoso fagotto avvolto dalla plastica nera dei sacchi dell’immondizia.
All’occhio esperto di anatomia di CR non sfuggì, nella forma irregolare dell’involucro, la tipica sagoma di un paio di gambe.
L’individuo aprì il bagagliaio di una Marea parcheggiata lungo il marciapiede, vi depose il pacco, rientrò nel portone e ne uscì reggendo altri due fagotti avviluppati nella plastica nera, uno grande e l’altro più piccolo, li infilò nell’auto, su cui partì facendo pattinare le ruote.
A questo punto CR non ebbe più dubbi: il pacco grande conteneva un busto, quello più piccolo la testa e Mr Baffo andava a disfarsi del corpo!
Non esitò e compose il 113.
Alle domande formulate secondo il propedeutico rituale “amministrativo”, CR rispondeva sempre più concitato:
“Fate presto, sta scappando. Fermate l’assassino!”.
Terminata la conversazione-denuncia, CR era stremato e ormai in fibrillazione.
Dovette riferire l’accaduto ai famigliari che esitarono, considerata la possibile gravità dei fatti, a esprimere il sospetto che un violento colpo di freddo avesse provocato al caro congiunto una forte allucinazione.
Gli eventi, intanto, precipitarono.
Trascorsa circa un’ora, la Marea del baffuto dirimpettaio ricomparve e il guidatore discese tranquillo, dirigendosi verso il portone di casa.
Quasi contemporaneamente alcune volanti accostarono rumorosamente e ne discese un manipolo di agenti che si lanciarono verso lo stesso portone.
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Trascorse un tempo che a CR parve lunghissimo, durante il quale egli rimase incollato al vetro della finestra e una piccola folla si andò radunando sul marciapiede di fronte.
Una delle volanti ripartì scivolando sull’asfalto ormai imbiancato dalla neve e, dopo una mezz’ora, ritornò accostando sul lato della casa di CR.
I due agenti suonarono il campanello chiedendo di CR e invitandolo a raggiungerli, aggiungendo, al suo apparire, il classico “Venga con noi”.
Attraversando la strada CR ripeteva forsennatamente:
“ L’avete preso? Ha confessato?”
“Sappiamo tutto” risposero sibillinamente i poliziotti.
Giunti al secondo piano del condominio, CR venne introdotto nell’appartamento in cui il baffuto personaggio se ne stava serenamente, in una stanza totalmente spoglia, in mezzo agli agenti.
Il loro comandante si avvicinò a CR e gli disse:
“Le presento il Signor Igor Zikowsky”, il quale lo salutò con un sorriso malizioso.
CR, percependo un clima rilassato, contrariamente a quello che avrebbe dovuto circondare un truce criminale, andò in confusione e cominciò a balbettare.
“Ma, ma…e il ca…cadavere?”
“Ma qua cadavere” rispose l’ispettore.
“Il signor Zikowsky è un ballerino russo e insegna in diverse scuole della città.
In casa si allena in questa stanza utilizzando un ingegnoso manichino, molto snodato e in grado di seguire tutte le vertiginose evoluzioni della danza.
Per l’appunto, questa mattina si stava esercitando con la finestra aperta per creare un atmosfera alla russa, quando, a seguito di un vorticoso avvitamento, alla testa del manichino s’è rotto un perno e la testa ha cominciato a girare su se stessa.
Il signor Zikowsky ha cercato di trattenerla per impedire che cadesse dalla finestra ed è caduto sopra al manichino con tutto il peso e …poi il resto può capirlo da solo”!
I pacchi che lei ha visto non erano altro che i pezzi smontati che il signor Zikowsky stava portando in una officina specializzata per la riparazione, e lì li abbiamo trovati, o, se preferisce, lì abbiamo trovato il cadavere”.
“Bene”, proseguì l’ispettore, “devo ammettere che le circostanze potevano indurre i sospetti che lei ci ha denunciato e che la storia è paradossale, ma, comunque, alla fine, è meglio lo scompiglio che lei ha provocato che un orrendo crimine alla vigilia di Natale”.
CR rimase inebetito.
Il russo, invece, rideva fragorosamente e voleva offrire wodka a tutti, pensando che la storia gli avrebbe comunque portato un po’ di notorietà sotto le feste, durante le quali si esibiva nei locali notturni.
CR dovette spiegare l’imprevista soluzione del mistero ai famigliari che, a questo punto, furono liberi di esprimersi al riguardo.
Ma siamo a Natale, e tutto deve concludersi bene.
Così, quello stesso pomeriggio, la signora Marisa ricevette la telefonata del marito che, chiedendo perdono, la pregò di riaccoglierlo a casa, dove si presentò con uno splendido braccialetto d’oro per regalo;
un cliente donò un simpatico cucciolo di spaniel fulvo alla sensibile panatera, che si mise di nuovo a piangere, ma di gioia;
la coppia di edicolanti ebbe come dono la notizia della riappacificazione dei loro figli e la signora Giovanna corse a fare la spesa per il pranzo di Natale.
E CR?
Avvilito e frastornato, ebbe anche lui il dono che tanto desiderava.
Una scatola della recente versione del MONOPOLI, quella dove, ad ogni giro, passando dal VIA, si ritirano 20 Euro!
L'AVUCAT