il Volpiano c'è! IL CUORE OLTRE L'OSTACOLO Sorretti dall'orgoglio veterano e guidati da una mano benevola di lassu' i Veterani Volpiano trionfano nel 1° Memorial Pino Sarcinelli |
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Dal nostro inviato: Volpiano 29-06-2008
Al tramonto della nostra stagione orribilis, in cui abbiamo stracciato tutti i precedenti record negativi, è finalmente giunta la tanto attesa impennata d'orgoglio. Ci tenevamo tanto a far bella figura in questa prima edizione del Memorial dedicata al nostro caro amico e compagno Pino che recentemente ci ha lasciati per un ingaggio in una squadra molto più elevata della nostra, ma pochi sani di mente potevano ragionevolmente pensare ad un successo pieno, data la presenza in tabellone della fortissima compagine Castellamontana del Virtus Meroni, già vincitrice del campionato nel 2006/2007 e seconda nella stagione attuale (e tenendo presente il nostro ultimo posto ... capite bene che non c'era gran che da sperare). Invece siamo stati bravi (e anche un po' fortunati), questa volta bisogna proprio dirlo. Già nel girone eliminatorio, la buona vena dei padroni di casa è parsa evidente. Mentre nell'altro girone il Castellamonte piegava piuttosto facilmente S.Benigno e Issogne, il Volpiano regolava con un netto 3 a 0 i Veterani del CTO e nella successiva partita col S.Vincent poteva permettersi di far rifiatare alcuni titolari, vincendo tuttavia in scioltezza per 5 a 0 e conquistato così l'obiettivo minimo prefissato della finale. Contro i sempre corretti e forti canavesani, Il successo è stato tutto sommato persino meritato, anche se onestamente il Castellamonte ha fatto qualcosina di piu', ma era quantomeno ovvio. Meno scontato è stato l'atteggiamento positivo e propositivo della nostra squadra, ben messa in campo per una buona intuizione tattica del nostro Battagliero presidente, che si è difesa con ordine e senza affanno, riproponendosi poi puntualmente con efficaci e pericolose ripartenze offensive che hanno tenuto sempre in apprensione la retroguardia canavesana. I tempi regolamentari si chiudevano comunque a reti inviolate, e ai rigori i nostri specialisti si sono dimostrati freddi di testa e caldi di piede, e con un po' di fortuna hanno insaccato tutti i loro tiri dagli 11 metri, mentre il Castellamonte ne calciava uno sopra la traversa permettendoci cosi' di vincere il torneo e di onorare nel migliore dei modi la memoria del nostro Pino. Da sottolineare ancora il fatto che al contrario della stagione disastrosa in campionato, il Volpiano ha messo in mostra la miglior difesa del torneo (rete inviolata) e il miglior attacco (8 gol in 3 partite e e premio per il capocannoniere del torneo a Cristiano Viespoli). La considerazione tecnica che si può fare è che l'aver finalmente ritrovato un libero di ruolo e l'aver inserito un portiere "vero" (seppur in prestito) ha fatto ritrovare la solidità perduta al reparto arretrato (con buona pace del nostro titolare, il buon Moz che comunque ha validamente difeso la porta delle squadre a cui l'abbiamo ceduto in prestito) in cui , oltre agli inossidabili Sergio e Pino si è rivisto in crescendo persino il vecchio Elio che nella regular season era parso perdere qualche colpo. In mezzo al campo, oltre ai collaudati senatori Merlo e Battagliero abbiamo potuto apprezzare il buon lavoro di un altro prestito (che speriamo possa tramutarsi prima o poi in acquisto definitivo), Diego Chiampo e degli incursori esterni Roby Marchi e Nicola Epifania, oltre a sempre valido Serafino. Le loro sgroppate hanno fornito linfa preziosa al nostro attacco che in passato è stato spesso sterile ma che ha ritrovato l'opportunismo cinico di Cristiano e il prezioso e altruista lavoro di Jerry e Savino, che purtroppo però si è infortunato sul più bello. In conclusione, un successo che fa rinascere le speranze per la prossima stagione e che fa intuire che con pochi e mirati ritocchi questa compagine si può togliere ancora qualche soddisfazione. Infine un doveroso ringraziamento ai bravi arbitri locali che come al solito si sono gentilmente prestati a farsi affettuosamente contestare e insultare, al più attivo degli organizzatori, Luigi Ceddia e al sostegno dell'immancabile, onnipresente, onniscente , immarcescibile presidente Claudio Battagliero. Jack. |
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ATTENZIONE: QUESTO E' L'ULTIMO AGGIORNAMENTO DI QUESTA VERSIONE DEL SITO. ORA ANDIAMO IN VACANZA E A SETTEMBRE RIPRENDEREMO CON UNA RINNOVATA VESTE GRAFICA BUONE VACANZE A TUTTI ! |
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-RICORDO: CARO PINO, (lettera a un Veterano distante) [a cura dell'Avucat]
Un Regolamento molto severo Ti ha allontanato dal
nostro campo di gioco e da quello, senza linee di confine, della vita. Ti ha tolto, prima di tutto, ai famigliari, che
amavi profondamente, e poi ai compagni “di calci”,
con i quali noi tutti ci illudiamo di tenere più lontani gli
avversari dell’esistenza. Superando la commozione di questi momenti e il
rimpianto, vogliamo ringraziarTi per tutte le corse e le partite fatte
insieme, per l’allegria che hai portato nello spogliatoio
della squadra, compreso lo scherzo ricorrente sulla tua folta
capigliatura che ti costringeva ad uscire per ultimo. Vogliamo ricordare le piacevole tavolate, dove, in
mezzo a tanti momenti di leggerezza, Tu ci hai arricchito con le tue
esperienze, che erano cominciate a Minervino, per continuare nelle
strade di Torino, che da ragazzo attraversavi veloce, a piedi, per
raggiungere in tempo il lavoro e la scuola. E ricordiamo l’ entusiasmo e
l’impegno che mettevi nel tuo lavoro, la curiosità
e l’interesse per tutte le diverse attività,
l’affetto per la famiglia, la generosità verso
tutti, il grande attaccamento alla tua terra di origine, di cui si
finiva sempre col parlare ad ogni incontro e che sapevi descriverci con
l’emozione e la nostalgia del figlio lontano. Noi ricorderemo tutto questo e siamo certi, ora che
riposi vicino al “nostro” campo di gioco, che
continuerai a correre vicino a noi, e Ti cercheremo sempre in
quell’angolo dello spogliatoio dove appendevi con cura i tuoi
vestiti. Alla prossima, Pino. I tuoi Veterani.
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-Amici PINO SEMPRE PRESENTE -Rubrica FATTI NON FOSTE ... 3° episodio [a cura di Mago Cafem]
Considerazioni di tattica spiccia. 20-06-2008 IL DIFENSORE CENTRALE, ovvero: “ Dr. Jekyll e mr. Hyde “
« …
è una constatazione di una diuturna conflittualità
fra due dimensioni (…) che
riconosce come l’ uomo non sia
unico, bensì
duplice » (Robert Louis Stevenson, 1886) Non saprei come meglio definire quest’ essere buffo. Difensore
centrale…mumble mumble… Iniziamo così
: reputo il ruolo di libero e stopper arcaici ed inadeguati. Certo voi
potreste dirmi che, per capacità tecnica e doti fisiche o
sei uno o sei l’ altro. Già
dagli albori del calcio quelli grandi, grossi e cattivi ( e scarsi )
facevano lo stopper e l’ unico insegnamento che traevano dal
mister era : “ Attaccati al centravanti e daje ‘n
ti garet ! “. Sai che divertimento… Quelli invece
bravi tecnicamente, con buone doti di anticipo e autoritari il giusto
per dirigere un reparto arretrato, facevano il libero. Cinque ( o dieci
) metri dietro tutti, girandosi indietro, solo il portiere, davanti
tutti gli altri a battagliare, che se gli viene la solitudine, non si
può neanche dedicare a pratiche onanistiche. Ma oggi no, non
può essere così !!! Stracciamoci queste orride
vesti da dosso, rigettiamo all’ umanità lo
stereotipo affisso, vomitiamo la nostra irriconoscenza nei confronti
dei mister vecchi e babbioni !!! Per come lo
intendo io, il difensore centrale è un essere gemellare di
grandi capacità. Ovviamente uno
è central-destra e l’ altro central-sinistra ed
insieme ai loro compagni di merenda, i terzini, formano la fantastica
LINEA DIFENSIVA, di cui mai mi stancherò di parlare.
Splendidi padroni della parte centrale del fortino, si piazzano
l’ uno al fianco dell’ altro e mantenendo la giusta
distanza tra loro, impongono un’ inaffondabile barriera
frangiflutti. Essi, si scrutano continuamente e fiutandosi i movimenti,
si azionano come i migliori Patek Philippe. Ballerini naturali, danzano
in punta di piedi, coordinandosi col resto della difesa, che vederli
muovere è un’ emozione. Ma è in caso di
necessità che esce l’ animo bruto, che senza
batter ciglio si trasformano in Mr. Hyde e brutalizzano l’
avversario senza scrupolo e dignità. Ma questo non li
sconvolge, anche perché da li a poco riemerge la purezza del
Dottore a mondare i peccati commessi. Di cosa stavamo
parlando… Ah si, della LINEA. Questa linea
è bellissima, perché varia in funzione del gioco.
Le distanza tra i giocatori sono fondamentali, esattamente come i
meccanismi di tattica militare. Se la LINEA è piazzata e
subisce un attacco frontale, si serrano le fila dei quattro fino a
distare tra loro al massimo 6-7 metri. Uniti e compatti. Se poi il
centrocampo salta e deve uscire uno dei due centrali, la disposizione
sarà di “protezione”, cioè il
terzino di riferimento e l’ altro centrale si disporranno
dietro una decina di metri a formare un triangolo. Questo è
un movimento abbastanza consueto nel 4-4-2, applicato sia in difesa che
a centrocampo. Se l’
attacco avviene sulle fasce, esce a difendere il terzino ( vedi puntata
2 ), ed il suo centrale gli va in “protezione”, in
un giusto punto da sbarrare la strada all’ avversario sia in
fascia che verso la porta. A differenza del
passato, Egli può addirittura uscire palla al piede e
tentare uno sfondamento centrale in appoggio al centrocampo ( grande
azione !!! ). In questo caso sono i terzini a
“bloccarsi” con l’ altro centrale e
disporsi a tre. Comunque e
sempre è Lui che decide come e quando si agisce. Essere supremo
di estrema intelligenza, capace di nefandezze abominevoli, vive questa
doppia personalità con estrema leggerezza, perché
la colpa non è mai Sua, ma delle necessità. Ma questo
tormento poi si scopri essere … “… una maledizione del genere umano che questo eteroclito guazzabuglio dovesse così tenacemente tenersi avviluppato… che fin nel grembo tormentoso della coscienza questi gemelli antiteci dovessero essere in perenne tenzone. Come fare, allora, a separarli ? “
-Avviso Visto che su questo sito ormai facciamo scrivere cani e porci, chiunque volesse tenere una rubrica o anche solo scrivere un articolo, un parere pubblico, una lettera aperta o una minkiata qualsiasi, mi mandi il materiale all'indirizzo scritto sulla testata, che poi vedremo a insindacabile nostro giudizio se e quando pubblicare.
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-Testi Nel caso qualcuno pensasse che adesso siamo meno scemi...ecco l'ennesimo divertisment letterario dell'Avucat:
C.R. e la crema miracolosa. Ormai era ricorrente: tutte le notti del rientro, dopo l’allenamento e la susseguente cena per il recupero, C.R. sviluppava il suo commento tecnico sulla prestazione dei Veterani. Lucido e impietoso. “Non solo non avete alcuna idea di come si giochi al calcio, ma, in più, siete lenti, lentissimi!”. ”Quando la palla è calciata, il giocatore che dovrebbe riceverla si è appena mosso di qualche centimetro!” Io non ne potevo più di queste considerazioni e, in alternativa alla più scontata delle esclamazioni, quella volta risposi “Non siamo più dei ragazzi; la testa (magari) vorrebbe fare, ma le gambe non le obbediscono e, comunque, non c’è soluzione al problema. O smettiamo di fingere di giocare al pallone e passiamo ala petanque (dove il giocatore almeno sta fermo), oppure…” “Oppure? replicò C.R. “Oppure ci vuole la bomba”. Dopo alcuni attimi di silenzio, C.R. fece proprio il messaggio programmatico di Barack Obama: we can do, si può fare, che poi è lo stesso pronunciato da Frankestein Junior, annunciante il suo mostruoso esperimento. Guardai C.R., che tra i riflessi delle luci notturne assunse un’espressione enigmatica ed inquietante. “Scherzi?” “No, ho sempre desiderato cimentarmi nella creazione di un’ emulsione mirabolante (così la chiamò) capace di interagire sull’equazione della velocità (così disse). Tutti conosciamo bene o abbiamo apprezzato le facoltà alchemiche di C.R., vero “Cordon Bleu” della pomata canforata artigianale, e io stesso lo vidi, all’epoca in cui abitava il suo antro ospedaliero-farmaceutico, rimestare i fondi delle creme scadute e trarne unguenti dalla consistenza dello yogurt. Il prodotto finale era molto versatile: esaltato dal suo artefice come attivatore muscolare, dava in realtà il miglior risultato come pasta abrasiva, e come tale usata con soddisfazione da molti carrozzieri. Conscio di siffatto credito, C.R. continuò: “Mi
sento pronto per un grande esperimento che ottimizzerà il
rapporto tra i tempi umani della risposta dinamica e la
velocità del pallone, intervenendo sul principio della
resistenza del mezzo”. Si espresse proprio così, con il tipico linguaggio criptico degli scienziati. Non osai chiedere spiegazioni, temendo una risposta ancora più oscura, e mi limitai a chiedere: “E’ un procedimento lungo da realizzare?” “Sì, ci vuole molta pazienza perché le reazioni chimiche sono lente, ma, soprattutto, i componenti di base, tutti naturali, sono molti e rari e non disponibili sul mercato” “E allora come si può fare? “Devi darti da fare tu. Io ci metto l’arte, tu l’organizzazione”. “Giovedì prossimo ti porterò l’elenco dei componenti e tu ti arrangerai a procurarmeli”. Non volle aggiungere altro ed io non insistetti, pensando, tra l’altro, che la sua fosse stata una “sparata”, che sarebbe rimasta senza seguito. La smentita l’ebbi il giovedì successivo, quando C.R., appena salito in macchina, estrasse dalla borsa, modello Queen Elisabeth, un foglio ripiegato che mi consegnò come si trattasse del quarto segreto di Fatima. Spiegando il foglio rimasi sbalordito dai nomi dei componenti e più ancora dai luoghi della loro origine. Riassumendo, per non annoiare i pochi ma fedeli lettori, dirò che passarono diversi mesi durante i quali riuscii a consegnare a C.R., di volta in volta, un componente, per procurare il quale dovetti interessare enti di ogni genere, frati missionari e persone disperse ad ogni latitudine, con gran dispendio di tempo, nonché di denaro. Ma ormai ero contagiato dalla sindrome della crema miracolosa e dall’ansia della sua sperimentazione e dei suoi prodigiosi effetti. Quando consegnai entusiasta l’ultimo dei componenti, ottenni da C.R. solo un laconico: “Adesso ci vorrà il suo tempo!” Durante questo indefinibile tempo immaginavo C.R., che mi aveva imposto sin dall’inizio l’assoluto silenzio sull’esperimento, manipolare di notte, nello scantinato di casa sua, provette e alambicchi, come l’ultimo dei Rosacroce. Ad ogni nuovo incontro settimanale C.R. mi aggiornava: “Ho estratto la tintura madre di agar maleficus; sto macerando il pampinus puteolans; ho distillato il tignosus putridus; sto bollendo la foeticula morbosa; attendo la sublimazione del piritus Luciferi.” Passarono altri mesi e ad ogni mia rimostranza, C.R. assumeva toni stizziti da accademico: “Non
sto facendo la Crema Nivea, ma il più magistrale degli
unguenti, un intercettore della spinta dinamica nello spazio”. Non capendo il significato di quelle parole, replicai unicamente: “Quanto ci sarà ancora da attendere”, ottenendo come inconsistente risposta: “Dipende dalle reazioni molecolari”. E con ciò il discorso rimase sospeso per altri mesi ancora, durante i quali fu vano ottenere risposte più precise, e, soprattutto, previsioni sui tempi per la sperimentazione “in campo”. Ma venne finalmente quella indimenticabile sera, in cui, all’appuntamento sotto casa C.R. si presentò con lo sguardo di Mefistofele e così capii che il gran momento era infine giunto. (PUBBLICITÀ.
In questo pezzo c’è una sola interruzione,
doverosa per consentire ai benevoli lettori di recuperare il massimo
dell’attenzione per il finale). Come salì in auto C.R. batté sul rigonfiamento della imperiale borsetta chiara e, con tono da cospiratore, disse semplicemente: “E’ qui”. E contemporaneamente estrasse un barattolo bianco dal formato ben noto allo spogliatoio dei veterani storici. Osservai C.R. con ammirazione e chiesi: “Ce n’è per tutti?” “E’ tutto qui”, rispose il Grande Alchemico, ma basterà per almeno 5 o 6 volte” Rimasi stupito, considerando che il contenuto di un barattolo di antica memoria poteva servire sì per 5 o 6 volte, ma per un solo giocatore che ne distribuisse uniformemente il contenuto sui muscoli degli arti inferiori. Pensai, tuttavia, che poteva trattarsi di un prodotto con caratteristiche diverse, non da frizionare, bensì da assumere magari come quelli omeopatici e, pertanto, azzardai: “Dobbiamo prenderne tutti una puntina, sotto la lingua?” La risposta di C.R. mi fulminò: “Sei pazzo? Credi che una crema possa fare correre più veloci le persone? Con questa crema miracolosa si deve impregnare ben bene il pallone che così si appesantisce e si sposta nell’aria molto, molto, molto più lentamente e così…voi arrivate a prenderlo!” ******** P.S. Se questa storia suscita incredulità, posso confermare che anche a me ha fatto la stessa impressione quando l’ho letta la prima volta, ma se poi pensate bene al Protagonista…
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