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Famiglia: Fringillidi Genere: Fringilla Specie: Fringilla coelebs. Nome Dialettale: Frungillo,Frungella
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“Allegro come un Fringuello” è un'espressione comune che trae origine più che
dalla vivacità dell'uccellino, non superiore a quella di altre specie, dal suo
canto senza pari per gioconda festosità.
Il
fringuello (Fringilla coelebs) può raggiungere una lunghezza di 17 cm;
è caratterizzato dalla fronte nera e dalla parte superiore della testa, la nuca ed i
lati del collo grigio azzurri; le guance, i lati della testa e del collo, la
gola ed il petto rosa-vinaceo; dorso e scapolari di color bruno-castano,
groppone verde olivastro; parti inferiori bianco ruggine; ali nere barrate
di bianco alla base con orlature esterne verdastre; coda nera, zampe scure e
becco brunastro a punta scura, blu pallido da marzo ad agosto. Gli occhi sono
bruni e compie una muta
completa tra luglio e ottobre.
La
femmina si riconosce dalle parti superiori di color bruno-oliva-giallastro e dai
lati della testa e dalle parti
inferiori di color bruno-grigio pallido, tendente al biancastro, manca del
rosso. I giovani fringuelli sono pigmentati come la femmina, ed inoltre
possiedono chiazze biancastre alla nuca ed un groppone
verde-brunastro.
Il
canto è costituito da tre frasi distinte ripetute in rapida successione e
terminanti in un energico trillo. Un ripetuto e forte ciuinc, uit e ciuit.
In volo un sommesso tsip. Il canto è costituito da un vigoroso
susseguirsi di una dozzina di note terminanti in un fiorente ciu-i-o; varia
però molto da zona a zona. Il canto del fringuello non è influenzato da quello
di altre specie.
Gli amatori del canto del Fringuello, un tempo numerosissimi, sono ora notevolmente scemati ma costituiscono pur sempre una discreta schiera. Ogni anno vengono indette gare di canto tra Fringuelli, disciplinate da regole piuttosto complesse.
E' diffuso in tutta l'Europa sino al 68° di latitudine, nell'Africa settentrionale, nell'Asia minore, in Persia e nel Turkestan. Sono stazionari solo nelle regioni meridionali della loro area di diffusione; quelli residenti nelle zone settentrionali si trasferiscono, in autunno, raccolti in immensi stormi, verso regioni a clima più mite.
In Italia è molto diffuso durante tutto l'anno, ed in particolare in autunno ed in inverno la nostra penisola ospita anche gli individui che vengono dal nord, i quali poi tornano regolarmente nelle nazioni di provenienza con l'inizio della primavera.
In Campania lo si avvista facilmente nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed in quello del Vesuvio.
Durante le migrazioni volano sempre in branchi, ma è difficile che i due sessi viaggino assieme. Giunti nelle zone di residenza, i maschi cercano le vecchie dimore e aspettano le compagne con le quali si accingono a costruire il nido.
Predilige
i boschi di conifere e i boschi cedui, i frutteti, i campi coltivati, gli orti e
giardini sia in pianura sia in montagna.
In
estate si spinge nelle regioni montane oltre i duemila metri di altezza, che
abbandona l'inverno per raggiungere le pianure più ricche di cibo. Si muove sul
terreno scoperto con un caratteristico saltello, senza cura di nascondersi fra i
cespugli.
E’ gregario con gli altri fringillidi e le singole coppie vivono le une accanto alle altre, ma ciascuna difende accanitamente il proprio domicilio.
E’
il maschio che sceglie il posto per il nido, ma lascia alla femmina il compito
di costruirlo. Il
nido è molto curato e ben soffice all'interno, situato alla biforcazione dei
rami o fra un ramo e il tronco, ad un'altezza variante da 3 a 12 m. La femmina
vi depone quattro o cinque uova a fondo verdastro o blu pallido con macchie
violacee, chiazze bruno-rosse e punti e filamenti bruno-porpora. L'incubazione,
assicurata quasi totalmente dalla femmina, dura dai dodici ai quattordici giorni
e i piccoli lasciano il nido dopo il ventesimo giorno di vita. |
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Sono
animali molto litigiosi; spesso i maschi all'epoca degli amori interrompono il
canto per inseguirsi a vicenda e non è raro che precipitino al suolo
avvinghiati, di tutto dimentichi, presi come sono dalla lotta, non pericolosa di
per se stessa, bensì per la rallentata sorveglianza verso le insidie sempre
presenti in natura. A litigio concluso riprendono il canto con rinnovato vigore.
A
parte le gelosie amorose, i fringuelli hanno indole allegra, confidente, vivace,
e sono sempre in movimento.
E'
granivoro per il 75 % cibandosi di semi in genere, di erbe o di alberi. Predilige i semi
oleosi o ancora molli e la polpa di alcuni frutti. Mangia anche invertebrati, ma
non disdegna gli insetti, cui accorda larga preferenza all'epoca della
riproduzione.
A
causa della carne molto pregiata, i fringuelli, sono stati oggetto di caccia spietata specialmente col
roccolo e col paretaio.
Un
tempo era usanza accecare i fringuelli per migliorarne il canto,
pratica inumana (non bestiale perché non è da bestie comportarsi in
questo modo).
Anche
se arrecano danni all'agricoltura, a questa possono in definitiva considerarsi
utili per la distruzione di insetti e di semi di piante nocive che compensa
abbondantemente i danni inferti.
La specie è protetta dalla legislazione vigente.
V. Menassè - Uccelli nostrani da gabbia, Encia, Udine 1978; AA.VV. - Rassegna completa degli uccelli d'Europa, Rizzoli, Milano 1972. |
Referenze fotografiche |
Da Italia Ornitologica 10\94 R. Esuperanzi |
Note |
Questa scheda è stata realizzata grazie alle ricerche del socio P. Trematerra di Napoli. |