Caratteristiche - Diffusione - Habitat - Riproduzione - Alimentazione - Legislazione
Ordine: Strigiformi Famiglia: Titonidi Genere: Tyto Specie: Tyto alba Nome dialettale: Varvaianni Viene detto anche Allocco comune, ed è immediatamente riconoscibile per il grande cerchio facciale a forma di cuore che utilizza come se fosse un grande padiglione, gli serve infatti per incanalare le onde sonore verso i canali auricolari, riuscendo a percepire anche il rumore dei passi di un topolino che si muove nell'erba. |
Il barbagianni (Tyto alba) raggiunge una lunghezza tra i 34 ed i 40 cm ed un'apertura alare di quasi un metro. E' caratterizzato da un disco facciale a cuore e orecchie prive di ciuffo. Le parti superiori sono di colore fulvo-dorato macchiettate di nero e bianco, mentre quelle inferiori sono di colore bianco o fulvo. Di colore bianco è anche il grande disco facciale cuoriforme, mentre gli occhi sono neri ed il becco bianco-rossiccio.
Nelle femmine, di solito di dimensioni maggiori, i colori sono più cupi.
E' un uccello stazionario nel vero senso della parola, ed in genere non intraprende neanche brevi escursioni. Non ha nemici e non teme l'uomo.
Di notte percorre le campagne con un volo ondulato e leggero radente al suolo. Quando vola emette un grido rauco e spiacevole.
E' molto diffuso in tutta l'Europa centrale e meridionale, in Asia Minore, in Arabia, in gran parte dell'Africa compreso il Madagascar, in India, in Indocina, parte dell'arcipelago malese, in Nuova Guinea, Australia, America settentrionale, centrale e meridionale.
In Italia è comunissimo, ed stazionario ed erratico.
In Campania è presente sia nel Parco Nazionale del Vesuvio che in quello del Cilento e Vallo di Diano.
Dimora negli anfratti rocciosi o nelle crepe degli edifici, specialmente quelli abbandonati, nelle soffitte o tra le travi degli antichi edifici. Non è presente invece nelle zone desertiche ed in quelle dove nevica per più di quaranta giorni all'anno.
In Italia un tempo era diffuso in tutte le zone coltivate, ora lo si avvisa più di frequente nei centri abitati, infatti popola la cupola del duomo di Firenze, il camposanto di Pisa e le mura urbane di quasi tutte le città.
Il periodo riproduttivo coincide con i mesi di aprile e maggio, ma a volte nidifica anche ad ottobre e novembre. Non costruisce un nido, si limita a deporre le uova in un luogo riparato e ben nascosto. La covata può contare da 3 fino a 9 uova, allungate, ruvide ed opache che la femmina cova per circa quaranta giorni. Il maschio provvede a nutrire la femmina durante la cova ed entrambi poi si occuperanno della prole, alla quale occorrono circa dodici settimane prima di spiccare il volo. Si sono verificati casi in cui i genitori hanno continuato a nutrire i piccoli catturati dall'uomo, se esposti in gabbie all'aperto. |
Il barbagianni esce di notte e occasionalmente anche di giorno a caccia di piccoli mammiferi ed uccelletti, in particolare si ciba di topi, ratti, toporagni, talpe e di grossi insetti.
Nelle città cattura spesso le allodole, gli usignoli, i tordi ed i fringuelli che si trovano nelle gabbie appese fuori dalle finestre.
Deglutisce la preda intera, e le ossa e le altre parti indigeribili vengono rigurgitate sotto forma di piccoli ammassi sferoidali dette borre.
Il barbagianni è tutelato dalla legge, ma purtroppo, in alcune località, la sua comparsa sui tetti delle case è interpretata come indice di sventura e di morte, scatenando nella popolazione vere e proprie battute di caccia che coinvolgono anche molti altri rapaci notturni.
Bibliografia |
AA.VV. - Rassegna completa degli uccelli d'Europa, Rizzoli, Milano 1972; AA.VV. - Il mondo degli animali, Rizzoli, Milano 1970; |