Il lupo in Italia
Ordine: Carnivori Famiglia: Canidi Genere: Canis Specie: Canis lupus |
Presente fin dall’inizio del secolo in tutta Italia, esclusa la Sardegna e le altre isole minori, il lupo è scomparso dalle Alpi intorno agli anni ’20 e dalla Sicilia intorno agli anni ’50. Tra le cause che ne hanno determinato la rarefazione, culminata a cavallo degli anni ‘70, sono da menzionare la caccia (legale fino al 1971) ed il progressivo scarseggiare di prede.
Intorno agli anni ’70 il lupo ha toccato un minimo storico di circa 200-300 individui, in popolazioni solo in parte isolate tra loro e relegate nelle zone più impervie ed inaccessibili dell’Appennino, dalla Calabria fino all’Appennino tosco-romagnolo.
A partire dalla metà degli anni ‘70, le popolazioni di lupo hanno progressivamente ma costantemente recuperato l’areale perduto, grazie al ripopolamento progressivo delle montagne da parte degli ungulati selvatici (avvenuto grazie alla protezione degli habitat naturali, ma anche in seguito a programmi di ripopolamento operati dal Corpo Forestale dello Stato e dalle Associazioni venatorie), al graduale abbandono delle aree montane da parte dell’uomo, alla cessazione dei programmi di persecuzione legalizzata su larga scala (protezione legale della specie dal 1971, e rimborso dei danni all’allevamento).
La consistenza attuale del lupo in Italia oscilla intorno ai 500 individui. La sua distribuzione interessa l’intera catena appenninica, dall’Aspromonte fino alle Alpi Marittime, oltre che diverse zone collinari dell’Italia centrale e centro-settentrionale. Si ritiene che nei prossimi anni il lupo ricolonizzerà anche l’intero arco alpino, proveniendo sia dal fronte orientale che da quello occidentale (arrivando dalla Slovenia).
Nonostante le iniziative in campo legale a favore del lupo, la persecuzione diretta da parte dell’uomo costituisce ancora oggi il principale fattore di mortalità del lupo in Italia. Ogni anno vengono rinvenuti in Italia circa 60 lupi uccisi dall’uomo, di solito tramite veleno o arma da fuoco.