1796: NAPOLEONE AD ARCOLE
l cruento episodio poggia le sue basi sulla necessità da parte austriaca di correre in soccorso della piazza di Mantova assediata dalle truppe francesi. Dopo lo scontro di Caldiero l’esercito francese si concentra nel triangolo paludoso che divideva l’Adige dall’Alpone. Era, tra l’altro, il punto debole dello schieramento nemico costretto in questa regione a muoversi con cautela. Ma perchè? La zona era essenzialmente una vasta palude dove apparivano isolotti circondati da acque fetide ricche di insidie. Napoleone prendo la decisione di occupare il piccolo villaggio di Arcole per poter poi calare sul rovescio del fronte austriaco. Ma qui si trova davanti a dun ostacolo imprevisto: il ponte sull’Alpone e l’abitato sono saldamente in mano a 2 battaglioni croati intenzionati a resistere sul posto. Il ponte è oggetto di un nutrito fuoco di fucileria austriaca e Napoleone presa una bandiera da un’alfiere caduto a morte nel tentativo di oltrepassare il ponte si getta da solo, sciabola sguainata nell’altra mano contro il nemico. Ma pure questo eroico tentativo è destinato a fallire. Si narra che un ufficiale francese abbracciando il Bonaparte disse:”Generale, lei si farà amazzare e se lei cade siamo tutti perduti, lei non deve avanzare più neanche di un passo, questo non è il suo posto”. Il genio di Napoleone ebbe allora il soppravento. Viene mandato un piccolo distaccamento di cavalieri e 4 trombettieri  con l’intento di operare una diversione dietro le linee nemiche. Lo stratagemma riesce, non visti questi francesi guadano il fiume più a monte e si mettono a fare un gran baccano in modo da celare il loro vero numero. Gli austriaci temendo un’attacco in forze alle spalle sgombrano le posizioni per ricongiungersi indietro al grosso delle loro forze.
con il grosso delle loro forze. La battaglia è vinta! 
Più di 3000 austriaci cadono nelle gelide acque paludose in quel novembre del 1796.
Napoleone entra trionfalmente a Verona, transitando da porta Vescovo, e scrive alla moglie al termine della giornata: “Rinasco! La morte non è più davanti agli occhi. Mantova fra otto giorni sarà nostra!”.
Furono 62 ore di lotta cruenta  (svoltasi per la precisione dal 15 al 17 novembre 1796)  in cui venne scritta una delle più belle vittorie napoleoniche in Italia.
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